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Autore: Your_honey_eyes    14/02/2022    0 recensioni
Markus ha fatto della Riserva la sua nuova casa, per rendersi conto che "casa" non si trova in un luogo, bensì in un cuore.
Un breve missing moment di una trilogia in uscita per questa primavera.
Venite a conoscere questo erestun e un lýkos per lui molto ma molto speciale.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Breve introduzione: i personaggi qui presenti appartengono ad una trilogia, "Obscurum per Obscurius". Il primo volume della saga sarà disponibile da maggio 2022.
Nell'attesa, l'autore [André] ha deciso di far uscire di tanto in tanto brevi oneshot, in modo da farvi avere un occhio di riguardo in più verso i diversi pg del libro, oltre che a farvi capire in maniera più approfondita i modi di fare, di pensare o di agire dei vari pg.
In questo atto ci ritroveremo ad accompagnare Levi e Markus in una piacevole, romantica nottata.
Buona lettura a tuttə!

 

La notte era tranquilla, nella riserva. Levi stava dormendo, raggomitolato su se stesso come una pallina. Il cervello aveva ridotto al minimo ogni connessione, permettendo al lýkos di riposare al meglio. Non era in fase REM, quanto in dormiveglia. Levi poteva sentire il rumore della brezza scivolare tra i rami, insieme al bubolare di qualche gufo intento a cacciare.
Quella nottata era perfetta, sebbene fosse febbraio. Il clima poteva essere rigido, ma per un lýkos quelle temperature erano un toccasana.
Levi si girò dall'altro lato, cambiando posizione. Una mano andò istintivamente a cercare la figura di Markus, con l'intento di avvolgerlo in un abbraccio, immergersi nel suo odore e cadere appieno nel sonno.
Iniziò a tastare il giaciglio, non percependo il suo prezioso honey eyes. Le sopracciglia si corrucciarono e la mano tastò un po' ovunque, segnalando al cervello la mancanza dell'erestun.
Levi aprì gli occhi di scatto, sedendosi in un secondo. Nonostante il buio, le iridi del lýkos ci misero poco ad abituarsi, confermando i propri timori: Markus non era lì.
«Mark?» sussurrò, guardandosi intorno.
«Dove ti sei cacciato?» ripeté, sentendo l'ansia salire. Era insolito per Markus allontanarsi, più e più notti lo aveva sentito coricarsi al proprio fianco, sebbene non avesse bisogno di sonno alcuno per ripristinare le energie, a differenza di sé.
Diversi, nefasti scenari iniziarono a correre tra le sinapsi di Levi, facendolo divenire irrequieto. Dov'era finito?
Che avesse approfittato di un momento di distrazione per fuggire?
No, no; impossibile. Faceva parte del branco da qualche mese e pareva essersi integrato bene, perché scappare così?
Levi si alzò del tutto, oramai il sonno era scomparso. S'infilò un paio di pantaloni lasciati scomposti ai piedi del giaciglio che gli faceva da letto e iniziò ad annusare frettolosamente qua e là, alla ricerca della scia odorifera dell'erestun.
«Dove ti sei cacciato, honey eyes?» mormorò a labbra strette, facendo uscire quelle parole in un sussurro.
Non era preoccupato per le possibili ripercussioni del branco o dell'alpha su di sé. O meglio, in parte lo era ma se si fosse dovuta calcolare una percentuale tra i diversi fattori, la mancanza di Markus sovrastava ogni timore di punizioni o rimproveri. Levi scosse la testa più volte e uscì dalla tenda, iniziando ad annusare i dintorni. In forma umana l'olfatto era più debole, ma non del tutto inutile.
Indirizzò il naso qua e là nelle vicinanze della tenda, bloccandosi verso sud est. La sua scia era marcata, segno che non doveva essersi allontanato troppo tempo addietro.
Levi scosse le spalle, lasciò perdere i mille pensieri che gli vorticavano in testa e iniziò a seguire quella traccia come il migliore dei segugi. Il passo era felpato nonostante la fretta di trovarlo. Una parte di sé voleva chiedere alle sentinelle di guardia... ma ciò avrebbe portato solo conflitti o incomprensioni inutili, quindi decise di lasciar perdere. Markus aveva vagato per decenni da solo, nascondendosi da ogni forma vitale nei paraggi. Era un maestro del camuffamento, era più che certo del fatto che non si fosse fatto notare da nessuno...
Il lýkos aumentò il passo, rimanendo concentrato sul proprio obiettivo. Salutò con un cenno due sentinelle e passò oltre, sentendo l'odore del proprio amato farsi sempre più vicino. Era ancora all'interno della Tana, poteva stare tranquillo: non era fuggito, non era scomparso. Andava tutto bene.
Levi annusò ancora un po', giusto per essere sicuro di che direzione prendere. Salì un piccolo rilievo per scorgere l'erestun seduto sul prato, intento a dialogare con Katri. La vecchia saggia era adagiata sul suo masso preferito. Non era insolito vederla su quel rilievo, intenta a osservare la Tana, i suoi abitanti o il cielo che spuntava tra le fronde dei sempreverdi, riempendo quello spazio di stelle e costellazioni.
Levi sentì i battiti cardiaci diminuire di frequenza e si rasserenò. Magari voleva solo sgranchirsi le gambe e nel mentre aveva trovato in Katri la compagnia ottimale.
«Ehi, buona luna a voi, disturbo?» la voce di Levi fece sobbalzare di poco Markus. L'erestun si girò di scatto e abbassò lo sguardo, colpevole.
«Scusa, avrei dovuto avvisarti... ma eri così pacifico, non volevo disturbare.» Levi si avvicinò a entrambi, fece un piccolo inchino di tutto rispetto per Katri e scompigliò dolcemente i capelli di Markus, sedendosi al suo fianco.
«Nessun problema, davvero. Ho avuto un minuscolo mental breakdown per pochi istanti ma ora è tutto risolto.» il lýkos irlandese rise piano, alzò le spalle e si mise a sua volta ad osservare la volta celeste.
«Non riesce a dormire, Katri?» la saggia allargò un sorriso e si mise a giocare con le dita con la collana fatta di sfere di legno e denti di animali.
«Più si invecchia, più l'insonnia diventa un'amica fedele, Levi... tu dovresti riposare invece, da quel che so domani vi aspetta una giornata piena di impegni.» Levi ascoltò le parole di Katri, passando lo sguardo da lei a Markus.
«Le ho raccontato della gita in giro per la riserva di cui mi hai accennato. Cammineremo molto, cacceremo un sacco... per me le energie non sono un problema in quanto mi ricarico nutrendomi. Per te il sonno è fondamentale, invece.» Markus accennò un sorriso e si strinse nelle spalle, portò le ginocchia al petto e le abbracciò, tornando a guardare il cielo.
«Bene signori miei, io mi ritiro nei miei alloggi. Passate una buona nottata e non rimanete svegli fino all'alba, sebbene sia uno dei miei momenti preferiti della giornata.» Katri fece presa sul masso e si alzò, sistemò la propria gonna lunga e dopo aver dato un buffetto a entrambi iniziò ad incamminarsi verso la propria dimora. Levi la seguì con lo sguardo, accertandosi che tutto andasse per il meglio.
«Allora honey eyes, di cosa stavate parlando?» Markus sgranò di poco gli occhi, facendo brillare le proprie iridi dorate.
«Del più e del meno, discutevamo delle diverse costellazioni, nulla di che.» Levi annuì e si accucciò meglio al suo fianco.
«Senti Mark, tanto oramai sono sveglio e l'idea di portarti in quel posto è più vivida che mai. Oramai la mezzanotte è passata e la luna è alta nel cielo... ti andrebbe un'uscita in notturna?» Markus sgranò ancora di più gli occhi, sorridendo come un bambino. Gli erestun davano il meglio di sé al buio, i sensi si affinavano e il corpo sembrava rinascere.
«Non sarà un problema uscire dal villaggio?»
«Non se lo farai al mio fianco, honey.» Levi accennò un sogghigno, gli baciò la punta del naso e si alzò, tendendogli la mano.
«Andiamo.» sussurrò, facendogli strada verso l'uscita della tana.

***

Levi stava correndo il più velocemente possibile, evitando abilmente massi o buche che potessero disarcionare l'altro da sé. Erano le prime volte che Markus lo cavalcava e Levi si ritrovò a sogghignare tra sé e sé, cercando di mettere a tacere quella vocina maliziosa nella mente: erano le prime volte che lo cavalcava in quanto cavalcatura, aveva avuto modo di cavalcarlo in modi ben più spinti diverse sere prima.
Il lýkos sentì Markus aggrapparsi meglio alla propria pelliccia, inclinò di poco la testa di lato in modo da accertarsi che stesse bene e continuò la propria corsa, diretto in un punto ben preciso.
Conosceva quelle terre da decenni, ciò che per un umano poteva sembrare un bosco confusionario o sentieri tutti uguali, per lui erano strade conosciute a menadito.
Dopo poco rallentò la propria corsa, il galoppo si trasformò in trotto per pochi metri per poi scemare in un passo sostenuto.
«Lev, siamo arrivati?» il lýkos annuì e sentì Markus scendere da sé, creando un tonfo leggero sul terreno con i piedi.
«Dove siamo?» Levi tramutò nuovamente in forma umana, prese i pantaloni affidati poco prima all'erestun e se li infilò, rimanendo a petto nudo.
«In uno dei miei posti preferiti.» mormorò, prima di continuare.
«Benvenuto a Loch A'an, chiamato anche lago Avon. È uno dei miei laghi preferiti, mi mette addosso una serenità pazzesca. Volevo portarti qui domani ma credo che al buio e con questa luna sia ancora più magico.»
«Non posso che darti ragione.» enunciò Markus, ammirandone i dintorni. L'odore salmastro gli penetrava nei polmoni, fondendosi insieme a quello dei sempreverdi. Levi si prese una manciata di secondi per osservarlo al meglio, ritrovandosi a sorridere e ad accelerare i battiti. Quella creatura era veramente bella, non sapeva nemmeno lui il perché ma stare al fianco di Markus gli provocava una sensazione di calma ed euforia allo stesso tempo.
«Senti, so che per due banali esseri umani anche solo l'idea di tuffarsi in queste acque equivarrebbe al suicidio ma noi siamo al di sopra delle parti.» Levi sorrise, facendo un cenno allo specchio d'acqua con la testa.
«Ti andrebbe di fare un bagno al chiaro di luna?»
«Oddio, non l'ho mai fatto.» Markus rise.
«Una volta sono caduto in acqua di notte, ma non lo paragonerei a un bagno vero e proprio.» Levi sentì quelle parole e ridacchiò a sua volta, lo tirò velocemente a sé e lo baciò a fior di labbra.
«Allora vedrò di rendere questa "prima volta" perfetta, honey eyes.» lo sguardo di Levi acquisì un cenno di malizia, facendo provare degli strani brividi a Markus. L'erestun lo vide levarsi i pantaloni e incamminarsi nell'acqua, immergendosi fino al ventre. Il lýkos si girò e gli tese la mano, in un silenzioso invito.
«Ah, damn. Ci sto.» Markus allargò il sorriso, si levò maglione, pantaloni e intimo e lo seguì. L'acqua era gelata ma per loro era semplicemente perfetta.
Markus giocò a sfiorare la superficie dell'acqua con le dita, creando lievi increspature.
«Non temi i kelpie?»
«Ah, Mark, sono loro a dover temere me.» Levi rise e scosse la testa, alzando le spalle.
«Vengo qui ogni volta che sono triste, felice o malinconico. Abbiamo instaurato una convivenza pacifica, non ci daranno problemi.» detto ciò, Levi si tuffò, sparendo tra le acque.
Le iridi di Markus iniziarono a cercarlo al di sotto della superficie, senza volerlo perdere di vista. Il lýkos riaffiorò pochi metri più in là, scosse la testa e si passò una mano sulla faccia, levando i residui di acqua.
«Allora? Ti sto aspettando, Mark.» l'erestun si mordicchiò il labbro, osservò per un istante l'acqua, prese coraggio e si immerse. Il mondo sottomarino era così diverso e affascinante, doveva ammetterlo. Trattenne il fiato e iniziò a nuotare nella direzione di Levi, solo per ritrovarsi ad essere preso in braccio da quest'ultimo.
«Paura che possa annegare, lýkos?»
«Paura che tu possa divenire il pasto di un kelpie, erestun.»
«Ma non avevi detto che-» Levi zittì Markus con un bacio, infilando una mano tra i suoi capelli e tirandolo dolcemente a sé. Markus gli mordicchiò le labbra di rimando, sistemandosi meglio tra le sue braccia.
Aveva ancora timore di venire usato per l'ennesima volta, eppure Levi era un signore in tutto e per tutto, non poteva negarlo.
I baci iniziali divennero più seri, le lingue iniziarono ad intrecciarsi e di tanto in tanto l'uno mordicchiava l'altro sulle labbra, sul collo o sulla linea della mandibola. Erano l'uno la droga dell'altro, due specie così altisonanti si ritrovavano a stare così bene. Non riuscivano a spiegarselo, eppure eccoli lì, a graffiarsi reciprocamente la schiena e a zittire l'uno i mugolii di puro piacere dell'altro.
Markus non riusciva a capacitarsi di come Levi riuscisse a farlo godere così ogni volta, passando dall'essere la persona più dolce del mondo a soddisfare fantasie talmente perverse persino per i nobili con i quali era abituato ad avere a che fare in passato.
L'erestun si ritrovò a sgranare gli occhi e a graffiare la schiena di Levi, meravigliandosi di quanto fosse caldo nonostante la temperatura. Una parte di sé si chiese che cosa potesse provare il lýkos nel sentire la propria pelle gelida ma questo pensiero venne cacciato via dall'ennesimo brivido. L'erestun inclinò la testa verso l'alto e fece uscire una nuvola di fiato insieme a un gemito, incidendo con strisce rossastre la schiena di Levi.
Il lýkos rallentò per un istante le spinte, concedendosi del tempo per osservare Markus sotto la luce lunare. Era così bello con il viso rivolto verso il cielo, gli occhi socchiusi per via del piacere e quel sorriso sulle labbra.
Stava iniziando a fidarsi di lui, stava imparando a distinguere l'essere usato dall'essere amato e non poteva esserne più contento. L'acqua creava delle increspature così deliziose intorno alle loro figure, quasi come se stesse danzando insieme a loro, accompagnandoli verso l'orgasmo.
Levi lo accudì dolcemente, passando da morsi a baci sulla pelle, inseguendo i brividi sull'epidermide di Markus. Voleva farlo stare bene, voleva dargli tutto ciò che in due secoli gli era stato negato.
I due si ritrovarono con il fiato corto, le fronti appoggiate l'una sull'altra e un sorriso su ambo le labbra.
«So che è una cosa prettamente umana e mi dissocio da ciò che sto per dire ma ne ho un'urgenza pazzesca.» Levi allargò il sorriso e tenne Markus stretto a sé, sentendo la differenza del calore dei loro corpi.
«Buon San Valentino, honey eyes.»
«Buon San Valentino, irish.» mormorò Mark di rimando, tornando a mordicchiargli le labbra.
«Il primo e il migliore della mia vita.» continuò. Sollevò il mento di Levi e tornò a baciarlo sulle labbra. Erano una vera e propria dipendenza. Levi stava divenendo una dipendenza, quella cosa lo eccitava e turbava al tempo stesso. Markus non riuscì ad approfondire questi pensieri, in quanto Levi tornò a torturarlo dolcemente, facendogli vedere tutto un altro tipo di stelle, oltre la volta celeste.

 

Angolo autore:  Un saluto a voi, miə carə shapeshifter! Oggi è San Valentino e, per quanto questa festa di per sé non mi dice nulla, sono più che lieto di condividere la gioia degli innamorati, di qualunque tipo essi siano! 
Auguro una buona giornata ad ognuno di voi. Alle coppie, agli amici, a chiunque abbia trovato un po' di conforto in questa fanfiction.
Per il resto, che il Velo possa proteggervi da occhi indiscreti o iracondi, piuttosto che dall'invidia!

André

 

   
 
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