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Autore: jarmione    14/02/2022    1 recensioni
Non vedeva nulla, non riusciva ad aprire gli occhi.
Il silenzio era scomparso e al suo posto vi era un fastidioso bip della macchina segna battiti.
Era ancora viva...ma a che prezzo?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt numero 3: "Non te ne andare!"
 

Ci tengo a premettere che non sono tipa da “originali”, ogni tanto mi escono e questa è proprio una di queste uscite.



 

Silenzio.
Tutto intorno era silenzioso e, cosa più importante, vuoto.
Non esisteva un paesaggio, tutto era bianco ad eccezione di un piccolo treno li davanti.
Composto dalla locomotiva ed un solo vagone, il treno era fermo e sembrava che stesse aspettando che qualcuno salisse.
Dopo aver guardato intorno, senza alcun risultato, spostò lo sguardo sul suo corpo.
Sgranò gli occhi.
Stava bene, troppo bene.
Dove erano le ferite sulle braccia e sulle gambe?
Dove era il dolore alla testa?
Dove erano tutti i segni di quell'incidente appena subito?
Il panico si impossessò del suo corpo, ma non poteva lasciarsi andare.
Tentò di respirare, ma non era sicura che lo stesse facendo davvero oppure fosse tutto nella sua testa.
Stava di fatto che, vista la situazione, o la sua vita era già terminata oppure stava in una zona di transito.
Se saliva sul treno la destinazione era l'aldilà, se invece restava aveva una possibilità di tornare alla vita.
Ma aveva senso tornare?
Si stava così bene lì, era tutto cosi tranquillo e non sentiva dolore.
Alla fine non c'era nulla per cui valeva la pena tornare, visto che l'unica persona a cui teneva era nella stessa macchina con cui aveva fatto l'incidente.
In quel momento un flash penetrò la sua mente.
Che fine aveva fatto chi stava al suo fianco?
Era anche lui lì?
Senza perdere tempo si avvicinò al vagone, ma qualcosa di simile ad un campo di forza impedì la salita su di esso.
Non poteva passare, non poteva salirci e vani furono i tentativi di raggirare quel campo invisibile.
"Non ci riuscirai a salire su quel treno" disse una voce alle sua spalle.
Sobbalzò e si voltò di scatto.
"Non puoi, non ora" aggiunse la voce.
Le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre davanti a sè si iniziò a prendere forma un figura maschile ben distinta.
Converse nere, jeans e maglietta a maniche corte azzurra.
Per ultimi si formarono i capelli biondi e ricci.
Uguale a come lo ricordava, uguale a come era poco prima di trovarsi lì.
"Jake!" Gli corse incontro e si fiondò fra le sue braccia.
Lo strinse forte e lasciò che la stretta venisse ricambiata.
Anche se le domande che si stava ponendo erano tante, solo una continuava davvero a pressare.
"Anche tu?" Mormorò e lui annui.
Non sembrava triste e nemmeno rassegnato o spaventato.
Le sorrideva e sembrava quasi...in pace.
"Anche tu..."
Lui annuì di nuovo "Al tuo confronto, io ho questo" tiro fuori dalla tasca dei jeans un piccolo biglietto del treno.
"No...No!"
"Mi dispiace" disse Jake "Non posso tornare con te"
"Ti prego...no, no, no!"
"Ascoltami" Jake prese il suo volto fra le mani "Andrà tutto bene, starai bene...io starò bene"
Le lacrime continuavano a sgorgare.
"Se davvero mi vuoi bene, lasciami andare" proseguì Jake "Doveva andare così, non siamo noi a decidere"
"No!" Sbottò "Come fai a non aver paura? Perché non torni con me?"
Jake sorrise ancora "Sai perché non posso tornare?" Domandò "Perché non ho nulla in sospeso e perché non rimpiango nulla di quello che ho fatto, neanche questa nostra ultima fuga"
Calò il silenzio e Jake ne approfittò per darle un dolce bacio sulla fronte.
"Non rimpiango nulla" mormorò, per poi dirigersi verso il vagone.
Nessun campo di forza tentò di fermarlo, nessuna barriera ostacolò il suo cammino.
Jake salì su quel vagone e la locomotiva fischiò, segnalando la sua partenza.
"Jake...Jake!" Esclamò, mentre il piccolo treno inizio a muoversi, scomparendo lentamente in un tunnel di luce bianca.
"Jake, no!" Tentò di rincorrerlo "Non te ne andare!" Gridava "Non lasciarmi! Jake!"
Alla fine dovette arrestarsi, mentre il suo corpo ebbe una fitta all'altezza del cuore e le ferite subito durante l'incidente riapparvero magicamente, iniziando anche a farle male.

LIBERA!

Ed infine il buio.
Non vedeva nulla, non riusciva ad aprire gli occhi.
Il silenzio era scomparso e al suo posto vi era un fastidioso bip della macchina segna battiti.
Era ancora viva...ma a che prezzo?

  
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