Serie TV > Tutti pazzi per amore
Ricorda la storia  |      
Autore: Cattive Stelle    14/02/2022    0 recensioni
Nonostante siano passati gli anni, è impossibile dimenticare chi si è amato.
Anche se la sua vita è andata avanti, Monica lo sa bene, se ne ricorda ogni volta che i suoi occhi si posano su Michelino che gioca con un aquilone rosso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aquiloni

 

Di aquiloni rossi e amori strappati

 

 

"Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, no! I bambini che esistono i draghi lo sanno già da soli. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti!"

(Roberto Benigni)

 

 

 

 

Monica era ancora sveglia, nonostante l’ora.

Le capitava spesso di essere in preda alla nostalgia, di notte.

Stava leggendo un libro, sfogliandone distrattamente le pagine alla luce dell’abatjour accesa sul comodino.

I pensieri le si aggrovigliavano nella testa senza lasciarle pace. Odiava profondamente quei momenti che la costringevano ad ammettere, anche solo tra sé e sé, le sue fragilità e le sue crepe.

 

Ma quella quiete apparente fu presto interrotta da un tamburellio familiare in lontananza che diventava secondo dopo secondo più insistente.

 

Monica si sporse leggermente dal cuscino sollevato su cui poggiava la schiena e disse al vento, con tono vago:
“Oddio che paura! Chi sarà mai a vagare per questo corridoio scuro in piena notte?” - si fermò udendo una risata infantile dietro lo stipite della porta.

“Chissà se, per caso, c’è da qualche parte un valoroso cavaliere disposto a salvarmi da questo terribile mostro…” - continuò lei, mentre un bambino con un bel sorriso furbo stampato sul viso e un pigiamino blu trotterellava verso il suo letto continuando a ridere.

“Ti salvo io” – urlò Michelino saltando agilmente sul letto.

“Oddio che paura questo mostriciattolo!” - esclamò Monica, abbracciandolo e coprendolo con il lenzuolo.

“Non sono un mostro, mamma” – rispose con il ditino alzato il bimbo.

“Ah no? Sei tu il mio cavaliere, allora?” - chiese lei, iniziando a fargli il solletico.

“Sì, sono io, sono io mamma!” - si dimenava Michelino tentando di sfuggire alla presa della mamma.

“Comunque, tu non dovresti essere già a nanna?” – lo guardò con aria seria lei – “Domani ti aspetta l’asilo, signorino.”

“Non possiamo andare a giocare?” - rilanciò lui con la testa inclinata a tre quarti e l’espressione furba, non riuscendo però a mascherare un sonoro sbadiglio.

“Non se ne parla.” - concluse Monica dura – “Però puoi rimanere a dormire qua nel lettone, ma solo per stasera.” - riprese, addolcendosi mentre il bambino annuiva accocolandosi a lei.

 

Monica stette ferma a guardarlo mentre si addormentava.
Era fatale, capitava ogni volta. Nonostante fossero passati gli anni e la sua vita fosse andata avanti, quel pensiero non se n’era andato.

Mannaggia a te – pensò un po’ arrabbiata lei, guardando il viso del bambino che le dormiva tra le braccia – Una fa tutta sta fatica e guarda qua… Non mi somiglia per niente, è uguale a te. - concluse rivolgendo gli occhi al cielo.

 

In quel piccolo terremoto rivedeva tutto di lui, il suo modo di scherzare, l’indisponenza con cui la prendeva in giro, il sorriso dolce e gli occhi furbi. Ecco, il naso per fortuna, lo aveva preso da lei – ci teneva a precisare.
Però tutto il resto no.
Di sicuro era una terribile beffa del destino: un modo per non permetterle di dimenticare come rideva alla vita l’uomo che aveva amato.

 

Michelino, poi, non le rendeva di certo il compito facile.
Era sveglio forse troppo.
Sapeva prevedere alla perfezione i momenti in cui l’espressione di Monica si velava di tristezza e puntualmente iniziava a fare il buffone nel tentativo di farla ridere.
Come si faceva a resistere?

Era come se capisse tutto.
Ma è proprio così: i bambini sanno sempre tutto e lo sanno spiegare meglio degli adulti probabilmente.

Così, ogni volta, s'immergeva nel cestone dei giocattoli e le porgeva, tra tutti, proprio quello: quell'aquilone rosso.

Gli piaceva giocarci, farlo volare fuori per “fare il solletico alle nuvole”, come ci teneva a specificare quella piccola peste.

 

Monica sorrise sperando che fosse vero e se lo immaginò, Michele, a ridere (e sorriderle) di cuore come solo lui sapeva fare su una nuvola bianca per il solletico dovuto allo svolazzare di quell’aquilone rosso.

 

Gli occhi le si riempirono subito di lacrime.

Mannaggia a te – sussurrò con una smorfia, come se potesse sentirla.

 

Diede un’ultima carezza a Michelino che diventava ogni giorno l’uomo che l’aveva fatta tanto sorridere e che ora, sicuramente, faceva il bello e il cattivo tempo guardandoli dall’alto, su una comoda nuvola.

Scacciò con un gesto secco le lacrime che le stavano rigando le guance e spense la luce.

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Tutti pazzi per amore / Vai alla pagina dell'autore: Cattive Stelle