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Autore: eddiefrancesco    16/02/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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Tristan si gratto' il capo, indietreggiando di un passo. «Temo che Miss Odyle, abbia ricevuto una brutta notizia, Lady Emma» aveva risposto alla gentildonna. «Questo lo so» aveva replicato lei senza batter ciglio. «Vorrei solo essere sicura che non le sia accaduto dell'altro...» Ancora quello sguardo gelido. «Quando si è tanto vulnerabili, alcune persone senza scrupoli possono approfittarne...» «Milady?» «Oh, sapete benissimo di cosa parlo!» era sbottata puntandogli l'indice addosso. «Una donna si accorge di... certe cose! Sono certa che Odyle me ne parlerà quando si sarà ripresa e... e se dovessi venire a sapere che le avete fatto del male... be', sarà peggio per voi, milord!» In quel momento, nel salone aveva fatto il suo ingresso Victor Rouel. Emma aveva spostato lo sguardo su di lui, spalancando la bocca con aria interrogativa. «Lady Emma, permettete che vi presenti un nuovo ospite... Monsieur Victor Rouel, da Parigi...» Tristan si era ritrovato a fare le presentazioni e non gli era sfuggita l'espressione sconcertata della gentildonna nel sentire quel nome. Era stato uno sgradevole quarto d'ora. Da soli o a piccoli gruppi, i suoi ospiti - tutti tranne Odyle, per fortuna - li avevano raggiunti nel salone ed avevano reagito alla presentazione di Victor Rouel con una gamma di espressioni degne di una galleria di ritratti satirici. Oswald aveva inarcato un sopracciglio, dubbioso; Michael aveva serrato la mascella, socchiudendo gli occhi in due fessure astiose; Lord Montgomery si era pulito gli occhiali per poi rimetterseli sul naso e osservare il nuovo arrivato come avrebbe fatto con uno strano insetto trovato sul cuscino; Lady Angelina non aveva neppure voluto avvicinarglisi, annuendo e mormorando un saluto per poi nascondersi dietro la nuora; Lady Montgomery si era profusa in uno dei suoi più vacui sorrisi mentre Cecilia, dopo aver riservato al nuovo arrivato un sorriso insolente, si era seduta al pianoforte e aveva iniziato a suonare un motivetto allegro e ritmato. Victor aveva continuato ad aggirarsi nella sala senza parlare e senza essere avvicinato da nessuno, finché non aveva perso la pazienza. «Basta, Brisbane, ditemi dov'è!» Aveva esclamato a voce alta. Cecilia aveva smesso di suonare e tutti si erano voltati verso il francese. Era stato Michael ad avvicinarsi a Rouel con fare minaccioso. «E voi chi sareste, di grazia, per venire qui a dettar legge? Sentiamo!» «Michael, ti prego...» era intervenuta Lady Angelina, afferrandolo per un braccio. «Chi siete voi, Monsieur! Sono venuto da Parigi per vedere la mia fidanzata, Mademoiselle Latuvielle.» «Ma non c'è nessuna signorina Latuvielle, tra noi, mio caro...» era intervenuta Lady Montgomery ostentando un sorriso saputo. «Forse vi hanno dato l'indirizzo sbagliato, povero caro... Comunque, se posso permettermi un appunto, caro signore...» Cecilia l'aveva interrotta. Accortasi dell'aria minacciosa dell'uomo, si era frapposta tra lui e la prozia. «Sta parlando di Miss Odyle, zietta...» «Oh, be', io proprio non capisco!» aveva sbottato l'anziana signora. «Io sì, invece.» Cecilia si era avvicinata a Victor di un paio di passi. «E così, Miriam aveva detto la verità. Siete voi il famoso Victor della tavola Oui-ja...» Lo aveva studiato strizzando leggermente gli occhi e Victor, nonostante la rabbia che nutriva verso tutte quelle persone, si era sentito un po' a disagio. «È la resa dei conti... non credete, Lord Brisbane? Ora si che inizio a divertirmi. Quando scende Miss Chagny? Oh, pardon Monsieur, Mademoiselle Latuvielle, n'est-ce pas?» Victor si era voltato verso Tristan. «Cos'è questa historia di Miriam? Miriam è morta.» Tristan aveva scosso il capo. «Era solo un gioco...» aveva mormorato, come se le sue parole spiegassero ogni cosa. «Miss Odyle sta ancora dormendo. Ha avuto... » Aveva incrociato lo sguardo di Emma. «... una giornata faticosa, ieri.» Spiegò Lord Brisbane. «Comunque, questo non vi dà il diritto di venire in casa d'altri a dare ordini, caro signore.» Michael si era di nuovo fatto avanti. «Pensavo che questa fosse casa di Lord Brisbane» aveva ribattuto Victor. «Ma non temete, non appena Odyle avrà fatto le valige toglieremo il disturbo e non sentirete più parlare di noi.» «Questo è da vedersi!» aveva esclamato Lady Angelina con voce stridula. Aveva paura di quell'uomo, ma non era riuscita a stare zitta. «Odyle ci è molto cara, e se non mi sbaglio, è proprio a causa vostra che se né andata da Parigi!» Spinse il figlio da parte e cercò di ergersi in tutta la sua statura per contrastare l'altro. «Dovrete passare sul mio corpo prima di portarla via da qui contro la sua volontà!» Victor aveva abbozzato un sorriso ironico di fronte a quella minaccia. «Non tentatemi, milady.» «Adesso basta!» Tristan era intervenuto cercando di sedare gli animi. «È chiaro, ormai, che Odyle è molto cara a tutti noi e che vogliamo solo il suo bene.» Aveva puntato gli occhi su Rouel, evitando lo sguardo di Lady Emma e di Michael. «Andrò a chiamarla, così potrete sentire dalle sue labbra che non è disposta a seguirvi. Dopodiché, Monsieur, mi aspetto che lasciate questa casa.» Non era riuscito a raggiungere la porta della sala, che Victor gli era saltato addosso prendendolo alle spalle. «Dove credete di andare? Volete avvertirla in modo che possa scappare, eh?» Gli aveva dato uno spintone, facendolo barcollare nell'atrio. Una delle donne aveva gridato, reagendo all'aggressione, e tutti si erano riversati nell'ingresso, dove erano stati raggiunti da Mrs. Manfred e da un paio di lacchè che avevano immobilizzato Victor Rouel. «Lasciatemi andare! Ve lo ordino!» aveva continuato a urlare il francese. «Imparate a comportarvi come si deve, signore!» L'aveva ammonito Lady Montgomery minacciandolo con l'indice mentre, tutta rossa in viso, si faceva aria con un ventaglio. Si era poi appoggiata a una sedia, adducendo un mancamento. «Milady!» Mrs. Manfred era accorsa in suo aiuto. «Sedetevi, milady.» Anche Emma e Cecilia si erano affaccendate intorno alla donna. «Vi porto dei sali, Lady Montgomery» aveva detto la governante. «Posso accompagnarvi?» le aveva chiesto Cecilia, di punto in bianco. «Tutto questo frastuono mi ha fatto venire il mal di testa. Vi prego...» «Certo, signorina...» E la governante di Tristan si era allontanata con Cecilia al seguito. «Monsieur Rouel, è l'ultima volta che vi avverto. La mia pazienza ha un limite!» aveva sibilato Tristan. Victor aveva aperto la bocca per rispondere, ma poi doveva aver giudicato che fosse meglio per lui stare zitto. Il padrone di casa aveva annuito fissandolo negli occhi e lanciandogli un ultimo - stavolta muto - avvertimento, poi si era avviato verso le scale. Ma Odyle non aveva risposto e Tristan, dopo aver bussato anche una terza volta, si era sentito legittimato a contravvenire all'etichetta e ad entrare anche senza invito. La stanza era vuota. Il letto era disfatto e non c'era traccia di Odyle. L'armadio era stato aperto e molti degli abiti della ragazza erano stati gettati alla rinfusa sul pavimento. Vedendo quella confusione, Tristan si lasciò prendere dal panico. Possibile che fosse stato suo fratello? Poi notò la finestra spalancata e gli tornò alla mente il profilo confuso di una fanciulla semivestita che si arrampicava su un albero. Non perse un istante e corse fuori. Victor aveva sentito Tristan gridare alla servitù di cercare Miss Chagny in giardino e non aveva perso tempo. Consapevole delle abilità della sua fidanzata, si era precipitato fuori ed era corso lungo il perimetro della casa, fino a quando non l'aveva vista, a qualche metro da lui e in abiti da uomo. L'aveva seguita cercando di nascondersi, senza dire niente per paura che la sua voce le facesse perdere l'equilibrio, e aveva atteso che arrivasse a terra sana e salva. «Victor! Che cosa ci fai qui?» gli domandò Odyle cercando di spingerlo lontano da sé. «Sono corso da te non appena ho saputo dov'eri, tesoro. Tu piuttosto, dove avevi intenzione di andare?»
   
 
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