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Autore: K_Theta    17/02/2022    1 recensioni
Bobby è un artista transgender che fatica ancora ad accettare il suo corpo. Ha al suo fianco Adele, la sua ragazza che cerca in ogni modo di aiutarlo ad amare se stesso.
"C’era uno specchio sopra al mobile davanti a lui, riusciva a riflettersi solo dal collo in su, questo rendeva il tutto più sopportabile, soprattutto quando il suo sguardo incontrava quello affettuoso di lei."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Nota autore: Questa è la prima storia che scrivo dopo tantissimo tempo, mi scuso per l'introduzione carente ma essendo una storia nata e morta qui, non avrei saputo introdurla meglio.
Ho pensato di poterne costruire una storia in capitoli, ma volevo prima capire se potesse funzionare, e qui entrate in gioco voi. Grazie per l'attenzione e buona lettura.


Bobby si accese una sigaretta, quella era la sua routine. Dopo il sesso si sedeva a bordo del letto in silenzio e fumava, mentre Adele restava a guardargli la schiena. Non sopportava quell’abitudine, non era il fumo il problema, ma il fatto che lui le desse sempre le spalle dopo, avrebbe voluto accoccolarsi a lui, magari addormentarsi e respirare il profumo della sua pelle, ma lui non lo faceva mai e anche se lei sapeva il perché, non riusciva a non sentirsi ferita.
Lui si teneva il petto con le braccia, non sopportava mai la sua nudità dopo, quando l’estasi finiva voleva solo vestirsi e sparire, rimettersi la sua corazza e andarsene, ma amava troppo la sua ragazza per farlo, così si prendeva quei pochi minuti di pausa dal mondo prima di rivestirsi.
C’era uno specchio sopra al mobile davanti a lui, riusciva a riflettersi solo dal collo in su, questo rendeva il tutto più sopportabile, soprattutto quando il suo sguardo incontrava quello affettuoso di lei.
“Ti amo” disse.
L’amava davvero. Gli sembrava di stare con lei da tutta una vita, invece non era nemmeno un anno.
“Ti amo anch’io piccolo.”
Le parole di lei gli scaldavano il cuore. Adele iniziò a gattonare verso di lui, per abbracciarlo da dietro. Sentiva i seni schiacciarsi sulla sua schiena, erano freddi, amava i seni di lei, tanto quanto odiava i suoi. Si irrigidì quando le mani di lei sembravano avvicinarsi al suo petto e subito dopo si alzò.
“Perché non mi permetti di toccarti mai dopo?”
Non lo sapeva.
Avrebbe voluto lasciarla entrare del tutto, sentirsi così tanto a suo agio con lei da ignorare il disgusto per il suo corpo, ma non ci riusciva. Amava la sua barba, la sua voce, tutte le cose che due anni di ormoni gli avevano regalato, ma quel petto era davvero troppo da sopportare per lui. La vergogna per quella parte di lui lo bloccava, avrebbe voluto soltanto essere un ragazzo come tutti gli altri.
Si rivestì, questo lo faceva sentire meglio.
Lei si infilò una vestaglia e scese in cucina. Vivevano in un piccolo monolocale, con la camera a soppalco, il pavimento era come un campo minato, c’erano tele, fogli, matite…
Bobby era un artista.
Lo conobbe ad una delle sue mostre, molti anni prima, quando Bobby era ancora Liz. Non lo aveva mai visto in quel modo, lei era da subito riusciva a vedere l’uomo che era, innamorandosene all’istante. Si ritenne la donna più fortunata del mondo quando lui le chiese di uscire.
Al primo appuntamento gli disse che si era scelto un nome davvero brutto e risero un sacco per questo, lui la prendeva molto con leggerezza all’inizio, ma col tempo aveva iniziato a sentirsi in competizione con il mondo, e forse non era nemmeno competizione il termine esatto, ma non riusciva a vedere oltre quello specchio. Quel dannato specchio che gli mostrava solo quelle che per lui erano imperfezioni.
Lui la raggiunse di sotto e fu lui ad abbracciarla da dietro, stringendola forte e cullandola tra le sue braccia, respirava dentro i suoi lunghi capelli rossi, mentre le stringeva con forza i seni eccitandosi di nuovo.
“Ora non ho voglia di fare sesso.” Gli disse allungando una mano all’indietro verso la testa di lui, accarezzandogli i capelli.
“Va bene, ma voglio dipingerti.”
“Di nuovo?”
La casa era ricoperta di quadri dove lei era la protagonista.
“Nuda”
Adele rise. Si girò per abbracciarlo e poco dopo lui le sfilò la vestaglia. Si allontanò di qualche passo, per guardarla, amava guardarla.
Era pronto per un nuovo quadro.
  
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