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Autore: ClostridiumDiff2020    18/02/2022    0 recensioni
Una creatura incorporea, dopo aver vagato sulla terra per un'immortale eternità, inizia a desiderare di sfiorare la vita. Quando il suo sguardo incrocia quello di una ballerina.
Il suo desiderio di percepire il mondo materiale lo farà precipitare.
Inizia così la sua ricerca, del suo io mortale e di colei che lo ha strappato all'eternità.
Ispirazione ~ Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders ~~~
~ Sì è magnifico vivere di solo spirito, e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l'eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa. E allora non vorrei più fluttuare così, in eterno: vorrei sentire un peso dentro di me, che mi levi questa infinitezza legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, a ogni colpo di vento. Vorrei poter dire: "ora", "ora", e "ora". E non più "da sempre", "in eterno"....
~ ... Il tempo guarirà tutto... Ma che succede, se il tempo stesso è una malattia? ...
~ ... Quei giorni perduti a rincorrere il vento a chiederci un bacio e volerne altri cento ~~~ Amore che vieni, amore che vai- Fabrizio De Andrè
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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07 - I wish for you to be free




Damiel se ne stava rannicchiato sotto le coperte, cecando di scacciare via quel senso di sporco che percepiva sulla sua pelle.
Aveva supplicato Cassie di accompagnarlo ai bagni del reparto, lei gli aveva portato il necessario e aveva tentato di lasciarlo solo, di concedergli spazio ma lui la aveva afferrata.
La ragazza non aveva celato il suo imbarazzo quando le aveva chiesto di aiutarlo a spogliarsi ma quando aveva visto la sua pallida pelle segnata dal potere di Samael era rabbrividita e ogni cenno di disagio era scomparsa.
Lo aveva aiutato cercando di rinfrancarlo ma lui, nonostante tutto si sentiva ancora sbagliato, contaminato, violato. Non tanto dal bacio di suo fratello quando dalla compenetrazione della sua energia. Era come se risuonasse ancora nella sua mente, come un fortissimo odore di morte e metallo rovente che gli premeva contro la mente.
Non capiva, avevano trascorso assieme l’eternità, come poteva aver agito in quel modo, non curandosi delle sue suppliche.
Percepì la presenza di Cassie, la ragazza gli sedette accanto. Lui sentiva lo sguardo di lei gravare come un macigno sulla propria schiena.
Le mani di lei si posarono sulle sue spalle, massaggiando cercando di sciogliere i nodi della tensione che lo aggrovigliavano sotto quella pesante coperta.
Lei lo strinse e si rannicchiò assieme a lui sotto le coperte.
Sapevano che quel rifugio non sarebbe potuto durare per sempre, che quelle povere mura non avrebbero potuto difenderlo ancora a lungo da una creatura potente come Samael, ma in quel momento desideravano credere che quell’involucro di lana che componeva il loro nido potesse ripararli da qualsiasi cosa.

________________

Cassie si accorse di aver trattenuto il respiro finché non lo vide seduto sotto all’albero.
Damiel era seduto sul prato, giocherellando con una mela appena caduta.
Lei sentì le lacrime di felicità premere e le scacciò rapide.
Quando si era svegliata senza trovarlo con lei aveva temuto che Samael glielo avesse portato via, incatenando il suo dolce angelo, divorandolo.
Così gli sedette accanto e allungò una mano per passargli le dita tra i capelli.
“Stai bene? Sento che sei triste…”
Lei lo sentì rilassarsi sotto le sue carezze, aveva ragione, percepire il suo corpo caldo gli aveva riportato alla mente sensazioni dimenticate. Rimaste seppellite in una fossa, una trincea nemica ricolma di giovani vite spezzate, compresa quella del suo futuro sposo.
Questo gli aveva lasciato la guerra, un letto vuoto e una lastra di freddo marmo inciso in un ossario.
“Ho conosciuto la persona con cui pensavo avrei passato il resto della mia vita sotto un albero come questo, eravamo dei bambini e lui mi regalò un fiore. Me ne dette uno anche prima di partire per la guerra… Dovevamo sposarci e invece… è morto sul fronte…”
Damiel si si voltò per abbracciarla. Avrebbe voluto aggiungere che glielo ricordava moltissimo e che la prima volta che lo aveva visto, con quei suoi grandi occhi scuri smarriti, così simili a quelli del suo dolce Johan, aveva sperato che forse il cielo avesse voluto riportargli quel fiore profumato che aveva portato gioia e colore nella sua vita da quel primo magico incontro.
Guardare Damiel le faceva sperare che l’universo finalmente le avesse restituito qualcosa dopo averle portato via tanto. Ma non voleva pressare quella piccola creatura, non voleva muovergli violenza, non come quella creatura malvagia di Samael così si concentrò sul battito del suo cuore. “Mi dispiace Cassie della tua perdita… Però ora tu hai me… E io ho te…”

   
 
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