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Autore: meggie681    23/02/2022    0 recensioni
Pov di Ronnie Vannucci, tra presente e passato ...
Buona lettura
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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ONESHOTTHEHAPPYMAN

One shot - The Happy Man

 One shot - The Happy Man



Pov Ronnie Vannucci

Febbraio 2021


Se soltanto tu riuscissi a stare fermo un attimo.

Se mettessi un punto, a questa frenesia, di non cedere mai ad una tentazione ipercalorica, una volta ogni tanto e non certo per farmi contento.

Tu, Brandon, in realtà, fai di tutto per rendere i miei giorni migliori.

Mi aiuti a non pensare alle scelte, agli sbagli.

E poi sali su quella dannata bici, macini chilometri e caschi, perché una buca, la si prende, presto o tardi, nella vita.

Certo, ti sei rialzato subito, sembrava una cosa da nulla, a parte qualche escoriazione, come se fossi un ragazzino, arruffato di pensieri e zeppo di sbucciature infantili, dentro e fuori, mentre racconti la tua avventura a tutti, riuniti sul divano di casa.

E' accogliente questo posto, rustico e genuino, come siamo rimasti noi, insofferenti al successo, ai soldi, che, comunque, ci fanno vivere davvero bene.

I tuoi figli ridono, tua moglie mi sgomita, sbuffando - "Ma quando si deciderà a crescere, eh? Lo puoi aiutare tu, questo Peter Pan?" - si diverte anche lei, a canzonarti, mentre io mi dispero, ad una profondità assurda, per ogni tua occhiata sofferente, per i lividi e la botta alla spalla, che presto griderà la sua vendetta.


Infatti, dopo una settimana di antidolorifici, ti accompagno in clinica.

Le lastre non mentono.

Devi operarti e sembri non respirare più, mentre ce lo spiegano.

"Ma il disco ... Il tour"

"Con questa pandemia, dove pensi di andare?" - chiedo a bassa voce, accarezzandoti la schiena rigida e fredda, una volta soli, in una sala di aspetto del reparto di Ortopedia.

Prendo il mio cardigan sgualcito, un po' come il mio cuore e mi sbrigo a coprirti.

Sei così fragile Brandon ed io non posso che fare finta di non esserlo mai.

Davvero mai.

Annuisci e mi fissi - "E noi ... Miseria" - scuoti la testa spettinata - "... Io voglio fare l'amore con te stanotte ... Adesso, ecco, come cazzo si fa, Ronnie?"

"Non dire parolacce, cazzo!"

Ridi.

Sei bellissimo.

Rientriamo in hotel, non ho voglia di guidare, ormai è buio e minaccia neve, là fuori.

Le famiglie sono avvisate, le nostre consorti non si lamentano mai.

Hanno il loro da fare, impegnate, Tana, con I vostri ragazzi, mentre Olivia, non si annoia di certo, presa dal suo lavoro, dove niente le fa rimpiangere di non essere madre, appagata dall'essere "zia", degli ometti di casa Flowers, che la preferiscono a qualunque parente consanguineo, quando siamo in visita da voi.


Apro lo champagne, ne berrei ad ogni ora.

"Che si festeggia?" - chiedi insofferente, massaggiandoti la pelle diafana, sotto la camicia di seta avorio.

E' un tessuto elasticizzato, perché il tuo corpo deve risaltare, ovunque, chissà cosa avrà pensato il tecnico della radiologia.

Ridacchio e poi te ne spiego la ragione.

"Fottiti Ronnie" - lo sussurri appena, sfidandomi, con un'occhiata esaustiva.

Mi inginocchio, tra le tue gambe allenate, che corrono e finiscono in due glutei sodi, piccoli, che riesco a brandire sempre, con i miei palmi grandi, mentre mi cavalchi.

Anche ora.

Accidenti Brandon, non ti arrendi mai, non rinunci.

Hai messo una fascia elastica, l'hai presa alla farmacia davanti l'albergo, prima di salire, non lasci niente al caso.

Quello che vuoi, te lo prendi.

Almeno con me.

Crolli di lato, dopo avermi fatto venire e piangere, perché sei troppo, a volte.

Riesci a devastarmi, con un amore possessivo ed assoluto, di cui ho un disperato bisogno.

Tu l'hai capito, da subito, dal primo bacio, dal primo sguardo.

Sembri restare sempre un passo indietro, con la tua innata timidezza, educato e gentile.

Sei un'ottima persona, un professionista instancabile.

Hai solo pregi, per chi ti conosce.

E conosci un mare di gente, ma "tu sei il mio migliore amico, Ronnie, sei la persona, che ho scelto, per essere davvero felice, capisci?"

Questo mi hai detto, zuppi di pioggia, speculari e in affanno, alle quattro e ventitre, come lampeggiava da un'insegna del drive in deserto, una notte di diciannove anni fa, nel parcheggio dov'ero fuggito, confuso dalla nostra situazione, un istante prima di baciarmi.

Rovente e definitivo.

Bagnato quanto un pulcino, gemevi nel mio collo oscenità assurde, appeso a me, che ti tenevo sollevato per quelle gambe sempre troppo magre, ma resistenti, caparbie, durante il nostro primo amplesso, la sera stessa, lo stesso parcheggio, nel ricovero attrezzi del custode o di chissà chi.

Ci importava solo di noi.



Sono crollato, tenendoti la mano destra, al tuo capezzale; non ne vuoi sapere di risvegliarti, ma un rumore secco, fa rimbalzare me, sulla sedia, tanto moderna, quanto scomoda.

Questa struttura è stata rinnovata da poco e qui tutto sembra funzionare a meraviglia, soprattutto la tua anestesia.


E' una dottoressa di mezza età, che mi sta sorridendo, ad avermi fatto prendere un mezzo infarto.


"Mi scusi signor ... Vannucci, giusto?"

"Sì giusto ..." - annuisco e mi guardo in giro, con un gran mal di testa. Fa troppo caldo.

"Il suo compagno si riprenderà a breve, non stia in ansia"

Mi sento seccare la gola, poi guardo oltre l'enorme oblò, della porta scorrevole, che si apre di lì a poco.

"E' rassicurante, ora lo diciamo anche alla moglie di Brandon ... Ciao Tana"

"Ehi ciao Ronnie, guarda chi c'è"- e si sposta, rivelando la presenza di Lisa, la mia ex.

"Ah bene" - sussurro, mentre un lieve lamento, attira l'attenzione generale.

Il mio "compagno", è finalmente tornato tra noi.

"Ronnie" - le sue prime parole impastate, osservato dal medico, che mi sembra in imbarazzo, ma non più di tanto.

Chissà quante ne avrà viste, in carriera.

"Signor Flowers non si agiti" - gli dice, alzando di poco lo schienale, perché il mio ragazzo, si stava davvero innervosendo.

Per la sete e la sorpresa.

Tana doveva arrivare il giorno dopo, con i bimbi, ma scopriremo, dopo un minuto, che sono stati affidati  agli zii e tutto si è risolto.

"Ciao Tana" - Brandon tossisce e le sorride.

"Tesoro tutto a posto? Possiamo lasciare libero Ronnie?" - ride, scrutando Lisa.

"Ciao campione, ti hanno rimontato, come un lego, Bran?" - la mia ex scherza, c'è un bel legame, con tutti noi, nessun rancore, anzi.

Un quarto d'ora dopo, siamo alle macchinette della zona ristoro.

"Cosa prendi?"

"Un decaffeinato ... Certo speravo in un bar decente" - Lisa è allegra, sempre di buon umore, tagliente e concreta, nell'osservare il mondo intorno, senza mezze misure.

"Allora vieni al mio hotel, lì posso fartelo anche in camera" - sbuffo - "... questa brodaglia fa davvero schifo" - sentenzio e la prendo sotto braccio - "Ti trovo bene, signora, cosa mi racconti?"

"Sto alla grande, ma tu, Ronnie, mi sembri un po' acciaccato"

"No, figurati, è che Brandon era da solo e sono rimasto io con lui, sì insomma, sai com'è" - tento di spiegare, ma mi sento terribilmente a disagio.

Lisa è una donna in gamba, capirebbe tutto e, cazzo, ho così tanta voglia di confidarmi, almeno con lei.

Se no rischio di impazzire, uno di questi giorni.

Poco, ma sicuro.


Con lei, a chiacchiere, ha sempre funzionato.

Anche il sesso e così finiamo a letto.

Sono frustrato, sono un bastardo, lei ha un nuovo partner, forse lo sposerà in primavera, me lo aveva scritto in una e-mail ed io mi sono pure congratulato.

Sinceramente.

Breve, ma intenso; Lisa si raccoglie i lunghi capelli biondi e mi fissa, dopo, mentre le preparo, finalmente, quel dannato caffè senza zucchero.

"Dovresti tornare qui, Ronnie e dirmi cosa ti tormenta" 

Il suo tono è affettuoso, ma determinato a fare chiarezza.

"Le solite rogne" - bofonchio, passandole la tazzina fumante.

"Sicuro?"

"Certo" - inspiro, scrutando il buio, oltre le grandi vetrate.

Mi sono rivestito in fretta, sto affogando nella mia stessa ipocrisia.

"Tana mi ha detto certe cose"

"Quali cose?" - ho come un guizzo, che mi frantuma lo stomaco.

Lisa ha tutta la mia attenzione, adesso.

"Sì, insomma, su lei e Brandon ... Tu saprai cosa le è successo, vero? Quel brutto periodo, intendo"

"Me ne ricordo perfettamente, una depressione post traumatica, una cosa orrenda, lei voleva suicidarsi, come posso scordarlo?" - e mi siedo sul divano, al centro della suite.

"Le devono essere successe cose spiacevoli, forse quando era un'adolescente, le aveva rimosse e qualcosa le ha riportate a galla, questa la diagnosi degli specialisti, ma Brandon è stato straordinario, ha interrotto i suoi show da solista, è rientrato a casa, l'ha assistita amorevole"

"Bran ama Tana, questo è fuori discussione" - inizio a scaldarmi, non so dove Lisa voglia andare a parare e, cosa le possa avere confidato, la moglie del mio uomo, è ancora un mistero.

Per poco.

"Bran e Tana" - sottolinea -"non hanno più rapporti da allora: lo sapevi Ronnie?" - e mi fissa, esigente.

"No ... Cioè sì, ma che differenza fa, affari loro, non trovi?"

"Certo, ma Tana pensa che Brandon abbia un'altra, questo il problema, ok? Il tuo adorato amico, ha quarant'anni, come può stare senza una donna?"

"Che diavolo dici, Lisa? E pure Tana, ma cosa pensa di Brandon?! Ti assicuro, che non ha amanti!" 

Ho il cuore in fiamme.

Vorrei sprofondare.

"Tu dovresti saperlo, ci passi la vita con lui e il gruppo: è per questo, che tra noi è finita, per il vostro lavoro, le assenze, la mia pazienza è giunta al capolinea, Ronnie, ma con lei, Brandon, ha tre figli ed è un padre irreprensibile"

"Voleva mollarlo, dunque?" - domando stranito.

"Ovvio che no, ma Tana ci soffre, non riesce a sbloccarsi e teme il peggio"

"E tu o lei, speravate che io vi raccontassi chissà cosa, a conferma dei suoi sospetti?!" - sono incazzato.

I nostri cellulari suonano in simultanea.

"E' Olivia" - dico, a fiato corto.

"E' Tana" - replica lei, infastidita.

Mi barrico in bagno.

Sono patetico.


"Ehi Ronnie, ma dov'eri finito? Ho lasciato dei messaggi"

"Tesoro perdonami"

Sì, Olivia, perdonami.

"Stai tranquillo" - la sento sorridere, amorevole, comprensiva - "... Ero in pensiero per Brandon, lui sta bene, vero?"

"Ce certo, un vero leone, che già rompe i coglioni, appena sveglio" - provo a fare della bieca ironia.

"Ma sei in ospedale?"

"No, in stanza, sono rientrato, c'era Tana, con lui"

"Tana? Credevo che"

"Sì, ma ha lasciato la truppa al fratello di Brandon" - la taglio, sono così stronzo, ho voglia solo di bere, cacciare Lisa e poi vomitare.

In che ordine, non so ancora esattamente.

"Senti ora riposati, poi domani a colazione mi telefoni, Ronnie" - propone dolce.

"Ti amo Olivia" - lo dico in un soffio, scivolando lungo la parete, fino a schiantarmi, su quel pavimento di marmi italiani, più gelidi della mia anima.

"Anch'io ti amo Ronnie ... A domani"

Torno da Lisa.

Ha indosso il cappotto.

"Brandon sta dando i numeri"

"Cosa?"

"L'infermiere dice che sono i farmaci; Bran ti reclama e non ne vuole sapere di calmarsi"

"Questa poi" - deglutisco a vuoto, cercando la giacca nella cabina armadio.

"Tana ha telefonato a me, perché tu non eri raggiungibile e mi ha pregata di cercarti qui" - precisa - "... del resto io dovrei alloggiare da tutt'altra parte. Ora ti accompagno, ma noi due non abbiamo finito, ok? Peraltro, da quando hai due telefoni? Olivia ti ha subito beccato" - ride nervosa.

"Senza offesa, Lisa, ma sono affari miei"

"Perfetto." - bissa aspra - "Comunque sei stressato e, a questo punto, inizio a pensare che dovresti prendere una pausa dalla band e da Brandon Flowers!" - afferma convinta.

Mi blocco nell'ingresso di quel mini appartamento, lussuoso e algido.

La punto, come un mastino.

Sto per esplodere, ma una nuova chiamata, impedisce il mio sfogo.

E' Brandon.

"Sì pronto"

"Ronnie ... Ti ho svegliato?"

"No ... No, stavo tornando da te"

"Davvero? Non scherzi?" 

C'è così tanta tenerezza, nel come mi sta parlando, che ora vorrei solo essere già lì, per abbracciarlo forte e dirgli - "Va tutto bene amore, ok?" e lo dico per davvero - "... Arrivo più presto che posso, a dopo, ciao" - e riattacco.

Lisa è precipitata sulla poltrona, tra spartiti e lattine di Cola vuote.

Prendo un lungo respiro - "Ti spiegherò tutto appena possibile, ok?"



Le nostre dita si sfiorano, tra le lenzuola, che sanno di sterilizzante.

Ci hanno lasciati da soli, Tana e Lisa.

Mi fissi, come se non esistesse null'altro al mondo.

Ed è così, che i nostri sguardi, si incontrano e accordano, da una vita, come il pezzo migliore, un cantautore possa scrivere.

"Ti amo Brandon"

"Lo so"

Sorridi.

"Lisa sa tutto"

"Tutto cosa?" - aggrotti la fronte spaziosa, la pelle liscia, ma un po' disidratata, ha ripreso un bel colore, rispetto a stamattina.

"Di noi" - confesso, un po' teso.

"Ok ... Ok, Ronnie" - sorridi di nuovo.

Appoggio la fronte sulla tua spalla sana; voglio starti il più vicino possibile, ad ascoltare i tuoi respiri, ad assaporare un bacio proibito.

Tu, non esiti a darmelo.

Così io a ricambiarlo.

E' l'armonia, che manca a questo mondo: noi la disegniamo ogni giorno: tu la colori, Brandon, con le risate e persino con innumerevoli sbalzi di umore.

I tuoi inferni, sono stati anche i miei, nell'attimo preciso, in cui ho deciso di salvarti.

E ci sono riuscito.

Cazzo, sì ...

"Sono così terribilmente innamorato di te Brandon"

"Grazie di esserci, amore" - e ti addormenti.

Tana è rimasta lì, oltre l'oblò.

Lisa non l'affianca più, ha deciso di prendere il volo di mezzanotte.



L'orrendo espresso, del distributore automatico,  è ormai freddo; ne Tana e ne io, siamo riusciti a buttarlo giù,  come certe scomode verità. 

"E ... E quando sarebbe successo, Ronnie?" - esordisce flebile, dopo un lungo, pesante, silenzio.

Siamo seduti ad un tavolino, in una saletta, riservata ai parenti.

"Praticamente da subito ... Suonavo da poco con Dave e Brandon, anche tu lo avevi incontrato nel frattempo"

"Era il 2001, è diventato mio marito nel 2005 e in tutto quel tempo, lui non ha saputo decidere? E a te andava bene così? Oppure era una ripicca, visto che tu ti sei sposato con Lisa?" puntualizza, in un'analisi, ad alta voce, più per sé stessa, a quanto pare, che per il sottoscritto. 

"Sebbene sia stato un legame importante, con Lisa, era una soluzione di facciata, sai? Con te, lui, faceva sul serio"

Tana fissa il vuoto, ripercorrendo mentalmente chissà quali vicissitudini.

"E Olivia? Anche lei una ... Copertura?"

Strizzo le palpebre - "Non è stato semplice prendere alcune decisioni, credimi."


Mi manca la terra da sotto i piedi.

Questa la sensazione, che mi sta come soffocando.

Brandon mi ha appena consegnato l'invito al suo matrimonio con Tana e sta lì, ad aspettare una mia reazione.

Cosa pretenda, non mi è chiaro, però mi sento messo da parte; la sua vita va avanti, io non posso decidere in merito a certi argomenti.

"Ho bisogno di equilibrio Ronnie e poi ... Poi voglio dei figli, ecco" - argomenta, infierendo, senza saperlo.

Forse.

Sento il mio capo ciondolare in un assenso ebete.

Mi sento alla stregua di un fallito.

Per cosa, poi?

"Anche tu sei sposato tesoro, con Lisa, io non ho protestato, due anni fa" - tiene a precisarmi, buffamente garbato e quel "tesoro", glielo farei ingoiare, perché a noi, le smancerie, non piacciono affatto.

Armi pari.

"A quanto pare, sono cinque anni, che mi scopo uno stronzo"

Da dove escano queste parole, non saprei spiegarlo, non ora, che mi crolla il mondo addosso: Brandon schiude di poco, quelle labbra, che divorerei di baci, stupito per la mia reazione avversa.

"Ronnie, credevo fossi felice per me e Tana, so che le vuoi bene"

"Voglio bene anche al mio cane, se è per questo!" - ruggisco.

Tanto vale mettere la parola fine, a questa meravigliosa follia, in bilico tra il successo dei Killers e la nostra storia d'amore.

"TU non hai capito davvero un cazzo di me, Brandon!!"

Retrocedi, accendendoti una Marlboro, per spegnerla subito, in un posacenere, sul bancone del bar, nella mia tavernetta.

"Smetterò anche con queste e la bottiglia, lo sto facendo per noi" - asserisci, convinto, senza smettere di guardarmi.

Cosa centra, adesso?!

"Per noi? Per te e Tana o per te e me?!" - domando furente.

"Per ... per tutti" - quasi balbetti e ti succede, quando sei troppo emozionato.

"Vai al diavolo Bran!" - provo ad andarmene.

Mi afferri, come la notte nel parcheggio del drive in: l'impeto è quello, ma ora siamo in troppi, in questa situazione.

"Ronnie io ti amo da morire"

"Infatti sposi un'altra, la metti incinta e diventi il padre dell'anno!"

"A me Tana piace, mi fa stare bene, perché dovrei nascondertelo, siete la mia famiglia, tu e lei, è con voi, che voglio vivere, amare, lavorare, crescere!"


Tana si stropiccia la faccia stanca.

"Così l'hai perdonato?"

Faccio spallucce - "L'ho semplicemente evitato per sei mesi ed ho avuto anche un altro ragazzo, giusto per farlo incazzare: quando il tipo se ne è accorto, mi ha preso a pugni ed ha sfasciato una delle mie batterie"

"Oh mamma" - e ride, di gusto o forse un po' isterica, è tutto così paradossale.

"Avete tre bimbi fantastici, Brandon ne è innamorato e lo è anche di te, Tana"

"E di te, Ronnie ... Prima, quando ha avuto quella specie di crisi, Brandon era come in apnea, mi ha spaventata"

"Mi dispiace ..."

"Non è colpa tua: avete come una simbiosi, Ronnie; ora comprendo certi dettagli, se penso ..." - si interrompe.

"A cosa?" - sono curioso.

Sorride malinconica - "Brandon ti ha sempre descritto come una roccia oppure un albero: francamente, non ho voluto vedere, non ho ascoltato, visto che lui, me l'ha detto in tutti i modi"

"Ma ..."

"Che ti amava, Ronnie, che stavate insieme e non certo per scherzo, come in quella clip, dove vi svegliate, all'apparenza nudi, nello stesso letto"

"Ah quella" - rido più rilassato - "Il fatto è che avevamo davvero passato la notte insieme"

"Sì ovvio"

"Cazzo, scusami ... Non so più quello che dico Tana"

Lei si ossigena, trangugia quell'inchiostro e mi chiede - "Perché avete rinunciato alla vostra felicità?"

La memoria corre ancora nel passato, ma non avrò il coraggio di renderla partecipe di questo ricordo e tanto meno di esaudire il suo interrogativo legittimo.


Te lo strappo in faccia, il tuo dannato invito.

Mi hai cercato, bloccandomi in un camper esterno agli studi, dopo avere inciso un paio di brani, io distante, trincerato dietro alla mia Craviotto e tu spaesato, ma sempre all'altezza della tua rinomata bravura artistica: non sbagli una nota, anche se cerchi di continuo i miei occhi.

Così inforco dei Ray-Ban, per evitare i tuoi interrogativi taciti, il dolore malcelato, quando mi chiedi di modificare il ritmo oppure un accordo: io eseguo, del resto cosa sono, in fondo? Il tuo cane da guardia, legato al guinzaglio della nostra vigliaccheria.

Ho iniziato a frequentare un tipo niente male; sessualmente mi definirei un opportunista, della peggiore specie, quando lascio accadere le cose. Tengo in piedi anche la mia unione con Lisa, diventata la mia migliore amica, senza sapere, però, cosa le nascondo da quando ci siamo incontrati.

A suo tempo, le ho chiesto di sposarmi, non senza chiederti il permesso, innescando un rapporto, con lei, fatto di alti e bassi, destinato a naufragare, ne sono certo.

Il tipo, con il quale mi hai beccato, nel fine settimana, in un ristorante, arrivando con la tua fidanzata, fa il tecnico del suono.

Ci è voluto poco a rimorchiarlo: abbiamo flirtato, poi l'ho portato in un motel.

Mi sono fatto schifo, ma volevo farti soffrire, Brandon.

Nel locale, mi hai letteralmente seguito in bagno, alla prima occasione buona e mi hai messo le mani addosso, come una furia, disperato - "IO ti ammazzo Ronnie!! Come hai potuto?!" - e sei scoppiato a piangere.

"Sei ridicolo, hai rovinato tutto e incolpi me! Vaffanculo Brandon!! Io semmai devo rendere conto a mia moglie, non a te!"

Mi hai preso a pugni nello stomaco.

Tanto era già così in pezzi ...

Mi sono tenuto nei jeans quel pezzo di cartoncino avorio, che ho appena sparpagliato sul pavimento, in coriandoli, che calpesto, incazzato.

"Da quando te lo fai succhiare da quella puttanella, con la maglietta degli Iron Maiden, la maglietta che IO ti ho regalato a Natale, sei diventato ancora più stronzo, Ronnie!" - esordisci con veemenza e inaspettatamente volgare.

Rido - "Senti, senti ..." - mi manca l'aria, ma non mi lascerò incastrare, da inutili sensi di colpa.

Lo afferro per le spalle, costringendo Brandon in un angolo poco illuminato; fuori un temporale si sta scaricando sulla città, la corrente è intermittente, forse ci sarà un black-out, come nel mio cuore, da quando mi ha chiesto persino di fargli da testimone.

"Fai il cazzo che vuoi, sposati chi vuoi, ma tu sei mio e adesso ti insegnerò a non dimenticarlo mai!"

Sono così arrabbiato ...

Per noi, che abbiamo condiviso momenti di estrema dolcezza, solidarietà e amore, mai avrei pensato, che ci saremmo, invece, ridotti in questa maniera squallida.

Ti volto e ti prendo con cattiveria ed egoismo.

Penso unicamente a venirti dentro, brutale, orrendo.

E tu non smetti, per tutto il tempo, di ripetere - "Ti amo Ronnie ... io ti amo" - e singhiozzi, inerme, sudicio di me, che ti butto a terra, ti strappo i pantaloni attillati e modaioli, ti invado senza le solite premure amorevoli, perché ti adoro e ho sempre avuto cura di te ...

Amore ...

"Bran ... Brandon" - le lacrime mi soffocano e cadono dal mio viso, bagnando il tuo, bellissimo, estatico, persino grato.

Ci baciamo e così rallento, ritorno ad essere me stesso, ti amo a lungo e collidiamo, in un orgasmo prolungato, tantrico.

Meraviglioso.


Tana si alza.

"Io non posso rimproverargli niente, sai Ronnie? Quando ho avuto bisogno di Brandon, lui c'è stato e lo farebbe ancora, almeno spero" - sorride, sconsolata - "Lo amiamo e dobbiamo proteggerlo, anche da sé stesso: tu l'hai fatto, io lo so perfettamente e l'hai reso felice. Come nessuno."

Rimango lì, incapace di replicare.

Se ne va, è quasi l'alba.

Chiamo Olivia.

Glielo avevo promesso.

La sua reazione sarà felice, incurante dell'orario, così come del rimanere spesso da sola, a breve accadrà di nuovo, dopo il lockdown, durante il quale mi ha avuto anche troppo tra i piedi.

Prima o poi mi manderà al diavolo, anche lei.

Già.

Al diavolo, Ronnie Vannucci.



Tbc ...? :-)




   
 
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