Al di là delle sue lenti, aveva visto il suo fratellone tra gli spalti sostenere, inerme, i suoi compagni di squadra per poi disperarsi, raggomitolato nell’oscurità della sua cameretta.
E per questo aveva rinnegato il cielo.
Patetico.
Al di là delle sue lenti, aveva visto un nanerottolo pel di carota sfrecciargli davanti come un treno per poi sparargli un siluro imprendibile sopra la testa.
E per questo aveva maledetto il cielo.
Terrificante.
Al di là delle sue lenti, aveva visto il suo sesso scomparire lentamente dentro la bocca accogliente del suo ragazzo per poi perdersi inesorabilmente in un vortice infinito di piacere.
E per questo aveva ringraziato il cielo.
Eccitante.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Questo racconto partecipa al contest indetto sul gruppo privato facebook Haikyuu Italia "Una drabble per Haikyuu"
Prompt: occhiali.
Salve a tutti!
Lo so, mi aspettavate al varco.
Silvana scrive di tutti, pure dell’omino che vende maritozzi e gomma americana tra gli spalti del palazzetto di Sendai e di Tsukishima no?
Ecco soddisfatta la vostra morbosa curiosità con questa nuova drabble dedicata al mio spocchioso, scorbutico, asociale nonché per me adorabile biondo Middle blocker della Karasuno.
Una drabble da 110 parole spaccate, non una di più, non una di meno: il metodico “architetto” (una delle sedici personalità INTJ) tutto calcoli ed elucubrazioni, sarebbe molto fiero di me.
Per questo racconto breve mi sono ispirata agli occhiali a fondo di bottiglia che mio marito, affetto da una medio/grave miopia, aveva portato, giorno dopo giorno, durante i suoi primi trent’anni di vita.
Successivamente fece l’intervento correttivo e adesso non li indossa più.
Li ho sempre visti come una sorta di barriera dietro la quale rifugiarsi, proiettando, all’esterno, un’immagine di sé, giusta o sbagliata che sia, da intellettuale o nerd che dir si voglia.
Quegli occhiali così fastidiosi ed ingombranti che però sono necessari per vedere tutto ciò che accade attorno, nel bene e nel male.
Quegli occhiali che, spesso e volentieri, si tengono anche durante il sesso se no ci si perde tutto il bello e sarebbe un gran peccato.
Grazie mille per essere arrivati fin qui.
Alla prossima.
P.s.: questo racconto è dedicato ai carissimi Marco ed Emma che con grande disinvoltura indossano quotidianamente questo accessorio il quale è uno dei loro tratti distintivi.
Vi ringrazio infinitamente per il vostro supporto costante.
E per questo aveva rinnegato il cielo.
Patetico.
Al di là delle sue lenti, aveva visto un nanerottolo pel di carota sfrecciargli davanti come un treno per poi sparargli un siluro imprendibile sopra la testa.
E per questo aveva maledetto il cielo.
Terrificante.
Al di là delle sue lenti, aveva visto il suo sesso scomparire lentamente dentro la bocca accogliente del suo ragazzo per poi perdersi inesorabilmente in un vortice infinito di piacere.
E per questo aveva ringraziato il cielo.
Eccitante.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Questo racconto partecipa al contest indetto sul gruppo privato facebook Haikyuu Italia "Una drabble per Haikyuu"
Prompt: occhiali.
Salve a tutti!
Lo so, mi aspettavate al varco.
Silvana scrive di tutti, pure dell’omino che vende maritozzi e gomma americana tra gli spalti del palazzetto di Sendai e di Tsukishima no?
Ecco soddisfatta la vostra morbosa curiosità con questa nuova drabble dedicata al mio spocchioso, scorbutico, asociale nonché per me adorabile biondo Middle blocker della Karasuno.
Una drabble da 110 parole spaccate, non una di più, non una di meno: il metodico “architetto” (una delle sedici personalità INTJ) tutto calcoli ed elucubrazioni, sarebbe molto fiero di me.
Per questo racconto breve mi sono ispirata agli occhiali a fondo di bottiglia che mio marito, affetto da una medio/grave miopia, aveva portato, giorno dopo giorno, durante i suoi primi trent’anni di vita.
Successivamente fece l’intervento correttivo e adesso non li indossa più.
Li ho sempre visti come una sorta di barriera dietro la quale rifugiarsi, proiettando, all’esterno, un’immagine di sé, giusta o sbagliata che sia, da intellettuale o nerd che dir si voglia.
Quegli occhiali così fastidiosi ed ingombranti che però sono necessari per vedere tutto ciò che accade attorno, nel bene e nel male.
Quegli occhiali che, spesso e volentieri, si tengono anche durante il sesso se no ci si perde tutto il bello e sarebbe un gran peccato.
Grazie mille per essere arrivati fin qui.
Alla prossima.
P.s.: questo racconto è dedicato ai carissimi Marco ed Emma che con grande disinvoltura indossano quotidianamente questo accessorio il quale è uno dei loro tratti distintivi.
Vi ringrazio infinitamente per il vostro supporto costante.