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Autore: eddiefrancesco    28/02/2022    1 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non parve accorgersi di Mrs. Renshaw seduta nell'angolo più buio della stanza ed Hero se ne rallegro', perché date le circostanze non poteva impiegare la sua solita tattica. Dopo una rapida, quanto frenetica riflessione, scelse l'approccio più diretto. «Intendete vendere parte della vostra raccolta?» domandò al padrone di casa. Mr. Marchant la fissò con espressione vacua prima di guardarsi di nuovo intorno. «Oh! Intendete dire i libri? No, ci siamo stabiliti qui di recente, mia sorella e io, e non abbiamo ancora avuto il tempo di sistemarci.» «Se volete risparmiarvi parte del lavoro, conosco qualcuno che potrebbe liberarvi di queste» dichiarò Hero indicando le casse. Mr. Marchant annuì, ma, cosa strana, non sembrò minimamente interessato alla proposta. Lì, in casa sua, sembrava distratto ed Hero si accorse delle ombre scure intorno ai suoi occhi. Che fosse ammalato? A prima vista pareva un uomo forte, della sua stessa età o poco più vecchio, ma forse aveva trascorso la notte a far baldoria e ne portava i segni sul viso. Del resto, i passatempi dei giovanotti non erano forse gioco, bevute e donne? Hero immaginava che fosse così, perché le sue esperienze in fatto di uomini giovani erano poche e distanziate nel tempo. «Se è per i libri che siete venuta qui, temo di dovervi deludere» replicò Mr. Marchant. «Vedete, in queste casse c'è tutta la collezione di mio padre.» Un'espressione mesta gli offusco' lo sguardo ed Hero maledisse la avidità di Raven. Quante volte era piombato come un avvoltoio su persone in lutto approfittando del loro dolore per convincerle a vendergli i preziosi volumi che il defunto aveva collezionato con amore per tutta la vita? «Mi spiace» disse Hero, sincera. Ma quando gli occhi dell'uomo incontrarono i suoi, le parve che il padrone di casa le stesse leggendo dentro. Distolse lo sguardo. Nessuno, in particolare quest'uomo, doveva capire chi fosse. D'un tratto si chiese se Mr. Marchant avesse intuito l'effetto che le faceva, allora si raddrizzo', decisa a non rivelargli nulla. «Capisco i vostri sentimenti, naturalmente.» Con quelle poche parole spicce infranse la connessione che si era instaurata fra di loro. Se l'attaccamento di Christopher Marchant per la collezione del padre era solo affettivo, allora non doveva tenere a nessuno di quei volumi in particolare e questo facilitava parecchio il suo compito. «Non vorrei mai separarvi da una raccolta così importante per voi, ma sareste disposto a cedere un volume solo?» Gli domandò. L'espressione schietta di Mr. Marchant si incupi' di colpo e lei si chiese se fosse meno indifferente di quanto sembrasse. Era consapevole di quello che possedeva e del suo potenziale valore? Qualunque collezionista avrebbe dovuto sapere che un libro da tempo considerato introvabile avrebbe scatenato una guerra di offerte d'acquisto, portando il prezzo alle stelle. Hero non tradì alcuno di quei pensieri, nonostante il cambiamento di Mr. Marchant la mettesse a disagio. Si era accorto che lei aveva sperato di raggirarlo? L'aveva accolta in casa sua con calore apparentemente sincero, ma ora c'era un che di circospetto nel suo atteggiamento, e lei doveva stare in guardia. Le era capitato di trattare con collezionisti vecchi e raggrinziti, ma del tutto immuni al suo fascino. Creature avide che si tenevano stretto anche il libercolo più meschino a costo di digiunare. Ma Hero non intendeva tornare da Raven a mani vuote, per cui scelse con cura le parole successive. «Forse siete al corrente di un certo interesse per il volume al quale alludevo, un libro di Ambrose Mallory.» Il bel viso di Christopher Marchant divenne una maschera di ira, che la lasciò sbigottita. Hero dovette trovare in fretta un diversivo per evitare uno scoppio di collera che avrebbe cancellato qualsiasi possibilità di mettere le mani sul libro. «Quando una voce comincia a circolare, temo che non ci sia più modo di arrestarla» soggiunse, stringendosi nelle spalle con aria contrita. Ma quelle parole non furono sufficienti a placare il padrone di casa. Anzi, lui assunse un'aria sbalordita. «Vorreste per caso dire che ci sono in circolazione degli altri druidi votati al male?» Druidi? Hero mantenne un'espressione neutra. Il suo ospite doveva avere qualche rotella fuori posto. Del resto, per quanto orribile, Raven non si sarebbe fatto scrupolo di mandarla lì sapendo che il padrone di Oakfield non era sano di mente. Anzi, sarebbe stato proprio il genere di macchinazione che Raven amava, anche perché gli avrebbe di sicuro procurato un tornaconto. Hero cercò disperatamente una risposta da dare, ma riuscì soltanto a rivolgergli un sorriso cospiratorio. «Non druidi, signore, ma qualcosa di infinitamente più pericoloso» mormorò, chinandosi in avanti. «Bibliomani.» A Mr. Marchant non piacque il suo scherzo. Alzandosi in piedi, si diresse verso la porta e, per qualche terribile istante, Hero temette che volesse sbatterla fuori di peso. Ebbe un fremito di paura - o di eccitazione? - ma subito il padrone di casa riprese il dominio di sé e andò verso una delle finestre profondamente incassate nella parete. La pioggia sferzava i vetri, allo stesso ritmo incalzante del cuore di Hero, e l'aria scoppiettava come se stesse per scatenarsi un temporale. Era seduta sul bordo della sedia, pronta a darsela a gambe, se fosse stato necessario. Eppure, doveva anche lottare contro l'inspiegabile impulso di correre da lui perché le sembrava che avesse un estremo bisogno di essere confortato. Quando finalmente Mr. Marchant si decise ad aprire bocca, lo fece senza voltarsi verso di lei, lo sguardo sempre fisso sul paesaggio piovoso. «Il libro che cercate non c'è più, è bruciato nell'incendio che ha distrutto il giardino e le scuderie. Non posso aiutarvi.» Era un congedo definitivo, ma Hero lo ignoro'. Il suo cervello era troppo occupato a lavorare. Le aveva detto la verità? Capitava spesso che dei libri andassero distrutti a causa di un incendio o un allagamento, ma non sarebbe stata la prima volta che le veniva rifilata una fandonia per distoglierla dal suo obiettivo... o per strappare una cifra più alta da un altro offerente. Forse Mr. Marchant conosceva qualche bibliomane che avrebbe fatto qualsiasi cosa, sborsato somme favolose pur di acquisire quel libro introvabile. Si diceva che Snuffy Davie avesse pagato due pence un libro che, passato poi di mano in mano, alla fine era stato acquistato dal Principe Reggente per centosettanta sterline. I collezionisti più ricchi, come il Duca di Devonshire, riempivano intere stanze - interi castelli! - con le loro acquisizioni. Era una vera e proprio mania che Hero non sarebbe mai riuscita a comprendere appieno. Mr. Marchant sulle prime si era dimostrato indifferente, pensò, ma forse soffriva anche lui di bibliomania. La stava ingannando, come aveva cercato di fare anche lei? Hero lo scruto' con attenzione. «Se è vero, il mondo dei collezionisti ha subito una grave perdita. Oltre a voi, naturalmente.» «Non la considero affatto una perdita» ribatte' lui con asprezza. «Mia sorella ha rischiato di morire, a causa di quel libro maledetto.» I loro occhi si incontrarono ed Hero degluti' con uno sforzo. Si sentiva di nuovo fuori dal suo elemento. Il dolore e la rabbia di quell'uomo minacciavano di raggiungerla e di toccarla. E lei non poteva permetterlo. Distolse lo sguardo e cercò di riacquistare il controllo della situazione. «Mi dispiace» mormorò. «Tuttavia credo di essere in possesso di informazioni che potrebbero interessarvi, se siete disposto ad ascoltarmi.» Christopher Marchant riprese a guardare la pioggia che non accennava a smettere. Si passò le dita tra i capelli neri ed Hero si ritrovò a fissare le ciocche folte e lucide, che avevano bisogno di un buon taglio. I suoi abiti erano quelli di un gentiluomo, anche se non di stoffa particolarmente pregiata, ma con la figura alta, snella e ben fatta che si ritrovava Mr. Marchant non avrebbe sfigurato neanche vestito di stracci.
   
 
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