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Autore: BellaLuna    28/02/2022    6 recensioni
Hogwarts!AU | Questa storia partecipa alla "To be writing challenge 2022" e agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Writing Games - ferisce più la penna.
Trunks e Goten si trascinano dentro il castello di Hogwarts un'eredità difficile: il primo non può permettersi di fallire e disattendere così le speranze di tutti; il secondo cerca invece di colmare il vuoto che suo padre, il prescelto che si è sacrificato per la salvezza del Mondo Magico, ha lasciato dietro di sè.
Dal testo: " Trunks è nato per essere speranza. [...] Goten è nato per colmare i vuoti lasciati dagli altri."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goten, Trunks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nati per essere eroi (o spettri di sé)


*
 
Trunks – Speranza

Trunks Brief è nato per essere speranza.
Prima ancora di venire al mondo, era questo che già rappresentava per tutti: la speranza di un futuro migliore, in cui l’oscurità instaurata dai Maghi Oscuri dell’esercito del Fiocco Rosso sarebbe al fine stata spazzata via, e un nuovo avvenire avrebbe regalato loro solo gioie, anziché dolore.
Eppure, al tempo stesso, esiste un Trunks bambino a cui hanno messo in mano una spada e gli hanno detto: “Sii un eroe e combatti e muori per noi.”
Esiste un Trunks che non ha mai avuto una scelta. Che non ha mai preso in mano una bacchetta o varcato i cancelli di Hogwarts e indossato colori di Grifondoro, perché non gli è mai stato dato il tempo di farlo, ché l’oscurità aveva vinto e il suo retaggio era solo la morte.
Esiste un Trunks che Vegeta 
 al tempo stesso   aveva abbandonato, rinnegato e poi amato più di lui – e spesso Trunks si chiede a chi sorrida, a chi rivolga il suo sguardo orgoglioso a ogni trofeo di Quidditch conquistato, se a lui o all’altro sé, quello forte, quello che gli aveva insegnato ad amare e soffrire.
Esiste un Trunks 
da qualche parte fra i misteri degli incantesimi del tempo con cui un’altra sua madre aveva giocato per salvare tutti loro  che era speranza e ora semplicemente non è.
Per questo, nel suo incedere disinvolto e sicuro (da vero Brief!) fra i corridoi di Hogwarts, nessuno lo sa, ma Trunks si trascina dietro più fantasmi di tutti quelli che abitano nelle varie sale, e alle volte, nella parola speranza, scorge solo i contorni di un fato crudele.
Goten è l’unico a notarlo, è l’unico a placcarlo in volo, entrambi con indosso le divise di Quidditch dello stesso colore, entrambi figli di un’era che ha permesso loro di non avere in mano altre armi, se non una bacchetta e una mazza da gioco.
L’unica differenza fra loro è che Goten si lascia bastare una gloria riflessa – non può concedersi altro, ché alla parola eroe sua madre ancora trema – mentre Trunks non può che continuare a spillare di onori il suo nome: Capitano, Prefetto, Caposcuola.
“Guarda che, se perdi anche solo una volta, nessuno potrà biasimarti, amico.”
“Ti sbagli.” gli dice, e Goten sorride – perché sa – e gli tira contro un bolide in maniera più forte del necessario.
Ci prova in ogni modo, Goten, a tirarlo giù da quel piedistallo nel quale tutti lo hanno innalzato e da cui Trunks, volente o nolente, non ha mai imparato a scendere.
Perché è nato Speranza, e la speranza non può vacillare, o crollare, o cedere.
Che ne sarebbe di tutti, se lo facesse?
 
 

Goten – vuoto da colmare


Goten è nato per colmare i vuoti lasciati dagli altri.
Suo padre – il prescelto – si sacrifica per un mondo migliore, e quando Goten nasce è un altro Son Goku quello che tutti vorrebbero riaccogliere nel mondo, non lui.
Per questo sorride e si impegna, Goten, a spazzar via il vuoto nel cuore di sua madre con risate genuine e scherzi e bambinate varie, ché se ha il tempo per rimproverarlo e sorridere delle sue marachelle, Chichi non può pensare al posto gelido e vacante del suo letto accanto a lei.
Per questo Goten quasi soffoca suo fratello con la sua presenza e la sua ammirazione. Gli chiede di raccontargli com’era il mondo prima di lui. Com’era Hogwarts prima che i Maghi Oscuri provassero a distruggerla e suo padre morisse per difenderla.
Gohan tira fuori la bacchetta e a diciassette anni gli mostra tutti i mondi che Goten, al sicuro nel nulla delle sue montagne, non ha mai avuto il coraggio di chiedere anche per sé.
E quando compie undici anni e anche la sua lettera arriva, vedendo sua madre piangere, è quasi tentato di dire no. Di dire resto. Di dire non fa niente.
E invece Chichi lo sorprende: tira fuori la divisa di suo padre, la bacchetta di suo padre, e gli dice: “Fa vedere loro chi sei!”
Goten sorride, e dice: “Sì!”; dice: “Va bene!”; dice: “Lo farò!”
Quando lo vedono arrivare a King’s Cross, mentre Crillin e Bulma e tutti gli altri non fanno altro che dirgli: “Sei proprio uguale a Goku!”, Trunks nota i rammendi sul suo gilè e gli ride in faccia. Gli ricorda la sua verità per quella che è.
“Perché ti sei conciato in quel modo ridicolo?" – Chi è che cerchi di ingannare?
"Ci sarà una festa in maschera per eleggere il miglior spaventapasseri e io non lo sapevo?” – Lo sai bene quanto me, questo non sei tu.
La divisa di suo padre gli sta grande e i colori sono già stati decisi (rosso e oro, naturalmente!) e Goten è già pronto a pestare di botte il Capello Parlante qualora dovesse sputar fuori la risposta sbagliata.
“Non ridere, Trunks! Sono comunque molto più bello di te!”
“L'importante è crederci, Goten! C'è speranza per tutti!”
Trunks recita la sua parte, gli mette un braccio intorno alle spalle e poi finisce con l'avere ragione come sempre: infatti Goten ci crede, Goten lo sa 
che è nato per essere un rimpiazzo, un’ombra, un vuoto da colmare.
La sua speranza è un miraggio flebile aldilà dello specchio, lì dove non sa ancora se riuscirà mai a guardarsi – e a farsi guardare dagli altri – e non vedere nel suo riflesso solo uno spettro, solo una copia sgualcita e sbiadita di Son Goku – l'eroe che lui non è.

 


FINE
 
 


Note dell’Autrice: questa storia nasce perché ho indetto una challenge, e per raggiungere la tappa di Febbraio mi serviva una Hogwarts!AU e quindi voilà: faccio molto soffrire i poveri Trunks e Goten.
Inizialmente, volevo aggiungere anche i POV di Pan e Bra, poi non ce l’ho fatta con le tempistiche, ma comunque non escludo che magari più in là, con la giusta ispirazione, non possano arrivare i POV di altri personaggi.
Con questa storia, volevo approfondire un aspetto che personalmente ritengo importante e che riguarda i nostri mezzi saiyan preferiti (o almeno i miei): mi riferisco alle alte aspettative che tutti hanno sempre riversato su di loro, tuttavia in un modo quasi sbagliato.
Trunks, infatti, indirettamente in Dragon Ball Z, mentre direttamente in Super, deve sempre dimostrare di essere forte come il suo io venuto dal futuro, deve sempre dimostrarsi all’altezza del guerriero venuto per salvarli tutti.
Mentre Goten, in Dragon Ball Z, nasce proprio come un mini Goku, la spalla comica, il bimbo a cui Chichi riversa tutte le sue attenzioni – e perisno allena! – per non pensare alla perdita subita.
Entrambi colmano vuoti, entrambi rappresentano da un lato la speranza e dall’altro un fato crudele, instabile, che li ha condannati e al tempo stessi innalzati a essere quello che sono.
Ecco perché solo fra di loro, Trunks e Goten possono essere onesti. Ecco perché l’uno riconosce il fantasma dell’altro.
Niente, la chiudo qui, spero solo che questa piccola storia possa avervi regalato minuti piacevoli di lettura e spero anche di poter leggere anche io qualche vostro commento a proposito! 
Alla prossima,
BellaLuna
  
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