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Autore: eddiefrancesco    02/03/2022    1 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stavolta fu Kit a protendersi verso la giovane donna. «Bene. Il mio piano è questo» annunciò. Il piano di Christopher Marchant richiedeva un'organizzazione abbastanza elaborata ed Hero ne approfittò per esplorare di nuovo la casa. Lo stile era indubbiamente gotico, tuttavia sarebbero bastati pochi interventi per trasformarla in un'abitazione confortevole e accogliente. Mentre passava da una stanza all'altra, cominciò a immaginare delle migliorie, non certo del genere preferito da Raven, bensì qualcosa che avrebbe reso la casa un luogo caldo e invitante... Scosse la testa. Le sue erano fantasie senza scopo. Quello che Mr. Marchant avrebbe deciso di fare in casa sua non la riguardava. A lei interessava soltanto trovare il Mallory per suo zio ed era di quello che si stava occupando, no? Ignoro' ostinatamente la vocina che la incitava a fuggire da quella casa, rifiutando l'offerta di Mr. Marchant di accompagnarla a Ravenna Hill. Accogliendo la proposta, stava dimostrando che l'apprensione provata al primo sguardo era fondata. Lei non avrebbe potuto negargli nulla. Hero scosse la testa. Quella era un'eventualità che non voleva neppure prendere in considerazione. Stava facendo soltanto il proprio dovere e, visto che lui insisteva per accompagnarla, perché non convincerlo a collaborare? Entrò nel salotto sul retro della casa, probabilmente un'aggiunta posteriore alla struttura originaria della casa. Le alte portefinestre si aprivano su una terrazza. La pioggia sferzante del giorno prima aveva ceduto il posto a una sottile nebbiolina che le permise comunque di vedere bene il giardino. Che paesaggio tetro! Resti di arbusti anneriti dal fuoco testimoniavano il recente incendio di cui Mr. Marchant le aveva parlato. Hero aveva rivolto qualche domanda ai domestici, ma tutti lavoravano a Oakfield Manor da poco ed erano all'oscuro di ciò che era successo. Era stato lì che il libro era andato distrutto? Aveva soltanto la parola di Mr. Marchant al riguardo e lei aveva imparato molto tempo prima a non fidarsi di nessuno. Compreso l'uomo che con una sola occhiata le faceva salire le pulsazioni alle stelle. Sulle prime Christopher Marchant poteva sembrare un libro aperto, invece Hero aveva già scoperto che la sua aria scanzonata era ingannevole. Lui era molto più scaltro di quanto apparisse. Sotto le palpebre spesso socchiuse si nascondeva un acuto osservatore, al quale niente sfuggiva. Sebbene subisse intensamente il suo fascino, lei non poteva permettersi di abbassare la guardia per un solo istante. In quel momento percepi', più che udire, che lui si stava movendo alle sue spalle e il cuore cominciò a martellarle nel petto. Quei passi silenziosi potevano essere il risultato di un lungo esercizio, rammento' a se stessa mentre cercava di calmare il tumulto dei sensi. «Che cosa pensate della casa?» le domandò Mr. Marchant. La domanda non era quella che si sarebbe aspettata ed Hero si voltò a guardarlo prima di rispondere di impulso: «È molto bella.» Lui le scocco' una delle sue occhiate inquisitorie che la mettevano a disagio, ma stavolta Hero non dissimulo' i propri pensieri. «Una mano di pittura, un po' di carta da parati e qualche rivestimento vivace per rallegrare l'atmosfera non ci starebbero male. Sono sicura che vostra sorella la trasformerà in una dimora deliziosa» aggiunse in tono sincero. Mr. Marchant si guardò intorno, come se fosse disorientato. «Non credo che Sydony abbia dei progetti riguardo a questa casa. Non vive più qui perché si sposerà presto.» «Oh. Congratulazioni.» mormorò Hero. Mr. Marchant non fece commenti perché stava ancora esaminando la stanza, con i tendaggi pesanti e il mobilio perfino più opprimente. «C'è bisogno di un tocco femminile» confermò. Chissà perché, il cuore di Hero saltò un battito. Non alludeva al suo tocco, doveva tenerlo presente. Lei non incarnava certo l'ideale femminile, non sapeva usare gli acquerelli né disegnare e non aveva mai suonato il pianoforte. Quanto ai suoi talenti... be', un gentiluomo non avrebbe saputo davvero cosa farsene. «Non lo trovate un posto irrimediabilmente tetro? Infestato dalla storia del suo primo proprietario? Di gran lunga troppo sinistro per poter mai diventare veramente vivibile?» Hero soffoco' una e risata. «Sinistro? Non credo che conosciate a fondo il significato di questo aggettivo. Avete dimenticato che io vivo a Ravenna Hill?» commento'. «Già, scusate. Vostro zio ha fama di essere piuttosto eccentrico.» Eccentrico era una definizione caritatevole, pensò Hero. Tuttavia, non aveva intenzione di discutere di Raven e della sua dimora e si affretto' a cambiare argomento. «Partiremo presto?» Mr. Marchant annuì, ma era accigliato, come se fosse rimasto deluso dalla piega presa dalla conversazione. Aveva sperato di ricevere altre informazioni, più personali? Tutti gli uomini che Hero aveva conosciuto erano interessati esclusivamente a loro stessi o a incrementare le loro collezioni. Il comportamento del padrone di Oakfield Manor era talmente insolito che non poté fare a meno di domandarsi quale ne fosse la causa. Christopher Marchant era semplicemente curioso o dietro il suo interesse si celava qualche proposito più sinistro? Adesso che stavano per mettere in atto la prima parte del piano - erano infatti partiti da Oakfield - Kit si sentiva più a suo agio. Se le cose fossero andate come sperava, chiunque stesse seguendo Miss Ingram ormai sarebbe stato lontano da lì, in viaggio nella direzione opposta sulle tracce dell'antiquata carrozza di Augustus Raven. Hob aveva accettato di mettersi alla guida della carrozza per fare un lungo giro attraverso la brughiera fino a Burrell, dove l'avrebbe lasciata in custodia a un tizio di sua conoscenza, proprietario di una locanda. Hob avrebbe preferito proseguire ancora, almeno fino a Piketon, dove lui e Kit avrebbero potuto scambiarsi i veicoli, ma il giovane Marchant aveva rifiutato perché voleva portare avanti la messinscena il più a lungo possibile. Miss Ingram e il suo chaperon avrebbero viaggiato a bordo della carrozza di Kit, molto più comoda, fino a Raven Hill, con il loro cocchiere e il lacchè a cassetta. Raven avrebbe poi incaricato qualcuno di recuperare la propria carrozza a Burrell e, se non avesse voluto privarsi di un domestico, avrebbe pensato Kit a fargliela riportare. A lui interessava soltanto proteggere Miss Ingram e, siccome questo gli avrebbe consentito di trascorrere ancora un po' di tempo con lei, tanto meglio. Una volta che l'avesse affidata alla protezione dello zio, Kit non avrebbe però avuto ulteriori pretesti per cercare di approfondire la loro conoscenza, visto che frequentavano ambienti tanto diversi. Miss Ingram non era una ragazza di campagna da corteggiare alle feste di paese, con la quale amoreggiare in occasione di lunghe passeggiate con altri giovani o da invitare a pranzo o a cena con la famiglia. Senza dubbio il celebre collezionista Augustus Raven avrebbe guardato con sospetto un agricoltore gentiluomo proprietario di una distesa di terra brulla come Kit. La prospettiva era abbastanza scoraggiante, ma Kit avrebbe potuto rifletterci con calma se il rumore di un altro veicolo non l'avesse strappato alle sue fantasticherie. D'un tratto notò che la nebbia si era infittita e che solo all'ultimo momento avrebbe potuto individuare chiunque si stesse avvicinando. Nonostante avesse percorso più volte senza la minima difficoltà quel tratto di strada, ora gli alberi che fiancheggiavano la carreggiata gli sembravano incombere minacciosi sulla carrozza. Mise una mano sulla pistola che aveva infilato nella borsa della sella e sprono' Bay, il suo stallone, con l'idea di sorpassare la carrozza per andare incontro a... qualunque cosa ci fosse là davanti. Un carro e non una carrozza. La tensione di Kit si attenuo', tuttavia lui rimase vigile, anche perché un carro simile a quello aveva causato la sua rovina prima dell'incendio. Scruto' con attenzione il misero contadino e il suo carico: una coppia di vecchie, innocue scrofe. Appena il pesante veicolo si fu allontanato, gli giunse però la sua eco rumorosa. Troppo tardi Kit si rese conto che non era il carro a produrre quel rumore, bensì qualcosa di completamente diverso. Quando si voltò indietro, il contadino era alle prese con degli uomini a cavallo sbucati dalla nebbia, i visi coperti da fazzoletti e armati di pistole. Con l'aiuto del cocchiere e del lacchè di Miss Ingram, Kit avrebbe ancora potuto sgominare gli assalitori. Ma, invece di difendersi, i due si strinsero l'uno all'altro come bambini impauriti; più spaventati, in effetti, di Miss Ingram, alla quale uno degli uomini mascherati ordinò di scendere dalla carrozza. Lei non si mise a singhiozzare, a lamentarsi o a gridare. Anzi, scese dal veicolo con una compostezza che Kit trovò ammirevole e che tuttavia gli impedì di gettarsi addosso agli assalitori. Non voleva che lei finisse in mezzo ai cavalli che, innervositi dal parapiglia, avrebbero potuto calpestarla. «Voi restate lì dentro» ordinò uno dei due uomini all'accompagnatrice di Miss Ingram, la quale sarebbe stata un avversario ben più temibile dei due pavidi domestici. «Vogliamo solo lei.» Quelle parole confermarono i peggiori timori di Kit. Il tempo dei briganti era finito da un pezzo e ormai capitava di rado che dei viaggiatori venissero derubati per strada. Certo, quello era un punto poco frequentato, ma allora perché non avevano preteso che Mrs. Renshaw consegnasse loro i suoi gioielli e non avevano neppure aperto i bagagli? L'ipotesi più probabile era che quei due fossero i responsabili del primo incidente e che non fossero lì per cercare informazioni o piuttosto oggetti preziosi, bensì per portare a termine un rapimento. «Qual è la vostra?» chiese l'uomo più alto, accennando con la testa alle borse legate sul tetto della carrozza. Quando Miss Ingram indicò il suo bagaglio, l'uomo ordinò al lacchè di buttarlo giù. Dopodiché indietreggio', forse per evitare di essere colpito dalla pesante borsa da viaggio. Precauzioni inutili, visto che lo stolto domestico non ebbe la prontezza di sfruttare l'occasione che gli si presentava. Miss Ingram, invece, la colse al volo. Lanciò a Kit un'occhiata eloquente, prima di chinare la testa in atteggiamento apparentemente remissivo. Quegli uomini non dovevano conoscere affatto la loro vittima, pensò Kit, altrimenti l'avrebbero tenuta d'occhio, invece di puntare le pistole contro di lui e i due imbelli domestici seduti a cassetta. E così, quando Miss Ingram si chino' per prendere la valigia, Kit era pronto. Appena la borsa della giovane fendesse l'aria verso il cavallo dell'uomo più alto, Kit sprono' Bay, allungò un braccio, afferrò Miss Ingram e la sollevò di peso mettendola dietro di sé mentre l'uomo alto cadeva a terra. In mezzo alle grida e alla confusione che seguirono, Kit galoppo' a rotta di collo verso il bosco che si estendeva dall'altra parte della strada; sperava che la nebbia che aveva favorito gli aggressori ora proteggesse la loro fuga. Un proiettile passò fischiando vicino al suo orecchio e lui si chino' sul collo del cavallo, tirando giù anche Miss Ingram. «Non sparate alla donna, idiota!» Quella esclamazione fece voltare Kit, con Miss Ingram aggrappata alla sua schiena e la valigia di lei che sbatteva contro le gambe di tutti e due. Kit avrebbe voluto dirle di lasciarla cadere, ma la tenacia con cui lei la teneva stretta gli fece pensare che dentro ci fosse qualcosa di importante da cui Miss Ingram non voleva separarsi. Eppure per loro costituiva un intralcio che i loro inseguitori non avevano e Kit si guardò attorno cercando un posto per nascondersi. Davanti a loro, vide sbucare dalla nebbia delle pietre. Erano giunti a un cimitero abbandonato, alle cui spalle sorgeva anche una chiesa. Senza la minima esitazione, Kit spinse il cavallo verso gli alti portali di legno ormai vecchi e pieni di fessure, si sporse di lato, li aprì ed entrò nell'antico edificio. Senza una parola di protesta, Miss Ingram si lasciò scivolare a terra e, mentre smontava a sua volta, Kit la vide nascondere la borsa sotto uno dei banchi, malridotti ma ancora in piedi.
   
 
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