Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Red Saintia    04/03/2022    1 recensioni
La passione per uno sport può unire, dividere, spronare a migliorarsi e aprire nuove strade.
Alcune scelte portano ad allontanarsi mettendo in discussione sé stessi e ciò che si prova. Tra presente e passato ancora una volta luce e ombra si rincorrono per ritrovarsi sulla stessa strada.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                     https://i.postimg.cc/6pV4K6rN/kiseki-no-sedai.jpg



Era tutto diverso... diverso e inusuale, atipico quasi. Eppure non si era mai fermato a riflettere sulla differenza sostanziale che c'era quando gli spalti erano deserti e le panchine vuote.

Stranamente pensò che quel silenzio non si addicesse ad un campo da basket, dove le grida e l'incitamento degli spettatori avevano il potere di caricarti a mille oppure seppellire le tue residue speranze. Gli unici rumori che non sarebbero mai cambiati, e che quasi gli davano un senso di stabilità e sicurezza, erano quelli delle scarpette che sfregavano sul legno del campo perfettamente tirato a lucido. Il suono duro e costante della palla che riecheggia intorno. Il fruscìo della rete quando veniva scossa da un tiro andato a segno. Del perché stesse riflettendo su quelle cose non gli era molto chiaro. Quello che sapeva per certo era che da quando Tetsuya era ricomparso nella sua vita mettendosi sulla sua strada lui si sentiva cambiato. Una cosa che mai avrebbe creduto possibile. Forse una parte di sé ci sperava, ma con il tempo anche quella speranza era diventata come un qualcosa di irrealizzabile.

Poi era tornato lui... in punta di piedi, senza forzare le cose, con i suoi modi pacati ma incisivi e aveva lasciato il segno. Un segno che inizialmente bruciava, faceva male ed era difficile da accettare. Ma con il tempo la consapevolezza che lui avesse sempre avuto ragione lenì quel dolore trasformandolo in qualcosa di diverso, più forte ed intenso.

Se avesse dovuto spiegare il momento esatto in cui aveva cominciato a nutrire un sentimento nei suoi confronti non ne sarebbe stato capace. Perché Tetsuya gli era entrato dentro a piccole dosi, con gesti e sorrisi che in fondo erano abituali ma per lui rappresentavano qualcosa di diverso. Lo aveva tenuto deliberatamente fuori dalla sua vita forse perché temeva, o sapeva, che il suo modo di vedere le cose avrebbe stravolto i suoi progetti. Era sempre stato Tetsuya quello più forte tra loro due, ma c'era voluto tempo, sofferenza e solitudine, per capire la vera forma della sua inarrestabile forza. 
Grazie a lui aveva finalmente imparato ad accettare la sconfitta mettendosi di nuovo in gioco, riscoprendo una passione che credeva sepolta per sempre. Ritrovare certe sensazioni, l'emozione, l'adrenalina, la passione per qualcosa che ami fare davvero erano cose alle quali non avrebbe più rinunciato. Nonostante tutto però le scelte del passato, inevitabilmente, si ripercuotono sul presente costringendoti a dover dire addio a qualcosa, o nel suo caso... a qualcuno.

Tetsuya era partito per raggiungere Taiga in America. Lo aveva chiamato un paio di giorni prima della partenza e si erano salutati telefonicamente. Kuroko sapeva che incontrarsi di persona sarebbe stato troppo difficile per entrambi. Ciò nonostante l'amarezza che Daiki aveva provato per quella inaspettata partenza aveva lasciato il segno che sentiva pesargli addosso come un costante macigno dal quale non riusciva a liberarsi.

 

"Sei l'ultima persona che mi aspettavo di trovare in una palestra vuota." la voce del ragazzo appena entrato lo sorprese non poco. Sentirgli rompere quel silenzio, e i suoi stessi pensieri, lo fece quasi sobbalzare per lo spavento. Si voltò per incrociare lo sguardo del suo interlocutore, anche se lo aveva riconosciuto all'istante.

"Se è per questo tu sei l'ultima persona che credevo di vedere qui a Tokyo. Cosa ti porta da queste parti, Akashi?"

"Il tuo coach non ti ha messo al corrente di nulla a quanto vedo?"

"Diciamo... che non ho l'abitudine di ascoltarlo quando parla." rispose, mentre continuava a palleggiare. Akashi Seijuro si tolse con calma la felpa con lo stemma del suo liceo e lo raggiunse a centro campo.

"Ho organizzato un'amichevole con la tua squadra. Giocheremo domani."

Aomine ne fu sorpreso, e ancora di più rimase stupito da questa inusuale iniziativa. "Voi del Rakuzan volete disputare un'amichevole con noi della Too?"

"Esatto. Non credi possa essere un confronto entusiasmante?"

Daiki osservò l'ex compagno di squadra in modo beffardo. "Che hai in mente Akashi?"

"Assolutamente nulla, ho solo voglia di scontrarmi con te per verificare se ti sei rammollito oppure no."

"Mi prendi in giro forse?"

Fu il turno di Akashi stavolta di sorridere ironico sistemandosi i capelli e intimando Daiki di passargli la palla. "E perché dovrei? Penso solo che sia una buona occasione per fare le mie valutazioni, visto che non abbiamo avuto modo di affrontarci in campionato." Akashi continuò a palleggiare avanzando verso Aomine, lo stava sfidando, bastava guardarlo negli occhi per capire che niente di ciò che lui faceva o pensava era casuale. Tutto aveva uno scopo mirato, anche la sua presenza in quel momento.

Daiki provò a marcarlo in modo serrato per non dargli spazio d'azione. Ma ad Akashi bastò uno sguardo perché i suoi movimenti gli fossero talmente chiari da driblarlo con una semplice finta. Daiki neanche se ne accorse, fino a quando la palla non andò dritta a canestro.

"Bastardo!"

"Suvvia Aomine non essere così rozzo, sapevi di non avere possibilità contro di me. Soprattutto nel tuo stato attuale."

"Ma di che parli?" adesso cominciava seriamente ad innervosirsi.

"Vuoi che sia esplicito?"

"Voglio che parli chiaro perché mi stai facendo incazzare parecchio."

"So della partenza di Tetsuya per l'America, e so che il legame nato tra voi nell'ultimo periodo non si è evoluto esattamente come ti aspettavi. Quindi adesso mi chiedo... lascerai che questa cosa ostacoli il tuo percorso come giocatore, o sarai in grado di lasciarti tutto alle spalle continuando ad essere il campione che sei sempre stato?"

Aomine strinse i pugni per la rabbia. Rispettava da sempre Akashi, era stato il loro capitano alla Teiko e riconosceva i suoi meriti e le sue doti. Ma quell'ingerenza nella sua vita non l'avrebbe tollerata, neppure da lui. "Non credere di sapere sempre tutto. Non permetto a nessuno di trarre conclusioni sulla mia vita, né di dare giudizi non richiesti. Nemmeno a te, Akashi."

"E invece dovresti accettarli, perché i miei sono solo consigli. A te non serve qualcuno che ti consoli dandoti una pacca sulla spalla. Ti serve qualcuno che ti dica in faccia ciò che pensa e quale sia la realtà dei fatti. E questa realtà è che attualmente tu sei debole, distratto e deconcentrato. Volta pagina Daiki prima che sia tardi, Tetsuya è andato avanti, è il momento che lo faccia anche tu."

Seijuro non aveva usato mezze misure, d'altronde lui era così... nel bene e nel male non aveva filtri e le sue parole centravano sempre l'obbiettivo che si era prefisso.

"Da quando ti interessi alla mia vita e alla mia carriera sportiva? Non te ne mai fregato niente di nessuno e adesso vieni qui a farmi la morale?" anche Daiki fu duro con le parole. Tirarsi indietro non era certo da lui.

"Questo non è vero e lo sai. Sono stato il primo a spronarvi invogliandovi a coltivare e sviluppare i vostri rispettivi talenti. Già da ragazzini avevo capito ogni vostra singola potenzialità. E non mi va che adesso tu butti tutto all'aria per un colpo di testa momentaneo."

Gli aveva fatto un complimento. Per la prima volta Akashi lo aveva riconosciuto come un vero talento apprezzandolo come giocatore. Un tempo... non lo avrebbe mai fatto. "Sto bene, non hai nulla di cui preoccuparti." rispose, mentre raccoglieva la palla facendo una schiacciata dritta a canestro.

"Il tuo sguardo dice il contrario."

"Allora evita di guardarmi..."

Calò di nuovo il silenzio, stavolta però fu più pesante del solito. Akashi non aggiunse altro fermandosi a centro campo e osservandolo giocare da solo.

"Ohi... ohi guardate chi c'è già in campo. Così non è giusto però, voi vi siete già riscaldati?" la voce squillante di Kise fece voltare Aomine che rimase nuovamente perplesso per quella inaspetta presenza. La giornata stava prendendo una strana piega. Akashi invece si limitò a sorridere a braccia incrociate.

"E tu che diavolo ci fai qui?"

"L'ho chiamato io mi sembra ovvio." Daiki si voltò verso Akashi e la sua espressione imperturbabile cominciò seriamente ad irritarlo.

"Per fare cosa? Perché lui è qui?"

"Potresti smetterla di sbraitare, sei irritante Aomine." con l'entrata in scena di Shintaro Midorima la situazione divenne improvvisamente chiara. Seijuro aveva chiamato i restanti membri della loro ex squadra, il motivo per il quale lo aveva fatto però gli restava del tutto ignoto.

"Ci sei anche tu? E non dirmi di stare zitto Midorima, siamo nella mia palestra, della mia scuola! E tu non puoi..."

"Ehhh... Mine-chin perché urli tanto? E poi non sapevo che la palestra e la scuola fossero di tua proprietà? Mi sa che stai dicendo un mucchio di cavolate." a passo lento, con la sua consueta aria annoiata, smangiucchiando uno dei tanti snack che si portava dietro si palesò anche Murasakibara, l'ultimo che mancava all'appello.

Aomine tirò un sospiro affranto tenendosi la fronte con le mani e sedendosi a terra. "Che situazione del cavolo!"

"Su... su Aominecci, non è mica il caso di fare tanto il drammatico. Sapevamo che eri un po' giù di corda e abbiamo pensato che darti una bella lezione ti avrebbe rimesso in sesto." le parole e lo sguardo di sfida di Kise centrarono il bersaglio.

"E sentiamo... quand'è che tu mi avresti dato una lezione? Eh Ryota?"

Akashi lo osservò intuendo di aver raggiunto il suo scopo. Lo sguardo di Daiki era improvvisamente cambiato accendendosi all'istante non appena Kise lo aveva sfidato. "È da molto che non ci sfidiamo mettendoci alla prova. Diciamo che dopo le sconfitte che abbiamo subito da Tetsuya e dalla sua squadra dovremmo metterci sotto e vedere di recuperare."

Murasakibara si guardò in giro e notò che in effetti tra loro c'era qualcuno che mancava. "Ehi... ma perché Kuro-chin non c'è? Non dirmi che non l'hai chiamato Akashi?" Sentendolo nominare Aomine spostò lo sguardo altrove ricominciando a palleggiare furiosamente.

"Kuroko non è qui a Tokyo, si trova in America da Kagami. E sicuramente quando tornerà sarà ancora più forte e determinato di prima, quindi... dobbiamo prepararci." rispose Seijuro.

Murasakibara non chiese altro, d'altronde lui non era tipo da ascoltare troppe spiegazioni e di questo Daiki gliene fu silenziosamente grato.

"Allora ragazzi... direi che potremmo anche cominciare che ne dite?" Kise iniziò il riscaldamento e così fecero anche gli altri. Dieci minuti dopo erano tutti posizionati in campo per cominciare una sfida che avrebbe messo a confronto le rispettive abilità. E nessuno di loro, orgoglioso com'era, sarebbe stato disposto a perdere.

"Non avresti dovuto organizzare tutta questa sceneggiata alle mie spalle Akashi. Ma ormai non posso tirarmi indietro." L'iniziale scetticismo e l'irritazione di Daiki stavano pian piano lasciando spazio a ciò che lui amava più di tutti, la competizione.

"Vedi Aomine... per la prima volta ho voluto sperimentare il modo di pensare di Tetsuya. Da soli non si vincono le partite, né le sfide, e non si superano i problemi. Quando eravamo alla Teiko hai passato un brutto periodo, ti sei isolato e nessuno di noi ti ha teso una mano, anche se sapevamo quanto stessi male. Non voglio che sia più così, ecco perché oggi siamo qui. Quindi non c'è bisogno per forza che tu ne parli, gioca come sai fare e basta. Il resto verrà da sé..."

Da quando lo conosceva non aveva mai sentito parlare Akashi in quel modo. Lui non si era mai interessato al benessere dei suoi compagni ma solo ad accrescere la sua forza e la sua supremazia come capitano. Si accorse però che quel nuovo aspetto del suo carattere in fondo gli piaceva. E quel cambiamento, così come anche quello degli altri, era solo merito di Kuroko. 
Lui aveva messo alla prova tutti loro, li aveva sfidati con il suo modo di giocare e di intendere il basket. Aveva dimostrato che non era un illuso nel voler ostinatamente credere negli altri. Che la vittoria ha un sapore diverso quando è condivisa con i compagni. Era considerato il giocatore invisibile, per la sua scarsa presenza in campo. Ma aveva ampiamente dimostrato di essere indispensabile tenendo unita tutta la squadra con la sua determinazione.

La partita finalmente cominciò con un poderoso exploit di Kise che non stava nella pelle nel voler mostrare la sua perfetta forma fisica e la sua forza. Tutti diedero ampio sfoggio delle loro tecniche. Passaggi perfetti e tiri imprendibili. Persino Murasakibara si impegnò al massimo per bloccare l'inarrestabile Aomine che sembrava non dare il benché minimo segno di cedimento nemmeno nell'ultimo quarto di gioco. Partì come una furia dalla metà campo avversaria scartando Midorima e Kise, ritrovandosi faccia a faccia con Akashi.

"Non provarci con me, il tuo Emperor Eye* non funzionerà stavolta."

"Vuoi scommettere?" la sola presenza in campo di Akashi era in grado di inibire i movimenti dell'avversario. Possedeva un'aura talmente forte e sicura di sé da intimorire chiunque. Persino Daiki dovette attingere a tutta la sua concentrazione per non cadere vittima del suo sguardo in grado di prevedere qualsiasi mossa. 
Continuò a palleggiare per diversi secondi alternando entrambe le braccia nel tentativo di deconcentrarlo. Impresa vana. Gli occhi di Akashi, così come il resto del corpo, si muovevano in perfetta sincronia con il palleggio di Aomine, non c'era possibilità di penetrare il suo blocco. L'unica mossa che poteva fare era quella di tirare direttamente a canestro, oppure...

C'era un'altra opzione, una che di sicuro Seijuro non si sarebbe mai aspettato, la sola che avrebbe potuto sorprenderlo impedendogli di usare le sue abilità. Daiki si fermò per un breve istante, sorrise appena scuotendo la testa, poi chiuse gli occhi e...

"Non pensavo che l'avrei mai fatto, ma in fondo credo che tu volessi proprio questo. Non è così Akashi? Sei proprio un gran bastardo..." fu un attimo, un millesimo di secondo che gli bastò per compiere un passaggio all'indietro veloce e preciso.

La palla arrivò dritta nelle mani di Kise al quale brillarono gli occhi per la splendida occasione fornitagli da Aomine. Il suo tiro fu preciso, pulito, la traiettoria perfetta. La palla centrò il canestro senza nemmeno toccare il bordo in ferro.

"Vai così!" esultò, battendo il pugno contro quello di Daiki.

Negli occhi di Akashi vi fu un flebile guizzo di sorpresa, che lui dissimulò quasi subito tornando imperturbabile come sempre. "Sembra che tu mi abbia battuto stavolta?" ammise in modo sereno.

"Sì è così, ma tu sapevi che da solo non ci sarei mai riuscito. Mi hai messo in condizioni di farlo, di dover decidere. Pur sapendo che avrei potuto comunque scegliere di tirare dritto a canestro."

Seijuro lasciò la sua posizione di difesa. Sembrava finalmente più rilassato e meno pericoloso. "Sapevo che non l'avresti fatto. Che avresti passato a Kise. D'altronde vi siete sempre coordinati perfettamente in campo. Forse un tempo avresti rischiato, ma adesso non più."

Aomine non si sorprese di quella risposta, ormai era troppo abituato a sentirsi come un libro aperto in sua presenza, e così anche gli altri. "Non ti secca mai avere tutte queste certezze nella vita?"

"Non è questione di certezze ma di conseguenze."

"Conseguenze?"

"Esatto. Le tue, ad esempio, sono dovute all'influenza che Tetsuya ha avuto su di te. Il destino è ironico il più delle volte Daiki. Noi tutti avremmo voluto cambiare lui. Rendendolo più simile a noi, al nostro gioco e modo di pensare. E invece alla fine siamo stati noi a diventare simili a lui." 
Era così, non poteva negarlo, e poi... perché avrebbe dovuto? Paradossalmente lui li aveva resi più forti, era stato in grado di fargli amare quello sport ancora di più, quando invece non lo credevano possibile. Forse era questo che Akashi voleva fargli comprendere.

"Mi stai forse dicendo che è una fortuna il fatto che lui abbia incrociato di nuovo le nostre strade?"

"Sì lo è, ma tu questo già lo sai. Tieniti stretto ciò che ti ha donato, non lasciare che la delusione che provi adesso cancelli tutto il resto. Tu hai bisogno di lui nella tua vita. In un modo o nell'altro lui sarà sempre l'ombra silenziosa che saprà rimetterti sulla giusta strada quando ne avrai bisogno." 
Akashi si allontanò raggiungendo gli altri. Kise non smetteva di esaltarsi per averlo battuto ricevendo in risposta i rimproveri di Midorima per il suo eccessivo baccano. Murasakibara invece sembrava già annoiato e avrebbe volentieri smesso subito di giocare per rimpizarsi di snack.

Daiki osservò ognuno di loro da lontano, gli occhi gli divennero inaspettatamente lucidi. Sembrava di rivederli tutti con la divisa della Teiko, lì insieme, ancora una volta. Pieni di sogni, di ambizioni, di voglia di emergere e ritagliarsi un posto tra i grandi di quello sport. Non potevano tornare ciò che erano stati, ma forse... potevano essere qualcosa di meglio, di unico.

Mancava solo un piccolo grande tassello in quel mosaico. Mancavano un paio di occhi azzurri e penetranti capaci di scavarti dentro e ribaltare tutte le tue certezze. Mancava il sesto uomo del gruppo, colui che in punta di piedi e con la sua determinazione aveva sempre fatto la differenza. Eppure adesso Daiki poteva dire di avere l'assoluta certezza che pur non essendo presente fisicamente Kuroko Tetsuya aveva lasciato un po' di sé in ognuno di loro.

Era proprio come sosteneva Akashi, quando una persona come lui entra a far parte della tua vita non puoi più farne a meno. Per quanto adesso fosse doloroso stargli accanto da semplice amico capì che prima o poi l'avrebbe accettato. Perché l'alternativa sarebbe stata allontanarlo di nuovo dalla sua vita, e quello di sicuro non l'avrebbe fatto, non più.

E poi magari un giorno, chissà...

Aveva imparato a proprie spese che il destino era imprevedibile e beffardo, e lui in fondo ci sperava che presto o tardi quello stesso assurdo destino avrebbe strizzato l'occhio in suo favore.




Emperor Eye= è la tecnica che usa Akashi Seijuro per sottrarre la palla all'avversario prevedendone i movimenti. E' sicuramente una prerogativa innata del personaggio che ha sviluppato con il tempo uno spiccato spirito d'osservazione nei confronti di chi gli sta di fronte.

Siamo giunti davvero alla conclusione di questa long. Con questo capitolo extra si chiude il cerchio che ruotava in qualche modo anche intorno gli altri membri della Generazione dei Miracoli. Mi sembrava giusto parlare anche dello stato d'animo di Daiki dopo la partenza di Tetsuya e quindi far scendere in campo anche gli ex compagni della Teiko come sorta di "supporto morale"
Non che Aomine ne avesse bisogno in fondo, ma l'atteggiamento che avevano nei confronti l'uno dell'altro è cambiato. Adesso si considerano sempre rivali ma si rispettano riconoscendo le rispettive abilità e l'innata bravura.
Io vi ringrazio davvero per avermi supportata in questo nuovo progetto, ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione, inserito la storia tra le seguite o preferite e anche i lettori silenziosi. Siete stati tutti preziosi per me e questo vale tanto. 
Arrivederci alla prossima storia quindi... e buona ispirazione a tutti.


 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Red Saintia