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Autore: MaryFangirl    04/03/2022    1 recensioni
Anche le persone più forti a volte vacillano, Kai se ne renderà presto conto.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction tradotta dall’inglese, potete trovare i dettagli dell’originale qui sotto.
 
Titolo originale: Out of sight
Link storia originale: https://archiveofourown.org/works/570435/chapters/1021803?view_adult=true

Link autore: https://archiveofourown.org/users/triste/pseuds/triste
 
Ciao a tutti, ritorno su questo fandom su cui in realtà avevo già adocchiato questa storia, intendendo tradurla e proporla…insieme a decine di altre di altri fandom, per questo ci ho messo un po’. Ma sono stata incentivata a postare altre fanfiction Kai/Takao da un messaggio privato che ho molto apprezzato (non faccio nomi, rispetto l’anonimato ^^) quindi eccomi :D la coppia principale sarà, appunto, la Kai/Takao, in posizione secondaria c’è la Rei/Mao (che, per inciso, è un’altra ship che mi piace tantissimo!).
 
Grazie e buona lettura.
 

 
Per una volta, il dojo era in completo silenzio. Era davvero insolito, soprattutto considerando che un gruppo di adolescenti perennemente rumorosi erano seduti all’interno, tutti a fissare stupiti colui che aveva appena lanciato la bomba.
 
“Dimmi che non sei serio” disse Max, una volta riuscito a ritrovare la voce. “Stai scherzando, vero?”
 
“Non l’avrei detto se non fossi stato serio” rispose Takao, con un’espressione insolitamente solenne.
 
“Ma” balbettò Rei, “ritirarti completamente dal beyblade? Non puoi! Non può essere!”
 
“Penso che dovresti ascoltarli, Takao” consigliò Hiromi, “insomma, è tutto così improvviso. Cosa ti ha portato a prendere questa decisione?”
 
“Una serie di cose” disse Takao, togliendosi il berretto e facendolo roteare sull’indice della mano destra, abitudine che gli amici riconobbero come segno di nervosismo. “Ho avuto molto tempo per riflettere dopo l’ultimo torneo e io...beh...”
 
“Non devi più preoccuparti di Volkov, se si tratta di questo” disse Rei, accigliandosi, “so che sembra avere una sorta di sete di vendetta contro di te, ma-”
 
“Per favore” disse Takao, sorridendo per la prima volta dal suo annuncio, “come se quel perdente fosse la ragione del mio ritiro”
 
“Allora perché?” fece Max, ansioso, “siamo arrivati così lontani nel corso degli anni, sarebbe un peccato rinunciare a tutto ora”
 
“È parte del motivo” ammise Takao, smettendola di armeggiare, “abbiamo fatto molta strada. Siamo tutti cresciuti e cambiati e le cose sono diverse rispetto a una volta. Non siamo più le stesse persone. Io non sono più la stessa persona”
 
“Cosa stai cercando di dire?” chiese Rei, “che non vuoi continuare a competere?”
 
“Non esattamente” disse Takao lentamente, “penso di essere arrivato a una consapevolezza quando tu e Max ve ne siete andati per fare parte di squadre diverse”
 
Il silenzio tornò nella stanza, con Kyoju e Hiromi che rimasero fuori dalla questione mentre Rei e Max non dissero nulla a causa dell’imbarazzo. Tutti sapevano quanto fosse stata dura per Takao e, sebbene alla fine fosse arrivato a capire le loro ragioni, comunque era rimasto tutt’altro che soddisfatto. Takao ruppe l’improvvisa tensione ridendo e, uno dopo l’altro, i suoi amici iniziarono a sorridere.
 
“Accidenti, non siate così seri” disse, “l’ho superata, e dicevo sul serio prima che ve ne andaste. Saremo sempre amici, niente potrà cambiarlo, qualsiasi cosa accada”
 
“Sono contento che siamo d’accordo” disse Max, allungando una mano e arruffando i capelli di Takao prima di dargli un giocoso colpo sulla spalla, “amici per sempre!”
 
“Per sempre” ripeté Rei con sorriso determinato.
 
“Per sempre” intervenne Kyoju, mostrando a Takao il pollice sollevato.
 
“Per sempre” disse Hiromi con fermezza, guardando tutti i ragazzi con una certa tenerezza.
 
“Grazie, ragazzi” disse Takao, “significa davvero molto per me”
 
“Allora spiega perché stai rinunciando a qualcosa che ami così tanto” ordinò Hiromi, incrociando le braccia sul petto e fissandolo severamente, “è un tuo obbligo in quanto nostro amico”
 
“Non mettergli fretta, Hiromi-chan” sibilò Max, “ce lo dirà quando sarà pronto”
 
“No, Hiromi ha ragione” disse Takao, “vi devo una spiegazione”
 
“Allora fai con calma” disse Rei piano, “ti ascoltiamo”
 
“Come dicevo prima” iniziò Takao, “tutto è cambiato quando abbiamo iniziato ad andare avanti. Tu hai la tua vecchia squadra e la tua città natale” aggiunse, facendo cenno a Rei, “mentre Max ha sua madre e il PPB”
 
“Allora qual è il punto?” chiese Hiromi, guadagnandosi una gomitata nelle costole da Kyoju per la sua impazienza.
 
“Il punto è che ho cominciato a notare quanto mi sentissi lasciato indietro” disse Takao, “ho vissuto nella città in cui sono nato per tutta la vita, e grazie al beyblade e al signor Daitenji ho potuto vedere e fare cose incredibili”
 
“È vero” disse Rei, “abbiamo viaggiato per il mondo e imparato da un sacco di persone diverse”
 
“Esattamente” disse Takao con fervore, “per questo voglio tornare sui miei passi ed esplorare, fare qualcosa di nuovo e ampliare i miei orizzonti, per quanto banale possa sembrare”
 
“Non significa che devi lasciare il beyblade” disse Max ragionevolmente.
 
“Lo so, ma-”
 
“Quello che penso che Takao stia cercando di dire” interruppe Kyoju gentilmente, “è che vuole provare a fare qualcosa da solo per una volta”
 
“Sì, una cosa simile” disse Takao, con un cenno di gratitudine, “beh, non completamente da solo. Ne ho già parlato con Hitoshi e ha pensato che sarebbe una buona idea se passassi un paio di mesi con lui tra le rovine e gli scavi”
 
“Quindi vuoi seguire lo stesso percorso professionale di tuo fratello e tuo padre?” fece Hiromi, “non è male. È piuttosto intelligente, ora che ci penso. Chi lo sapeva che mister Pigrizia qui fosse così interessato a pianificare il suo futuro? Ho sempre pensato che si sarebbe lasciato guidare dalla corrente senza trovare alcun tipo di lavoro rispettabile”
 
“Molto divertente” Takao aggrottò la fronte, mostrando la lingua a Hiromi, che rispose ridacchiando. “Non so ancora se voglio occuparmi di reperti e archeologia come mio fratello e mio padre, ma è comunque qualcosa da provare. Adoro il beyblade e sarà sempre la cosa migliore che mi sia capitata, ma...non so se mi vedo a praticarlo ancora tra dieci, venti o trent’anni”
 
“Hai ragione” disse Rei con tono pacato, “ho sempre vissuto alla giornata, ma non ho mai veramente pensato a cosa potrebbe accadere in futuro”
 
“Quindi ecco” disse Takao, “inoltre è giunto il momento di lasciare che qualcun altro stia sotto i riflettori” alzò la voce e fissò acutamente la figura ostinatamente seduta a gambe incrociate fuori, sul portico. “Hai sentito, Daichi? Ora che sono fuori dai giochi, il tuo percorso verso il titolo mondiale è libero! Ovviamente dovrai battere una concorrenza piuttosto dura” aggiunse, strizzando l’occhio a Max e Rei, “ma sarà comunque più facile”
 
“Ah sì?” sbottò Daichi, balzando in piedi e puntando un dito accusatorio verso Takao, “pensi che voglia quel titolo su un piatto d’argento? Smettila di scherzare! Voglio vincere in modo leale, e l’unico modo per essere il migliore è battere il migliore! Come posso farlo se non ci sarai, eh?”
 
Takao si morse il labbro, la sua espressione era un misto di fastidio e senso di colpa. Daichi aveva preso la sua precedente dichiarazione come un insulto personale e Takao non poteva fare a meno di vedere qualcosa di se stesso nel ragazzo. La confusione e il tradimento sul volto di Daichi erano chiari come il giorno, e se Takao si era arrabbiato quando Rei e Max avevano fatto un annuncio simile, non era niente rispetto a come Daichi appariva ora.
 
“Ascolta, ragazzino” disse, afferrando Daichi per la collottola e stringendolo leggermente dietro la nuca, “non sono l’unico blader forte in circolazione, non dimenticarlo. Ci saranno tonnellate di nuovi avversari da affrontare, quindi faresti meglio ad iniziare ad allenarti duramente, perché se sento che hai battuto la fiacca-”
 
“Non voglio combattere nuovi avversari!” gridò Daichi, agitando le braccia e battendo i piedi, “voglio combattere contro di te!”
 
“Ehi, ehi” disse Hiromi frettolosamente, toccandogli il braccio in un modo che riteneva rassicurante, “calmati, va bene?”
 
“Stanne fuori, brutta vecchia megera!” strillò Daichi.
 
“A CHI HAI DATO DELLA VECCHIA MEGERA?” urlò Hiromi, spingendo via Takao e dando a Daichi un pugno apparentemente molto doloroso.
 
“Penso che sia tu quella che si deve calmare, Hiromi-chan” suggerì timidamente Max.
 
“Hai detto qualcosa?” ringhiò Hiromi, facendo indietreggiare Max per la paura.
 
“No, signora” squittì, “non una parola”
 
Hiromi riportò la sua attenzione su Daichi, che stava freneticamente cercando di dimenarsi dalla sua presa.
 
“Lasciami andare, dannazione! Devo lottare contro Takao!”
 
“Non andrai da nessuna parte finché non ti scuserai!”
 
“Io non mi scuserò! Takao mi deve ancora una sfida!” Daichi riprese a scalciare, ancora più forte, “voglio combattere, voglio combattere, voglio combattere!”
 
“Ehi ehi, piantatela, voi due” disse Takao, posizionandosi coraggiosamente tra di loro.
 
“Solo se mi prometti una sfida!” urlò Daichi, gettando le braccia intorno alla vita di Takao e stringendo forte.
 
“Togliti, piccolo mostro!” disse Takao con tono di avvertamento.
 
“Non voglio! Sfida, sfida, sfida!”
 
“Okay, rilassati” disse Rei, agganciando le mani sotto le braccia di Daichi e allontanandolo da Takao (con uno sforzo tremendo). “Penso che tutti abbiamo bisogno di schiarirci un po’ le idee invece di arrabbiarci l’uno con l’altro”
 
“Ha cominciato Takao” disse Daichi, “la situazione non sarebbe questa se non se ne andasse!”
 
“Takao sta solo facendo quello che deve” disse Rei, “lo capirai”
 
“Non voglio capire!” disse Daichi con impeto, “voglio solo che rimanga!”
 
“Devo andare, scimmia” disse Takao, il suo precedente senso di colpa tornò quando Daichi lo fissò con occhi lacrimosi, “ho preso la mia decisione”
 
“Ma non è giusto!” insistette Daichi, “non puoi andartene!” si voltò verso Rei, con espressione implorante. “Dì qualcosa! Digli che non può andarsene!”
 
“Non posso farlo” disse Rei, sorridendo tristemente.
 
“Allora diglielo tu, Max!” ordinò Daichi, ma Max scosse il capo.
 
“Nessuno intende fare qualcosa? Kyoju? Vecchia megera?”
 
Hiromi non batté ciglio per l’insulto e ciò provò quanto Daichi risultasse sconvolto, ma la rabbia del ragazzo crebbe quando tutti rimasero in silenzio.
 
“Dov’è Kai quando serve, eh?” fece con tono petulante, “c’è solo una persona che può ficcare un po’ di buon senso nel cranio di Takao, ed è lui!”
 
“Kai sta pensando agli affari suoi, come al solito” disse Takao, anche se la sua voce era leggermente tesa, e Daichi notò che gli altri risultarono a disagio alla menzione el nome di Kai.
 
“Non gliel’hai detto, vero?” disse all’improvviso, “Kai non sa che te ne vai”
 
“L’avrei chiamato a casa sua dopo aver parlato con voi” disse Takao, ancora più sommesso.
 
“Si arrabbierà da morire” disse Daichi, stringendo i pugni, “scommetto che ti picchierà!”
 
“Non dire queste cose” lo rimproverò Max, “Kai non farebbe mai del male a Takao”
 
“Ma è l’unico che può convincere Takao a restare!” insistette Daichi, “Takao gli dà sempre retta, farà sicuramente come dice Kai!”
 
“Ti ho detto che ho già deciso” disse Takao, facendo fermare Daichi, che lo fissò incerto. Il tono di Takao era tagliente, la sua espressione fiera, e Daichi fece una smorfia prima di sferrare un rapido pugno contro il muro.
 
“Ti odio!” urlò, agitando il pugno contro Takao, “che razza di rivale gira i tacchi e scappa, eh? Sei un codardo, Takao Kinomiya, e non ti parlerò mai più!”
 
Hiromi provò a richiamarlo, ma Daichi scomparve.
 
“Cavoli” disse Takao ironicamente, mentre gli amici gli lanciavano sguardi comprensivi, “spero che la reazione di Kai non sia così negativa come quella di Daichi, altrimenti inizierò davvero a sentirmi da schifo”
 
Non dovette preoccuparsene quando arrivò a casa di Kai più tardi nel pomeriggio. Kai lo invitò a entrare ma, invece di sedersi, Takao rimase in piedi nervosamente.
 
“Sono venuto a salutarti” annunciò, incrociando le mani e agitandosi leggermente sotto lo sguardo freddo di Kai, “trascorrerò le prossime settimane viaggiando con Hitoshi, e ho pensato di fartelo sapere”
 
“Okay” disse Kai piano, portando Takao a strabuzzare le palpebre incredulo.
 
“Okay?” disse, “tutto qui?”
 
“Cosa ti aspettavi di sentire?” fece Kai, “è la tua vita, Kinomiya. Fanne quello che vuoi”
 
Takao rimase a bocca aperta, confuso, completamente sconvolto dalla risposta di Kai. “L’avrei fatto anche se non me l’avessi detto” balbettò, “solo che...beh, pensavo...sai...”
 
“No, non lo so” disse Kai, “ti va di spiegare?”
 
La conversazione non stava andando affatto come Takao aveva pianificato. Anche se sapeva di doversi aspettare la solita mancanza di entusiasmo e interesse da Kai, aveva comunque sperando che Kai avrebbe mostrato qualcosa di somigliante a preoccupazione o almeno rabbia. Non sembrava affatto toccato, però, e Takao si chiese se gli importasse.
 
Si scosse quasi subito dopo aver avuto quel pensiero, sapendo che non era vero. A Kai importava. Non sempre le mostrava, ma quando era il momento, ci teneva. Era sempre così.
Takao alzò gli occhi per incontrare quelli di Kai, cercando disperatamente una sorta di rassicurazione, ma non trovò nulla. Kai era guardingo come sempre e ciò rattristò Takao immensamente. Doveva essere pazzo per aver preso una decisione del genere. Doveva essere pazzo ad andarsene, proprio quando Kai aveva iniziato ad aprirsi un po’, ma soprattutto doveva essere pazzo per aver lasciato andare l’opportunità di combattere di nuovo contro Kai.
 
-Non è vero- si disse, abbassando lo sguardo e muovendosi a disagio, -ci saranno altro battaglie tra noi. Solo che non saranno in qualche stadio-
 
Ma lui stesso sembrò non credere alle proprie parole e di nuovo si ritrovò a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta. Aveva sempre creduto che Kai fosse uguale a lui. Kai era tutto per Takao: il suo più caro amico, il suo più forte rivale. Non si era mai sentito così vivo come quando combatteva contro Kai nello stadio, ed era sempre stato sicuro che Kai provava la stessa cosa.
 
Anche se non era una decisione con cui Takao si sentiva completamente a suo agio, era comunque qualcosa che doveva fare, per il proprio bene e quello di Kai. Voleva diventare più forte e più indipendente, e non sarebbe stato in grado di fare nessuna delle due cose se avesse continuato a fare affidamento sul costante sostegno di Kai. Non era giusto per nessuno dei due, e anche se faceva male, Takao sapeva che sarebbe andata bene a lungo termine.
 
“Scusa per essere risultato strano” disse alla fine, forzando una risata, “stavo solo facendo il pagliaccio come al solito, ma probabilmente lo sapevi, vero? Certo che sì” aggiunse, rispondendosi, “sei Kai, dopotutto”
 
Kai si accigliò, ma non rispose.
 
“Beh, è tutto” disse Takao in fretta, fermandosi per un secondo prima di posare cautamente una mano sulla spalla di Kai. “Ci vediamo. Abbi cura di te, ok?”
 
Si voltò per andarsene ma si fermò quando Kai lo chiamò.
 
“Kinomiya, aspetta”
 
Takao si guardò indietro, cercando di soffocare la speranza e il desiderio che minacciavano di salirgli sul petto, e si sorprese quando vide l’incertezza nello sguardo di Kai. Scomparve quasi istantaneamente, portando Takao a chiedersi se l’avesse solo immaginato.
 
“Cosa c’è?” chiese, ma Kai fece un passo indietro e scosse il capo.
 
“Niente. Buon viaggio”
 
E basta. Andarsene fu più facile di quanto Takao avesse pensato. Andarsene senza una seconda occhiata non sembrò richiedere molto sforzo, anche se le sue braccia risultarono pesanti quanto il suo cuore quando si chiuse la porta alle spalle, escludendo Kai e chiudendo ermeticamente qualsiasi emozione non necessaria. Lontano dagli occhi e dalla mente.
  
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