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Autore: Mo0ny_    04/03/2022    0 recensioni
Vi non si fida delle altre persone, non dopo tutto quello che l'è capitato. Nonostante il sollievo dello scoprirsi innamorata, non può fare a meno di avere paura.
Dal testo:
"Vi vorrebbe gridare. È tutto troppo e in troppo poco tempo. Non è facile, non riesce a gestirlo. Non lo capisce perché si sente più leggera se lei l’è vicino. Non capisce perché cerca di sabotare quel sentimento che è la cosa più bella che prova da anni, forse non l’ha mai provato.
Costruisce castelli di sabbia intorno alla figura di Caitlyn, dimentica però che basta un soffio di vento per abbatterli."
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Caitlyn, Vi
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Io che non ho mai avuto una donna per un po'
Ho sempre tenuto le relazioni distanti
Vogliono tutte prender qualcosa che non ho
Non ci si lega alle persone quando si è grandi
Dopo arrivi tu, ehi
Nei tu occhi blu, ehi
Trovo la paura che ho di innamorarmi
Tiro su una nube fatta dalle scuse
Che mi invento solo per non avvicinarmi”



Come olio e acqua
 

 
Freddo.
È la prima cosa che sente dopo essere stata arrestata. Che ricorda.
Vi si è risvegliata dopo poche ore, il pavimento ghiacciato e duro le hanno reso la schiena dolorante. Ma non importa.
Powder, lei è importante! Dov’è adesso?! Piangeva, l’ha lasciata da sola... Le ha voltato le spalle, è stata davvero un’idiota! E adesso… Forse la sua sorellina è…
Urla, non è giusto che si trovi lì. Chi ce l’ha portata?! Che qualcuno la liberi, che qualcuno le dia qualcosa per aprire quella dannata cella! Non è nel suo stile, implorare. Ma Powder è sola, deve raggiungerla, deve assolutamente raggiungerla. È una bambina, non meritava niente di quello che è accaduto.
Vi non si prende del tempo per elaborare il lutto, per pensare ai suoi fratelli e a suo padre che ha visto morire. Non c’è tempo. La voce è disperata, urla sempre più forte ma nessuno passa di lì. Non le portano nemmeno la cena, rimane nella cella scossa dai brividi di freddo e con le lacrime a rigarle il viso. È arrabbiata, cavolo se vorrebbe prendere a testate il muro.
Stupida, stupida, stupida.
Lo ripete per quindici volte, ma è dalla prima che inizia a dare pugni al muro. Forse spera che venga giù, forse spera che il dolore fisico cacci via quello emotivo. Non sa che sperare, in verità. Sa che ora ha dolore alle mani, non si sente più la schiena e il cuore è frammentato.
Sputa sulle ferite, prova così a guarirle. Il sangue macchia le bende delle mani già sporche.
Le trema il labbro. Non sa se è per il freddo. Probabile.
Si illude che sia così e dopo anni ricorderà solo che aveva freddo, quella notte.
 
Persone.
Ce ne sono tante, in quella prigione. Ma nessuna è degna di essere definita umana. Nemmeno lei, in verità. Ma prendersela con gli altri è più semplice, deve tenersi in forma del resto. Il suo nome non rimane un mistero per molto tempo. Imparano tutti a capire che tipo sia Vi. Non hanno bisogno di sapere che crimine ha compiuto per essere lì, sanno da dove proviene. Basta quello. Come se poi, non fossero tutti dello stesso posto.
Vi ha tanta rabbia dentro di sé, si sfoga con chiunque. Ha provato più volte a prendersela con il ragazzo della guardia notturna. È un novellino, si spaventa con poco. Non importa se è giovane e ingenuo, il mondo non è giusto e quel posto è il sinonimo del degrado più assoluto. Che si fotta anche lui. E poi ricorda che anche Powder ha sempre avuto paura, anche di cose stupide.
Sbagliava Vander a dire che ha cuore, che è una brava persona. Lei queste qualità non le possiede. A Vi non importa niente, nessuno.
Più passano i giorni, le settimane, più diventa scontrosa e in cerca di qualcuno con cui sfogare la sua ira.
Pensa che un giorno uscirà, da lì. Che rincontrerà sua sorella, che vivranno felici. Ma di Powder probabilmente non rimane niente, ora.
Busserà poi alla sua porta una ragazza, una guardia, un pasticcino.
 
Sette anni, setti maledetti anni ci vogliano perché scopra che Powder è viva. È solo per un momento che il freddo cessa di esistere. Perché poi nascono le domande, le preoccupazioni.
In che guai si è cacciata?!
Quella guardia, che cosa vuole? Cosa sa?
Nessun dubbio trasuda però dalla sua voce, dal suo sguardo. Vi ha sempre un portamento fiero, ma il pasticcino non sembra da meno.
-Cosa sai? –le chiede incessantemente. Porta spesso la mano sul suo fucile, come a tenersi pronta in caso di attacco.
Tsk, come se riuscissi a prendermi.
-Ti aiuterò, non ti basta la mia parola? –
-No. –Non ha peli sulla lingua ma nemmeno altre scelte e Vi questo lo sa. Per questo gioca, si diverte anche a prenderla in giro. Cammina fra i tetti, salta da una casa all’altra e non si volta mai per vedere se pasticcino la sta seguendo. Che si fotta, che si perda.
E invece non lo fa.
Non la perderà mai, ma lo scoprirà solo poi.
 
Si ci può fidare del pasticcino. È coraggiosa e lotta costantemente. Come lei. Ed è allora che quel nomignolo assume un significato diverso. Non c’è più sfregio nelle sue parole, solo normale affetto. Come quel “scimmietta” rivolto a Powder.
-Sei dolce, come un pasticcino. –Probabilmente è la ferita che le ha annebbiato la vista, che la fa delirare. Ma le gote hanno assunto un colorito rossastro. Un sorriso ha incurvato le labbra e ha scosso leggermente la testa.
Caitlyn. Così si chiama. Forse non userà mai quel nome. Ma saperlo le piace.
Vi si perde nei suoi occhi blu, così piccoli e profondi. Ha un tocco saldo, capace di darle conforto. Un contatto umano… da anni non ne aveva uno. Quella ferita potrebbe ucciderla, potrebbe essere l’ultima volta che è su quella terra. Non è da lei arrendersi, sa che deve lottare. Non può morire per una stupida ferita! Ma le forze l’abbandonano, non riesce a tenere gli occhi aperti.
Non riesce, non riesce.
E di nuovo il tocco saldo di Caitlyn la salva, riesce a guarirla. Non pensava le sarebbe mai servito un principe azzurro.
-Il fucile? –Sposta una ciocca blu dal viso prima di alzare le spalle e girare gli occhi. –Sei una folle. –
-Non ringrazi mai tu? –E Vi ride. Dimentica le fitte dolorose, i problemi che gravano su di lei e ride.
Può fidarsi del pasticcino, può davvero fidarsi di lei.
Perché è così sollevata?
 
Dovrebbe averlo imparato che il Sottosuolo non regala gioie senza prendersi qualcosa in cambio.
La felicità di vedere di nuovo Powder si sgretola, appassisce in un istante appena capisce che mostro è stata capace di creare.
Jinx.
Non è Powder, non è sua sorella, non può esserlo.
Colui che una volta chiamava “piccoletto”, sette anni prima, ora è un uomo, è capace di badare a sé stesso e creare rivoluzione.
-Non è Powder quella, dimenticala –Non può dimenticare sua sorella, non lo farà mai. Deve solo accettare che è cambiata ma non è facile. Nulla lo è, per la gente come lei.
Ma ciò che più la solleva è la sua nuova alleata, la sua nuova spalla. Caitlyn non è come tutta la merda che ha sempre visto in quel mondo, è diversa.
Si morde il labbro.
No, non è vero che è diversa. Alla fine anche lei insegue un suo obiettivo, non gliene importa niente del Sottosuolo.
Si morde di nuovo il labbro.
Vi vorrebbe gridare. È tutto troppo e in troppo poco tempo. Non è facile, non riesce a gestirlo. Non lo capisce perché si sente più leggera se lei l’è vicino. Non capisce perché cerca di sabotare quel sentimento che è la cosa più bella che prova da anni, forse non l’ha mai provato.
Costruisce castelli di sabbia intorno alla figura di Caitlyn, dimentica però che basta un soffio di vento per abbatterli.
Basta l’abbraccio che si danno sul ponte a infonderle coraggio, a rassicurarla del fatto che davvero è sua alleata. La sua compagna. Ha dei lineamenti così dolci, vorrebbe morderle il naso per quanto la trova adorabile. Vorrebbe memorizzare ogni lentiggine che le appare sul volto, ogni sfumatura degli occhi.
In quel momento, Vi ne è certa.
È innamorata del suo pasticcino.
Ma è certa anche di un’indelebile verità (che è in realtà una menzogna, un altro castello di sabbia, ma è troppo ceca per vederlo).
Sono come olio e acqua.
 
Scoprirà poi che l’olio e l’acqua non hanno bisogno di fondersi per vivere bene insieme. Possono essere due elementi a sé stanti, ma comunque insieme.
 
 
 
 
 
 
|||Angolo Autrice|||
Spero che questa storia vi sia piaciuta, l’ho scritta dopo aver finito “Arcane” e la pubblico solo adesso perché volevo dare un finale diverso. Tuttavia, reputo che sia meglio che la storia si concluda così.
Spero che vi abbia intrattenuto, ci si vede in progetti futuri!
Mo0ny!
 
 
 
   
 
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