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Autore: eddiefrancesco    04/03/2022    1 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Con una fitta di apprensione, Kit pensò che quella donna poteva anche essere una ladra che era andata a cercarlo per motivi che non riusciva davvero a immaginare. Miss Ingram avrebbe potuto negarlo, certo, eppure lui doveva chiederglielo lo stesso. «Mi perdonerete, quindi, se non sono disposto a farmi menare per il naso, Miss Ingram» riprese. Si interruppe per fissarla con aria inquisitoria. «Voi siete proprio la persona che dite di essere?» Lei era in controluce e Kit non riuscì a leggere nei suoi occhi. In ogni caso Miss Ingram non distolse lo sguardo e questo lo colmo' di sollievo. Invece di rispondere con vibrante proteste o lacrimose confessioni, lei si limitò ad annuire. Poi piegò la testa su una spalla, come se lo stesse esaminando. «Se dubitate di me, come mai ci troviamo qui?» gli domandò. Kit avrebbe potuto darle diverse risposte, alla fine, però, scelse la più semplice. «Perché, Miss Ingram, sono un gentiluomo.» Avvolta nella pesante giubba da viaggio, Hero si distese sulla coperta che Mr. Marchant aveva dispiegato per lei davanti al fuoco. Neanche avesse saputo che lei era tormentata da un freddo perpetuo, pensò, prima di respingere quell'ipotesi assurda. La ragione vera del comportamento di Mr. Marchant era molto più banale e non comportava alcuna conoscenza personale della sua situazione. Era semplicemente il gesto di un gentiluomo. La parola veniva usata di solito per descrivere quasi tutti gli esseri umani di sesso maschile, eccetto i poveri, i servi e i nuovi ricchi. Eppure, Hero si chiese se avesse mai conosciuto un gentiluomo nel vero senso del termine, una persona retta, gentile, premurosa... Sono un uomo semplice, aveva affermato lui. Ciononostante, lei non pensava affatto che Christopher Marchant fosse semplice. Con la schiena rivolta verso il fuoco, Hero lo guardò da sotto le palpebre socchiuse. Doveva essersi messo a sedere contro la porta in modo che, se si fosse appisolato, avrebbe sentito chiunque avesse tentato di entrare. Non doveva stare molto comodo, con le braccia conserte e le lunghe gambe distese. Anche se di norma non si preoccupava di simili dettagli, Hero si scoprì a pensare agli spifferi, alla superficie dura della porta, alla posizione scomoda... Avrebbe potuto invitarlo a sistemarsi davanti al camino. Quel pensiero strampalato era nato dal calore che induceva al sonno e il suo cuore cominciò a martellare di aspettative e di timore. Di colpo sveglia, comprese che non avrebbe potuto abbandonarsi a una falsa sensazione di sicurezza solo perché il suo compagno la trattava meglio di quanto avesse mai fatto chiunque altro. Un bello sfoggio di buone maniere, niente da dire, ma che cosa sapeva lei di Christopher Marchant? Per quanto sentisse fortissimo il bisogno di accettare la protezione di quello sconosciuto, Hero sapeva di non poter contare su nessuno a parte se stessa. Lui non le aveva forse dimostrato molte volte di non essere ciò che sembrava? Di conseguenza, poteva anche non essere un gentiluomo che affermava di essere. Ormai la sua diffidenza si era destata ed Hero stabilì che non avrebbe ceduto al sonno. Da sempre dormiva poco e male; non le sarebbe stato difficile tenere alta la guardia ora che si trovava da sola con quell'uomo, per quanto fosse difficile. Ben presto, invece, il calore del fuoco la rilasso', le palpebre si appesantirono e dopo un poco si chiusero del tutto. La tensione abbandonò il suo corpo, facendole rammentare la cavalcata di quel giorno, quando si era aggrappata all'energia e alla forza di Mr. Marchant. Cercò di scacciare il ricordo, ma i pensieri continuarono a tornare a quando aveva posato la guancia contro la schiena muscolosa, appoggiandosi a lui. E su quell'immagine si addormento'. Un gallo cantò, lontano, ed Hero si sveglio' di soprassalto. Udì un tonfo e aprì gli occhi. Anche Mr. Marchant si era destato con un sussulto e si stava strofinando la nuca. Il suo sguardo si soffermo' sulle lunghe dita che passavano tra i capelli scuri e folti, sull'inclinazione della testa, sulle labbra piene. Mr. Marchant aveva la fronte corrugata, come se qualcosa lo infastidisse. Se Hero non avesse avuto il cuore che martellava fino a farle male, avrebbe sorriso di quella reazione. Semplice. Naturale. Seducente. Percependo lo sguardo di lei, Mr. Marchant la scruto' da sotto le ciglia, inchiodandola con la sua espressione penetrante. Tutto quello che Hero sentiva per lui, e anche di più, lei lo vide riflesso nei suoi occhi come uno specchio. Turbata, fece un respiro profondo. Solo in quel momento realizzò che era ancora distesa davanti al camino e che le forcine che avevano fermato la sua acconciatura erano sparite, lasciandola con i capelli sciolti in lunghe ciocche folte. In breve, era rilassata, calda, languida e sonnacchiosa. Hero si affretto' a rettificare quella situazione. Non che si aspettasse di destare la passione di un uomo vestita così, come un ragazzo; figurarsi poi se l'uomo in questioni era l'affascinante Mr. Marchant, eppure negli occhi di lui aveva visto qualcosa che l'aveva resa cauta... ed esaltata. Distolse in fretta lo sguardo e si alzò in piedi, stringendosi addosso la giubba. «È giorno. Dobbiamo rimetterci in cammino.» borbotto'. Gli voltò la schiena e udì un brontolio di assenso mentre anche lui si sollevava da terra. Il suono dei suoi movimenti le fece rizzare i capelli sulla nuca. Aspetto' tesa, finché non lo sentì aprire la porta e uscire. Solo allora riprese a respirare - non si era neppure accorta di avere smesso di farlo - e raccolse di nuovo i capelli sotto il berretto. Le tremavano le mani, notò con irritazione. E dopo? Che cosa le sarebbe successo? Avrebbe cominciato a balbettare? Hero maledisse la capacità di quell'uomo di sconvolgere i suoi sensi e di confonderle la mente proprio quando aveva maggior bisogno di lucidità. Si inginocchio' davanti al camino per spegnere le ultime braci. Rabbrividi'. Meglio avere freddo che essere intontiti dal caldo. Quando ebbe finito, Mr. Marchant era già rientrato in casa ed Hero si girò a guardarlo con un sorriso freddo. Lui parve non accorgersene. Fecero rapidamente colazione con il pane e il formaggio che Mrs. Osgood aveva avuto la premura di preparare prima che partissero. Dopodiché lui andò a sellare i cavalli mentre Hero cercava di cancellare le tracce della loro presenza nella casa. Infine, sulla soglia, si voltò a guardare per l'ultima volta quel posto. Era un'angusta casa di contadini, vecchia e polverosa, ma la piccola stanza era più confortevole della sua camera da letto a Raven Hill. Il suo sguardo indugio' sul caminetto, davanti al quale aveva dormito profondamente forse per la prima volta in tutta la vita. Un'ondata di emozioni sconosciute la inchiodo' lì dove si trovava fino a quando una corrente d'aria fece tremare le imposte. Quel rumore la riscosse. Hero uscì e richiuse la porta dietro di sé. La chiara luce del mattino era filtrata dalla fischia che sembrava essere una presenza costante in quelle lande. Un'atmosfera che Raven avrebbe trovato di suo gusto, senza dubbi. Hero invece non vedeva l'ora di ripartire. Con quella nebbia, Mr. Marchant avrebbe potuto condurla ovunque e sarebbe stato difficile mantenere l'orientamento. «Cercheremo il più possibile di evitare le strade maestre» annunciò Christopher Marchant mentre la aiutava a salire a cavallo. «E ci dirigeremo a est.» «A Cheswick.» «A Raven Hill» la corresse lui. «Cheswick è più vicino» puntualizzo' Hero. Il suo compagno di viaggio gemette e lei represse un sorriso, perché aveva imparato che Mr. Marchant aveva quella reazione ogni volta che si sentiva contraddetto o pressato. Cominciavano a piacerle quei grugniti, quasi più dei suoi sorrisi. Che erano molto più pericolosi. Hero non poteva permettersi alcuna distrazione. Si impose di concentrarsi sulla strada che stavano percorrendo, invece che sul suo compagno di viaggio. Purtroppo c'era ben poco da osservare. Le stradine che Mr. Marchant prendeva erano sentieri a malapena indicati, senza alcuna traccia di vita, soltanto brughiera spoglia e sempre uguale. La nebbia non la preoccupava, perché Hero non era mai stata incline alle fantasie morbose. Non si poteva vivere tutta la vita a Raven Hill e lasciare briglia sciolta all'immaginazione... perlomeno se si voleva conservare la sanità mentale. Ciononostante, mentre attraversavano una valletta, la nebbia li avvolse del tutto, traendo una strana eco dai loro movimenti. Ed Hero cominciò a chiedersi se quei suoni fossero prodotti dai cavalli o da qualcos'altro, forse perfino dai loro inseguitori. All'improvviso qualcosa sbuco' dalla nebbia, una sagoma alta, cupa e minacciosa. Hero soffoco' un'esclamazione di paura e cercò la pistola che portava nella giubba, mentre Mr. Marchant continuava tranquillamente a cavalcare davanti a lei. Allarmata, Hero si sentì ghiacciare e il respiro le si bloccò in gola. Poi però i contorni della sagoma si manifestarono, prendendosi gioco delle sue paure. Come si sarebbe divertito Raven se l'avesse vista spaventarsi per una pietra, per quanto grossa e di forma così insolita che Hero si domando' come avesse fatto a finire in quel punto preciso, nel bel mezzo del nulla. Sprono' il cavallo e chiamò Mr. Marchant. «Cosa rappresenta questa roccia? Un segnale?» «È un menhir» le spiegò lui. «Ne ho scoperti parecchi qui intorno. Isolati, come questo, oppure disposti a cerchio, a file o a tumulo. Si pensa che siano opera dei druidi che un tempo abitavano in questa regione. Forse Mallory decise di costruire qui la sua casa proprio perché gli antichi druidi si erano stabiliti nella zona, ricca di querce e di corsi d'acqua che per loro erano sacri.» Hero lo scruto': l'espressione di Mr. Marchant era indecifrabile. All'inizio, non sapendo come interpretare i suoi riferimenti ai druidi, li aveva ignorati. Ma ora l'argomento si ripresentava e lei non lo trovava affatto rassicurante. «Credete che i druidi rivogliano indietro il libro?» domandò. «Gli uomini che collocarono qui i menhir sono morti da secoli e la loro storia e le loro tradizioni sono ormai dimenticate. Quelli che attualmente si definiscono druidi perlopiù si riuniscono con scopi sociali o filantropici. Tuttavia ce ne sono altri che hanno abbracciato solo la componente oscura e brutale della religione dei loro predecessori.» Dopo aver pronunciato quelle parole Kit si chiuse in un silenzio assorto che impedì a Hero di porgli ulteriori domande, nonostante la sua spiegazione non l'avesse per nulla rassicurata. Mentre lo seguiva passivamente, non poté fare a meno di pensare di nuovo che lui avrebbe potuto condurla ovunque. E per qualsiasi scopo. Non si spaventava facilmente, ma la prospettiva di trovarsi nella brughiera nebbiosa, sola con un uomo forte e ossessionato dai druidi, le diede i brividi. Secondo Christopher Marchant, il testo di Mallory aveva ispirato omicidi e perversioni... Continuò a seguirlo. Che cos'altro avrebbe potuto fare? Per quanto fosse a disagio, Hero pensò di nuovo che quella fosse la tipica situazione che Raven avrebbe potuto orchestrare. Lui non aveva mai scritto romanzi gotici, tuttavia gli piaceva vivere come i protagonisti di quelle storie, con relativo corredo di orrori e di tragedie. Era stato lui ad architettare l'incontro con Christopher Marchant, apparentemente così galante, che si era offerto di accompagnarla? Peggio ancora, Raven aveva convinto un pazzo, Christopher Marchant, a rapirla? Il suo compagno aveva ammesso che un mandato di cattura era stato spiccato contro di lui e, nelle attuali circostanze, l'informazione assumeva un nuovo significato. Mr. Marchant era il gentiluomo che sosteneva di essere o qualcosa di completamente diverso? Hero aveva trascorso tutta la sua vita adulta a dare la caccia a libri rari e a contrattarne l'acquisto per conto di Raven, trascurando tutti gli altri aspetti della vita, ma ora sentiva la propria risolutezza venire meno. In che razza di pasticcio si stava cacciando?
   
 
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