Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: eddiefrancesco    07/03/2022    1 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il disagio di Kit aumentò ulteriormente quando, esaminando a tentoni il costume che lei gli aveva praticamente conficcato nello stomaco, si rese conto che non si trattava di un domino, il classico mantello con cappuccio che si portava con una mezza maschera e che costituiva il più semplice dei travestimenti. «Che cosa diavolo mi avete preso?» le chiese, pentito di non aver esaminato il costume alla luce. Quando era ancora alla locanda. Da solo. «Un costume da Arlecchino» gli comunicò Miss Ingram. «Era l'unico a portata di mano. Ce n'era una pila, calzoni con casacca abbinata, e io ho afferrato quello in alto.» «Non posso indossarlo.» Gli era bastato saggiarlo alla cieca e sapeva già che era troppo piccolo per lui, non sarebbe riuscito a infilarlo sopra i vestiti. Non aveva certo intenzione di spogliarsi in quel capanno buio, con o senza Miss Ingram. «D'accordo» borbotto' lei. «Potete prendere voi il domino e io mi vestiro' da Arlecchino.» «Neanche per idea!» Il pensiero che Miss Ingram andasse in giro con quel costume addosso era addirittura più ripugnante che indossarlo lui stesso. Almeno, travestita da ragazzo, lei portava calzoni pesanti e tutto considerato era coperta da diversi strati di stoffa: camiciola, camicia, farsetto e giubba... I costumi di Arlecchino invece erano notoriamente aderenti, tanto da essere i preferiti dei bellimbusti che amavano mettere in mostra i loro... pregi. «Perché non lasciate a me il domino e voi non vi tenete semplicemente il vostro solito travestimento da ragazzo?» Le suggerì Kit, speranzoso. «Le donne spesso si mascherano da uomini e viceversa, ai balli in costume.» «Non voglio farmi vedere nel mio solito abbigliamento.» «Quindi indosserete due costumi? Uno sopra l'altro?» Di nuovo lei gli conficco' il domino nello stomaco. «Ecco, scambiamoceli.» «No.» Kit tenne il costume di Arlecchino fuori della sua portata, nonostante gli piacesse il tocco della mano di Miss Ingram che brancolava nel buio, contro il suo petto. Se non fosse stato così freddo e se le circostanze fossero state diverse, avrebbe afferrato quella mano e... «Allora sbrigatevi» gli sussurro' lei con urgenza. «Abbiamo bisogno di restare il più a lungo possibile in biblioteca.» Con un gemito, Kit si girò. Avevano abbandonato i voluminosi mantelli da viaggio preferendo le giubbe, più pratiche. Eppure lui non riusciva a sfilarsi la sua, aderente, e non voleva farsi aiutare da Miss Ingram. Quando erano in compagnia femminile, gli uomini non mostravano mai in maniche di camicia. Miss Ingram si rendeva conto di cosa stava pretendendo da lui? Kit cominciava a chiedersi se per caso non fosse cresciuta in mezzo ai lupi o in qualche tribù di selvaggi che ignoravano le più elementari regole di comportamento delle società civili. Con una serie di contorsioni, riuscì a togliersi la giubba e la ripiego' alla bell'e meglio, quindi cercò invano di infilarsi la casacca sulla camicia. Era così stretta che avrebbe dovuto portarla sulla pelle. Comunque, ora aveva più caldo rispetto a quando era entrato nel capanno. E, più vestiti si toglieva, più si scaldava... Cercò di concentrarsi sugli indumenti da togliere e ripiegare con cura, ma l'operazione divenne molto difficile quando un dolce profumo femminile gli solletico' le narici e lui udì il fruscio dei movimenti della sua compagna, troppo vicino per la sua tranquillità d'animo. Si scosto' un poco, per evitare che Miss Ingram sfiorasse la sua pelle nuda. Ma lo spazio era davvero esiguo e lui andò a sbattere contro un oggetto non meglio identificato, appeso a un gancio. L'oggetto prese a oscillare con un rumore metallico, che nel silenzio sembrò assordante. «Ssh!» sussurro' Miss Ingram. Prima che Kit se ne rendesse conto, le mani di lei gli furono addosso per sostenerlo. Era addirittura peggio del contatto accidentale che aveva temuto, perché le dita della giovane donna, che si era levata i guanti, erano sul suo petto nudo. «Che... che cosa state facendo?» gli chiese Miss Ingram, con una voce che non sembrava affatto la sua. «Cerco di mettermi una casacca che è stata fatta per qualcuno grosso la metà di me» le sussurro' di rimando Kit. Figurarsi! Non si sarebbe mai spogliato per qualsiasi altra ragione. Se anche l'avesse fatto, di sicuro non sarebbe successo nel vivaio del Conte di Cheswick. «Avrei dovuto prendere io il costume di Arlecchino. Sono più piccola di voi.» «Sì... no...» Kit cercò di non pensare a Miss Ingram che si spogliava del tutto. Nel silenzio che seguì, rimase semplicemente dov'era, riluttante a sottrarsi alla sua carezza. Nello spazio angusto, l'aria sembrava crepitare per la tensione generata dai loro due corpi, e Kit ebbe la tentazione di scoprirle le mani con le proprie. Dato che entrambi stavano trattenendo il respiro, il silenzio era rotto soltanto dal suono distante delle carrozze e dall'andirivieni dei domestici, finché Kit non udì un altro rumore. Era un topo che si muoveva nel capanno o lì fuori c'era qualcuno? Anche Miss Ingram doveva averlo udito, perché d'un tratto lui non sentì più le sue mani. Rimasero entrambi immobili, le orecchie tese, ma lo scalpiccio cessò. Era stata comunque un'esortazione a proseguire con il loro piano invece di indugiare in un luogo e in una situazione irti di pericoli. La posta in gioco era troppo alta, non ultima la reputazione di Miss Ingram, che sarebbe stata irrimediabilmente rovinata se fossero stati scoperti insieme in un capanno buio. Quando si fu infilato la casacca dalla testa, Kit si chino' per togliersi i calzoni e indossare quelli del costume. Doveva muoversi adagio, per timore di strappare la stoffa. In vita sua non aveva mai portato niente di tanto stretto. Si raddrizzo' e inspiro' a fondo, per accertarsi di riuscire ancora a tirare il fiato, dopodiché cercò con discrezione di sistemare i calzoni aderentissimi nella zona più delicata della propria anatomia. «Forse dovremmo farci passare per marito e moglie.» Kit raggelo'. «Sarebbe una scusa più credibile, casomai venissimo colti in fragrante» proseguì Miss Ingram, imperterrita. «Fratello e sorella non si darebbero appuntamento in biblioteca per un incontro galante.» Stava parlando della loro messinscena, naturalmente. Kit si diede dell'idiota per aver immaginato altre possibilità. Probabilmente lei aveva ragione. Non ci sarebbe stato niente di strano se una coppia si fosse incontrata in biblioteca, anche se di solito non erano marito e moglie che si davano appuntamento. Tuttavia, un certo grado di intimità sarebbe stato d'obbligo. «Kit» disse lui di punto in bianco. «Che cosa?» «Nessuno mi chiama Christopher.» «Va bene... Kit.» Miss Ingram doveva essersi voltata verso di lui perché Kit avrebbe giurato che l'alito caldo della giovane l'avesse sfiorato quando aveva pronunciato il suo nome. «Hero» sussurro' lei. «Il mio nome è Hero.» «Come nella commedia di Shakespeare?» Kit la sentì stringersi nelle spalle, senza replicare. «A dire il vero, mi ricordate più Beatrice» le spiegò, riferendosi all'esuberante eroina di Molto rumore per nulla. Era estremamente sconveniente che due persone non legate da vincoli di parentela usassero i nomi di battesimo, ma anche spogliarsi in un luogo buio lo era. Peggio ancora, comunque, era intrufolarsi senza invito al ballo in maschera del Conte di Cheswick. «Andiamo» disse lei, come se gli avesse letto nel pensiero. Muovendosi a tentoni, Kit trovò un secchio asciutto e ci infilò dentro i propri abiti. Li avrebbe ritrovati lì al ritorno? Pensando a quello che indossava al momento, si avvolse nel mantello. Aprì la porta - appena uno spiraglio - e sbircio' fuori. Lo scalpiccio riprese immediatamente e lui rimase immobile, aspettandosi che qualcuno sbucasse dalle tenebre per aggredirlo. Ma quando vide uno scoiattolo che sfrecciava velocemente su per un albero vicino, lasciò andare il respiro e uscì dal capanno, seguito a poca distanza dalla sua compagna.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: eddiefrancesco