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Autore: shinepaw    10/03/2022    0 recensioni
L'amore, in ogni coppia, è un sentimento destinato a cambiare. Cosa fare quando esso svanisce? È giusto restare insieme ad ogni costo?
[Ispirato dalla canzone Die Alone (In Your Lover's Arms) della band Holding Absence]
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Waving you goodbye tonight, waving you goodbye. Watching you die alone in your lover’s arms."

- Cos’avresti fatto se non mi avessi incontrato?

- Avrei continuato a cercarti, penso.

- Davvero?

- Ma certo. Sei la mia anima gemella.

- Chissà a quante altre persone l’hai detto.

- Non lo negherò, ma con te lo intendo davvero.

***

- Potresti mettere la musica?

Senza rispondermi ti alzi, prendi il cellulare e lo colleghi allo stereo, lasciando che una delle canzoni che tanto mi piacciono si diffonda nel silenzio della nostra camera, poi torni a sederti alla scrivania e ti immergi di nuovo nel libro che stai leggendo, senza degnarmi di un’occhiata.

Non mi guardi mai, ultimamente. I tuoi occhi azzurri, così rari e inconsueti per una creatura come te, sono sempre posati altrove e, anche quando mi guardi, non mi vedi. Mi chiedo se tu non riesca più a trovare in me la bellezza che dicevi di non aver mai visto in nessun’altra persona che ha fatto parte della tua lunga vita.

- Grazie.

La mia voce è così stanca, ma non mi stanco di parlarti, anche quando non rispondi. Mi manca la tua voce. Vorrei tanto sapere cosa ti passa per la testa.

- Qualcosa ti affligge, amore mio?

Alzi lo sguardo dal libro. Sul tuo volto giovane e stupendo non traspare alcuna emozione.

- No - dici, senza aggiungere altro. Privandomi della gioia che la tua voce mi offre. E riprendi a leggere.

Mi sembra di disturbarti, di infastidirti solo osservandoti, quindi lascio vagare lo sguardo lungo le pareti ricoperte di libri, libri miei e tuoi. Presto i miei libri saranno tuoi, perché io non ci sarò più. Non mi hai mai voluto dire quanti libri siano effettivamente tuoi e quali ti sono stati lasciati da… tutti gli altri. Non so se voglio saperlo davvero.

Vorrei sapere tutto di te, ma mi accorgo che non sarà mai possibile. Anche dopo aver passato tutta la mia vita con te, non posso conoscerti fino in fondo. E non è solo una questione di tempo… io so che ci sono parti di te che non mi vuoi mostrare nemmeno ora che sono vecchio e stanco e pronto a dirti addio. Sento, da qualche parte nel profondo della mia anima, che qualcosa è cambiato dentro di te già molto tempo fa. Ma mi fido di te… e voglio credere che, se il mio sesto senso non si sbaglia, mi parleresti, mi diresti cosa è cambiato, vero? Vero?

Sospiri. Vorrei potermi alzare dal letto e massaggiarti le spalle come facevo un tempo, quando le mie mani erano forti e non tremavano mai, neanche quando ero paralizzato dall’ansia o dalla paura. Ma non ne ho la forza e non penso apprezzeresti il mio tocco.

Riponi il libro che stavi leggendo e ne prendi un altro, un grosso tomo impolverato dalle pagine gialle, sottili e fragili, pronte a disintegrarsi alla luce del sole come la tua pelle diafana.

Voglio che tu mi seppellisca in pieno giorno, così forse proverai un minimo di dolore, seppur non dovuto alla mia morte. Hai già detto addio a un numero inimmaginabile di persone, io non farò la differenza, vero? Ricomincerai da capo, dopo di me. Come sempre.

I miei occhi stanchi hanno voglia di piangere.

- Spegni la musica, per favore.

Preferisco il silenzio, quello che ci accompagna da decenni. Un amico fedele, che un giorno comparve alla nostra porta ed iniziò ad insinuarsi lentamente nella nostra vita, per poi prendere il posto delle risate e dello schiocco dei baci e delle lunghe chiacchierate sotto le stelle e delle canzoni in macchina e dei “ti amo” bisbigliati contro il cuscino.

Spegni la musica e, inaspettatamente, ti siedi sul bordo del letto, vicino a me, invece di rimetterti a leggere. La tua mano fredda trova la mia. I tuoi occhi evitano i miei, soffermandosi sulle nostre mani.

- C’è altro che posso fare per te? - chiedi, gentilmente. Non lo so. Puoi amarmi come una volta? Rumorosamente, spensieratamente. Non metto in dubbio che mi ami e sono consapevole che col tempo l’amore cambia, l’abitudine si fa spazio nella vita di coppia… ma mi manca il modo in cui mi amavi.

- No… nulla. Fai già abbastanza per me.

Nonostante il silenzio, nonostante il tuo sguardo sfuggente, nonostante le tue risposte mancate, non hai mai smesso di prenderti cura di me. Voglio credere che tu lo faccia per amore, non per abitudine.

***

Ti ho visto nascere (non letteralmente. Non sapevo della tua esistenza, quando questo mondo ti ha dato il benvenuto). Ti vedrò morire. È così che funziona la vita di voi mortali. È così bello amarvi, e così tragico. Sapete trasformare le vostre brevi vite in qualcosa di straordinario. E tu… tu hai dipinto la mia esistenza millenaria con colori nuovi, almeno per un po’. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho amato qualcuno come ho amato te. Non ho mai smesso di amarti, sia chiaro, ma… mi sbagliavo. Mi sono sbagliato. Credevo che tu fossi la mia anima gemella e mi sono accorto troppo tardi che non è così. La nostra storia sarebbe dovuta terminare molto tempo fa, quando ho capito che non eri la persona giusta per me, ma come potevo lasciarti? Come potevo abbandonarti, dopo aver promesso di rimanere con te fino alla fine, dopo tutti quegli anni di bruciante passione? Il tuo amore avrebbe potuto ridurmi in cenere e ti avrei ringraziato.

So che tu mi ami ancora come il primo giorno. Lo percepisco dal modo in cui mi chiami “amore mio”, da come pronunci il mio nome, da come mi osservi, dal fatto che accetti il mio silenzio e non mi fai mai pesare nulla, sopporti tutto, ti adatti a tutto. E io non ho il coraggio di dirti che non riesco a fingere di amarti ancora così.

È questo il problema: sono un codardo. Tutto ciò che ho vissuto da quando sono stato morso non mi ha insegnato il coraggio. Né il coraggio di parlarti, né di guardarti. Non riesco più a guardarti, ma non perché sei invecchiato, al contrario di me, o perché io trovi il tuo aspetto ripugnante. No, la tua bellezza non è sfiorita, ma il mio amore per te sì. Se ti guardassi, lo capiresti subito. Forse l’hai già capito. Se ti guardassi, mi uccideresti davvero con l’ardore del tuo amore. Ma non posso morire e dovrò trascorrere il resto della mia eternità con questo fardello, sapendo di aver preso il tuo tempo e di averlo usato.

***

- Non preferiresti stare con una persona che invecchierà con te e che un giorno morirà, come te?

- No. Perché me lo chiedi?

- Non so. Curiosità.

- Tu preferiresti stare con un altro vampiro o creatura immortale?

- No… sarebbe noioso.

- Noioso? Pensi che trascorrere l’eternità con qualcuno sia noioso?

- Non intendevo quello. È che… è difficile trovare la persona giusta.

***

- Puoi aprire la finestra, per favore?

Mi alzo e apro la finestra, lasciando entrare il calore estivo e i suoni della notte.

- Grazie.

Torno a letto e mi sdraio al tuo fianco, evitando accuratamente di guardarti. I miei occhi vagano lungo le pareti della nostra stanza, oltre la tua spalla. Il tuo respiro sottile mi solletica il volto.

È la tua ultima notte. Lo capisco dal battito del tuo cuore sempre più lento, dalla stanchezza nella tua voce, da ogni minuscolo, insignificante dettaglio. Ti conosco così bene…

Non so cosa fare. Non è la prima volta che dico addio ad una persona che ho amato, ma tu sei diverso. Eri diverso. E vuoi che ti seppellisca in pieno giorno, me l’hai fatto promettere, e io mantengo sempre le promesse, come ora sto mantenendo la promessa di restare con te fino alla fine. Non è mancanza di coraggio, è essere un uomo di parola. Ma chi voglio prendere in giro… avrei dovuto trovare il coraggio di infrangere questa promessa prima che arrivasse la fine.

È troppo tardi per parlarti. Devo fare la cosa giusta… devo lasciarti andare senza che tu capisca che la nostra vita insieme è stata una lunghissima menzogna.

Mi avvicino a te, accogliendoti fra le mie braccia. Il tuo corpo non è più morbido e tiepido come una volta; rughe e cicatrici costellano la tua pelle e le tue ossa sono ora sporgenti.

Non ho il coraggio di guardarti – ma non posso essere codardo anche mentre stai morendo. I nostri occhi si incrociano per l’ultima volta. La tua mano, fredda quasi quanto la mia, stringe debolmente la mia mano.

- Atlas… - sussurri, abbozzando un sorriso. Vorrei chiudere gli occhi, distogliere lo sguardo, allontanarmi da te. Mi sento morire, eppure tu stai morendo, non io. - Dovevi dirmelo prima. Avresti dovuto dirmelo prima…

È stato tutto inutile. Gli sforzi che ho fatto per tenerti nascosta la verità sono stati invano. È bastato uno sguardo perché tu leggessi i miei pensieri… o forse, chissà, lo sapevi già. Sei sempre stato intelligente e il tuo intuito è quasi infallibile.

Vorrei dirti che mi dispiace, che hai ragione, avrei dovuto dirtelo prima, sono un codardo; tuttavia non riesco a trovare le parole, si sono perse, sepolte dal dolore che provo in questo momento.

- Non importa, Atlas. Anche i vampiri sbagliano. Ti perdono.

Non merito il tuo perdono. Avresti potuto trovare un’altra persona, un mortale, con cui passare il tempo che hai trascorso con me, invece di vivere in una bugia fino al tuo ultimo respiro. Meritavi di condividere la tua vita con qualcuno che avrebbe smesso di amarti solo alla morte. Meritavi di meglio…

- Grazie di aver mantenuto la tua promessa - e, lentamente, chiudi gli occhi, addormentandoti per sempre.

***

Il sole è alto nel cielo e impietoso sulla mia pelle chiara e delicata, ma non rientro in casa, sebbene la mia opera sia terminata. Voglio restare ad osservare i fiori sulla tua lapide ancora per un po’, mentre lacrime silenziose rigano il mio volto. Chissà se nell’aldilà ti sorprendi di vedermi piangere. Non sono senza cuore, sai? Ti ho amato genuinamente e non ho smesso di volerti bene anche quando l’amore si è affievolito e poi spento.

Mi mancherai. Non te l’ho detto… ma forse è meglio così. Non ti ho dimostrato abbastanza quanto apprezzassi la tua compagnia e non volevo che pensassi che ti stessi mentendo. Ma mi mancherai davvero.

Avrei dovuto fare diversamente tante, troppe cose. Magari, quando sarò stato in lutto a sufficienza, troverò una nuova persona e non commetterò gli stessi errori che ho commesso con te. Ma adesso… le lacrime sono inarrestabili e i rimorsi mi divorano.

- Addio…

Ho mantenuto anche questa promessa. Ho restituito il tuo corpo alla terra in pieno giorno. Sei morto da solo fra le braccia fredde della persona che amavi, ma spero che tu sia felice, ovunque ti trovi, e che il sole possa finalmente riscaldarti come io non avrei mai potuto fare.

Non ero la persona giusta.

   
 
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