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Autore: kamy    11/03/2022    1 recensioni
Vegeta non vuole ammettere 'le sue nuove condizioni' ed Elly non vuole lasciarlo da solo in un momento difficile come questo.
[Fa parte di DBNA, successivo a Fallen Moon].
Elly appartiene a TheBlueMusketeer.
Genere: Avventura, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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26 prompts challenge: 17/26: ESPIAZIONE: 1.
Riparazione di una colpa commessa e liberazione dalla stessa mediante l'accettazione e la sopportazione della pena inflitta a tale scopo.
2.
Nel mondo pagano, propiziazione della divinità offesa, mediante offerte, riti e sacrifici di vittime.
Parole: 756.


Cecità

 

Vegeta strisciò la mano contro la parete, sentiva cose fredde e lisce avvicendarsi con materiali più ostici, fastidiosi al tocco e appuntiti. Non riusciva a individuarne le fattezze, gli sembrava di trovare innumerevoli bordi, spesso ondeggiava e andava a sbattere. Colpì con il ginocchio uno spigolo e ingoiò un gemito.

"Non ho nessuna intenzione di chiamare aiuto. Non è possibile che il principe dei saiyan non arrivi a quello a cui deve da solo… Ne va del mio orgoglio!" urlò mentalmente. Cercò di raddrizzare la postura, strisciando con il fianco sulla parete, lì dov’era libera da altre superfici.

Trovò vuoto davanti a sé e cadde per terra, gli sfuggì un gemito soffocato. Ringhiò, sentendo il corpo dolergli e strisciò, tastando il pavimento. Sentì un profumo e si ritirò indietro, captò dei suoni nell’oscurità e mosse le mani davanti a sé.

«Ce la faccio da solo» disse preventivamente.

Delle braccia sottili, con delle mani dalla presa ferrea per quanto minute, lo issarono. Vegeta si divincolò, ma l’altro lo tenne fermo, aiutandolo a raggiungere la parete.

Vi si appoggiò, adagiando la guancia sulla superficie. «Lo sapevo che c’era l’angolo, qui… Ora lasciami che devo andare in cucina. Tsk, non ho bisogno della balia» ringhiò. Rabbrividì sentendo il tocco di una carezza sulla guancia e avvertì gli occhi bruciare.

«Preferivo un pugno da parte tua, Elyanor.

Non sono così debole come ti devo sembrare in questo momento» disse Vegeta con voce stanca. «Non c’è nessuna debolezza nel farsi aiutare» gemette Elly.

Vegeta si allontanò da lei, cercando di darle le spalle, la schiena leggermente piegata di lato e incurvata. Sentì il vuoto sotto uno dei piedi e tastò, riconoscendo dei gradini. Mosse le mani, fino a trovare il corrimano, il suo battito cardiaco accelerò perché a ogni gradino sceso sentiva la sensazione di precipitare. Rischiò di cadere ed Elly lo afferrò, impedendogli di farlo.

«La mia prima impressione resterà sempre quella giusta, su di te. Smettila di fare l’orgoglioso per almeno cinque minuti e accettalo. Non ci vedi, Vegeta…» lo richiamò lei.

«Lo so che sono cieco…» ribatté Vegeta con voce roca. Si divincolò, ma Elly lo aiutò a scendere la scala contro la sua volontà. «Perché non te ne torni dal tuo muso verde? Scommetto che sarà con gli altri terrestri a sparlare di quanto sono diventato inutile adesso» disse con tono acido.

Sentì Elly ingoiare un sospiro di rabbia. «Non mi farai esplodere, non soffocherai la sofferenza mentale in quella fisica» disse lei.

Vegeta rabbrividì al tono di voce gentile di lei.

"Smettila! Non mi mostrerò debole davanti a una ragazzina che potrebbe essere mia figlia! Non avrai le mie lacrime! Non mi sfogherò davanti a te…" pensò, stringendo le labbra fino a farle sbiancare.

«Tutto questo è successo a causa mia, permettimi di espiare questa mia colpa. Permettimi di occuparmi di te…» sussurrò Elly, lasciandolo andare superato l’ultimo gradino.

«Non dirlo nemmeno per scherzo. Dovresti saperlo che non ti avrei permesso di sacrificarti come vittima agli dei!» gridò Vegeta. Una vena iniziò a pulsargli sulla fronte spaziosa, mentre il suo viso si accaldava. «Sono io che ho offeso gli dei» ribatté Elly.

Vegeta sentì il rumore dei movimenti di lei farsi più forte, riconosceva dei colpi secchi dati alla stoffa dei vestiti.

«Smettila di agitarti come una gallina. Se gli dei ci vedono come dannate vittime non è certo colpa tua. Hai fatto quello che era giusto e non ti devi infliggere nessuna colpa. Occuparti di me non dev’essere la tua pena.

Io non privo nessuno della sua libertà» disse. La sua voce si era fatta roca, ancor più matura.

«Non è occupandoti di te che la espierò, ma sopportando il tuo carattere. Voglio aiutarti perché ti voglio bene, burbero saiyan. Sei il ‘peggiore’ dei miei padri adottivi, ma sei quello che più si sacrifica.

Rivaluterei la tua sindrome dell’eroe, è peggiore di quella di Goku» disse Elly.

Vegeta la sentì stringergli il petto e si nascose il viso tra le mani, le gambe gli cedettero. «N-non… Non obbligarmi…» esalò, la sua voce trasmetteva sconforto. «Non ti obbligo a niente, qualsiasi cosa accada racconterò che il tuo orgoglio non ha mai vacillato» giurò Elly.

Vegeta serrò la maglietta di Elly, sfiorandole con le nocche delle dita abbronzate la lunga treccia e scoppiò a piangere, sentendo le proprie lacrime inumidirle i vestiti.

"Non racconterò mai di questo sfogo, nemmeno a sensei. Te lo giuro, Vegeta…

La mia ‘espiazione’ sarà ridarti la vista. A costo di sfidare gli dei stessi!" promise Elly mentalmente.

  
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