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Autore: crazy lion    12/03/2022    0 recensioni
Che succede quando una sirena si imbatte in una creatura più piccola e indifesa? Tutti sanno che proteggere e difendere sono istinti umani, ma le sirene stesse non sembrano fare eccezione. E' questo il caso di Lucia e della piccola Emiko, bambina che nasconde un segreto in buona fede, guidata da un cuore piccolo ma grande come la sua forza di volontà. Lasciate che si fidi di voi, accompagnandovi per mostrarvi come sarà il suo futuro accanto alla sirena dalla perla rosa. Disclaimer: i personaggi non mi appartegono, ma sono proprietà degli autori che li hanno ideati. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaito, Kaito Domoto, Karen, Luchia Nanami, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA GIOVANISSIMA PERLA





PREMESSA
 
Prima di lasciarvi alla lettura di questa storia vorrei scrivere alcune note.
1. Non ho ancora visto tutta la seconda serie dell'anime, sono all’inizio, quindi questa storia è ambientata alla fine della prima.
2. L'ispirazione mi è venuta dalla sigla e da altre canzoni, e dall'episodio 36 che, se non avete visto, vi consiglio di guardare, perché è molto bello.
3. La storia sarà più seria e tratterà temi più adulti dell’anime, come l’adozione.
4. Per questioni di trama, ho alzato l'età dei personaggi, che qui sono adulti.
5. Mi sono inventata come sono le fatine dei coralli, dato che non vedendo no so se nell'episodio 36 ce ne fosse una. C'era una neonata che in realtà era una fatina, ma non so se si è trasformata.
6. Non ho trovato informazioni su come funzionano l’adozione e l’affidamento in Giappone, se non il fatto che in quello Stato ci vorrebbero più famiglie affidatarie che istituti. Per questo, mi sono rifatta al sistema americano e italiano.
7. Le citazioni in corsivo sono tratte da varie puntate, nei credits spiegherò quali e darò anche i nomi delle autrici e i titoli delle canzoni citate.
8. Le parole in giapponese sono in corsivo per distinguerle dalle altre.
9. Il punto di vista principale sarà quello di Lucia, anche se nel primo capitolo ce ne sarà uno di Kaito. Questo perché, mentre lei era impegnata a combattere le Dark Lovers, lui parlava con Gaito, e Lucia è venuta a sapere di quella conversazione soltanto dopo.
10. La principessa sirena che è nata, Seira, nella seconda serie è protetta da Lucia, ma qui non comparirà perché la storia si riferisce alla prima serie. Ho solo scritto che è nata e che è nel suo regno.
Credo di aver detto tutto. Spero che la storia, per quanto lunga, vi possa piacere.




CAPITOLO 1.
 
UNO SGUARDO AL PASSATO
 
Lucia era seduta sul divano che lei e Kaito condividevano da qualche mese. Lui non c’era, si trovava a scuola a insegnare, nello stesso liceo dove i due avevano studiato. La sirena aveva già sbrigato tutte le faccende domestiche e adesso non aveva nulla da fare. Guardò il cellulare, soprattutto le previsioni del tempo e le notizie più importanti su internet, ma non trovando nulla che attirasse la sua attenzione si immerse nei ricordi.
Tempo prima lei, Hanon e Rina avevano trovato una neonata nel loro giardino. Lucia se n'era presa cura fino al ritorno di Nikora, la manager del Pearl Piari Hotel dove le tre abitavano e lavoravano. Lucia si era divertita a portare la bambina a fare una passeggiata al mare e lì aveva incontrato Kaito, il ragazzo che le piaceva e che ancora non sapeva che lei, Rina, Hanon e Nikora erano delle sirene. In ogni caso, si erano presi cura della piccola, che aveva capelli e occhi marroni, dandole il latte, e poi la bambina si era addormentata. Sulla spiaggia Lucia aveva sentito qualcuno che le parlava nella testa, ma non era riuscita a capire. Hanon aveva detto che le fate dei coralli proteggevano il regno di Lucia mentre lei era qui sulla Terra. E Nikora aveva aggiunto che una di loro, curiosa di vedere la Terra, era diventata un neonato. A Lucia erano venute le lacrime agli occhi all'idea che quel dolce angelo potesse ritrasformarsi in fata, ma la piccola le aveva detto, nella mente:
“Resterò una neonata perché voglio che tu sia la mia mamma.”
L’avevano sentito anche Hanon, Kaito, Rina e Nikora.
“Eh?” chiese Rina. “Ma puoi farlo?”
“Sì, posso. Al regno ci sono tante altre fatine come me, ma non hanno bisogno che io sia presente. Se me lo permettete, vado a fare un salto nel regno per dirlo loro.”
“E così è una fatina dei coralli? Ma com’è possibile, non esistono” aveva detto Kaito.
“Vai pure, Lucia, ci pensiamo noi a convincerlo” disse Nikora.
La sirena aveva portato al mare la piccola e lei si era trasformata in una fatina. Aveva due alucce bianche, la pelle candida e le pinne per nuotare. Era così carina anche in quella forma! Anche le altre erano così, ricordò Lucia. Le aveva sempre trovate bellissime.
Kaito aveva raggiunto la ragazza.
“Mi hanno convinto che esseri simili esistono. Del resto, una sirena mi ha salvato anni fa, quindi non dovrei stupirmi più di niente.”
Lucia aveva avuto un tuffo al cuore.
“Sì, quando i miei genitori morirono in un naufragio, ti ricordi che te ne ho già parlato?”
“Sì.”
E si era zittita, perché non poteva dirgli che era lei quella sirena.
“Stai bene?” le aveva chiesto Kaito.
“Sì, perché so che tornerà.”
Dopo un’ora, la piccola era di ritorno e si trasformò in una bambina di pochi giorni.
“Eccoti qui, tesoro!” Lucia l’aveva prese in braccio e, assieme a Kaito, l’aveva riportata all’hotel. “Non so se sarà possibile che io sia la tua mamma, piccola” aveva detto la sirena dalla perla rosa.
“Perché? E voglio che Kaito è il mio papà.”
La sirena aveva sorriso sentendo quel verbo sbagliato.
“Ci sono cose che sei troppo piccola per capire” aveva concluso.
Da quel giorno, la bambina non aveva più parlato. Non perché fosse arrabbiata con Lucia, ma perché voleva comportarsi come una neonata. La bambina era stata affidata agli assistenti sociali e Lucia si era detta disponibile a prenderla in affidamento.
Kaito avrebbe dovuto partire per le Hawaii, perché era lì che suo padre l’aveva portato a fare surf la prima volta. Avrebbe anche voluto scoprire le sue origini. Ci era andato e le aveva scritto una lettera.
La ragazza la tirò fuori da un cassetto e la lesse a mente.
Cara Lucia,
come stai?
Io non sono mai stato meglio, qui è un vero paradiso. Non smetto mai di fare surf e mi diverto a cercare onde sempre più alte.
 
Ho conosciuto ragazzi che vengono da tutto il mondo per affrontare queste onde straordinarie. Io adoro fare surf!
 
Qui per salutare dicono “Aloha”. È più carino di “Ciao”, non trovi? Le Hawaii ti piacerebbero molto.
 
Ora devo tornare in spiaggia, ma ti scriverò ancora.
Aloha Lucia.
A presto.
Kaito
Ricordò che quella volta ci era rimasta un po’ male. Si era aspettata che lui la chiamasse “amore mio” e che le dicesse che stava tornando, e che la lettera sarebbe stata più lunga, ma aveva dovuto accontentarsi.
A un certo punto Lucia aveva sentito che Kaito aveva bisogno di lei e l’aveva raggiunto alle Hawaii. E mentre lei, Hanon, Karen e Rina liberavano Noelle e Coco, le due principesse sirene prigioniere di Gaito, quest’ultimo parlava con Kaito. Lui aveva raccontato tutto a Lucia riguardo cosa si erano detti una volta finito tutto.
 
 
 
“Ti sto offrendo la possibilità di sfruttare il tuo potere di luce” aveva detto Gaito in un incubo che Kaito aveva fatto.
Poi se n’era dimenticato, ma Gaito l’aveva portato sul mare, promettendogli che la ragazza di cui era innamorato sarebbe stata protetta se si fosse unito a lui. Non aveva accettato, ma scoperto che discendeva dalla tribù dei Panthalassa.
Quando Kaito era tornato, un mese dopo, aveva deciso di farlo per amore di Lucia. Lei l’aveva raggiunto, assieme a Hanon e Rina, giorni prima, perché aveva sentito che era in pericolo. Ed era così, infatti. Gaito l’aveva portato nel suo palazzo.
“Ma dove sono?” si era chiesto Kaito. “Si può sapere chi sei?”
“Io sono Gaito e questo è il mio palazzo. Sei venuto qui per scoprire come ottenere i nuovi poteri che ti spettano dalla nascita. Finalmente hai capito che non ce la puoi fare da solo a proteggere la ragazza che ami. Te l’ho già detto in sogno: solo unendoti di nuovo a me potrai cambiare la tua natura.”
“Ora basta!” aveva ribattuto lui.
“E va bene, forse… forse non sei ancora consapevole delle tue potenzialità, ma scommetto che questo te lo ricordi.” Una grande luce lo aveva avvolto. “È la prova che anche tu discendi dalla tribù dei Panthalassa.”
“Tribù dei Panthalassa? Non l’ho mai sentita.”
“Tra non molto tutto ritornerà al suo stato originale e allora nessuno potrà più fermarci, mio caro alter ego. Questo palazzo è anche tuo, e vorrei che ti piacesse, mio alter ego di luce. Non appena torneremo ad essere una persona sola governeremo il mondo e i sette oceani.”
“Lucia.”
“L’attrazione che provi per lei è dovuta alla tua natura. Tu, come me, discendi dia Panthalassa. Quella sirena ti affascina per un solo motivo: in un certo senso ti ricorda le tue origini e risveglia in te il desiderio di tornare negli abissi.”
Io ho risposto che era un bugiardo e lui mi ha detto che quello che provavo non era amore, ma non ci ho creduto, per me lo era eccome. Io sapevo di amarti, Lucia.”
“Siamo rimasti lontani per troppi anni, ma ora sei arrivato. La Regina dei Mari, prima di essere definitivamente sconfitta, riuscì a separarci. Mise alcuni poteri in te ed altri in me per evitare che guidassimo i Panthalassa verso la distruzione della Terra. Da quel triste momento abbiamo vissuto lontani senza sfruttare tutte le nostre potenzialità, ma per fortuna possiamo rimediare e riunire i nostri spiriti. Tu sei il mio alter ego e discendi dai Panthalassa. Non dimenticherò mai quelle parole.”
“No,” aveva ribattuto Kaito, “io non ti credo. Non ho niente a che fare con uno come te. Non so chi tu sia veramente, però io mi chiamo Kaito e sono figlio di due musicisti molto famosi. Questa è l’unica verità che conosco.”
“Ti sbagli di grosso. Tu sei un Panthalassa e il tuo compito è quello di catturare le sette principesse sirene e di prendere le loro perle.”
“Le sette sirene, ma che cosa dici?” E ho urlato: “Mi stai facendo impazzire!”
“Mi spiace,” ha continuato lui, “ma non puoi sfuggire al tuo destino. E il motivo è molto semplice: io ho bisogno di te.”
 
 
 
 
Poi gli aveva fatto del male, tanto male. Lui aveva urlato, ma nessuno l’aveva sentito, tranne forse Lucia, che però era impegnata a liberare le principesse sirene e a combattere contro le Dark Lovers.
Gaito voleva le sette perle delle sette principesse sirene per conquistare il mondo. E Kaito aveva resistito, aveva salvato Lucia avvolgendola con la sua luce, e lui aveva gridato il suo nome. Gaito aveva scatenato una tempesta sulla Terra.
“Vento e acqua abbattetevi sulla Terra!” aveva esclamato Gaito.
“Ora smettila” aveva detto Lucia.
“Non puoi distruggere intere città!” aveva ribattuto Hanon.
“Davvero? Ce n’è anche per voi, eccovi delle simpatiche compagne di gioco.”
Erano le Dark Lovers, che loro avevano sconfitto.
Nel frattempo Taro, prigioniero di Sara, che lo amava e voleva tenerlo lì per sempre, aveva continuato a suonare la melodia che Hanon conosceva benissimo. Sara aveva provato a scontrarsi con lei, ma a un certo punto si era messa a piangere per Taro, ricordando i vecchi tempi vissuti con lui. Così aveva cambiato canzone. Anziché cantare Assoluto amore aveva scelto Dolce melodia.
Taro le aveva detto che aveva capito che, se lei voleva svolgere il suo compito di principessa sirena, lui avrebbe dovuto allontanarsi, e che gli dispiaceva che lei avesse sofferto. Sara aveva capito che l’aveva lasciata per il suo bene, per amore. Taro si era scusato con Sara e gli aveva promesso di restare una principessa sirena. I suoi capelli neri erano diventati arancioni, perché il suo odio per Taro era svanito. Hanon aveva capito che doveva lasciare Taro, anche se la cosa le dispiaceva.
“Ma io,” disse Lucia tornando al presente, “Rina, Hanon e Karen – pur non avendo un buon rapporto molto buono con lei, anche se non abbiamo capito da cosa derivava il suo astio –, siamo scese nel palazzo, abbiamo liberato le altre principesse sirene, Coco e Noelle, la gemella di Karen, e, assieme a Sara, abbiamo sconfitto Gaito e il palazzo è sprofondato negli abissi, crollando, è questa la cosa più importante.”
Ma Sara, per rispetto di Taro e Hanon, aveva deciso di seguire lo stesso destino di Kaito, donando a Lucia la sua perla arancione affinché la desse alla nuova principessa sirena, quando questa sarebbe nata.
Lei e Kaito si erano messi insieme dopo che lui aveva capito che lei era una sirena. Lucia lo ricordò in quel momento. Non l’avrebbe mai dimenticato e ci pensava ogni giorno. Era stato il giorno in cui si era ritrovato, assieme alle sette principesse sirene, nel palazzo di Gaito.
“Kaito, ti prego, se mi senti apri gli occhi. Svegliati!” aveva esclamato Lucia dopo che lui aveva combattuto con Gaito usando il suo potere. “Ti supplico Kaito, mi hai sentito? Apri gli occhi.”
Lui si era svegliato e Lucia aveva sospirato di sollievo.
“Per fortuna sei qui con me. Dimmi, come ti senti?”
“Ora sto bene, Lucia.”
“Ma come… tu hai pronunciato il mio nome, mi hai chiamato Lucia!” aveva esclamato lei, sorpresa.
“Adesso ho capito che la sirena a cui ho sempre pensato, la principessa sirena dell’Oceano Pacifico del Nord, sei proprio tu, Lucia” aveva detto lui, ancora debole. “Che bella sorpresa!”
Lucia aveva sorriso.
“Oh Kaito, sono contenta! Finalmente hai capito, sono felice!” aveva esclamato, con le lacrime agli occhi.
“Eri sempre accanto a me,” continuò lui, “ma ero cieco. Come ho fatto a non vedere che la sirena che ho cercato per tutta la vita era lì vicino a me, ogni giorno? Che stupido che sono. Perdonami!”
“Scusami, mi dispiace, Kaito. Non potevo proprio dirtelo, davvero. Ma credimi, più di una volta sono stata sul punto di svelarti il mio segreto. Desideravo tanto farti sapere che ero io la sirena che stavi cercando” aveva detto, piangendo.
“Ti prego Lucia, perdonami. Adesso so che, se me ne fossi accorto prima, avrei evitato di metterti in questa situazione pericolosa. Mi dispiace davvero tanto. Lucia, tu non hai nessuna colpa. Hai cercato di farmelo capire ogni volta che mi guardavi, ma io ero troppo stupido per rendermene conto.”
“Non sai quanto ho aspettato e sperato! Ero convinta che prima o poi, guardandomi negli occhi, ti saresti reso conto di chi ero veramente.”
“Ti prego Lucia, abbracciami.”
Lei l’aveva fatto, esclamando:
“Kaito, sono così contenta.”
I loro cuori avevano battuto all’’unisono, Alla fine Gaito, persa la sua forza, aveva accettato il suo destino ed era sprofondato con il proprio palazzo. Lucia e Kaito erano tornati sulla terra e si erano fidanzati ufficialmente.
 
 
 
CREDITS:

le parti dialogate in corsivo (lettere comprese, anche quella di un capitolo futuro) vengono dagli episodi 46, 47, 49, 50 e 52.
   
 
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