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Autore: dragun95    13/03/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 6
 
 
Se c’era una cosa piacevole dopo uno scontro durato ore, era osservare il paesaggio, ringraziando di essere ancora vivo per poterlo vedere con i propri occhi.
Anche se il panorama desertico delle Terre Dimenticate non era il migliore. Per Giran era tutto il contrario, quella dopotutto il suo luogo di nascita. Dopo la notte dei Ghoul si era fatto un paio di ore di sonno ristoratore ed era già arrivato il pomeriggio.
 
“Forse è il momento che vada” si disse mettendosi in piedi e tuffarsi dalla cupola all’acqua sottostante, riemergendo qualche istante dopo, raggiungendo la riva. Dove trovò Maya che lo osservava come in attesa.
 
-Stai andando via?-
 
-Si. Tu ti sei appena svegliata?- chiese alludendo al fatto che fosse con addosso solo una coperta leggere che le copriva il fisico messo in risalto dall’intimo.
 
-Stare sveglia tutta la notte mi scombina il fuso orario e mi rende stanca- rispose la Fiels coprendosi la bocca con la mano per nascondere uno sbadiglio.
 
-Immagino che la rossa fosse insieme a te!?- le sue parole non erano una provocazione e nemmeno un rimprovero. Si trattava solo di una semplice e pura affermazione. Anche se la Cinerea sembrò prenderla sul serio storcendo le labbra.
 
-Hai qualcosa da dirmi Giran?- il suo tono cambiò diventando duro e provocatorio. Voleva vedere se il Brashak avrebbe reagito, ma l’unica cosa che fece fu risponderle con un gesto della mano per dirle che non gliene importava delle sue questioni personali.
 
-Perché dovrei? Tolta la tua fede verso la dea Pele sei abbastanza adulta da fare ciò che vuoi- detto ciò la superò per andarsene per i fatti suoi.
 
-Mi sembra che Pacifica sia in parte interessata alla storia del tuo popolo- gli disse infine -Credo che voglia che gli racconti di ciò che ho scoperto su di voi-.
 
-Mi stai chiedendo il permesso per farlo?- apprezzava il fatto che glielo avesse chiesto di persona, prima di condividere con qualcun altro ciò che sapeva. Infondo si trattava del passato della sua razza.
 
-Fallo pure. Anche se credo che quella, voglia più che altro farmi pagare per il suo braccio- almeno questa era la sensazione che gli dava, visto l’astio che provava quando era vicino a lui.
Doveva trovare che quell’umana era cocciuta quanto decisa, Maya se le sceglieva bene.
 
-Mi sembri piuttosto poco curante su chi voglia apprendere la storia dei tuoi antenati- gli fece notare lei.
 
-Conoscere solo la storia di un popolo non vuol dire conoscerlo totalmente Maya! Le tradizioni e ciò che mi hanno insegnato loro sono solo miei e lo saranno fino alla morte!- una risposta profonda su ciò che pensava.
 
-E per quanto riguarda le cicatrici interne?- una domanda fatta leggere come un soffio di vento che non voleva essere udito. Ma che arrivò comunque all’orecchio del moro.
Il corpo di Giran si bloccò come se fosse immobilizzato dalla paura, mentre una sensazione di vuoto, rabbia e delusione iniziava a diffondersi in lui come un virus partendo dal suo cuore. Si portò la mano all’altezza dell’organo come a voler calmare quella sensazione e stringere i denti.
 
Riprese a camminare senza dare risposta alla donna. Ma non ne aveva bisogno, il silenzio che aveva lasciato dietro di se era più che sufficiente.
 
 
 
Tornare fuori dalle mura era un che di rilassante per lui. Anche se la vita nella Cittadella era piacevole, preferiva di gran lunga stare fuori a contatto con la natura.
Ora che la notte dei Ghoul era passata, poteva tornare a riprendere le sue faccende personali. Visto che la stagione delle tempeste si stava avvicinando, si trattava della stagione in cui le tempeste di sabbia si facevano più frequenti e duravano più a lungo. Ciò avveniva durante il periodo primaverile.
 
Per lui significava che doveva raccogliere acqua e provviste. In quei momenti la caccia sarebbe stata faticosa anche per lui. Doveva trovare una grande scorta di cibo e le uniche creature abbastanza grandi da permetterglielo erano i Bloodworm o i Draghi della sabbia.
E stranamente l’idea di cacciare uno di quei lucertoloni non gli dispiaceva affatto, anzi la cosa lo fomentava. Si abbassò portando l’orecchio a terra per ascoltare le vibrazioni restando in attesa di un segnale di una possibile esca. Alla fine la sua attesa venne ripagata quando sentì le vibrazioni di qualcosa che si avvicinava nella sua direzione.
 
Si rimise dritto facendo scattare gli artigli pronto ad uccidere qualunque creatura fosse arrivata. Una nuvola di sabbia si stava avvicinando e a produrla erano dei Kinji. Non erano quello in cui sperava ma sarebbero state ottime esche.
 
Si preparò a balzare su di loro, ma si fermò quando vide che sulle loro schiene c’erano dei Goblin. Appena lo videro fermarono la loro corsa e scesero dalle lucertole prostrandosi davanti a lui.
 
-I nostri rispetti Possente Alfa- erano i membri dei Silent Sands.
 
-State cacciando?-
 
-Esatto Possente Alfa- rispose uno di loro. Non vedeva Takar, quindi doveva essere un altro gruppo di cacciatori, non poteva certo chiedere le loro cavalcature come offerta, non sarebbe stato giusto nei loro confronti.
 
-Capisco. Scusate ma ora devo andare- li superò per lasciargli continuare la loro caccia e lui la sua.
 
-V…volevamo dirle che abbiamo individuato un gruppo di Fanatici- il Brashak si fermò di colpo, sapeva che con fanatici si riferiva ai Figli delle Sabbie. Si voltò lentamente assumendo uno sguardo tagliente che fece trasalire le piccole creature verdi.
 
-Dove?- domandò mentre copriva il Goblin che aveva parlato con la sua ombra.
 
-A…a tre k…kilometri da qui. Stavano trascinando qualcuno con la forza-
 
“Uno sventurato Esiliato immagino” pensò per poi fare un cenno di ringraziamento al Goblin e dirigersi nella direzione indicatagli.
 
 
 
Nel mezzo del deserto un gruppo di Figli delle sabbie era intenta a issare una croce a cui era stata legata una persona.
 
-Che diavolo volete da me?- chiese l’uomo legata alla croce. Dalle lunghe orecchie si trattava di un elfo, ma il fatto che la sua carnagione fosse di un viola tendente al lilla e che le sue orecchie sebbene lunghe fossero ricoperte di uno strato osseo che le rendeva più simili a corna. Si trattava di un Alfveikt, la più antica razza elfica e primitiva anche noti come “Elfi arcani”.
 
-Gioisci fratello, dato che stai per essere messo alla prova- disse uno dei fanatici, indossava una veste fatta di pelle di drago e sulla testa portava una corono di zanne uniti insieme. A prima vista sembrava un vescovo o uno stregone, di certo era lui a capo del gruppo.
 
-Di che prova stai parlando?- l’Alfveikt strinse le mani munite di quattro dita artigliate per cercare di liberarsi. Dopo che era stato costretto a rifugiarsi nelle Terre desolate per scappare dai suoi inseguitori, era stato catturato da quei pazzi.
L’uomo alzò il suo bastone in osso facendo segno agli altri, questi presero dei grossi vasi dalle groppe dei Geork e ne versarono il contenuto poco distante da dove c’era il prigioniero. Quest’ultimo storse il naso riconoscendo l’odore acre del sangue che macchiò le sabbie.
 
-Volete attirare qualche bestia?-
 
-Non una semplice bestia. Il drago che vive in queste sabbia- l’altro sgranò gli occhi neri, sapendo a cosa si riferivano.
 
-Siete pazzi. Ucciderà anche voi!- si stava convincendo sempre di più che quei tizzi fossero pericolosi e fuori di testa.
 
-Abbi fede, se lui ti accetterà senza sfiorarti sarai uno di noi. Avrai un tetto sotto la testa e uno scopo in questo luogo dimenticato- lo rassicurò il Figlio delle sabbie con aria devota e occhi rassicuranti mentre osservava prima il prigioniero e poi la distesa di sabbia aspettando con intrepidazione.
 
 
 
Si mosse a lunghe falcate sulla sabbia, per percorrere più distanza possibile in poco tempo. Sebbene la velocità Giran sperava di raggiungere quei fanatici in tempo, prima che avessero offerto la loro vittima a una di quelle dannate lucertole.
Anche se una parte di lui, avrebbe tanto voluto arrivare nel momento in cui era presente anche il Drago della sabbia, solo per poterlo uccidere con le sue stesse mani.
 
Ma aveva altro a cui pensare in quel momento. Continuò a tenere quell’andatura fino a che non sentì un odore particolare e si fermò di colpo alzando la testa. Una forte raffica di vento piombò a pochi metri da lui alzando un polverone, mentre un’ombra scendeva quasi al suolo.
Aggrottò gli occhi ringhiando appena alla vista di chi o meglio cosa fosse.
 
-Insolito!- disse una voce femminile. Si trattava di una creatura femminile dal corpo esile e slanciato coperto da una toga azzurrina che metteva in risalto le sue forme.
Aveva quattro ali di uccello che spuntavano dalla schiena del colore del sole e dell’alba, anche il volto femminile e delicato presentava le stesse piume su guancia e sopra agli occhi, al posto dei capelli presentava una folta massa di piume più sottili e soffici di un colore arancio e nocciola.
 
-Se intendi uno di voi che viene qui, allora concordo!- rispose secco Giran, mentre la donna scosse la testa incrociando le braccia al petto. Sia le mani che i piedi erano zampe di rapace con dei lunghi artigli ricurvi.
 
-Veramente parlavo di trovare un Brashak ancora qui. Credevo foste migrati verso nord- ciò che diceva era vero, o almeno una parte del suo popolo aveva deciso di cercare un luogo più confortevole dove stabilirsi. Altri invece avevano scelto come lui di restare lì, dove si erano stabiliti all’inizio i loro antenati.
 
-Ti seve qualcosa Filian? Anche se un Avien di rado chiederebbe aiuto a uno di noi!- la donna puntò gli occhi verdi da rapace nei suoi. Gli Avien erano anch’essi un’antica razza come i Brashak, ma al contrario di quest’ultimi che discendevano dalla terra, loro discendevano dal cielo. Come suggeriva il loro aspetto.
 
-Passavo di qui e ho pensato di fare un planata. Sei cresciuto dall’ultima volta che ti ho visto!- Giran sbuffò, non aveva tempo per lei adesso.
 
-Scusa ma vado di fretta-
 
-Se cerchi quei fanatici, li ho visti mentre venivo. Hanno legato un povero sventurato e sono pronti a farlo giudicare- lo informò lei rimanendo lievemente sospesa a mezz’aria. Se erano pronti a richiamare il Drago della sabbia allora doveva sbrigarsi. Superò la donna per continuare.
 
-Pensi che salvarlo, guarirà le tue ferite?- gli chiese facendolo bloccare -Perché continui ad aiutare chi viene esiliato, per quanto voi siate un popolo di gruppo…non sono del tuo clan- subito dopo sentì una forte pressione provenire dal moro e i suoi simboli che iniziavano a brillare di nero.
 
-Non posso lasciarli morire così- rispose soltanto.
 
-Credi che salvandone uno qui fuori, riempia il vuoto di non essere riuscito a salvare i tuoi compagni?- un secondo dopo avergli fatto quella domanda si dovette spostare quando la sabbia sotto di lei si alzò creando uno spuntone acuminato. In risposta mosse un’ala creando una sferzata di vento che tagliò la sabbia, che ritornò non più compatta cadendo al suolo.
Portò lo sguardo sul moro, sentendosi afferrare il collo, ritrovandosi il volto del Brashak davanti al suo.
 
-Il giovane Patriarca si è fatto audace!- disse incurante della mano che gli stringeva il collo, minacciando di romperlo
 
-Filian, se stai cercando di attaccare briga, non è il momento! Fammi passare o te ne pentirai!- rispose secco lui, sentendo le piume affilate delle ali di lei chiudersi intorno a lui come una tagliola pronte a trafiggerlo e una lama ricavata da una di esse puntata dritta all’altezza del cuore.
 
-Io sono pronta a morire! E tu Giran?- gli chiese lei scrutandolo negli occhi.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo. Questo è relativamente tranquillo per ora.
Vediamo Giran che torna fuori dalla Cittadella dopo aver scambiato quattro chiacchiere con Maya e qui capiamo che ha delle cicatrici nell’anima legate ad un evento passato.
 
Intanto i Figli delle sabbie hanno pescato uno sventurato “Esiliato” più o meno e hanno intenzione di farlo “Giudicare” ad un drago della sabbia. Ma di come si svolge questo giudizio io non faccio spoiler.
Infine vediamo una nuova razza gli Aevin che da come vediamo sono antichi quanto i Brashak e sembrerebbe che tra i due non scorra buon sangue. Anche se Filian ha provocato Giran.
 
Cosa succederà adesso tra qui due? Si uccideranno a vicenda? Dovrete aspettare il prossimo capitolo per saperlo.
  
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