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Autore: Just_Megamat    15/03/2022    0 recensioni
Francia, fine Settecento. Nella lussuosa e pregiata villa di una famiglia nobile, il diletto nella lettura di un fanciullo viene interrotto dall'intrusione di una ladra di strada che tenta il colpo grosso.
È la breve storia di un amore impossibile.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così, sono riuscito finalmente a convincerla.
L'ho scortata fuori dalla camera blindata, poi per i corridoi del carcere, e infine ai tanto bramati portoni d'uscita. E nessuno ha osato ostacolarci perché, in meno di mezz'ora, ella era mutata da "criminale efferata condannata a morte" a "candida promessa sposa del diplomatico".
Fuori ci stava attendendo una carrozza e il cocchiere, paziente, stava boccheggiando tabacco da una pipa quando lo abbiamo avvisato della nostra imminente partenza.
Abbiamo abbandonato così la sede della prigione, poi siamo passati per il centro cittadino e, infine, abbiamo viaggiato fino alla familiare villa del nostro primo incontro, dall'altro capo della città. L'ho fatta accomodare nei saloni e nei giardini; le ho mostrato la biblioteca, le collezioni artistiche e il luogo esatto nel quale ci siamo incontrati dieci anni or sono; abbiamo mangiato, bevuto, e siamo rinsaviti.
... E in tutto questo, la mia futura consorte era completamente spaesata. Risaltava come una pecora nera in un gregge di bianche: quando le ho porto il braccio per accompagnarla fuori dalla cella, lei si è scansata come se si aspettasse una gomitata; quando ci siamo apprestati a montare in carrozza, non capiva come mai volessi far entrare lei per prima; quando siamo giunti alla villa e una delle domestiche si è proposta di depositarle il cappotto, lei l'ha aggredita quasi stesse tentando di rapinarla; quando si è fatta il bagno nella vasca, ha bagnato ovunque; e quando ci siamo seduti a tavola per cenare, la sua scarsa dimistichezza con le posate fu anch'essa palesata.
Ma non mi importa minimamente. Io provo amore per lei, come per i suoi difetti. E non posso biasimarla, se in un ambiente come questo si trova a disagio: lei questo stile di vita non l'ha mai condotto ...
Conclusa la cena, ella ha annunciato che si sarebbe ritirata in camera da letto per riposare un altro po'. Non ho voluto disturbarla. L'ho lasciata sola per qualche ora, trascorrendo il tempo leggendo un giornale di fronte al camino: dicono che la Campagna d'Italia, che ha avuto inizio sotto il comando del Condottiero Napoleone, sta andando a gonfie vele.
Tuttavia si è fatto tardi: è arrivato anche per me il momento di ritirarmi. Mi reco al piano superiore e apro la porta della camera da letto, ma vengo subito investito da un gelido vento.
La finestra è aperta, le tende scalpitano percosse dalla corrente d'aria.
E non vi è traccia di lei.
"Avrei dovuto immaginarlo ...", mi rinfaccio scosso. "È scappata ... Era ovvio che qui non si trovasse a suo agio ...". Fa freddo e l'istinto mi porta a chiudere le ante dell'infisso, ma quando mi trovo a passare di fianco al comò a sinistra del letto, noto una carta svolazzare nel vento, tenuta salda al piano dalla pressione di un candeliere. Incuriosito, mi siedo sul materasso e agguanto il piccolo foglio bianco.
Sopra v'è scritto qualcosa:

"caro gentiluomo

mi dispiace non posso restare, ti ringrazio di avermi salvato la vita ma io non sono fatta per queste cose, la mia vita è là fuori per le strade libera, io non ti posso dare l'amore che cerchi e non voglio mentirti dicendo che ti amo perché in fondo sei un uomo buono e non ti meriti le bugie, scusa anche per quella cosa di dieci anni fa l'ho fatto perché ne avevo bisogno non perché ce l'avevo con te o altro, non sono brava a scrivere spero che si legge tutto bene

ps, apri il cassetto

addio per sempre, Julie"

«Non è che non sei brava: sei un autentico disastro», dico fra me e me, stranamente divertito. «Quindi ti chiamavi Julie ... È il nome più dolce che abbia mai letto».

Perché mi sento così? Sono ... felice, per qualche ragione. Che sia perché, in cuor mio, so che questo non è il suo posto? Sarebbe come costringere una rondine in gabbia. "È giusto così", mi dico. "Le ho salvato la vita ... Mi basta questo ...".

«"Apri il cassetto", diceva ...?».

E così faccio. Avvolgo con la mano il primo pomello del comò in legno pregiato, tiro a me il cassetto e ciò che ne scaturisce è capace di scaldarmi il cuore e nel contempo farmelo piangere: è un vecchio libro rilegato in pelle, oramai tutto squinternato e mancante di alcune pagine. Lo riconoscerei fra mille, anzi fra un milione: è la vecchia raccolta di poesie che quel giorno mi venne da lei rubata. Decido di raccoglierla e di avvicinarla per metterla a fuoco, data la vista indebolita dal buio, ma nonostante la premura c'è il rischio che si strappi ad ogni mossa.
L'ha conservata davvero male ... Ma se l'ha tenuta con sé fino a questa notte, vuol dire che per lei aveva un certo valore. Chissà, forse sotto sotto a me è affezionata. E magari, un giorno, avrò la fortuna di incontrarla di nuovo ... Anche se non credo che potrà mai esserci un lieto fine ...

   
 
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