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Autore: lmpaoli94    15/03/2022    1 recensioni
Cavalcando in mezzo ad una zona boschiva di cui non ne ero minimamente a conoscenza, io e il mio fidanzato Robert ci imbattiamo in un sontuoso castello in mezzo alla natura e dall’aspetto spettrale.
Credendo che fosse abbandonato da molto tempo essendo dal fuori molto decadente, il mio fidanzato decide di dargli un’occhiata.
Ma improvvisamente, qualcosa va storto e i cavalli che ci hanno protetti fino in quel luogo, scappano come se fossero spaventati.
E’ l’inizio di un terrore che avrebbe per sempre trasformato la mia vita.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era ancora alto sopra le nostre teste anche se erano appena trascorse le cinque del pomeriggio.
Era da molto tempo che io e il mio fidanzato Robert cavalcavamo indisturbatamente facendo gare di corsa tra i nostri due cavalli.
Essendo molto più esperto di me, Robert vinceva sempre ogni corsa ed io dovevo ogni volta assorbirmi la sua superiorità e la sua voglia di vincere sempre.
Inizialmente non ci davo molto peso, ma con il passare del tempo stava diventando sempre più snervante.
Mi diceva che miglioravo ogni volta che andavamo insieme a cavalcare, ma per me non era abbastanza.
Stavamo insieme da quasi sei mesi e subito mi ha attirato in lui la voglia di cavalcare.
Me lo immaginavo sempre come se fosse un principe azzurro che salva la principessa da un destino nefasto e da una vita che non sempre è stata come avrebbe voluto.
In fondo, anche se ero molto giovane (avevo 23 anni mentre il mio fidanzato ne aveva 24), ho dovuto passare momenti bui come la perdita di uno dei miei genitori e l’improvviso sfratto di casa che ha gettato me e mia madre in una vita piena di povertà.
Ma con tutte i dovuti sacrifici, siamo sempre riusciti ad uscire da situazioni disperate, fino a quando non ho incontrato Robert.
Lui si è sempre mostrato disponibile nei miei confronti, senza mai farmi mancare niente, soprattutto l’affetto.
Il suo amore era sincero ma il suo cenno di superiorità era davvero troppo per me (so che posso sembrare ripetitiva, ma questo suo difetto lo porterà anche a distaccarsi da me molto presto).
Non voglio dire niente al riguardo perché non avrei mai pensato che quella passeggiata come tutte le altre, si sarebbe trasformata presto in un incubo.
Quel castello dall’aria così misteriosa rendeva il mio umore tetro e buio, pregando subito il mio fidanzato di tornarcene subito a casa.
< Sai Alexis, non ho mai notato questo castello nelle vicinanze. Eppure vivo qui da una vita e non sapevo di questo posto. >
< Nemmeno io. E sinceramente voglio ancora essere nell’ignoto. Questo castello mi rende paurosa e irrequieta. >
< Ma dai, non fare la fifona, Alexis. Finché ci sarò io, non potrà accaderti niente di spiacevole. >
Avrei tanto voluto che fosse così, ma notai subito che i cavalli avevano qualcosa che non andava.
Mentre eravamo scesi, cercavamo di calmarli in tutti i modi, ma un’improvvisa folata di vento che spalancò quel cancello arrugginito, sortirono un effetto di paura incontrollata per i due cavalli che ci lasciarono lì imbambolati senza che noi potessimo fare qualcosa.
Era inutile anche richiamarli a gran voce, ormai stavano cavalcando lontano da noi con la speranza che sarebbero tornati dritti a casa.
< Molto bene > feci inorridita < Adesso cosa facciamo? Siamo lontani chissà quanti chilometri da casa tua e presto qui si farà buio. >
< Non preoccuparti. Va tutto bene. >
“Certo, come no” pensai.
Dovevamo cercare subito un piano efficiente per tornare a casa, ma tutta quella solitudine mi stava dando i brividi.
< Guarda il cielo, Robert. >
< Che succede? >
Improvvisamente, il tempo sopra di noi mutò improvvisamente e dense nuvole nere stavano ricoprendo il cielo.
< Tra poco si metterà a piovere. Meglio cercare un riparo. >
< E dove possiamo ripararci, Alexis? A parte il castello, nessuno può darci una mano. >
< Allora sarà meglio entrare al più presto. Se prendiamo l’acqua, rischiamo seriamente di ammalarci. Il tempo sta peggiorando velocemente. >
< Accidenti, questa non ci voleva. È tutta colpa di quei cavalli. >
< No, Robert. È colpa tua per essere rimasto qui più del dovuto > lo incalzai.
< Che cosa vuoi dire? Guarda che io… >
< Smettila di dare la colpa ai cavalli ed entriamo. Non abbiamo altra scelta. >
< Per fortuna eri tu quella che si spaventava dinanzi a questo luogo tetro > fece il mio fidanzato prendendomi in giro.
< Non ho avuto altra scelta, sapientone. >
< C’è sempre una scelta, tesoruccio mio. >
< Smettila di chiamarmi così. Sai che non lo sopporto.>
Robert cercava in ogni modo di farmi arrabbiare e di farmi perdere la pazienza.
Odiavo quando si comportava come un bambino e dovetti fare di tutto per farlo tornare ad essere serio.
Avevo bisogno di un uomo in quel momento e non di un poppante.
Camminando su quel ponte mentre la pioggia stava scendendo sempre più fitta, aumentai il passo prima di ritrovarmi dinanzi all’immenso portone del castello.
< Sai che cosa mi ricorda questo luogo? Il castello di Dracula. >
< Smettila, Robert. Non sei per niente divertente. >
< Guarda che non stavo scherzando. È la verità. >
< Fortunatamente qui siamo molto lontani da quel luogo e da quella storia tetra… Perché invece non cerchi di farmi stare tranquilla? >
> Sei tu che ti stai facendo di tutto… >
< Adesso smettila, ok? E bussa a questo portone. >
< Sai una cosa? Perché non ci provi tu? >
< Dopo avermi rovinato la giornata, pretendi che faccia tutto io? >
Ero un fiume in piena. E anche se mi stavo arrabbiando per così poco, Robert continuava a non aiutarmi.
< Odio quando hai questa isteria, Alexis. Non sei più tu. >
< Sto cercando di mantenere la calma. A differenza tua… >
< Certo. Dai sempre la colpa a me. >
Spazientito dalle mie parole, alla fine Robert cedette e acconsentì a mio ordine divenuto perentorio.
Bussando con insistenza però, nessuno si apprestava ad aprire.
< Lo vedi, Alexis? Qui non c’è nessuno. >
< E con ciò? Non possiamo andarcene via. >
< Che cosa? Vorresti intrufolarti nel castello come se niente fosse? >
< Piuttosto che bagnarmi, sì. Basta che il portone sia aperto e… >
Spingendo con più forza, riuscii ad aprire il portone senza grandi difficoltà.
< Hai visto? Entriamo.>
< No, Alexis. E' una follia. >
< Adesso sei tu quello fifone > feci di rimando < Vuoi davvero abbandonare una povera ragazza indifesa in questo maestoso castello. >
< Non sappiamo nemmeno se è davvero disabitato! Potrebbe abitarci qualcuno! >
< Se ci abitasse qualcuno, a quest’ora ci avrebbe aperto. Non credi anche tu? >
< Magari non ha sentito o non ha fatto in tempo. Chi può dirlo. >
< Io comunque, do’ una sbirciatina. Libero di rimanere qui fuori al freddo e sotto la pioggia, se vuoi. >
ma mentre si apprestava a tuonare oltre alla pioggia, Robert fu convinto dalle mie parole e mi spinse dentro il castello dopo aver richiuso il portone.
Dinanzi a noi, illuminata da fioche luci di candele, una bellissima scalinata in legno che portava al piano di sopra contornato da quadri di ogni genere e da un profumo di antico che intrigava la mia voglia di scoprire posti nuovi.
Dal fuori però, non avrei mai detto che questo luogo sarebbe stato così affascinante.
< Ho deciso. Rimaniamo qui finché non smetterà di piovere. >
< Che cosa?! Tu sei pazza. >
< Allora vai, se vuoi. Posso benissimo cavarmela da sola. >
< Smettila di fare la sciocca, Alexis. >
< E tu smettila di fare il pauroso. Non puoi comportarti da adulto una volta ogni tanto? >
< Ah sì? Che vuoi dire? >
< Meglio smetterla, altrimenti rischiamo davvero di litigare. E non mi sembra il momento di farlo proprio adesso. >
< Assolutamente no. adesso tu mi spieghi… >
< Sicuramente in questo luogo ci abita qualcuno, altrimenti non ci sarebbero queste candele accese. >
< Allora perché non farci sentire? C’è nessuno?! >
Gridando inspiegabilmente mentre la sua voce rimbombava per tutto l’ingresso del castello, cercai di far chetare quel mio fidanzato che mi stava dando sempre più sui nervi.
< Finiscila! Se c’è davvero qualcuno, presto ci farà tutte le onoreficienze del caso. >
< Sai una cosa? Secondo me è da veri maleducati non andare incontro agli ospiti. Almeno potrebbero darci il benvenuto e poi… Qui c’è anche la possibilità di perderci. Stammi vicino, Alexis. >
Guardando più attentamente le stanze del castello, scorgemmo un salone dove dinanzi a noi c’era un grosso specchio placcato d’oro sopra ad un immenso camino.
< Guarda qua, Robert. Potremmo entrarci tutti e due in questo camino > feci alquanto sbalordita.
< Già, sorprendente, non è vero? Peccato che il fuoco non sia acceso. >
< Potremmo accenderlo noi. Qui c’è abbastanza legna. Così potremmo riscaldarci. >
< Che cosa? Ma non puoi fare come se tu fossi a casa tua! >
< I padroni del castello non la prenderanno male. In fondo sto cercando di essere a mio agio scaldandomi. Non mi sembra di commettere niente di grave. >
< E invece sì! Stai facendo come se tu fossi a casa tua! >
< Oh, smettila Robert. Per un po’ di legna bruciata. Non è mai morto nessuno, sai? >
< Va bene, fai come vuoi > rispose Robert mettendo le mani al cielo come segno di resa < Spero che questa pioggia e questo temporale finiscano presto. Non vedo l’ora di tornarmene a casa. >
< Ormai anche se il cattivo tempo si diraderà, è buio. Propongo di rimanere qui per la notte. Abbiamo i nostri sacchi a pelo e qualche panino che oggi non abbiamo mangiato. >
< Odio dirtelo, ma purtroppo hai ragione. >
Una volta che le fiamme del fuoco che accesi presero vigore, mi sentii subito rinfrancata.
So che Robert aveva ragione nell’aver fatto come volevo, ma nessuno è venuto in nostro soccorso.
Almeno non in quel momento cruciale.
Mentre sentivamo alcuni passi riecheggiare nelle nostre orecchie, la paura ci invase improvvisamente e gli occhi iniettati di un timore sconosciuto divennero reali.
< Qualcuno si sta avvicinando > fece il mio fidanzato < Dobbiamo nasconderci. >
Ma io, che volevo prendere la situazione a pieno petto, decisi di affrontare il misterioso sconosciuto che stava venendo presumibilmente verso di noi.
< Alexis, cosa stai facendo?! Nasconditi dietro il divano. >
< E’ inutile, Robert. Ci beccherebbero comunque visto che abbiamo acceso il fuoco. >
< Hai ragione. Meglio allora andarcene. >
Ma non avemmo nemmeno il tempo di prendere le nostre cose che il fuoco da noi acceso si spense improvvisamente immergendoci nel buio di quella stanza.
“Ora sì che siamo in guai seri.”
Non ci muovemmo per un centimetro, attendendo la nostra sorte e sperando con tutto il cuore che non potesse accaderci niente di male.
< Alexis, non riesco a vedere niente! >
< Fai silenzio, Robert! Vuoi farci scoprire?! >
< Ormai è troppo tardi > mormorò la voce sconosciuta aprendo le tende per fare un po’ di luce grazie ai lampi incessanti dei tuoni < Ormai vi trovate qui. Con o senza il nostro permesso. >
Parole che destarono molti sospetti in me, lasciando da parte quel timore reverenziale che aveva avvolto la mia anima.
< Ci scusi se siamo entrati senza il suo permesso, ma il portone era aperto. >
Fui le uniche parole che riuscii a dire, attendendo la sua risposta mentre il silenzio intorno a noi era diventato surreale.

   
 
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