Voi pensate che sia un apocalisse questa guerra?
Che tutto ciò sia solo il delirio dei padroni di questo mondo
Voi pensate che sia arrivata la fine del mondo
Oltre questo mondo un altro mondo non c’è
Oltre questa guerra non c’è altra guerra
Oltre questo morire non c’è altro vivere
Non c’è la vecchia madre che t’aspetta alla finestra
Non c’è il padre che si prende cura di te
Non c’è amore non c’è odio per chi uccide
Non ci sarà nessuno a dirti , tutto questo, presto finirà
Non c’è nessuno dopo te stesso
Non c’è sesso, ne scuse
Ciò̀ che accadde, accade ad Odessa.
Ci vediamo verso le quattro» - aveva detto Maria.
Sono le otto. Le nove. Le dieci. Tutto scorre.
Ed apparvero legioni di eserciti in groppa a cammelli
dalle gobbe di ferro.
Apparvero le macchine della guerra, della vergogna ,dei rinnegati
E avanti in groppa ad un sauro di acciaio il grande generale
Spingeva i soldati nella comune fossa
Vennero gli uomini e le donne in armi e combatterono tutta la notte
A corpo a corpo nel dolore , aggrappati alla sopravvivenza
Vennero i cavalieri crociati, i santi e gli armeni
Le lingue di Grecia e d’Etruria ,tutte le lingue poetiche
si fusero in un canto immortale sul golgota in fiamme
Ed ecco anche la sera nel ribrezzo notturno
Entrò dalle finestre con un lugubre vento di guerra
In un immagine di battaglie che moriranno in seno alla libertà
Nella sua schiena decrepita ,sghignazzano , nitrirono i candelabri.
In quell’ istante non potresti riconoscermi:
Ero in preda ad una congestione di nervi
Si contorceva il mio fragile corpo nel freddo.
Chi mai può volere un simile orrore?
Oh, questa guerra ha molte voglie!
In realtà non importa che tu sia di acciaio
Il cuore in fondo è una fredda piastra di ferro.
Ed ecco ,anche la sera nel ribrezzo notturno
Cosi macerie su macerie il drago muove la coda nell’ oblio
E l’orso si avventò sulla preda un bianco coniglio
disperso tra le terre ghiacciate .
Le madri piansero nella colpa e si desto l’oracolò è disse:
Vedrete mie care la fine sarà un altro fiorire
I canti ed i suoni si fusero in varie melodie in seno al verbo incarnato
La poesia in essa si attorcigliò intorno all’ossessione
Nell delirio della sua epoca attraversò il suo divenire
Nella lenta elucubrazione bronzea
Figlia dell’acciaio ,figlia della accidia
Non fu io a decidere chi doveva cadere per primo
Io o tu , compagno di tante avventura
Io con il mio sacco sulle spalle pieno di sassi
Tu con la sorte dello straniero in patria
Io pieno di strane storie che danzano di nascosto dentro me
Tu con il tuo fucile di cioccolato
Eppure la vita continua ed il mondo è diventato tanto piccolo
una pallina che finirà prima o poi dentro una buca
Tanti soldati verranno gettati dentro una fossa
Un grido di disperazione si alzerà
E la guerra continuerà dentro le nostre case
Dentro noi stessi nel nostro spirito
Attraverso questa odissea personale che trasforma
ogni nostra passione.
I demoni del domani sono pronti a distruggere ogni cosa .
Sono diventato tanto vecchio e faccio fatica a vivere
Aspettare la gioventù che mi passa accanto
Vivo questa guerra e forse domani sarò già morto
Alle otto ,alle nove ,alle dieci di sera muoio da solo nel mio corpo
Morirò dopo il telegiornale delle otto.
Dopo aver lottato tanto per capire me stesso
Per essere diverso
Per essere un uomo di pace
Per essere questa pace e questa disperazione
E vado incontro alla guerra come tutti
Arriverò in Kiev seguendo un mezzo blindato
Arriverò al fronte per combattere una guerra fratricida
Ed il secchio dei mie racconti li prenderà l’angelo del signore
e spargerà sulla terra macchiata di sangue innocente l’amore
dello spirito santo.
Sarà nel canto della libertà il quale si udirà fino ad Odessa
a Leopoli a Melitopol.
La notte nasconderà il proprio desiderio in un morbido
corpo di donna.
Ma ecco, incautamente , mi incurverò sul letto
Mi struggerò con la fronte sul cuscino
Ci sarà̀, non ci sarà̀ l'amore?
E di qual dimensione, grande o minuscolo?
Sarà un grande amore in un giovane corpo?
Probabilmente un piccolo, un mansueto amoruccio,
che si scansa, se un'auto strombetta ed ama i campanelli dei cavalli.
Ancora e ancora, piangendo sotto la pioggia,
col viso rigato da lacrime,
Percorro la mia strada a ritroso con le mie rime petrose
verso quello che immagino sia possibile.
E la guerra è figlia della mia tragica visione delle cose
Sono cosi costretto a scendere dall’autobus a Pietroburgo
Qualcuno mi chiede da dove vengo
Non so cosa rispondere
Sono in preda ad una crisi di nervi
La guerra è anche questo una guerra di nervi
Ed il tempo mi porterà a cambiare
Ad essere un angelo dell’apocalisse
Un uomo qualunque
Un soldato che cadrà sotto il fuoco nemico
Sotto questa luna di carta che splende su Kiev Chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma,
chissà se è la stessa o soltanto sua sorella…
E dentro queste trincee s’impara il senso dell’essere simili
Ehi amico hai d’accendere
Non ho fuoco baby
Non ho cibo ,ne qualcosa da bere
Ed una schiera di soldati ed altri corpi verranno gettati
dentro una comune fossa
Verranno i carri , armati fino ai denti ed abbatteranno i cavalli di frisia
Mi riposo all’ombra di un sogno di libertà
Rimango in attesa che tutto finisca presto
Io sono quello che scappa per la steppa
Io sono quello che sale dentro un treno con la madre vecchia
Io sono quello che cantò la vita passata
Io sono quello che ho sognato d’essere
Sono qui a raccontarvi queste vicende
Questa storia di poveri profughi di guerra
E siamo in tanti ai confini di questo paese ed aspettiamo
di passare il confine.
Di passare per andare verso un altra lingua ed un altra terra
Verso quello che sperammo nell’amore
Con in braccio i nostri poveri figli .
I poveri figli dei nostri sogni di uomini e donne libere.
Voi pensate questa guerra ci lascerà sognare ancora
Voi cosa pensate di questa apocalisse a proposito
Molti si trascinano per laide vie
In questo mondo in rovina
In questa apocalisse che sa di distruzione e sconfitte
Io seggo sopra questa panchina ad ammiro l’ innevato vesevo
Mi sembra di vedere nella sua forma il volto santo di cristo
Contemplo la sua agonia, il suo pianto ed il suo canto
Scrivo altre storie lungo strade che si intersecano
Nel segmento del perdono ,nel dolore comune
Nel verso che salva dal peccato
Ed oltre questo orrore in questi giorni addolcito dal tiepido sole
Esalo nel mio verso nell’aria rupestre ,
vedo fiorire un mite sentimento
Osservo sopra i fossi , ciuffi di gialle ginestre
Ruota la giostra dei bambini con i suoi cavallucci rossi e gialli
Le mamme con le poppe al vento, verso ponente
In questo amore e odio per rime estreme in metri peripatetici
In questa guerra ,comprenderò il laido mio mondo
Seguo la giostra ,circondata dalle ginestre nella speranza
di San Sebastiano.
Qui alle pendici del Vesuvio con questo mio corpo,
fucilato al petto.
In questa canzone ignota in questo amore giallo
come le sante ginestre.
Voi pensate , la guerra ci lascerà una altra considerazione morale
Voi credete che tutto già sia avvenuto in passato ,nel presente ,
nel futuro.
Io penso che dopo di ciò non ci sarà più pace ,
ne giustizia tra le macerie di questa civiltà.
Passerà la guerra come un uragano per coste e terre estreme
Nella furia dei venti di guerra
Le voci dei militi
Si udiranno fin dentro l’antro della sibilla
Attraverso gli anni trascorsi
Attraverso un sistema ergonomico
Mi chiedi cosa saremo domani , dopo questa altra guerra
Me lo chiedo, anch’io senza trovare nessuna risposta
Purtroppo il santo benedetto credo stata sfrattato
Per il momento da una chiesa all ‘altra
Poveretto non poteva perire di nuovo sotto le bombe
Ed una signora gli ha fatto una calda maglia ricamata a mano
Ed il marito gli la messa addosso
Poi a causa dell’invasore , hanno dovuto lasciarlo nudo di nuovo
Così faccio ammenda di tutto quello che ho racconto
E non ho fretta di perire ,ne cerco una speranza da spellare
nel mio silenzio.
Forse penso che la guerra mi abbia lasciato solo con le mie paure
Qui alle pendici di questo monte ove salubre è l’aria
Schietto ed arcigno m’appare il volto della storia nella sua misoginia
Arde in me una rivolta di molte voluttà diverse
Seguo in me un solitario ritmo che si veste di varie forme
In vari intendimenti e miti sentimenti
Mi dici la signorina al bar ,prende un caffè alla nocciola?
Ed io sopra una nuvola sbuffo
E cerco di fargli capire che sono un angelo vagabondo
E lei mi dice :Non farmi ancora del male , con quelle
tue brutte parole.
Dormirò sopra un morbido cuscino di sogni
Passeggerò attraverso una scia di fiori in vari paradisi artificiali
In questo tuo amore ritornerò e rinascerò dalle macerie
di questa guerra.
Andrò lungo una strada stretta e tortuosa
Sopra il grande vesevo mi trasformerò
Per poi arrivare vicino alla Santa croce di Gerusalemme
Credi amore , che la guerra ci porterà di nuovo
verso il fondo di questa storia
Che il mondo cadrà in un altro orrore
Un salto con la fantasia e saremo ad Odessa
Fermi al semaforo a sparare contro gli invasori
Siamo in tanti, tutti uniti a non cedere, la battaglia è cruenta
Cade il mio compagno, cade il soldato, cade il caporale,
cade il sergente, cadono gli eroi.
Cade questo mondo in un altro errore
E l’orrore è un orto ,dove si coltivano vari ortaggi
E la magia della vita è l’ immagine della vergine delle rocce
La quale mi dici è troppo tardi per indietreggiare
Ed io ho portato il cane a spasso ed ho pensato
al nostro matrimonio , alla nostra unione fallica ed utopica
Questa unione è un tunnel che non ha mai fine
E corre il pensiero si eleva verso l’ alto del cielo
Verso questa natura , verso il cratere a creare un immagine sacra.
Ed è come volare ,come andare verso un altra utopia
E sono ubriaco di tante emozioni di varie sensazione
Scrivo canzoni per passare il tempo, per essere amato
ed essere ricordato.
Per essere per sempre vicino al tuo corpo .
E tu credi che la guerra si sia dimenticato di noi, di chi eravamo
Di quando abbiamo amato, di quanto abbiamo sofferto
E la veste della natura , imbianca le pendici del monte somma.
E percorro in silenzio, colli e calli per viottoli, profumati di fiori selvaggi. Mi perdo nei pomeriggi di altri giorni trascorsi nell ‘estasi di un altro silenzio.
Credi la guerra abbia cambiato il nostro mondo di pensare
Credo in tanti moriranno domani ed io con loro.
Penso la guerra non porterà la pace di certo.
La guerra è figlia di un demone malvagio
Credo che ognuno abbia sbagliato ad andare controcorrente
Che tutto ciò è solo l’ inizio di un'altra fine , di un'altra utopia.
Il principio di un amore che desidera mangiare pasta e fagioli
Bere alla salute con il proprio compagno
Una tavola imbandita con tanti ideali
In compagnia di un'altra guerra.
Una lunga corda è stretta intorno al loro collo.
Lega ogni donna al proprio uomo ai propri ideali ,alla propria terra.
Ed io ho visto la signora della guerra passare per strada
Aveva gli occhi celesti delle fanciulle dell’est.
Una catastrofe ,una frase in bilico sopra un masso
Un sogno che si spegne nel giorno
Nell ora che si lascia andare per vari metri alla sorte
dell’ essere umani.
Questa strada e questo vento che passa questo attimo
in cui io amo la vita nella sua forma primordiale
Sopra le pendici di un monte sopra un sogno
In questo circoncidere un dialogo di pace
Mi mostri la strada e sono allegro di canore
Mi mostri il mio tragitto il mio andare e venire
E sono lì per cedere le armi mi sono arreso alla sorte
E le donne mi danzano nel mio intelletto
Son donzelle
Sono signorine
Sono mignotte
Sono pagnotte calde in cui affondo i denti
Mai sazio di divorare un amore impuro.
E pago per il mio peccato.
Lei mi dici entri si spogli
Ed io arrossisco
Poi la sera scende
E la signora matura canta una nuova canzone.
Suona al pianoforte del suo defunto marito morto in guerra
Morto con onore nel lontano quarantatré .
Ho fatto la mia scelta ho fatto i miei passi i miei conti
Ed il mio canto e un lungo verso che tergiversa nel mio sognare
nel mio salire e scendere nel mio apparire
E sogno di essere un poeta laureato ,un radio conduttore
Un presentatore di spettacoli di varietà.
Un artista di strada , un equilibrista.
E la guerra voi pensate sia una signora sempre incinta.
Una signora che la vende a metà prezzo
Che la mostra a tutti quelli che passano.
Voi pensate che la guerra è una grassa signora cattolica.
Che prega per la pace del mondo.
Io ho trascorso un anno in galera
Io un anno in ospedale
I piedi mi fanno male
E la giostra dei cavallucci rossi e gialli persegue la sua egocentrismo.
Che bello che pace ascolto le voci della città dall’ alto
Ascolto le voci del vivere e morire
Ascolto questo canto
E nun saccio cosa vuole dire guerra
Cosa comporta , cosa cambia.
Cosa porto appresso
Cosa farò dopo di questo ?
Posso entrare
Prego si accomodi cosa vuole mangiare
Vorrei un panino pieno di rime
Qui serviamo pappardelle ai funghi porcini
Preferisco la mortadella , preferisco vivere
Morire di tanto male , elevarmi in altre dimensioni
In altre sfere per esplorare questo spirito universale.
Questo spazio plastico in questa allucinante conclusione
In questa apocalisse estetica
Voi pensate la guerra sia una vecchia grassa signora borghese ?
Io credo che dovremmo andare a mangiare in quella trattoria
Assaggiare le pappardelle ai funghi porcini e poi bere tanto vino.
Brindare alla salute di chi è morto, di chi lotta per la libertà
di chi spera , che presto , questa triste guerra finirà.