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Autore: Valetomlavy    17/03/2022    2 recensioni
In giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l'oro, perchè un vaso rotto può divenire ancora più bello di quanto non lo fosse in origine.
tante storie indipendenti, per un finale comune, tante crepe si insinueranno per creare un nuovo vaso...sarà meglio di prima?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ranma/akane
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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“Tutto a causa di quel maiale!” Pensò con rabbia.
 
Accidenti a Ryoga! Se non fosse esistito, se non fosse stato sempre pronto a rovinare la
sua esistenza, se Akane non fosse stata così stupida da non rendersi conto che il ragazzo incapace e il porcellino nero erano la stessa persona, e se lei non lo avesse trasformato in un pasticcio sbavante con quel suo sorriso angelico, lui non si  troverebbe in questo casino adesso!
 
“Non è colpa mia! Di Akane, di Ryoga, del mondo intero ma non mia!” Pensò caparbiamente, poi grugnì e lasciò cadere il pugno sulle tegole del tetto senza troppa forza ma riuscì comunque a romperle.
 
Erano tutte bugie, stava commettendo gli stessi errori di Ryoga, che, come un idiota, lo aveva seguito in Cina e ora lo incolpava di essere stato maledetto e di tutte le disgrazie che ne erano seguite.
Incolpava gli altri per quella che era solo colpa sua, era l'idiota che non sapeva come gestire le cose e aveva deciso di nascondere P-chan ad Akane.
 
Ed eccolo lì il maiale travestito da uomo che lo indica e gli urla contro:
 
“È tutta colpa tua Ranma! È grazie a te che sono maledetto!”
 
Ranma si spazientì: “Ti ho forse costretto io a seguirmi in Cina?”
"Ti sei perso il duello!”
“Ma se sei stato tu a mancare per primo!”
“Mi sono perso!”
“Come sempre, vero? Sono stufo di sentire sempre la stessa storia! E sono stufo di te che mi incolpi per tutto, non siamo più una coppia di bambini capisci?”
 
“Sono io che sono stufo di te Saotome!” Gridò di rimando l’altro. “Hai finito! Libererò Akane da te! Tu non la meriti, lei mi perdonerà e sarà mia!” Urlò mettendosi in posizione d’attacco.
Ryoga si lanciò a tutta velocità ma Ranma reagì rapidamente e si librò di lato. Con un calcio lo fece schiantare contro un muro. Ryoga poi rialzandosi si fiondò contro l’avversario con una sequenza di pugni e calci che Ranma schivò, ma non con poca difficoltà, così una volta trovata un'apertura saltò verso il suo rivale e gli diede un forte calcio.
 
 Ryoga non riuscì a fermare lo slancio e cadde rovinosamente a terra.
 
“Mi dispiace Ryoga, ma non è colpa mia! E anzi, adesso sono in un pasticcio per colpa tua e della tua stupida codardia!”
 
“Preparati a morire Ranma!”
Ranma schioccò la lingua, rassegnato all'insensatezza di questa situazione. Tuttavia non avrebbe permesso a Ryoga di farla franca, non solo aveva perennemente messo in pericolo la sua vita, ma si era approfittato della sua fidanzata e del suo buon cuore.
 
 “Ryoga ascoltami! Ti batterò, come sempre del resto!” Esordì in tono arrogante.
“Ma vedr-“
“No, non dire nulla, ti batterò una volta per tutte e non permetterò mai più né a te né a nessun altro di avvicinarsi ad Akane!”.
 
Si fissarono e Ryoga notò uno scintillio, un fuoco mai visto prima negli occhi del suo avversario. A quel punto una consapevolezza nuova e del tutto inaspettata gli fece spalancare gli occhi: “Sei innamorato di lei?”
 
Ranma arrossì di colpo.
“Non essere assurdo!” Rispose sbuffando e iniziò a camminare nervosamente su e giù.
“Lei è un maschiaccio goffo, non è per niente carina, è accigliata tutto il tempo e hai notato come si morde l'interno della guancia quando è davvero concentrata? O come si tormenta il labbro inferiore lo lascia così rosso e livido? Chi pensi la voglia come fidanzata? E poi è molto piccola, mi arriva appena sotto il mento. Ti fa venire voglia di str-…” Si interruppe facendo un movimento con le mani che poteva significare qualsiasi cosa, si schiarì la gola e finì: “Nel senso che è… minuta, ecco! Anche se ha i fianchi e la vita larga! Ah ah ah! E poi inciampa continuamente, come se avesse due piedi sinistri, devi stare sempre a tenerla d'occhio perché può cadere da un momento all’altro!”
 
Poi lo fissò serio, tanto serio e determinato come il suo eterno rivale non lo aveva mai visto: “Ryoga combatti seriamente!”
“Puoi giurarci! E chiuderò per sempre quella tua boccaccia arrogante! Come ti permetti di dire queste cose su di lei? Akane è un fiore! Le spiegherò tutto e vedrai che lei capirà! Perché Akane è…”
“ MIA!” Urlò Ranma pieno di fermezza e di autorità. “Akane è la mia fidanzata” aggiunse poi con più calma.
“Tu non la meriti!” Rispose Ryoga, “Non riesci a vedere quanto sia meravigliosa! Invece io…"
"No, no! Non sei mai stato innamorato, sei solo ossessionato da lei come lo sei dal volermi battere!”
“Chiacchiere!" Sbuffò Hibiki, sordo alla verità che stava sentendo.
 
"Sembra che ci sia solo un modo per farti capire come stanno le cose!” Ringhiò Ranma.
 
Questa volta l'incontro era diverso, i sentimenti che li dominavano avevano superato da tempo i loro litigi infantili.
Il grido di battaglia si levò alto nell’aria e, al primo colpo, il boato dei loro corpi che si scontravano fece scappare spaventati gli uccelli dagli alberi attorno.
Ranma colpì Ryoga violentemente all'addome e, con un calcio rotante, lo fece sobbalzare più e più volte. Ryoga, dal canto suo, avendo un’aura combattiva molto forte in quel momento, decise di utilizzare il colpo del leone. Il colpo raggiunse l’avversario e lo schiacciò contro il tronco di un albero.
Lo scontro proseguì così per molto tempo, con calci e pugni ben assestati che facevano crollare prima l’uno e poi l’altro rivale. Senza mai, però, che nessuno dei due si arrendesse.
 
 
 
 
“Aprimi!!!” Urlò Ranma per la terza volta, accovacciato alla finestra di Akane.
“Neanche morta! Lasciami sola!”
“Stupido maschiaccio! Dai, fammi entrare!”
“Perché non te ne vai dal tuo amico Ryoga e lo aiuti a prendere in giro qualcun’ altra con la sua stupida maledizione?” Domandò Akane, con un misto di rabbia e tristezza.
 
Un tonfo e una spallata dopo, Ranma ruzzolava sul pavimento della stanza.
 
“Stupido! Cosa credi di fare?”
“Sono entrato per parlati e non me ne andrò finché non chiariremo!”
“Sono state dette fin troppe parole” sussurrò ripensando alla discussione di qualche momento prima e rivolgendo i suoi occhi castani dappertutto fuorché su di lui.
 
“Akane…" Esordì, ma, vedendo che lei preferiva osservare il pavimento e non rispondergli, la prese grossolanamente dal polso e la tirò a sé.
L'abbracciò e il solo sentire il calore della sua pelle contro la sua lo fece gemere di soddisfazione e tranquillità. Un minuto lontano da lei lo angosciava più della possibilità che un gatto apparisse dal nulla.
 
Akane ricambiò l'abbraccio e seppellì il suo viso sul petto di lui. Restarono così qualche minuto, senza far altro.
Quando la ragazza alzò il viso per perdersi nei bellissimi occhi del fidanzato, si accorse che aveva il corpo pieno di graffi e lividi.
“Ranma, per tutti i Kami!” Esclamò portandosi le mani sulle labbra semi aperte “Cos’è successo?”
 
Ed eccola lì la sua Akane, per quanto potesse essere arrabbiata si preoccupava comunque in maniera sincera e disinteressata per lui. Era la sua costante.
Guardandola teneramente le rispose: “Non preoccuparti, non è nulla per il grande Ranma Saotome!”
“Il solito presuntuoso arrogante. Aspetta qui vado a prendere disinfettante e cerotti!”.
“No, resta qui!” Le chiese fermandola per un polso.
 
Lei lo fissò e disse: “Sai, avrei voluto odiarti per sempre, ero così arrabbiata! Anche se, riflettendoci, qualche indizio me l’hai dato…”
“Qualche?” Urlò incrociando le braccia.
“Oh smettila, stupido! È comunque colpa tua, io mi fidavo di te!”
Si fissarono a lungo, parole non dette che solo loro potevano capire riempivano quei silenzi.
Ranma poi si schiarì la gola, l’abbracciò di nuovo e appoggiò il mento sulla sua testa: “Ascoltami bene perché te lo dirò una volta sola. Akane… io… io è da tanto che… io be’, sì, non so da quando… forse da dopo il tavolo in testa… o da quando io... oh sto divagando!Akane… io… io ti…”
 
“Cuik! Cuik!”
 
Un maialino nero si appollaiò davanti al letto dopo un agile salto dalla finestra.
 
“Stupido maiale! Urlò il codinato.
 
“Ryoga!” disse severa Akane, allontanandosi dalle braccia del fidanzato.
 
***
 
Un fumante bollitore dopo, un Ryoga piuttosto malconcio e col capo chino cercava di scusarsi con Akane: “Io non merito di starti davanti, perdonami se puoi!”
“Dovevi dirmelo, Ryoga!”
“Hai ragione, non ho scusanti. All’inizio, sarò onesto, ero rimasto con te per far impazzire Ranma di gelosia. Però, dopo…io… mi sono affezionato e…”
“E hai pensato bene di ingannarmi!” incalzò Akane affranta.
“No, no. Io… io non sapevo come…. quando… ormai era troppo tardi!”
“Sarebbe stato semplice parlarmi. Credo di essere sempre stata gentile e ben disposta nei tuoi confronti e tu te ne sei approfittato.”
 
La lingua sembrava aver perso la sua funzionalità, il corpo sembrava atrofizzato e Ryoga si limitò ad annuire.
“Akane, avrei dovuto dirtelo prima ma, in tutta franchezza, speravo di poter guarire e volevo tenere con me questo terribile segreto. Spero tu possa perdonarmi un giorno.”
La ragazza non fece in tempo a rispondere che Ryoga era già scappato via correndo.
 
***
 
“Un giorno ti perdonerà!” disse una dirompente rossa ad un triste maialino sotto la pioggia.
“Lo farà perché il suo cuore è puro, ed è uno dei motivi per cui io mi sono innamorato di lei”.
 
E così P-chan seppe.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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