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Autore: Delsin98    18/03/2022    0 recensioni
"Lottare nella tempesta per sognare l'arcobaleno."
Katsumi Ryuota, un allenatore di Pokemon proveniente da una regione molto lontana, si imbarca in un'entusiasmante avventura nella regione di Sinnoh con l'obiettivo di diventare il miglior allenatore di sempre, adempiendo così ad una promessa fatta molto tempo fa. Nuove avventure , personaggi interessanti e una miriade di pericoli celati dietro l'angolo arricchiranno in maniera significativa questo viaggio.
Riuscirà questo giovane a completare il suo obiettivo, scoprendo al tempo stesso i misteri che circondano questa regione?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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 Capitolo 5 - Team...?   
 

Fiamme cremisi avvolgevano l’intero edificio e del fumo denso e grigio si levava alto nel cielo, oscurando il cielo limpido che sovrastava la città di Giubilopoli. Fortunatamente non si udirono grida di terrore provenire dall’interno, segno che il personale autorizzato fosse stato evacuato, o magari anche peggio... 

«Chimchar, arrostiscilo con Braciere!» ordinò Katsumi nel tentativo di concludere in fretta lo scontro e precipitarsi verso la struttura, dove avrebbe potuto cercare di salvare quante più persone possibili, sempre che qualcuno fosse ancora rimasto intrappolato in quell’inferno. 

Il pokemon scimpanzè si avventò contro l’avversario vomitando una raffica di fiammelle roventi, d’altra parte la creaturina che fronteggiava, uno Sneasel, schivò con nonchalance quell’attacco, grazie anche alla sua alta velocità, rispondendo poi con un Tritartigli particolarmente violento, sbalzandolo di qualche metro e infliggendogli parecchi danni. Per Katsumi non si trattava di certo di tipi da sottovalutare, anzi, tutto il contrario.  

Dall’altro lato del campo, Sean non se la stava cavando altrettanto bene: Il suo Piplup, data anche l’inesperienza nelle lotte, riusciva a resistere a malapena contro il pokemon del secondo tizio: un essere violaceo che emanava un odore nauseabondo, uno Stunky. 

«Si può sapere chi diavolo siete?» sbottò il giovane dai capelli scarlatti.  

L’individuo dinanzi a lui, avvolto in una strana tuta spaziale che stonava particolarmente con il resto dell’ambiente gli rivolse un’occhiata minacciosa, squadrandolo attentamente:  

Indossava una giacca di pelle nera in stile aviatore le cui maniche erano solcate da alcune striature scarlatte terminanti in due polsini dorati, il colletto invece, di un soffice bianco, ricordava vagamente il piumaggio presente sul capo dei Braviary; dei guanti bianchi a mezze dita ed una t shirt nera raffigurante la linea evolutiva di Zorua, un pokemon nativo della sua regione ed uno dei suoi preferiti, considerato come il primo amico che abbia mai avuto, che ne fasciava il fisico temprato dai numerosi allenamenti a cui si era sottoposto durante i suoi viaggi per la regione di Unima e Johto. Jeans scuri infilati in calzari simili a stivaletti color amaranto e pece completavano il tutto e intorno alla coscia destra portava legata una bandana rosso fuoco.  

Nel complesso riusciva perfettamente ad assumere un’aria misteriosa ed intimidatoria senza nemmeno provarci, il che giocava molto a suo favore. 

«Siamo membri del Neo Team Galassia, moccioso» replicò il tizio 

Team Galassia? Dove aveva già udito questo nome? Non ebbe nemmeno il tempo di rifletterci su che il pokemon Lamartigli era tornato nuovamente all’attacco e questa volta avrebbe potuto essere il suo starter a lasciarci le penne.  

«Chimchar, sconfiggiamo questo pagliaccio con un altro Braciere!» esclamò il ragazzo stringendo i pugni, mentre il vento che cominciava a sollevarsi ed infuriare sempre più gli scompigliava la folta chioma amaranto alternata ad alcune ciocche scarlatte 

«Contrattacca con Geloscheggia!» ribatté l’altro  

Il pokemon dalla fisionomia molto simile a quella di una donnola scagliò una serie di frammenti di ghiaccio acuminati verso l’avversario, ma non poterono fare nulla contro la potenza della mossa fuoco, resa ancor più rovente durante quest’ultima fase dello scontro, investendo totalmente il tipo Ghiaccio e mandandolo al tappeto.  

«Si tratta dell’abilità comune a tutti gli starter di questo tipo» cominciò a spiegare il ragazzo notando l’espressione incredula assunta dal giovane dai capelli azzurri, alludendo ad “Aiutofuoco” un’abilità che in certi scontri poteva rivelarsi davvero decisiva «Se non mi avessi attaccato con Tritartigli e ridotto la salute del mio amico, la situazione avrebbe anche potuto volgere a tuo favore, considerando che il tuo pokemon è di un livello superiore al mio, ma come al solito voi membri di strane organizzazioni siete sempre delle nullità. Per non parlare del fatto che siete sempre vestiti con delle tenute ridicole» concluse lui ricordandosi delle battaglie sostenute contro il team Plasma e il team Rocket, due team malvagi in cui si era imbattuto durante le sue avventure nelle regioni di Unima e di Johto  

«Come osi, moccioso» intervenne l’altro «Non immagini nemmeno quale destino verrà riservato a quelli come te e a questa regione»  

Il ragazzo decise di non dar peso a quelle illazioni, ma nel momento in cui era in procinto di riprendere la sua corsa, ecco che un manipolo di reclute, probabilmente colleghi di quella appena sconfitta, gli sbarrò la strada. Avrebbe anche potuto cercare di affrontarle una ad una o magari tutte insieme, ma la verità era che avrebbe impiegato molto più tempo del previsto e poiché le fiamme continuavano a divampare, non avrebbe dovuto perdere un minuto di più.  

Scoccò un’occhiata al ragazzo in piedi alla sua sinistra, Sean, impegnato ancora nello scontro contro il pokemon Veleno. Se non si fosse trattato di un allenatore alle prime armi, a quest’ora quella battaglia sarebbe bella che finita, ma immaginava che avrebbe dovuto farci l’abitudine.  

«Fermi tutti!» 

Come se qualcuno gli avesse letto nel pensiero o avesse risposto alle sue preghiere, ecco che un individuo piuttosto familiare aveva deciso di fare la sua comparsa, irrompendo sulla scena come un fulmine a ciel sereno e parandosi dinanzi a quei malviventi. Si presentava come un uomo più basso di lui di almeno tre centimetri, trent’anni al massimo, capelli corti scompigliati di un nero tendente al castano ed un’espressione perennemente accigliata in volto. Un Croagunk ed un Arcanine dalle espressioni intimidatorie affiancavano quella figura coperta da un pesante cappotto color cammello. Katsumi non poté credere ai propri occhi, possibile che si trattasse di lui?  

«Qual buon vento, Katsumi» lo salutò il nuovo arrivato «Possibile che ogni volta che scoppia un guaio del genere, ci sia sempre di mezzo tu? Potremo mai incontrarci in circostanze meno spiacevoli?»   

«Non ho tempo per i convenevoli» gli rispose secco il giovane superando velocemente il gruppo, che nel frattempo aveva accerchiato l’uomo e i suoi pokemon  

«Ricevuto, ma dopo io e te faremo un bel discorsetto» replicò il castano, rivolgendosi poi verso di loro «É tempo che la Polizia Internazionale si faccia valere!»

 

Aveva girovagato nelle vicinanze nel disperato tentativo di individuare eventuali vie di accesso o uscite di sicurezza, controllando ogni angolo e anfratto di quel dannato edificio, ma la ricerca si era rivelata piuttosto infruttuosa. Le fiamme avevano ormai preso il sopravvento, sbarrando la porta d’ingresso principale ove il ragazzo era ritornato sempre più confuso, impendendo a chiunque di poter avanzare oltre o di fuggire, sempre che non fosse svenuto per le abbondanti esalazioni di fumo e la cenere cominciava a cadere sopra di lui come neve al suolo. 

Katsumi sfilò il fazzoletto che portava così strettamente ancorato alla coscia, coprendosi poi il volto per evitare che il fumo denso potesse nuocergli ulteriormente. Un’idea gli balenò rapida in mente. Non disponendo di un pokemon di tipo Acqua per domare quel rogo, gli rimaneva una sola cosa da fare, un ultimo tentativo. 

 Fu così che lanciò la pokeball contenente la fidata Starly, ordinandole poi di utilizzare la mossa Raffica per spazzare via le fiamme e permettergli così di entrare. Finalmente ci era riuscito.. 

 

*** 

 

«Piplup, non mollare! Usa Ruggito» 

Fuori dall’edificio, la lotta tra l’azzurrino e una dei membri del Neo Team Plasma continuava. Anche se al limite delle forze, il pokemon pinguino era riuscito a limitare di molto l’offensiva avversaria, dimostrando una tenacia fuori dal comune, persino per gli stessi esemplari di quella specie.  

«Abbassare l’attacco del mio Stunky non ti servirà a niente, moccioso» esordì la recluta  

«Fossi in te, non ne sarei così sicuro» replicò lui con un sorrisetto soddisfatto che gli incurvava le labbra, osservando ora come i tentativi di scalfire il suo starter fossero del tutto vani «Concludiamo questo gioco al massacro, Piplup. Pistolacqua!»

L’ultima cosa che vide il suo avversario fu un rapidissimo getto d’acqua che si infranse contro di esso... 

 

*** 

 

A pochi passi da quel luogo infausto, nel centro Pokemon della città, l’infermiera Joy continuava a prendersi cura del pokemon baleno, ancora esausto a causa dell’incontro ravvicinato con i Gligar, accarezzando il morbido pelo del cucciolo mentre di tanto in tanto volgeva il proprio sguardo verso l’enorme vetrata della struttura, domandandosi vagamente come Katsumi e il suo amico se la stessero cavando. 

Continuando a tastare con le dita la peluria del felino, un brivido caldo le percorse lungo tutta la colonna vertebrale, osservando come quell’essere avesse appena sprigionato fasci di luce accecante che la costrinsero a chiudere gli occhi e a voltare la testa per evitare di rimanerne colpita. Quando un attimo dopo li riaprì, il centro le apparve scuro, quasi sinistro, ma del pokemon non vi era più alcuna traccia, era come se si fosse volatilizzato.  

«Fa' attenzione» mormorò appena la donna, ancora sconvolta per via di quell’evento 

 

*** 

 

Qualche minuto prima.... 

 

Muovendosi il più velocemente possibile per quello che gli permetteva il suo corpo prostrato dal fumo, uscii nel corridoio infuocata e corse in direzione della rampa delle scale. Il miasma era piuttosto denso e dovette usare le pareti per trovare la strada giusta.  

Aprì una porta con un calcio e fu investito da un’ondata d’aria calda. Le fiamme divamparono verso il soffitto, avvolgendolo. Katsumi era nel ventre della bestia, e dovette dar fondo a tutte le sue energie per evitare di venirne divorato. Accucciandosi per evitare la cortina di fumo, raggiunse un’altra porta, si appiattì contro il muro e toccò la maniglia, ritraendo subito la mano con un grido di dolore. Il legno scricchiolava in modo minaccioso. Il giovane si coprì il volto e, un attimo dopo, la porta esplose in mille schegge e le fiamme invasero la porzione di stanza che fino ad ora era rimasta libera. Il soffitto stava ormai per venire giù. Doveva uscire subito o sarebbe morto. 

Si rialzò, deciso a darsi alla fuga, quando, attraverso lo spessa nuvola cinerea, scorse qualcuno intrappolato sotto le macerie. Era avvolto in un camice da laboratorio bianco e annerito, bruciacchiato in alcuni punti. Con la mano ancora ustionata, stringeva quello che sembrava una cartella. Probabilmente doveva contenere informazioni estremamente essenziali se lo scienziato aveva deciso di fargli da scudo con il suo stesso corpo.  

«Cazzo!!!» esclamò il ragazzo accorrendo verso l’uomo incurante del caldo infernale o dell’enorme blocco di pietra che di lì a poco sarebbe precipitato su di loro.  

 

 

Continua............... 

   
 
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