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Autore: Milkyna    19/03/2022    0 recensioni
Questo non è il solito viaggio di giovani Allenatori speranzosi. Questo è un viaggio ricco di colpi di scena, umori neri e persone assolutamente poco raccomandabili. I personaggi che appariranno non sempre rispetteranno la loro rappresentazione più comune.
Seguite il percorso di Scottie e Bettie, i gemelli provenienti da Pokémon Masters EX, in questo caso fratelli di Armonio e giovani promesse di Borgo Foglianova.
Genere: Angst, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Lance, Lucinda, Lylia, Sabrina
Note: OOC, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Un raggio di sole aveva colpito la bella casa di legno dal tetto verde.

La luce filtrava attraverso le tendine color menta della camera da letto al piano superiore, e i due fratelli che vi dormivano si stiracchiarono.

Si guardarono attorno: c’era il loro amato computer, il televisore, la console con i videogiochi. C’era una piccola pianta ornamentale e il tappeto sopra il quale da piccoli si sbizzarrivano in interminabili giochi di costruzione. Quel giorno, il giorno del loro quindicesimo compleanno, avrebbero iniziato una nuova vita, salutando le comodità e le abitudini che li avevano accompagnati fino a quel punto.

I due gemelli scesero le scale e trovarono la loro mamma intenta a cucinare loro un’abbondante colazione.

“Ben svegliati!” li salutò Olivia, la mamma dei ragazzi, una donna dai capelli neri raccolti e il sorriso solare, accogliente.

Aveva indosso il suo classico grembiule candido con i rombi rossi e gialli, una costante da quando erano bambini.

“Cosa c’è per colazione?” domandò Bettie, la ragazza.

“Pancake allo sciroppo d’acero.” rispose Olivia, riponendo in dispensa gli ingredienti utilizzati per cucinare.

“I miei preferiti!” esclamò Scottie, il ragazzo.

La mamma ridacchiò e si mise a fare colazione con loro. Mentre mangiavano, squadrò i suoi ragazzi con attenzione: erano cresciuti così tanto…

Bettie aveva i capelli tagliati a caschetto, in un colore a metà strada fra il viola e il blu, e gli occhi color fiordaliso.

Si era vestita con il body di tessuto tecnico nero e l’aveva adornato di una bella t-shirt bianca e pantaloncini blu. Ai piedi calzava le sue scarpe sportive preferite, blu con le saette gialle.

Suo fratello gemello aveva occhi e capelli della medesima tinta; i capelli erano corti e pettinati con un ciuffo verso la tempia sinistra. Indossava una t-shirt sportiva bianca e pantaloncini neri al ginocchio, oltre a comode scarpe da tennis bianche, verdi e nere.

Borgo Foglianova era un paesino tranquillo, un crocevia tra la regione di Kanto e quella di Johto.

Il fabbisogno energetico veniva soddisfatto da pale eoliche, e l’economia del piccolo centro veniva aiutata dal viavai di giovani Allenatori verso il laboratorio del Professor Elm e dai turisti che passavano di lì per fare escursioni verso le Cascate Tohjo.

Proprio mentre stavano uscendo di casa per andare a prendere il primo Pokémon, squillò il Pokégear di Olivia, e la donna rispose prontamente:

“Pronto, mamma?”

Era la voce di Armonio, il maggiore dei figli di Olivia, un ragazzo sedicenne che aveva cominciato il suo viaggio come Allenatore l’anno prima.

“Ciao tesoro, dove sei?” gli aveva chiesto la donna, con voce allegra.

“Sono alla Spiaggia di Ula Ula. Mi prendo qualche giorno di riposo prima di affrontare i Superquattro.”

“Va bene. Ti senti pronto?”

“Sì, voglio solo abbronzarmi ancora un po’.”

“D’accordo. Ci sentiamo stasera.”

“Va bene, mamma. A dopo!”

Una volta riattaccato, Scottie e Bettie irruppero in risolini a denti stretti:

“Quanto saranno lunghi i giorni di riposo di Armonio?” disse Bettie.

“Forse due o tre settimane!” sghignazzò Scottie.

Entrambi sapevano bene che loro fratello maggiore era un pigrone di prima categoria, e che le comodità lo attiravano assai di più di una vita avventurosa fra boschi e sentieri di montagna.

“Andiamo ragazzi, dategli fiducia!” cercò di mediare la mamma, anche se poco convinta.

“Ma dai, ma’! I Superquattro di Alola stanno sul Monte Lanakila, a 3500 metri d’altezza. E’ un posto impervio, freddo, scomodo. Per nostro fratello è una tortura.”

“Forse avete ragione…”

Armonio aveva i capelli corti e neri e gli occhi grigi. Assomigliava molto ad Olivia, ma mentre la donna era sempre pronta a rimboccarsi le maniche, il giovane amava stare in panciolle e godersi la vita muovendosi il minimo indispensabile. Era già un miracolo il fatto che fosse diventato Allenatore e fosse arrivato così lontano da casa.

“Ciao ragazzi!”

Era la voce di Kristy, una ragazzina dodicenne che aveva deciso di partire all’avventura con loro.

Aveva i codini turchesi e gli occhi azzurri, ed era matura per la sua età, e molto responsabile.

“Che Pokémon vorreste scegliere?” domandò loro l’amica d’infanzia.

“A me piacerebbe Totodile. Apprezzo molto i Pokémon carini ma che al momento giusto sanno essere feroci.” rispose Bettie.

“Io prenderei Chikorita. A differenza di mia sorella, preferisco i Pokémon più pacifici, che trasmettono serenità.” disse Scottie.

“Mi lasciate Cyndaquil allora. E sia! Quel piccoletto sarà il mio primo compagno di viaggio!” urlò Kristy, e corse verso la porta del laboratorio.

Una volta entrati, i nuovi aspiranti Allenatori vennero accolti da Cetra e il suo Marill. Cetra aveva quattordici anni ed era un’altra amica d’infanzia, figlia di un assistente del Professor Elm.

Anche lei si pettinava i capelli castani in codini, tanto che lei e Kristy erano soprannominate le “sorelle di coda”, ed andava in giro documentandosi sui vari Pokémon della regione di Johto.

“Professore, è pronto?”

“Sì, certo. Venite pure, ragazzi.”

Il Professor Elm stava finendo di aggiustare una macchina medica.

“Benvenuti. Spero che questo sia il primo passo verso un viaggio glorioso, dove scoprirete forse più cose di quelle che so io. Anzi, sapete che vi dico? Ve lo auguro!”

Il Professor Elm era gioviale, con i suoi capelli arruffati, la barbetta di pochi giorni e il camice con le tasche colme di appunti, penne e peli di Pokémon appena spazzolati.

Dalla prima Pokéball, l’uomo fece uscire un piccolo Pokémon verde chiaro, simile ad un dinosauro erbivoro.

“Questo è Chikorita. E’ un maschio e molto docile. Chi vuole allenarlo deve metterci pazienza e dolcezza.”

Dalla seconda Sfera, Elm fece uscire un Pokémon dal muso allungato e gli occhi socchiusi.

“Questo è Cyndaquil. E’ una femmina e non ama essere al centro dell’attenzione. Chi vuole allenarla deve cercare letteralmente di farla uscire dal guscio!”

Dalla terza Sfera, Elm fece uscire un coccodrillino azzurro.

“Questo è Totodile. E’ un maschio e adora mordere tutto quello che trova. Comprategli qualche giocattolo morbido!”

Scottie si avvicinò a Chikorita, che gli annusò la mano e si fece accarezzare.

Bettie rimediò un morso da Totodile, che le lacerò la pelle e necessitò l’utilizzo di garza e acqua ossigenata. Si era già pentita di averlo scelto, ma ormai Kristy aveva in braccio Cyndaquil, il quale ronfava beatamente.

Scottie aveva soprannominato il suo Pokémon “Mint”, mentre Kristy la sua l’aveva chiamata “Brandy”.

“E il tuo, Bettie?”

La ragazza aveva un muso lungo un chilometro.

“Non gli ho dato un soprannome.”

Scottie non se l’aspettava.

“E perché no?”

“Perché non mi piace il suo comportamento.”

“Bettie, non ti conosce. Non credo l’abbia fatto apposta a morderti.”

“E invece sì!”

“Te l’ha detto lui?”

Non era una domanda ironica quella di Scottie. Lui e sua sorella erano nati con dei poteri straordinari, che non avevano rivelato a nessuno che non fosse di famiglia. Scottie poteva leggere il pensiero dei Pokémon, mentre Bettie poteva conversare tranquillamente con loro.

“Gli ho detto di chiedermi scusa. Lui mi ha mostrato la lingua, aggiungendo che non lo farà. Spero di catturare altri Pokémon.”

“Bettie, dai, non fare così. Magari questo Pokémon è stato traumatizzato in passato, per questo si comporta così.”

“Ah sì? Allora prova a toccarlo.” lo sfidò la gemella.

Fece uscire Totodile dalla Sfera, e Scottie gli afferrò la coda poco prima che questo lo mordesse. Bettie gli intimò di smetterla.

“Hmm… Non vedo nulla di strano nei suoi ricordi, mi sembra aver avuto un’infanzia serena.”

“Visto?” borbottò Bettie, ritirandolo, “… E’ semplicemente un Pokémon inadatto agli umani.”

Il gruppo, costituito da Kristy, Scottie e Bettie si mise in viaggio verso Fiorpescopoli, e mentre i primi due erano soddisfatti, la terza aveva lasciato Borgo Foglianova con un amaro senso di disillusione e una mano fasciata.

 

 

 

 

 

  

 

 

 

   
 
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