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Autore: ineffable    20/03/2022    1 recensioni
Aziraphale e Crowley sono innamorati da una vita intera, ma tra loro ci sono un mucchio di parole non dette che li porteranno ad allontanarsi, riusciranno finalmente ad essere chiari con loro stessi e con l'altro, unendosi finalmente nel loro destino?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angeli e demoni non si innamorano




Aveva perso il conto di quanti anni erano passati da quando aveva lasciato Soho, la sua libreria e anche Crowley...Certo per loro gli anni che passavano erano bazzecole che riguardavano solo gli esseri umani, ma comunque con i secoli passati sulla terra aveva iniziato anche lui a dare un senso al tempo, soprattutto da quando aveva cominciato a contarlo in mancanze.
Era spesso accaduto infatti, nel corso dei secoli, che rimanessero separati anche per lunghi periodi e inizialmente questa cosa non gli procurava troppo fastidio, ma poco a poco che la loro collaborazione e amicizia cresceva, anche il suo senso di vuoto quando si ritrovava da solo aumentava, proprio per questo motivo gli ultimi dieci anni gli erano sembrati così infinitamente lunghi come fossero secoli.
Vero è che avrebbe potuto miracolarsi a Londra e andare da lui, ma con quale scusa? Che sentiva la sua mancanza? Avrebbe dovuto davvero dirgli questo? No, non poteva fare una cosa simile, era troppo imbarazzante e probabilmente Crowley gli avrebbe riso in faccia, o forse no...ma sarebbe stato comunque fonte di agitazione per lui e così aveva sempre scartato l'idea, si sarebbero rivisti una volta tornato a casa, come avevano sempre fatto.
Ed ora a casa c'era davvero, davanti alla sua amata libreria, attese qualche istante prima di entrare, una volta dentro prese un bel respiro inalando tutto l'odore di quelle pagine antiche, quanto gli era mancato quel luogo, i suoi preziosi libri, tutto sapeva di casa e di buono, fece un giro d'ispezione per sincerarsi che tutto fosse al posto giusto e in ordine, una volta constatato ciò si preparò una bella tazza di tè e si mise seduto sul divano tirando un sospiro di sollievo.
Ovviamente perché tutto rimanesse perfettamente intonso si era aiutato con un piccolo miracolino, non poteva rischiare che capitasse un incidente proprio al luogo a cui teneva di più, mentre sorseggiava la sua gustosa bevanda accarezzava la stoffa del divano nemmeno fosse un cucciolo da consolare per averlo lasciato solo, il sorriso gli spiccava sulle labbra, si sentiva bene e non vedeva l'ora di andare a trovare il suo migliore amico, che naturalmente non sapeva del suo ritorno.
Dopo essersi rinfrescato e dato una sistemata uscì dalla libreria promettendole che questa volta sarebbe tornato presto, mentre passeggiava decise che di proporre a Crowley un pranzo al Ritz, anche quello decisamente gli era mancato, e il suo stomaco benché avesse fatto merenda un'ora prima, già brontolava reclamando le prelibatezze del suo ristorante preferito.
Una volta davanti la porta non esitò a premere il campanello, ma si ritrovò davanti a qualcuno che decisamente non era il suo amico di una vita, rimase talmente spiazzato che pensò addirittura di aver sbagliato appartamento e si affrettò a fare le sue scuse al poveretto che aveva accidentalmente disturbato.
<< Credevo fosse l'asporto >> disse quest'ultimo.
Aziraphale sorrise, stava per andarsene quando ricevette la più dolorosa delle sorprese.
<< Si può sapere chi...- >> la frase rimase bloccata a metà così come lui.
<< Crowley... >>
<< Angelo? >>
<< Angelo!? >> fece eco il ragazzo che aveva cominciato a sentirsi veramente confuso, vicino a lui era spuntato Crowley deciso a sapere chi aveva suonato, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi davanti il suo migliore amico, quello che molti anni prima era partito lasciandolo solo ad affogare nell'autocommiserazione, ma non ce l'aveva con lui, no davvero anzi aveva accettato la sua decisione sapendo che prima o poi sarebbe riapparso nella sua vita, solo che nel frattempo erano successe un mucchio di cose.
Il demone si avvicinò all'uscio trovandosi di fronte ad Aziraphale che lo guardava più disorientato che mai, a dire il vero anche lui si sentiva così ed era anche in imbarazzo, si era preparato tutto un discorso da fargli una volta che si fossero rivisti, e certo non era prevista la presenza del suo nuovo "amico".
Crowley si rivolse proprio a lui per dargli una spiegazione.
<< Oh lui è un mio...vecchio amico, lo chiamo così da sempre perché lo vedi anche tu no? E' proprio un angelo, ed è sempre stato molto buono. >>
Aziraphale sorrise a disagio guardando il ragazzo, capiva che Crowley non poteva dirgli la vera ragione di quell'appellativo ma perché si giustificava così tanto?
<< Ah un amico, piacere io sono Julian, vi lascio parlare ok? >> diede una pacca sulla spalla al demone e rientrò in casa, lasciando finalmente i due liberi di parlare da soli.
<< Aziraphale non sapevo che...quando sei tornato? >>
<< Poco fa. >>
Crowley si grattò la testa sentendosi veramente impacciato.
<< La tua libreria è ap...- >>
<< Lo so, ci sono passato >> rispose l'angelo mantenendo la sua naturale dolcezza, però qualcosa stonava in lui, qualcosa a cui ancora non riusciva a dare un nome.
<< Non c'era bisogno la tenessi d'occhio, comunque ti ringrazio >> sorrise, ma il suo era uno strano sorriso e Crowley se ne era accorto.
<< Ah bé sai, passavo di lì e mi sono detto perché no? Immaginavo ti fossi accertato che non le accadesse niente >> rispose con la sua tipica voce roca velata d'imbarazzo.
<< Te ne sono davvero grato >> di nuovo quel sorriso.
<< Non devi angelo, lo sai che non ce n'è bisogno. >>
Aziraphale si sistemò i vestiti e tornò a guardarlo negli occhi.
<< Ora devo proprio andare...- >>
Crowley allungò una mano afferrando delicatamente il braccio fasciato di bianco per fermarlo.
<< Resta >> si pentì subito di averlo fatto, come gli era venuto in mente di invitarlo a fermarsi quando sapeva benissimo chi c'era in casa sua.
Aziraphale scosse piano la testa.
<< Meglio di no, ti lascio alle tue faccende, magari quando avrai finito potremmo vederci. >>
Al demone non restò che annuire, salutarlo e guardarlo mentre scendeva le scale, quando sentì il portone chiudersi imprecò a denti stretti sbattendo un pugno in aria.
<< Cazzo. >>
Aziraphale non sapeva bene che cosa fosse appena successo, si chiedeva cosa stesse combinando Crowley e perché la presenza di quel ragazzo lo aveva lasciato così tanto turbato, era a conoscenza del fatto che frequentasse degli umani, anche a lui era capitato nel corso della sua esistenza di farlo, quando doveva miracolare qualcuno, o anche per semplice curiosità, e probabilmente era lo stesso che faceva il demone e che stava facendo quando lui era arrivato.
Perché allora si sentiva così strano? A dire il vero anche il suo vecchio amico gli era sembrato diverso, come se fosse a disagio e non sapesse cosa dire, voleva decisamente capirci di più ma non era sicuro che fosse giusto indagare, lui sbrigava le sue faccende da angelo e Crowley faceva altrettanto con le sue, però erano amici e molte volte si erano ritrovati a parlare dei loro rispettivi compiti fino a scambiarseli, per cui decise che non sarebbe stato ineducato se gli avesse posto qualche domandina.
Verso sera il demone che non ce la faceva più ad aspettare decise di fare visita ad Aziraphale, punto primo aveva voglia di passare del tempo con lui, e poi non poteva evitare troppo a lungo quell'argomento spinoso, non avrebbe nemmeno potuto evitare l'angelo a lungo altrimenti si sarebbe insospettito, così armato di nuovo coraggio e accompagnato dalla sua fedele Bentley si diresse in libreria.
Gli fece uno strano effetto mettere piede in quel luogo dopo tanti anni, certo ci era passato vicino molte volte, e altrettante si era fermato davanti alla vetrina illudendosi di trovarvi l'amico intento a leggere uno di quei libri polverosi, inizialmente si recava lì ogni giorno, poi man mano che i giorni diventavano anni era sempre meno il tempo che vi passava; Il motivo reale era che sentiva una morsa al petto sempre più intensa quando si rendeva conto che Aziraphale non sarebbe tornato tanto presto, mentre ciò che si raccontava lui era che non aveva senso piazzarsi come un idiota davanti a una libreria vuota.
Sentiva una sensazione particolare, sembrava come se non fosse passato nemmeno un giorno dall'ultima volta che ci aveva messo piede, e lui se lo ricordava bene quel giorno, l'angelo gli aveva comunicato che sarebbe partito di lì a poco per un'importante missione da svolgere, aveva detto che non sapeva per quanto tempo sarebbe rimasto lontano, e lui avrebbe tanto voluto dirgli che lo avrebbe accompagnato, avrebbe voluto abbracciarlo, avrebbe voluto tante cose ma si limitò solamente ad annuire e dirgli che sperava di rivederlo presto.
Quella stessa notte aveva pianto per la seconda volta in vita sua, aveva odiato se stesso e tutto il creato, persino l'angelo era stato oggetto di quel sgradevole sentimento, aveva bevuto e pianto fino a farsi bruciare la gola, e si era sentito uno stupido ad averlo lasciato andare via così, senza dirgli niente, per la troppa paura di perderlo in maniera definitiva.
Crowley scacciò quel ricordo dalla sua testa, non era il momento di lasciarsi travolgere da quelle emozioni, doveva concentrarsi sul presente.
<< Aziraphale? >> chiamò senza ricevere risposta.
<< Dove sei finito? >> borbottò tra sé prima di iniziare a cercarlo.
Il primo posto che gli venne in mente fu la saletta, e infatti lo trovò lì intento a leggere un libro con un bicchiere di vino posato sul comodino, si appoggiò allo stipite della porta e sorrise, era talmente concentrato da non essersi accorto della sua presenza, sarebbe rimasto ore a guardarlo ma aveva una missione da compiere.
<< Di solito aspetti me per bere un vino pregiato. >>
Aziraphale come era facile intuire sussultò per lo spavento, fortunatamente il libro non gli cadde di mano ma ci mancò poco, puntò subito i suoi splendidi occhi sulla figura che lo stava osservando con un sorriso beffardo, non si aspettava certo una sua visita proprio quella sera.
<< Crowley >> mormorò stupito, le sue labbra si stirarono in un sorriso involontario, come ogni volta che sentiva la voce dell'amico.
<< Che sorpresa, non ti aspettavo. >>
Il demone si avvicinò titubante, Aziraphale si era alzato ma lui si sedette sulla poltrona, non era sicuro di poterlo fare, forse doveva aspettare di essere invitato ma gli sembrava assurdo dover ricominciare tutto da capo solo perché erano trascorsi dieci anni in cui non si erano visti, infatti l'angelo non sembrava affatto turbato dalla sua mossa, anzi prese lui stesso posto di nuovo sul divano.
<< Mi chiedevo se ti andasse una cena al Ritz >> propose cercando di metterlo a proprio agio.
L'angelo si sentì rincuorato da quell'invito, come se quella semplice richiesta avesse avuto il potere di cancellare tutto ciò che di poco chiaro aveva vissuto diverse ore prima, sorrise di nuovo e anche se aveva già mangiato accettò volentieri l'invito, si illuse che quella sensazione di distanza e imbarazzo fosse dovuta solamente al fatto che si erano appena rivisti, e che presto sarebbe passata, non aveva idea di ciò che lo aspettava realmente.
Salì in auto con una piacevole sensazione di déjà-vù, si inebriò di quell'odore che aveva imparato a conoscere, della morbidezza dei sedili che molte volte lo avevano accolto, non si aspettava di certo che la guida folle del suo amico fosse cambiata nel corso degli anni, e infatti aveva pienamente ragione, il demone partì sgasando facendolo ritrovare spinto contro il sedile.
<< Crowley per l'amor del cielo! >> squittì.
Cos'era quella sensazione che entrambi sentivano nel petto? Familiarità forse?
Ghignò stringendo il volante e voltandosi verso di lui.
<< Che c'è Aziraphale? Non avrai ancora paura della velocità. >>
Aziraphale si strinse più forte alla maniglia constatando che quella caratteristica in particolare non gli era affatto mancata.
<< Ho ben ragione di averne! E poi non è la velocità che temo, ma di scorporarmi se permetti. >>
Crowley rise di gusto, oh quanto gli era mancato il suo angioletto.
Fortunatamente o no -dipende dai punti di vista- arrivarono presto al ristorante, l'angelo si affrettò a scendere dall'auto e quasi ebbe il desiderio di baciare la terra sotto i suoi piedi, il demone lo raggiunse con la sua camminata elegantemente disordinata, Aziraphale però non si muoveva.
<< Forse avremmo dovuto prenotare >> disse titubante.
<< Non ce n'è bisogno ricordi? Sicuramente avranno un tavolo libero per due >> rispose sicuro di sé.
<< Oh... >> l'angelo arrossì, aveva sempre amato la sicurezza con cui l'amico affrontava la vita, e ancor di più si era ritrovato ad amare ogni espressione del suo volto quando la ostentava, anche se sapeva che dietro quella facciata si nascondeva un cuore buono e alle volte vittima anch'esso di quell'insicurezza, ma era proprio per questo che ancor di più lo apprezzava.
Seduti al loro tavolo avevano ripreso le solite abitudini che non li avevano mai abbandonati, Aziraphale assaporava quel buon cibo che tanto lo faceva sognare, e Crowley si gustava le espressioni goduriose che ad ogni boccone erano accompagnate da un mugolio di apprezzamento.
Niente sembrava cambiato, eppure una cosa enorme era seduta in mezzo a loro, cosa di cui solo il demone era a conoscenza.
<< Allora la missione è andata bene? >>
L'angelo si pulì educatamente le labbra prima di rispondere.
<< Sì è stata un successo, anche se più complicata del previsto. >>
<< In effetti credevo saresti rimasto via molto meno >> disse Crowley, anche se ciò che voleva dire realmente era che sperava rimanesse via per meno tempo.
<< Anche io inizialmente, ma poi tutto si è intricato nemmeno fossero fili di nylon, per questo quando parto non mi faccio mai fantasie sulla durata del viaggio. Le faccende umane a volte sono...- >>
<< Ineffabili? >> lo interruppe, si scambiarono un sorriso complice, quella parola era pregna di significato per loro due.
<< Esatto. Ci sono stati momenti in cui pensavo fosse finita e invece succedeva qualcosa e allora dovevo rimandare la partenza, però l'importante è che sia andata bene. >>
Un momento di silenzio dove entrambi spostarono lo sguardo dalla parte opposta, uno aveva una domanda da porre, l'altro una confessione da fare ma nessuno riusciva a trovare il coraggio necessario, troppo spaventati dalle possibili conseguenze, fu Aziraphale per primo a tagliare quella barriera trasparente ma pesante che li separava.
<< Devo confessarti che molte volte avrei voluto prendermi una pausa e tornare qui...per stare con te, in tua compagnia intendo >> si girò a guardarlo solo quando ebbe finito di parlare, si sentiva accaldato e le sue guance si erano velate di rosso, il suo viso si specchiava in quelle lenti scure e ciò contribuì ad aumentare il suo disagio perché non poteva comprendere le emozioni dell'altro.
Prima del suo viaggio non avrebbe mai confessato una cosa del genere, per lui significava mettersi a nudo e per tanti motivi non aveva mai avuto il coraggio di farlo, da una parte c'era la sua fedeltà al paradiso, la paura di essere punito insieme al timore che succedesse qualcosa anche a Crowley, dall'altro lato c'era la sua timidezza, si vergognava a parlare dei suoi sentimenti, ad ammettere l'affetto che provava per lui e poi non sapeva come il demone avrebbe preso la cosa, per tutti questi motivi aveva deciso saggiamente di tenere la bocca chiusa, meno rivelava più potevano continuare a vedersi ed essere amici.
Tuttavia durante quegli anni di distanza Aziraphale aveva maturato la consapevolezza di tenere tanto al suo amico, che il suo affetto era più di una semplice amicizia e aveva deciso che una volta tornato non avrebbe più permesso alle sue paure di frenarlo, non si illudeva certo di eliminare del tutto la sua timidezza, ma sapeva che avrebbe trovato il modo di dire all'amico quello che provava, proprio come aveva fatto in quel momento.
Crowley rimase di sasso, schiuse le labbra e per un lungo istante rimase fermo immobile come se lo avessero congelato, non si aspettava una confessione del genere, tra loro due non c'era mai stato quel tipo di rapporto e l'angelo mai gli aveva rivelato i suoi pensieri più intimi, lui lo aveva sempre desiderato malgrado fosse un demone, non sapeva se ne sarebbe stato capace ma per Aziraphale avrebbe fatto uno sforzo, perché solo quando era con lui riusciva a sentirsi veramente bene con se stesso.
<< Perché non lo hai fatto? >> gli domandò, se era il momento delle rivelazioni almeno che si andasse fino in fondo.
Aziraphale si mosse a disagio sulla sedia.
<< Perché io...non sapevo se fosse opportuno, voglio dire per quante volte nel corso dei secoli siamo stati separati per poi ritrovarci? Questa volta era lo stesso no? >>
Il demone sbatte piano la mano sul tavolo, cominciava a sentirsi frustrato.
<< No, credevo che ormai avessi accettato la nostra amicizia. >>
<< Ma cosa avresti pensato se ti fossi spuntato davanti all'improvviso dicendoti che volevo passare del tempo con te? >> il panico traspariva dalla sua voce.
<< Che cosa avrei dovuto pensare secondo te? Che ci tenevi a me! >>
<< Credi davvero che io non ci tenga? >> rispose Aziraphale stringendo un tovagliolo.
Crowley si limitò ad alzare le spalle.
Si rese conto che forse era stato troppo severo, non voleva fargli male e nemmeno voleva litigare con lui.
<< So che è così, solo credevo che dopo tutto quello che abbiamo passato la nostra amicizia poteva essere priva di certe sciocchezze o pudori di cui non abbiamo bisogno, non più almeno >> disse tenendo chino il viso verso il basso, preferiva guardare il tavolo piuttosto che Aziraphale, perché guardare lui avrebbe significato di nuovo perdersi in quegli occhi celesti e non riuscire più a dire nulla, e non poteva assolutamente permettere che ciò accadesse, avevano taciuto per troppo tempo.
L'angelo ingoiò il magone, aveva gli occhi lucidi puntati sul demone, per la prima volta riuscì a vedere quanto male gli aveva fatto, quanto dolore si erano inflitti e gli si strinse il cuore, non immaginava che parole non dette avessero il potere di creare tanto danno e sofferenza.
Aveva voglia di abbracciarlo, vederlo così abbattuto e chiuso, come se un macigno gli pesasse sulle spalle, gli faceva venire sempre più desiderio di stringerlo a sé, strinse i pugni combattendo contro il suo stesso conflitto interiore poi si sporse in avanti racchiudendolo tra le sue braccia.
Crowley sussultò colto alla sprovvista, il cuore prese a martellargli nel petto e le orecchie gli fischiavano, quel profumo, il suo meraviglioso profumo e quelle braccia delicate che per tante notti aveva sognato su di sé, non poteva credere alla sua stessa ragione, temeva fosse tutto un sogno e invece poteva sentire benissimo il peso del corpo dell'altro che premeva sul suo.
Non aveva il coraggio di girarsi perché sapeva che i loro visi sarebbero stati troppo vicini, ma non poteva nemmeno non fare nulla o lo avrebbe sicuramente ferito, così sollevò entrambe le mani e le appoggiò su quella di Aziraphale che era sul petto, l'angelo appoggiò la fronte sulla sua spalla spigolosa e lui piegò la testa posandola su quella bionda e soffice, chiuse addirittura gli occhi godendosi quel momento che aveva sognato da una vita.
<< A-An...Aziraphale >> deglutì e una lacrima scese lungo la sua guancia.
<< Devo dirti una cosa. >>
Aziraphale sciolse a malincuore quel contatto, si rimise composto sulla sedia e guardò il demone che teneva la mano sul petto come se ci fosse ancora la sua sotto di essa, a dire il vero si preoccupò perché non dava segni di vita, sembrava si fosse paralizzato.
<< Che c'è mio caro? Forse non avrei dovuto...ti chiedo scusa, non...- >>
<< Non hai fatto niente di sbagliato, non scusarti, ti prego non farlo >> disse il demone con la voce arrochita e pesante.
<< Mi dispiace >> si corresse agitando le mani << voglio dire...Crowley mi stai spaventando, io non riesco a capire che cosa tu...- >> di nuovo venne interrotto, questa volta Crowley si voltò verso di lui.
<< Nulla di tutto quello che sto per dirti potrebbe ledere la nostra amicizia, voglio che tu sappia questo prima di continuare. >>
L'angelo si limitò ad annuire incuriosito ma anche molto turbato.
<< Si tratta del ragazzo che hai visto a casa mia. >>
<< Oh. Mi ero chiesto in effetti che cosa stessi combinando, ma ti assicuro che non devi giustificarti con me, abbiamo fatto quell'accordo proprio per non intralciarci l'un l'altro. >>
Crowley sospirò.
<< Non si tratta di questo, è una cosa più complicata. >>
Aziraphale davvero cominciava a non capirci più niente.
<< Lui è il mio... >>
<< Il tuo? >> domandò l'angelo ingenuamente, non capiva dove volesse andare a parare.
<< E'...hai presente quando gli umani trovano una persona e decidono di come dire, uhm...legarsi, starci insieme? >>
<< Oh sì, ho letto anche molti libri su quell'argomento, anche se penso che a volte sono fin troppo infiocchettati, però mi ha sempre scaldato il cuore leggere di innamorati >> gli occhi gli brillavano al ricordo di quei bei racconti, solo l'idea dell'amore lo faceva sfavillare come se fosse coperto di brillantini.
<< Ecco hai colto perfettamente il punto >> disse Crowley sollevato che almeno quella spiegazione gli fosse stata risparmiata.
<< Cioè? >> domandò l'angelo.
<< Ngk! Come cioè!? Davvero non hai capito? >> sbraitò voltandosi verso di lui.
Aziraphale scosse piano la testa.
<< Io e lui siamo come...come la cosa che hai appena descritto ecco >> fu come togliersi un mattone dallo stomaco e dal cuore.
<< Innamorati? >>
Crowley fece una piccola smorfia, non era molto amante di quei termini.
<< Stiamo insieme, ecco tutto >> disse infine.
Per l'angelo fu una doccia fredda non appena capì il significato di quelle parole, chiuse le labbra e sentì l'improvvisa voglia di piangere, ma anche una sorta di rabbia si fece spazio nel suo essere, era risaputo quanto fosse testardo e se era come credeva lui voleva sentirselo dire chiaramente.
<< Se due persone decidono di stare insieme significa che provano dei sentimenti. >>
Il demone voleva sprofondare, forse preferiva di gran lunga la caduta che affrontare quell'argomento con Aziraphale, e poi perché doveva impuntarsi così tanto su delle sottigliezze.
<< E va bene! Per l'amor del paradiso se ti fa piacere pensala così! >>
<< Non fa piacere a me, ma di solito è così che funziona. >>
Crowley ringhiò spazientito dalla situazione.
<< Stai con una persona ma non riesci nemmeno a dire che provi qualcosa per lui. >>
<< Sai bene che non mi trovo a mio agio con certe parole! >>
L'angelo incrociò le braccia al petto puntando lo sguardo su di lui.
<< Eppure hai deciso di legarti a una persona. >>
<< Sssì. >>
<< Ma non riesci ad esprimere quello che provi. >>
Era più che mai esasperato, si alzò dalla sedia tenendo premute le mani sul tavolo, fece il giro sistemandosi gli occhiali sul naso, non voleva perdere le staffe, non quella sera.
<< Andiamo fuori >> disse solo.
Aziraphale lo seguì senza dire una parola, era meglio parlare all'esterno, non era il caso di dare spettacolo in un luogo pubblico, il conto venne miracolosamente saldato e i due si ritrovarono sul marciapiede davanti alla Bentley.
<< Crowley quello che volevo dire era che per gli umani i sentimenti sono faccende serie. >>
Il demone che prima gli stava dando le spalle si girò fronteggiandolo, tremava e già non ne poteva più di quella stupida conversazione.
<< Credi che non lo sssappia! Se ho deciso di fare quello che ho fatto è proprio perché sono sicuro della mia scelta. >>
L'angelo si lasciò andare ad una risata amara, ma anche pregna di incomprensione, si sentiva spiazzato e non voleva davvero credere a quello che Crowley gli stava dicendo.
<< Tu sei un demone... >>
Crowley si irrigidì, una secchiata d'acqua santa gli avrebbe fatto meno male, allargò le narici prendendo un profondo respiro, strinse la mascella e si avvicinò a passo spedito a lui.
<< E questo cosa vorrebbe dire? >> sputò fuori come una vipera getta il suo veleno.
Aziraphale si rese conto che la sua frase era suonata peggio di quello che sembrava, nella sua testa aveva tutt'altro significato e che il demone aveva completamente travisato le sue parole.
<< Intendevo che sei una creatura soprannaturale, non sei umano, come non lo sono io. Non possiamo pensare davvero di provare i sentimenti allo stesso modo, certo con gli anni sulla terra abbiamo acquisito alcune loro abitudini, ma da qui a provare gli stessi sentimenti...L'amore come lo provano gli umani noi non potremmo mai sperimentarlo, forse qualcosa di simile ma rimarrebbe sempre diverso da quello che è per loro capisci? >>
Il demone strinse i pugni, deglutì tutta la rabbia che aveva bloccata nella gola.
<< Sali in macchina. >>
L'angelo arricciò le sopracciglia, era spaesato, sentiva di non avere più il controllo sulla situazione.
<< Crowley io non...- >>
<< Sali Aziraphale. >>
Lo superò montando sulla Bentley, mise in moto e appoggiò una mano sul volante aspettando che l'altro salisse, aveva capito il suo discorso, ma faceva male, troppo male perché potesse continuare ad ascoltarlo, per quello aveva deciso di troncare ogni altra parola, perché sarebbero state altre pugnalate che non poteva sopportare.
Aziraphale salì sulla macchina senza fiatare, non aveva il coraggio di guardarlo, non si era nemmeno reso conto che il demone stava andando ad una velocità quasi normale, questo perché sapeva quanto anche lui fosse turbato e non voleva dargli altri motivi per agitarsi.
Quando arrivarono davanti alla libreria nessuno dei due sembrava aver voglia di dire qualcosa, Crowley teneva lo sguardo fisso sulla strada, era ancora molto ferito mentre Aziraphale non sapeva come congedarsi, temeva che qualsiasi suono uscisse dalla sua bocca avrebbe fatto scattare le ire dell'amico, ma non poteva andarsene senza salutarlo, non sarebbe stato corretto.
<< Grazie per il passaggio >> disse con un fil di voce, provò a cercare il suo sguardo ma senza successo.
Con un macigno al posto del cuore scese dall'auto, chiuse la portiera ed entrò in negozio, il demone a quel punto diede un pugno al volante, ringhiò per la frustrazione e premette l'acceleratore per fuggire al più presto da lì, come se allontanarsi da quel luogo gli avrebbe garantito di scappare via anche dai suoi pensieri, digrignò i denti tenendo le labbra strette, gli occhi gli bruciavano ma non voleva lasciare andare quelle maledette lacrime che lo avrebbero reso ancora più debole di quanto già si sentiva.
Aziraphale invece si lasciò cadere sul divano, le braccia molli e le gambe quasi distese, si sentiva come se fosse fatto di piombo, non sarebbe dovuta andare così la serata, avrebbero dovuto ridere e scherzare come al loro solito, e magari chissà gli avrebbe rivelato quello che teneva stretto nel cuore da secoli, aveva tutte le intenzioni di parlargli, aveva un mucchio di cose da dirgli che forse sarebbero state d'aiuto ad entrambi, ma niente di tutto quello che aveva immaginato era accaduto.
Oltre tutto questo c'era anche da considerare quello che gli aveva rivelato Crowley, faticava a crederci, gli sembrava così assurdo che di punto in bianco si fosse trovato una persona con cui stare, un fidanzato come quelli che avevano gli umani, in seimila anni tra i tanti piaceri terreni che si erano concessi quello della relazione non li aveva mai sfiorati, forse però era quello che credeva lui o che gli ha fatto sempre comodo credere.
Per lui era già stato difficile accettare oltre che la collaborazione e l'amicizia reciproca anche i sentimenti che aveva iniziato a provare, appena giunto sulla terra si era sentito un estraneo, amava tutte le creature sì ma come un angelo non come un umano, poi però con il tempo quelle emozioni tipicamente terrene avevano iniziato ad insorgere in lui lasciandolo in un primo momento spaesato, per di più oltre a fare i conti con queste nuove sensazioni aveva dovuto anche cercare di accettare verso chi erano rivolte.
L'angelo si stropicciò il viso con una mano sentendola subito dopo umida, si accorse che stava piangendo, le lacrime avevano deciso di sgorgargli dagli occhi senza che fosse lui a dare il proprio consenso, si sentiva solo, per la prima volta in vita sua capiva che cosa significasse la vera solitudine, non aveva idea se sarebbero mai riusciti a chiarire le cose e la sola ipotesi di passare il resto della sua esistenza senza il suo migliore amico gli faceva contorcere le viscere.
Rientrato a casa il demone venne accolto da Julian che lo stava aspettando sveglio, si accorse subito che qualcosa non andava, lo salutò con un bacio leggero e gli tolse gli occhiali, ormai non faceva nemmeno più caso a quelle pupille così particolari, Crowley gli aveva detto che era stata una malattia avuta da giovane a creare quella malformazione, e lui aveva accettato la cosa senza indagare oltre.
<< Che succede? >>
<< Niente, è stata solo una pessima serata >> disse buttandosi sul divano.
Julian si sedette facendosi un po' di posto, gli accarezzò la chioma rossa e sorrise dandogli un altro bacio.
<< Ti va di parlarne? >>
<< No...almeno non questa sera. >>
Il ragazzo conosceva il significato di quelle parole, probabilmente non avrebbero più toccato l'argomento ma a lui stava bene così, lo conosceva, era di poche parole e restio a mostrare i suoi sentimenti e le sue debolezze, ma nonostante questo era sempre stato un fidanzato perfetto e non aveva ragione di temere niente che potesse minacciare il loro rapporto.
<< Almeno posso sapere se c'entra qualcosa quel tuo amico che è venuto oggi a trovarti. >>
<< Abbiamo litigato >> buttò fuori guardando il soffitto, i suoi occhi gialli ora sembravano dorati.
<< Sono sicuro che farete pace >> disse Julian accoccolandosi di fianco a lui.
<< Voi umani e le vostre assurde convinzioni. >>
Il ragazzo ridacchiò stringendosi al petto di Crowley.
<< Voi umani...perché tu cosa sei? >> domandò prendendolo in giro.
<< Io non lo sssono affatto, è evidente. >>
<< Se lo dici tu, sappi che nel caso ti venga voglia di parlare questo umile servo della terra è sempre pronto ad ascoltarti. >>
Il tono di voce con cui lo disse fece ridere il demone, era questo uno dei motivi per cui aveva deciso di andare oltre con quel ragazzo, sapeva ironizzare sulle cose, era capace di farlo ridere ed era anche infinitamente dolce, insieme stavano bene e grazie a lui era riuscito a dimenticare o almeno sotterrare il dolore che stava provando per l'assenza di Aziraphale.
Il giorno dopo l'angelo era nel pieno di una crisi esistenziale, non sapeva cosa fare, da un lato voleva chiamare Crowley per chiedergli scusa e almeno per chiarirsi, dall'altro pensava che forse sarebbe stato più opportuno lasciar trascorrere un po' più di tempo per far calmare le acque, i suoi dubbi vennero cancellati dall'arrivo improvviso di quest'ultimo in libreria.
<< Ang...ziraphale! >>
Aziraphale che lo sentì sbraitare dal piano di sopra scese le scale, l'unico timore che aveva era che fosse ancora estremamente in collera con lui e fosse andato lì con l'intenzione di rinfacciargli tutto ciò che non gli aveva detto la sera prima, Crowley non perse tempo, appena lo vide scendere l'ultimo gradino si avvicinò svelto e in due passi era di fronte a lui con il dito puntato verso il suo petto.
<< Io sono benisssimo in grado di provarli i sentimenti chiaro? Non me ne importa un accidente se tu credi che noi esseri soprannaturali non possiamo sentire come gli umani, io posso eccome! >> agitò le mani poi le mise sui fianchi.
<< Ma certo Crowley io...- >>
<< O forse intendevi dire che io non posso provare niente perché sono un demone!? >>
<< Non ho intenzione di litigare di nuovo con te >> disse fermo l'angelo.
<< Ah no? Adesso fai il santarellino e vuoi fingere di non aver detto niente, però sai una cosa io ne ho le palle piene del tuo atteggiamento! Sai bene che quello che hai detto non è vero, ne hai avuto la prova in tutti questi anni quindi le cose sono due o non ti sei mai fidato di me, o hai detto quelle cose solo per...perché non sapevi su cosa aggrapparti. Io mi rifiuto di credere che tu possa essere così stupido da pensarle davvero, quindi te lo sto chiedendo qual è la verità? >>
Il demone respirava a fatica, era un fascio di nervi ma non voleva nemmeno sembrare troppo aggressivo, Aziraphale si era ammutolito, non perché fosse sorpreso da quella reazione ma perché gli aveva sbattuto in faccia la realtà, e nonostante fosse per l'ennesima volta lui quello ferito era andato fin lì per chiarire, per dargli l'opportunità di spiegarsi.
<< I-io... >> deglutì, gli occhi gli si inumidirono poi però pensò a Crowley che più di chiunque meritava la verità.
<< C'è stato un tempo in cui quelle cose che ti ho detto le pensavo davvero, non ci credevo possibili di provare sentimenti umani, ma nulla aveva a che fare con la tua natura infernale Crowley. E' vero, prima di conoscere te credevo che gli angeli provassero solo amore, mentre i demoni solamente odio, poi quando ti ho incontrato ho capito che eri diverso, sentivo che eri capace di amare, in un modo tutto tuo certo ma era pur sempre amore. Poi siamo stati spediti sulla terra e gli umani si sono rivelati delle creature complicate, si sono evoluti così come le loro emozioni, ed erano talmente piene di sfaccettature che mi sembrava impossibile poter anche solo immaginare di capire che cosa provassero. >>
Il demone strinse le labbra mandando giù a vuoto, non rispose convenendo fosse meglio lasciargli finire il discorso.
<< Però poi come per tutto il resto mi sono ricreduto, ho cominciato a provare io stesso quelle emozioni e mi rendevo sempre più conto che quell'amore che provavo non era solo frutto della mia natura angelica, certo continuavo ad amare incondizionatamente ma sentivo che dentro di me qualcosa stava cambiando. >>
<< E allora perché hai detto quelle cose ieri? >> si era calmato, il suo tono era più pacato ma qualcosa lo spezzava.
L'angelo aveva cominciato a stuzzicarsi le dita segno del suo evidente nervosismo, abbassava e alzava lo sguardo cercando mentalmente le parole corrette da dire.
<< Non immaginavo che tu desiderassi una relazione e per di più con qualcuno così diverso da te. Ci sono tante cose che evidentemente non conosco di te Crowley, e credimi mi dispiace per quel malinteso, non era mia intenzione ferirti. Solo che pensarti insieme ad un essere umano, impegnato in una relazione mi ha...mi ha lasciato senza parole, non sapevo come reagire, ho creduto mi stessi prendendo in giro...- >>
<< Non è così, e da una parte hai ragione non ho mai sentito il bisogno di un rapporto, almeno fino a quando... >> si interruppe per guardare Aziraphale, la frase gli morì in gola, non voleva rinvangare il passato, i sentimenti che aveva provato per lui era giusto rimanessero sepolti dove li aveva abbandonati anni prima.
<< Una sera ero molto annoiato, sono andato in un locale e lì ho incontrato Julian, è stato lui a fare il primo passo ed io la prima volta ho accettato solo per svagarmi, ho scoperto che era molto più interessante di ciò che sembrava e così abbiamo continuato a vederci. >>
<< Ma come è successo che voi due...- >>
<< Come succede nel novanta per cento dei casi, lui ci ha provato ed io ci sono stato, tutto qui. Nemmeno io sapevo di volerlo, non con lui almeno però si è dimostrato un umano divertente, brillante e così ho capito di essere interessato. Non è una storia tanto diversa da quella che sei abituato a leggere sui tuoi libri. Solo meno romantica ecco tutto. >>
All'angelo quel racconto aveva fatto male al cuore, sentiva un subbuglio provenire dal suo stomaco come se si stesse rivoltando, qualcosa premeva per risalire come lava bollente di un vulcano.
<< E tu come fai a saperlo? Non li hai mai letti. >>
<< Dimentichi che ci tenevi particolarmente a raccontarmene la trama? >>
Aziraphale arrossì, in effetti qualche volta si era lasciato andare ai racconti e si divertiva particolarmente ad ogni sbuffo che il demone esalava, si ricordò che una volta gli aveva persino detto che preferiva la dannazione eterna piuttosto che sentire ancora parlare di due nauseanti piccioncini, sorrise abbandonandosi a quel ricordo.
<< Crowley ho bisogno di rimanere un po' solo se non ti dispiace, mi faccio vivo io sempre se...- >>
<< D'accordo ci sentiamo >>  sorrise leggermente ed uscì dalla libreria.
Quando la porta si chiuse Aziraphale si lasciò andare con la schiena contro uno scaffale, sospirò pesantemente, il cuore gli faceva male e sentiva le lacrime impregnargli gli occhi, si mise una mano sul volto e una sul petto e pianse, quelle lacrime non rappresentavano solo la tensione accumulata fino a quel momento ma erano anche segno dell'incredibile dolore che stava provando, aveva perso Crowley, forse non come amico ma come altro sì, tutto quello che avrebbero potuto essere era svanito e solo perché non aveva avuto il coraggio di parlare prima.
Non poteva sapere come sarebbe andata ma almeno avrebbe avuto la consolazione di averci provato, ora invece gli rimaneva solo un cuore infranto e doveva anche dividere il suo migliore amico con un'altra persona, quel pensiero lo faceva sentire terribilmente egoista, ma non riusciva a pensare ad altro, la sua mente era annebbiata e la testa gli doleva, continuò a piangere sperando che quelle gocce d'acqua facessero scivolare via tutto quel malessere.
Parecchi istanti più tardi decise di averne abbastanza di tutte quelle lacrime, si asciugò gli occhi con una mano, era un principato lui e doveva dimostrare quella dignità che credeva di aver perso, non poteva comportarsi in quel modo, la gelosia non era un sentimento puro e malgrado si sentisse "uno schifo" doveva reagire.
Erano un angelo e un demone in fondo, non avrebbe mai potuto funzionare si disse.
Passarono due giorni in cui Aziraphale ancora non se la sentiva di chiamare Crowley, si era rintanato nella sua libreria e con la scusa di recuperare i giorni persi o mettere i documenti in ordine non aveva messo il naso fuori, si ritrovava spesso a pensare che cosa avrebbe potuto dirgli se lo avesse chiamato, l'ultima volta che si erano visti avevano più o meno chiarito ma le cose tra loro sembravano ancora troppo appese a un filo.
La realtà però, o meglio una delle verità che spingeva lo spingeva a non telefonargli era che aveva troppo timore che non sarebbe stato lui a rispondere, e sentire una voce diversa al telefono del suo amico era certo lo avrebbe reso ancora più depresso di quanto già non fosse.
Quella mattina mentre svolgeva le solite faccende il telefono cominciò a trillare, credeva fosse un cliente e si affrettò a rispondere, quasi gli cadde di mano la cornetta quando sentì a chi apparteneva la voce dall'altro capo, le mani iniziarono a sudargli e si trovava in una situazione scomoda visto che aveva detto che si sarebbe fatto sentire lui.
<< Avevo detto che sarei stato io a chiamarti >> disse infatti.
<< Lo so ma ho scoperto che hanno aperto una nuova pasticceria, mi chiedevo se ti andasse di venire con me >> la voce del demone sembrava quella di sempre, senza traccia della rabbia e tristezza di qualche giorno prima.
All'angelo brontolò lo stomaco al solo pensiero di gustarsi tipi di dolci mai assaggiati, però era indeciso sul da farsi, doveva ammettere che il desiderio di passare del tempo con Crowley lo aveva, però si chiedeva anche come sarebbe stato, avrebbero fatto come se niente fosse successo o avrebbero finito per litigare di nuovo?
Una vocina nella sua testa gli diceva di accettare, il suo amico aveva fatto un grande passo verso di lui chiamandolo, non poteva tirare troppo la corda rischiando di spezzarla, si arrotolò la cordella dell'apparecchio al dito e annuì ricordandosi poi che l'altro non poteva vederlo.
<< Solo noi due? >> si sentì parecchio stupido a porre quella domanda, se lui avesse voluto invitare anche Julian aveva tutto il diritto farlo, ma da un lato, il suo lato più egoistico desiderava avere il suo amico tutto per sé come ai vecchi tempi.
Il demone si addolcì sentendo quella richiesta, la voce titubante di quello che per lui era ancora il suo angelo gli aveva fatto sciogliere il cuore, addirittura sorrise come da giorni non faceva più.
<< Solo noi due >> lo rassicurò.
Aziraphale si aprì in un sorriso che gli arrivava fino alle orecchie.
<< Quando? >> chiese con il cuore in gola.
<< Domani, ti passo a prendere alle due. >>
E così il resto della giornata lo passò a fare avanti e indietro rischiando di consumarsi la suola delle scarpe, non si era mai sentito così nervoso quando dovevano vedersi, a parte quando temevano le loro fazioni, ma anche in quel caso riusciva a mascherarlo abbastanza bene, quella volta era diverso però, era una semplice uscita tra amici nulla di più, ma erano successe delle cose che avevano messo alla prova la loro amicizia, per questo si sentiva così nervoso, aveva il terrore di commettere qualche sbaglio e di rovinare tutto.
Le due del pomeriggio seguente arrivarono più alla svelta del previsto, Aziraphale prese almeno undici respiri prima di salire in macchina, fortunatamente la velocità riuscì a cancellare per un po' il turbamento che provava riguardo quell'uscita.
Arrivarono in una cittadina davvero carina, scesero dall'auto e camminarono un po' prima di arrivare alla pasticceria, entrarono nel negozietto che era piccolo ma accogliente, la fragranza dolce di quelle leccornie era diffusa in ogni angolo, e Aziraphale non solo trovava quel posto davvero gradevole ma anche inebriante per i suoi sensi.
Si accomodarono ad un tavolino elegante, lui ordinò una porzione di ogni pasticcino e la sua bevanda preferita mentre Crowley prese solo un caffè, il servizio fu veloce e in dieci minuti avevano già tutto il tavolo apparecchiato di squisitezze, all'angelo brillavano gli occhi e ne sentiva il sapore solamente guardandoli.
Incominciò subito a gustarseli uno ad uno, quello alla crema, alla fragola, al cioccolato, erano tutti ugualmente deliziosi e ad ogni boccone chiudeva gli occhi per assaporarli al meglio, il demone nel frattempo aveva finito il suo caffe e come d'abitudine fissava l'altro gustarsi quelle prelibatezze.
<< Oh Crowley non so come tu abbia fatto a trovare questo posto, è tutto infinitamente squisito, temo di esserne già diventato dipendente >> sorrise leccandosi le labbra.
<< Ho una rete molto addestrata in grado di scovare posti come questo >> ridacchiò.
<< Sicuro non vuoi provarne almeno uno? Possiamo fare a metà se non ti va intero. >>
Il demone non se la sentiva proprio di smontare quell'entusiasmo serafico che aveva preso l'altro, così accettò l'offerta, Aziraphale tagliò a metà il dolcetto ed entrambi allungarono la mano nello stesso momento per prenderlo, le loro dita si sfiorarono, l'angelo fu il primo a tirarla indietro imbarazzato, le guance gli si velarono di rosso, Crowley invece decise di ignorare quello strano batticuore che lo aveva colto, prese la sua metà e se la portò alle labbra, effettivamente era molto buono, un perfetto equilibrio tra dolce e amaro, non sapeva il perché ma quel pasticcino gli ricordava tanto loro due.
Decisero di fare anche una passeggiata approfittando del tempo sereno, erano in un posto nuovo ed entrambi avevano voglia di visitarlo, si persero per ore visitando negozietti e giardini, mentre stavano tornando indietro il demone volle fermarsi davanti a un negozio di dischi che prima era chiuso, entrarono e in un attimo adocchiò un disco dei Queen che non era mai riuscito a trovare, era uno di quelli antichi che andavano sul giradischi, l'angelo aveva notato l'interesse e si affrettò a distrarre l'amico.
<< Crowley! Crowley! Dovresti farmi un enorme favore, volevo portare a casa dei dolcetti ma la pasticceria sta per chiudere, ci andrei io ma ho le gambe troppo corte e non corro molto velocemente >> lo guardò con i suoi tipici occhioni supplichevoli che fecero arrossire il demone.
<< Nkg...d'accordo vado, tu asp...ma ehi! >>
Il principato lo stava già spingendo fuori dal negozio, non appena lo vide allontanarsi si affrettò a comprare il disco, se lo fece addirittura impacchettare e poi lo raggiunse davanti alla pasticceria, quando Crowley uscì sollevò un sopracciglio vedendo l'angelo che lo attendeva fuori.
<< Ti avevo detto di aspettarmi in negozio >> disse guardandolo in maniera sospetta, conosceva quell'espressione ed era certo che gli stesse nascondendo qualcosa.
<< Che hai lì dietro? >> arricciò la radice del naso sporgendosi per spiare.
<< Cosa? Io? Niente, niente >> rispose l'angelo facendogli un sorrisino.
<< Bugiardo fa vedere! >> cercò di guardargli dietro la schiena ma Aziraphale glielo impediva muovendosi come lui.
<< Allora io non ti do i dolcetti! >> sancì alzando il pacchettino, l'angelo mise immediatamente il broncio.
<< Non è affatto giusto >> brontolò.
<< E va bene >> disse infine, gli mostrò la busta che aveva dietro la schiena e gliela porse.
<< Per te >> disse sorridendo rosso in viso.
Crowley colto alla sprovvista arrossì vistosamente, perse un battito mentre quel solletichio allo stomaco tornò alla ribalta.
<< Ngk...Aziraphale non...non dovevi. >>
Prese la busta sfilandola con delicatezza dalle dita soffici dell'altro, gli porse il vassoio di dolcetti che Aziraphale prese con così tanta riverenza nemmeno fosse un dono dell'altissimo, il demone aprì la busta fissando quel pacco incartato, aveva gli occhi lucidi e la sua testa era andata in tilt, alzò il viso verso l'angelo, aveva le guance rosate e un sorriso bellissimo, anche lui sorrise e prima di riuscire a dire una frase di senso compiuto balbettò diverse volte.
<< Suppongo di...- >>
<< Io ti...ringrazio. >>
<< Aspetta di vedere cosa c'è dentro, magari non ti piacerà nemmeno >> gli regalò un sorriso furbo e iniziò ad avviarsi verso l'auto.
Il cielo si era annuvolato e qualche goccia di pioggia cominciò a cadere giù, il principato si toccò una guancia poi si guardò le dita bagnate, alzò lo sguardo verso il cielo per scoprire che quelle goccioline stavano aumentando la velocità con cui scendevano.
<< Sarà meglio affrettarci disse >> ma Crowley non sembrava avere fretta, schioccò le dita e nella sua mano comparve un ombrello nero già aperto e sollevato, Aziraphale sorrise leggermente, si avvicinò a lui ma per evitare di bagnarsi del tutto dovette afferrare il braccio piegato dell'altro, non che gli dispiacesse ovviamente.
Camminarono così per i metri che li separavano dalla Bentley, godendosi il calore del corpo reciproco, il contatto così ravvicinato che mai avevano osato avere, l'angelo si sentiva come in un sogno, e anche se sapeva sarebbe finito presto volle continuare a crogiolarsi in quella bella sensazione, dall'altro capo del marciapiede vide due innamorati anch'essi sotto un ombrello che si scambiavano un bacio, arrossì e si strinse involontariamente più forte al braccio di Crowley, presto però quel piacevole sentimento venne sostituito dalla consapevolezza che loro non erano come quella coppietta felice, gli occhi gli si riempirono di lacrime e il sorriso sparì dalle sue labbra.
Arrivati a Soho il tempo era già migliore anche se dalla strada bagnata si poteva notare che aveva piovuto anche lì, inoltre spiccava uno splendido arcobaleno in cielo, il demone sogghignò e lanciò uno sguardo ad Aziraphale.
<< Questo è opera di quegli spacconi dei tuoi, si divertono a sbeffeggiare gli umani, ce li vedo sai a dire "sentite gente è vero vi abbiamo inondato d'acqua, la vostra auto appena lavata si è nuovamente bagnata, gli ingorghi sono stati più infernali del solito e siete arrivati tardi a lavoro, ma ehi questo fottuto arcobaleno è tutto per voi, non siete felici!?" >>
L'angelo però non aveva molta voglia di scherzare, un tempo forse ci avrebbe riso su o avrebbe intimato a Crowley di non sbeffeggiare il cielo se pur ritendendo divertente l'imitazione, ma in quel momento il suo umore era tutto l'opposto dei colori dell'arcobaleno.
<< Ho scelto io i colori >> disse guardando dritto davanti a sé con un sorriso malinconico.
Il demone rimase di stucco, quello non glielo aveva mai detto e a dire il vero sapeva ben poco della vita di Aziraphale prima che lo mettessero a guardia delle mura.
<< Cosa!? Sul serio? >> rispose guardandolo per qualche secondo.
Annuì.
<< Ero ancora un semplice angelo, l'altissimo mi ha convocato, ovviamente non di persona ed io mi sono preoccupato credendo volesse rimproverarmi di qualcosa, invece mi ha mostrato tanti colori dicendomi di sceglierne sette, ed io l'ho fatto, sono stati i due giorni più impegnativi della mia vita, non volevo deluderLa. >>
Crowley aveva ascoltato con attenzione quella storia come un bambino che guarda incantato chi gli sta raccontando una favola, solo che quella non era frutto di fantasia e lui ricordava bene la sensazione di creare dal nulla qualcosa di unico e bello e mostrarlo a Lei.
<< E Lei? >> domandò curioso di sapere come fosse andata a finire la storia.
<< Come? >> chiese l'angelo.
<< Voglio dire non ti ha detto nulla? >>
<< Oh sì >> sorrise il principato a quel ricordo << disse che avevo fatto un'ottima scelta e che era fiera di me, subito dopo li prese unendoli insieme e mi mostrò quello che abbiamo visto prima, solo che in paradiso era ancora più bello e vederlo da vicino fa tutto un altro effetto. >>
<< In effetti aveva ragione, hai fatto un ottimo lavoro. >>
<< Io non ho fatto niente se non scegliere i colori >> si giustificò, non era abituato ai complimenti e credeva davvero di non avere meriti.
<< E questo cosa c'entra? Pensa se li avesse fatti scegliere a Gabriele, o a Michele! >> fece una smorfia << sai che pastrocchio ne sarebbe uscito. >>
Aziraphale scosse la testa divertito, non ce li vedeva proprio quei due a scegliere pazientemente tra un'infinità di colori, avrebbero dato sicuramente di matto finendo per prendersela con qualche povero malcapitato.
<< Credo che Gabriele avrebbe delegato il lavoro a qualcun altro minacciandolo di farlo bene se non avesse voluto finire ingoiato dalle fiamme. >>
Crowley rise di gusto.
<< Sarebbe andata sicuramente così >> disse mentre ancora rideva.
Parcheggiò la Bentley davanti alla libreria, Aziraphale si affrettò a scendere, lui fece lo stesso.
<< Grazie per...beh tutto quanto >> sorrise appena sollevando di poco il pacchetto di pasticcini.
<< Allora ci vediamo presto no? >>
L'angelo si stava già avviando verso la porta.
<< Aziraphale. >>
Si fermò voltandosi a guardarlo, era fermo appoggiato con un braccio alla portiera della macchina.
<< Ci vediamo vero? >> domandò il demone.
Aziraphale annuì ed entrò chiudendosi la porta alle spalle, ci si appoggiò con la schiena e chiuse gli occhi, quando sentì il rombo dell'auto che si allontanava sospirò stringendo più forte il pacchettino per evitare che gli cadesse, non si era mai sentito così nervoso in tutta la sua vita, non riusciva a smettere di pensare a lui e Crowley stretti sotto l'ombrello.
Una cosa che aveva notato e a cui inizialmente non aveva fatto caso era che non lo chiamava più angelo, gli piaceva essere chiamato così  perché anche se era un appellativo che effettivamente descriveva la sua natura, aveva sempre creduto che dietro ci fosse qualcosa di più profondo, e il fatto che avesse smesso di utilizzarlo gliene dava conferma.
Probabilmente per il demone quel nominativo rappresentava qualcosa di intimo e personale che in qualche modo li univa, ed ora visto che era legato ad un'altra persona non gli sembrava giusto chiamarlo così, non era più il suo angelo ma un amico che condivideva la stessa natura ultraterrena, questa consapevolezza lo faceva soffrire enormemente.
Crowley quella sera era a casa da solo, Julian era di turno e lui poteva rilassarsi senza dover far fronte a troppe domande, anche se lui effettivamente non è che gliene facesse troppe, lo lasciava libero di esprimere i suoi sentimenti quando se la sentiva e questa era una delle cose che apprezzava di quel ragazzo, però aveva voglia di rimanere solo e pensare, perché quel pomeriggio passato insieme ad Aziraphale lo aveva lasciato con troppe domande.
Avevano passato dei bei momenti di questo ne era sicuro, come era certo che anche l'angelo si fosse divertito, in effetti rispetto ai giorni precedenti lo aveva visto più sereno, con una nuova luce che però si era spenta durante il viaggio di ritorno, sì perché lui aveva solo fatto finta di non vedere la malinconia negli occhi celesti dell'altro, il viso velato di tristezza e la voce così pacata tanto diversa da quella squillante che era abituato a sentire.
Si chiedeva che cosa potesse essere successo in quel breve lasso di tempo da ridurlo in quel modo, non avevano discusso o affrontato temi delicati, forse era stata la sua battuta sull'arcobaleno e quelli del piano di sopra? Ma no, altrimenti lo avrebbe ripreso e in un attimo gli sarebbe passata.
Dopo l'ennesimo sospirò il suo sguardo cadde sulla busta lasciata abbandonata su un lato del divano, la prese e ne tirò fuori il contenuto, scartò l'involucro con cui era avvolto l'oggetto che tanto era curioso di scoprire e quando vide cos'era il suo cuore si riempì di gioia, era il disco che aveva adocchiato in quel negozio, sorrise apertamente e gli occhi gli brillarono di una luce intensa.
Certo era conscio di non possedere un giradischi, ma nella sua testa era già arrivato alla conclusione che lo avrebbe ascoltato insieme ad Aziraphale utilizzando il suo, avrebbero passato un bel momento, e anche se le canzoni dei Queen non erano il genere che prediligeva era sicuro che non si sarebbe rifiutato di ascoltarli in sua compagnia qualche volta.
Non aveva fatto i conti con qualcosa che mai avrebbe potuto prevedere, quel malessere che aveva improvvisamente colpito l'angelo lo faceva dubitare che fosse una cosa giusta proporgli ciò che aveva pensato, non sapeva nemmeno se quel malumore riguardasse lui e in quel caso avrebbero potuto parlarne, se invece era una cosa personale che riguardava solo Aziraphale non avrebbe potuto fare molto.
Decise di telefonargli mandando all'inferno tutti i suoi timori, non era mai stato un codardo e non avrebbe iniziato ora, compose il numero e a ogni squillo il suo cuore tremava, si appoggiò al grande tavolo e quasi gli venne un colpo quando sentì quella voce candida rispondere.
<< Ehi. >>
<< Crowley... >>
<< Sì, io volevo...ti ho chiamato per ringraziarti del regalo >> deglutì a vuoto, perché si sentiva così nervoso?
<< Oh non dovevi, voglio dire l'ho fatto con molto piacere. >>
<< Non eri obbligato però, e dopo quello che è successo...- >>
<< Non ne voglio parlare, abbiamo già chiarito tutto, se non fosse così oggi non sarebbe stato così piacevole. >>
Il demone alzò il viso, le sue pupille si allargarono e le guance divennero rosse.
<< Piacevole? Quindi sei stato bene? >>
<< Ma certo... >>
<< Ne sono felice, dopo averti lasciato a casa credevo che tu...- >>
<< Senti Crowley sono parecchio stanco e ho davvero voglia di finire quei deliziosi dolcetti, ti auguro una buona serata. >>
<< Aspetta io volevo chied...erti >> troppo tardi, aveva già attaccato, il demone sospirò pesantemente appoggiando la cornetta, decisamente qualcosa non andava.
Il giorno seguente dopo essersi dannato per tutta la notte, -sì dannato era la parola giusta- l'angelo decise di andare da Crowley, aveva ponderato che nonostante soffrisse di quella situazione non poteva e non voleva abbandonare il suo migliore amico, così aveva deciso saggiamente di mettere da parte i sentimenti che provava per lui e comportarsi finalmente da creatura eterea quale era, basta gelosia, tristezza, senso di colpa e di vuoto, lo avrebbe avuto al suo fianco come amico e non poteva chiedere di meglio. Questo almeno era quello che si era raccontato.
Stava passando vicino alla Bentley quando vide Crowley uscire dal portone, si affrettò a raggiungerlo sfoggiando il suo migliore dei sorrisi, aveva davvero il desiderio di ricominciare e sapeva anche che sarebbe stato difficile ma teneva così tanto a lui, ancor più di quanto tenesse a se stesso.
<< Aziraphale? Che...non avevamo appuntamento vero? >>
<< No sta tranquillo >> sorrise dolcemente sollevando quelle carinissime guanciotte paffute.
<< Sono venuto perché desideravo parlarti, temo di essere stato scortese con te ieri, ero davvero stanco e la discussione dei giorni prima ammetto che mi ha lasciato scosso. Non che questo sia una giustificazione, però ci tenevo a dirti che mi piacerebbe passare del tempo insieme, anche con Julian ovviamente, se sei d'accordo. >>
Il demone rimase completamente spiazzato, solo la sera prima sembrava un'altra persona ed ora era lì pimpante a proporgli di uscire insieme, forse stava dicendo la verità, perché doveva dubitare delle sue parole, lui era pur sempre una creatura di puro amore, i litigi gli facevano male e si era ritrovato ad affrontarne uno appena rimesso piede in città, probabilmente gli era servito del tempo per elaborarlo ed ora ce l'aveva fatta.
<< Vuoi scherzare, certo che mi va! >>
Effettivamente per un'intera settimana le cose andarono bene, si erano visti tutti i giorni, erano usciti insieme proprio come ai vecchi tempi, Crowley non se l'era sentita di portare anche Julian con sé, non gli sembrava ancora il momento e a dire il vero voleva godersi la compagnia dell'angelo senza che ci fosse nessun altro, erano stati per secoli sempre e solo loro due, non era ancora pronto per stravolgere quella bella abitudine. Aziraphale gli era sembrato felice, mangiava, beveva, rideva delle sue battute e cercava di allontanare i possibili acquirenti dalle sue prime edizioni, tutto come al solito.
Quello di cui il demone non si rendeva conto era che lo stava ferendo, inconsapevolmente lo illudeva giorno dopo giorno e nemmeno Aziraphale era cosciente di tutto ciò, avevano entrambi legati sugli occhi una benda che gli impediva di vedere e rendersi conto di quello che stava realmente accadendo, si erano costruiti una facciata di felicità che era pronta a cadere al primo soffio di vento, e quel soffio era proprio dietro l'angolo.
Era Lunedì, il sole splendeva alto nel cielo, le prime gemme coloravano i rami degli alberi e tutto sembrava perfetto come in un film dal finale felice, l'angelo era così di buon umore che addirittura stava canticchiando sulla base del grammofono che espandeva nell'aria soffici note, quel giorno si disse avrebbe chiuso prima la libreria per godersi quei raggi tiepidi che iniziavano a scaldare la pelle.
Decise di fare un giro al parco, i suoi piani erano semplici, avrebbe preso un gelato, dato da mangiare alle anatre per poi oziare su una panchina magari leggendo anche un bel libro, e tutto filò liscio fino al momento in cui si decise a rincasare, infatti fu proprio nel tragitto di ritorno che notò due figure che conosceva bene, erano Crowley e Julian, quest'ultimo gli era di spalle e quindi non poteva vederlo, si alzò in punta di piedi per baciare il demone sulle labbra il quale gli regalò un meraviglioso sorriso, lo abbracciò e in quel momento si accorse di qualcuno che li stava fissando, e quel qualcuno era proprio Aziraphale.
Sul momento Crowley immaginò che si sarebbe avvicinato a salutarli visto come stavano andando le cose ultimamente, invece il principato voltò le spalle e si diresse a passo spedito tagliando per il prato invece che procedere lungo il sentiero, arricciò le sopracciglia scarlatte e un impulso dentro di lui lo spinse a seguirlo.
Si giustificò con Julian dicendo che sarebbe tornato subito, che era importante e gli avrebbe spiegato, poi si gettò all'inseguimento che fortunatamente durò poco dato che aveva decisamente le gambe più lunghe ed era più agile, lo vide sul marciapiede e decise di chiamarlo prima che si disperdesse in mezzo a tutte quelle persone.
<< Angelo! >>
Incredibilmente bastò quell'unica volta per farlo fermare ma non per il motivo che pensava Crowley, infatti Aziraphale strinse i pugni e riprese la sua marcia spedita lasciando perplesso il povero demone, naturalmente lui non poteva arrendersi, corse e in un attimo riuscì ad affiancarlo, lo prese per un braccio.
<< Vuoi fermarti! >>
<< No >> rispose scostandosi dalla sua presa riprendendo a camminare.
Al demone scivolarono gli occhiali sul naso, ma cosa gli era preso?
<< Come sarebbe...Aziraphale per...- >>
<< Crowley vuoi lasciarmi in pace per favore >> la voce gli tremava, era sull'orlo del pianto e non voleva assolutamente che lui lo vedesse.
<< Non ho intenzione di lasciarti andare così! >> rispose ringhiando di frustrazione.
<< Fai come vuoi, io continuerò a camminare >> disse senza nemmeno voltarsi.
<< Per me puoi arrivare anche sulla luna, non la smetterò finché non mi dici che accidenti hai! >>
Arrivarono alla libreria che per fortuna non era poi molto lontana, l'angelo ci si fiondò dentro seguito a ruota dal demone che non aveva intenzione di mollare.
<< Allora? >>
<< Allora cosa? >> domandò il principato dandogli le spalle.
<< Mi prendi per il cu... >> si morse la lingua << lo vedo che hai qualcosa, mi credi così stupido? >>
<< Perché pensi riguardi proprio te? >> gli chiese cercando di controllare le proprie corde vocali, avrebbe pianto, doveva solo resistere un altro po'.
<< Vediamo forse perché te ne sei andato via fingendo di non avermi visto, o perché mi hai ignorato, e forssse perché hai continuato a fuggire da me! >>
Aziraphale rise amaramente.
<< Io non ho finto Crowley, ti ho evitato appositamente. >>
Per il demone fu un duro colpo da digerire, non si aspettava tanta schiettezza.
<< Bene, avrò il diritto di sapere il motivo! >>
L'angelo scosse la testa, ancora non si era voltato a guardarlo.
<< No e gradirei tu mi lasciassi solo. >>
Crowley sbottò allargando le braccia.
<< Come puoi chiedermi una cosa del genere! >>
<< Cr..owley per favore >> stava cedendo, le parole gli erano tremate uscendo a fatica dalle labbra.
<< Non puoi essere così ottuso da pensare che io ti lasci da solo in questo stato, voglio la verità e tu me la d...- >>
Aziraphale si girò di scatto, i pugni stretti, gli occhi pieni di lacrime che scivolarono via, per la prima volta urlò così forte da spaventare anche se stesso.
<< VATTENE CROWLEY! >>
Quest'ultimo si zittì all'istante, le frasi che stava per dire gli morirono in gola, rimase pietrificato di fronte a quella scena, e quello non era un urlo di rabbia ma solo di dolore, un dolore straziante che gli stava lacerando l'anima, aveva cercato di resistere, non voleva lo vedesse così, non si sentiva in diritto di sentirsi triste e soprattutto di far sapere a lui di questa tristezza, ma il suo cuore, la sua essenza non avevano retto, faceva troppo male, e sentirlo insistere così lo aveva fatto crollare.
Quando si rese conto del modo in cui aveva reagito si portò le mani alla bocca, gli occhi spalancati che bruciavano, si sentiva in colpa, non era sua intenzione comportarsi così, Crowley non avrebbe mai dovuto venire a sapere tutto quello che lo stava affliggendo, era una cosa che doveva affrontare solo con se stesso, immaginava che avrebbe avuto dei momenti in cui la verità sarebbe venuta fuori, momenti in cui si era sempre augurato di essere da solo.
<< M-Mi dispiace >> sussurrò a fil di voce guardando il pavimento.
Il demone si sentiva ferito e rifiutato per l'ennesima volta, dentro di sé percepiva che qualcosa non andava, ma la sua parte più fragile credeva che l'angelo lo volesse fuori dalla sua vita e se era così una spiegazione almeno la meritava, poi si ricordò del loro litigio prima della non-apocalisse, anche quella volta Aziraphale gli aveva detto che era finita e lui se n'era andato senza ribattere, certo poi era tornato per convincerlo a scappare insieme, ma di nuovo davanti a un rifiuto aveva semplicemente girato le spalle e com'era finita? Con la libreria in fiamme.
Quindi seppur il suo orgoglio gli urlava di andarsene, decise che non voleva rischiare di nuovo, dette retta al suo intuito e lentamente si avvicinò a lui, stava tremando e le guance erano umide per via delle lacrime di poco prima, questa volta a differenza della precedente non lo stava guardando in faccia, forse in realtà non voleva se ne andasse davvero.
<< Vuoi dirmi per l'amor di tutto il paradiso che inferno ti prende!? >> tentò di mantenere un tono pacato, ma l'agitazione si percepiva comunque.
Il principato però non rispose e nemmeno alzò il viso.
<< Aziraphale >> lo chiamò ma niente.
Crowley sospirò, quel nome premeva nel petto per uscire, anche se poco prima mentre lo stava ancora inseguendo lo aveva urlato, ma gli era uscito così senza pensarci più di tanto, in quel momento però quella parola aveva un peso del tutto diverso.
<< Angelo >> la lasciò uscire finalmente, si sentì come se quelle semplici lettere avessero il potere di dare un senso alla sua vita, ed evidentemente anche per Aziraphale era così perché alzò lentamente la testa puntando gli occhi nelle sue lenti scure.
Le spalle del demone si rilassarono, così come il suo viso.
<< Allora mi vuoi dire che cosa c'è che non va? >>
<< Non posso >> rispose facendo una piccola smorfia con le labbra.
Crowley ringhiò stringendo i denti.
<< Devo far scendere tutti i santi per farti uscire qualche parola di bocca o cosa!? >>
<< Io non posso dirtelo >> disse il principato superandolo di qualche passo.
<< Perché? >>
<< Sarebbe ingiusto da parte mia dirti questa cosa. >>
Il demone si avvicinò di nuovo a lui, lo prese per un braccio e lo fece voltare delicatamente.
<< E' così terribile? >> chiese Crowley ironizzando, ma come sempre l'angelo non colse.
<< Sì >>> rispose con le labbra che gli tremavano.
<< Senti Aziraphale io e te ne abbiamo passate di tutti i colori, abbiamo visto il meglio e il peggio di entrambi e dell'umanità intera, credi che io mi possa scandalizzare per qualcosa che...- >>
<< Puoi perché riguarda te! >> lo guardò dritto negli occhi e il demone vi lesse tutto, ogni sfaccettatura possibile, paura, senso di colpa, frustrazione e tante di quelle emozioni che non avrebbe mai voluto vedere dentro quelle pozze celesti.
Crowley rimase in silenzio per qualche istante, era curioso di sapere che cosa fosse quel mistero che si ostinava a portarsi dentro, ma dall'altro canto aveva paura che qualsiasi cosa fosse non gli sarebbe piaciuta per niente e li avrebbe portati a dividersi.
Gli bastò uno sguardo per capire che non gliene importava niente di cosa fosse, non avrebbe permesso a niente e nessuno di mettersi tra loro e separarli, doveva essere qualcosa di grosso per ridurre così il suo angelo che era sempre stato testardo e coraggioso, e proprio perché avevano condiviso tutto non poteva più permettere che portasse quel fardello da solo.
<< E non credi che sia giusto io lo sappia? >> si stupì del suo tono di voce profondamente dolce.
L'angelo deglutì, spostò lo sguardo verso destra, si vedeva che era nervoso e combattuto, avrebbe fatto di tutto pur di sollevarlo da quella pena, se fosse stato necessario e se avesse potuto l'avrebbe portata lui tutta da solo, ormai era abituato a portare carichi pesanti, la caduta era una di questi e così si sarebbe caricato anche del peso di ciò che turbava il suo migliore amico pur di non vederlo soffrire.
<< Potresti arrabbiarti e ne avresti tutte le ragioni >> disse il principato che ormai non sapeva più come evitare quella conversazione.
<< Provaci lo stesso >>
Aziraphale sospirò cominciando a torturarsi le dita delle mani, attese qualche istante cercando nella sua mente le parole più giuste da usare, se doveva fargli quel discorso, confessandogli quella cosa che tanto lo faceva vergognare allora doveva almeno dirlo nella maniera più corretta.
<< Io non riesco >> chiuse gli occhi per poi riaprirli e puntarli su di lui << ad essere totalmente felice per te, o meglio mi fa piacere tu abbia trovato qualcuno ma... >>
<< Ma? >> lo incalzò il demone.
Voleva dirgli la verità ma quando lo guardò nuovamente negli occhi perse tutto il coraggio, non poteva dirgli che era innamorato di lui e che quello che provava era umana gelosia.
<< Prima eravamo solo noi due, è sempre stato così e adesso che tutto è cambiato mi sembra di aver solo sprecato tempo che potevamo passare insieme >> deglutì e si grattò la fronte nervosamente << è talmente egoista da parte mia, per questo non volevo dirtelo. >>
Il demone era rimasto letteralmente a bocca aperta, non era nemmeno sicuro di aver capito bene e si chiese persino che cosa fosse successo durante quel viaggio da farlo cambiare così radicalmente, chiuse le labbra e balbettò qualcosa, sentiva la gola secca e le parole giocavano a nascondino nella sua mente.
<< A...Beh...abbiamo passato secoli senza vederci e ora...- >> provò a dire Crowley anche se gli sembrava una frase senza senso.
<< Adesso non abbiamo più alcuna minaccia da parte dei nostri capi, questo è ciò che è cambiato >> disse Aziraphale cercando di apparire sicuro di sé.
<< Passiamo praticamente ogni giorno insieme >> disse alzando le sopracciglia ramate.
<< Lo so, per questo ti dico che non ha senso quello che provo, ho solo paura di... >> giocò con le sue dita << perderti. >>
Per Crowley fu come se qualcuno gli avesse lanciato una freccia trafiggendolo in pieno petto.
<< Ma non succederà mai, tu sei il mio migliore amico >> lo disse con il magone e stringendo le labbra in una piccola smorfia come un bambino che tenta di non piangere.
Quella parola fece venire gli occhi lucidi ad Aziraphale, era stata come un pugno allo stomaco, un tempo sentirsi chiamare migliore amico lo lusingava e spaventava allo stesso modo, adesso invece si sentiva solo uno stupido che aveva perso la sua occasione.
Doveva trovare il coraggio di sembrare felice e se non poteva farlo per sé lo doveva almeno a Crowley che era sempre corso da lui anche quando non lo meritava, si sforzò di sorridere e sentiva come se i muscoli della faccia si fossero atrofizzati, faceva più male di quanto pensasse fingere di non provare niente.
<< E tu sei il mio, anche se non te l'ho mai detto è sempre stato così >> ed era vero, però oltre all'amicizia lui aveva iniziato a provare un sentimento ben più forte, ma non poteva esternarlo e non per qualche minaccia ma semplicemente perché il demone aveva scelto un altro e non lui.
Il cuore del demone perse un battito, si sentì come riempito da qualcosa che gli mancava, tutte quelle confessioni in un solo pomeriggio erano troppo anche per lui,  aveva bisogno di elaborare quelle informazioni, l'angelo gli aveva concesso il permesso di conoscere una parte di lui che mai prima avrebbe potuto vedere, erano cadute le barriere o almeno lui era certo di questo, perché non poteva conoscere la verità nascosta dietro quelle parole.
<< Quindi è tutto...- >> la suoneria del suo cellulare interruppe quello che stava per dire, lo tirò fuori dalla tasca per vedere chi era.
<< E' Julian. >>
<< Va da lui, sarà in pensiero >> disse Aziraphale con il tono comprensivo.
<< In effetti l'ho mollato nel parco >> fece una pausa per guardare l'angelo, il cellulare smise di suonare, << a te non dispiace vero se vado? >>
Il principato scosse la testa.
I due si salutarono promettendosi che si sarebbero rivisti presto, e mentre Crowley si allontanava inconsapevole, Aziraphale raccolse i cocci del suo cuore che lui stesso aveva gettato sul pavimento, non poté fare a meno di chiedersi quanto ancora avrebbe potuto resistere in quella situazione, per quanto ancora quella menzogna che aveva messo su avrebbe retto, e il quesito più importante riguardava proprio il demone, se fosse venuto a conoscenza di tutto sarebbe riuscito a perdonarlo?
I successivi dieci giorni passarono abbastanza serenamente, si erano visti meno volte del solito questo perché il principato aveva cercato con qualche scusa di evitare di incontrarsi, il motivo era semplice dopo quella discussione non era più riuscito a fingere di non provare niente, stare in sua presenza gli faceva sempre più male e siccome voleva evitare in tutti i modi di toccare nuovamente quell'argomento stare meno tempo insieme gli era sembrata l'unica soluzione.
Si era reso presto conto però che non avrebbe potuto evitare proprio tutto, per questo motivo quella sera si trovava di fronte alla porta di casa del demone con una bottiglia di vino in mano.
Aveva ricevuto quello stesso pomeriggio una telefonata da parte del suddetto che gli chiedeva se aveva voglia di cenare insieme a lui e Julian, l'idea era stata di quest'ultimo che a detta di Crowley lo aveva supplicato per una settimana intera, il buon cuore dell'angelo non poteva rifiutarsi dal fare una buona azione, non voleva certo deludere quel poverino che non aveva colpe, e nemmeno desiderava mettere il demone nei pasticci, così aveva accettato.
La cena trascorse in maniera impeccabile, il cibo era buono e il vino andava giù divinamente forse fu anche per questo che era riuscito a mettere da parte la pesantezza che sentiva e godersi la serata, addirittura risero insieme, sembravano tre amici che non si vedevano da una vita, stava incominciando a capire perché Julian piacesse tanto al demone, era un bravissimo ragazzo con una parlantina da fare invidia al miglior speaker, era anche molto sensibile caratteristica, c'era poco da dire quel ragazzo sapeva come conquistarsi la stima di chiunque.
Con i sensi inebriati dall'alcol Aziraphale aveva cominciato a considerare niente male l'idea di allargare la sua cerchia di conoscenze, ma si sa quando il piano divino è in azione niente e nessuno può riuscire a fermarlo, e se due creature sono destinate ad unirsi lo faranno, non importa quanti secoli dovranno passare.
<< Ragazzi dovete darmi una mano, sto facendo un corso per diventare insegnante di ballo ma credo di essere una mezza frana negll'insegnamento, se voi due mi faceste da cavia ve ne sarei immensamente grato. >>
Il silenzio calò prepotente nella sala, Crowley smise di sorridere e l'angelo arrossì agitandosi sulla sedia.
<< Oh io passo, sono davvero negato con la danza. >>
<< Sssì dovresti trovarti altre cavie, noi due non saremmo di nessun aiuto e poi siamo sproporzionati con l'altezza. >>
<< Ma che dici siete perfetti! Dai solo un ballo e poi giuro che non lo chiederò più >> li supplicò Julian esibendosi nel più tremendo visino da cucciolo.
Il demone alzò gli occhi al cielo, guardò l'angelo che sembrava davvero nervoso.
<< Se non te la senti non devi...- >>
<< No, no va bene, è giusto che in qualche modo ricambi il gentile invito, ma io vi ho avvisati sia chiaro >> disse alzandosi, si sistemò il papillon e raggiunse il novello compagno di danza al centro della stanza.
Julian diede loro qualche indicazione sui passi, come mettere le mani, la distanza a cui stare, i passi con cui avrebbero dovuto iniziare e gli suggerì di non guardarsi i piedi perché sarebbe stato lui ad indicargli le mosse da fare, questa era tutta la teoria ma sapeva bene che la pratica sarebbe stata diversa.
Accese la musica le quali note lente e soavi invasero l'aria, intervallate dai relativi "ahia" dei due provetti ballerini che naturalmente non erano riusciti nemmeno per un secondo a non guardarsi i piedi, con grande sollievo di Julian i due non si fermarono ad una sola prova ma visto che ci stavano prendendo gusto vollero continuare almeno fino a che non sarebbero riusciti a fare qualcosa di decente.
Ci volle del tempo ma finalmente avevano imparato i passi base, non si calpestavano quasi più i piedi e riuscivano a guardarsi negli occhi, così il ragazzo propose un ultimo ballo, selezionò la canzone più romantica e strappa cuore che aveva sul telefono e fece posizionare i suoi bravi studenti.
<< Se si potessero abbassare le luci sarebbe perfetto >> esordì Julian piano di entusiasmo.
Fortunatamente per Aziraphale questo non era possibile e ringraziò mentalmente la divina provvidenza, la quale però aveva tutt'altri piani per loro, infatti le luci miracolosamente si abbassarono, le due creature ultraterrene si scambiarono uno sguardo complice che nascondeva una domanda "sei stato tu?" ma entrambi negarono appena con la testa e così si chiesero se fosse tutto uno scherzo di qualcuno.
<< Ottimo! Questa sì che è fortuna! >> squittì Julian che non perse nemmeno tempo a chiedersi come fosse possibile e quanto era stato poco casuale quell'avvenimento, lui era uno che la vita la viveva facendosi pochissime domande, solo così secondo lui riusciva a prenderne il meglio.
La melodia partì e la coppia cominciò a muoversi con i passi che avevano appena imparato, le mani strette, i corpi vicini che volteggiavano sfiorandosi l'un l'altro, ci fu solo un momento dove si fermarono, Aziraphale stava guardando verso il basso per timore di sbagliare qualcosa, Crowley gli sollevò dolcemente il mento con l'indice e gli sorrise rassicurandolo con lo sguardo che sarebbe andato tutto bene, l'angelo arrossì quando sentì la mano sottile dell'altro posarsi nuovamente sul suo fianco, le dita lunghe che stringevano le sue, lo guardò deglutendo e sorrise a sua volta.
Teneva gli occhi incastrati nei suoi, quelle due pozze liquide e chiare brillavano di una luce particolare, erano luminosi e ancor più belli mentre guardavano quelli gialli che anch'essi luccicavano, il viso dell'angelo era sereno e rilassato, esprimeva tutto l'amore che provava e malgrado avesse tentato di tenerlo nascosto in quel momento sbocciò come un fiore.
Aveva sul volto un "ti amo" incastrato sui lineamenti chiari e più guardava il demone più si rendeva conto quanto forte fosse il sentimento che provava, per questo ruppe il momento staccandosi improvvisamente da lui, la musica si spense e due paia d'occhi lo fissavano in attesa che dicesse qualcosa.
<< I-io penso che possa bastare, Julian sei stato un bravissimo insegnate e non devi temere nulla, andrà bene vedrai, io ora preferisco andare si è fatto tardi e domani devo aprire presto. Vi ringrazio entrambi per l'ospitalità >> sorrise senza dare nemmeno il tempo di replicare e fuggì via.
<< Ma che gli è preso? >> si domandò Crowley a voce alta grattandosi la nuca.
<< Davvero non lo hai notato? E' innamorato di te idiota! >> disse il ragazzo agitando le braccia e guardandolo incredulo.
Il demone rise e poi fece una smorfia, non aveva minimamente preso in considerazione questa ipotesi e non voleva nemmeno perché avrebbe riaperto vecchie ferite che voleva restassero chiuse.
<< Nah che dici, ti stai sbagliando di grosso fidati. >>
<< Sei serio!? Non lo hai visto come ti guardava, gli brillavano gli occhi, e la sua faccia parlava da sola! >>
Crowley sospirò, gli umani e le loro telenovele...
<< Julian ti assicuro che non è così, nemmeno voleva ballare. >>
<< Questo perché era imbarazzato è ovvio, tu come ti sentiresti se dovessi stare abbracciato alla persona che ti piace senza che lei sappia quello che provi? >>
"Come mi sono sentito poco fa quando lui era stretto a me" rispose una vocina nella sua testa, lui la scosse scacciando via quel pensiero.
<< Punto primo non eravamo abbracciati >> ribatté alzando la lunga falange del dito.
Julian imprecò a denti stretti, come faceva ad essere così ottuso?
<< Per l'amor di Dio Crowley! Ti rifiuti di guardare in faccia la realtà ed io non ne capisco il motivo, o davvero non te ne sei accorto? >>
Il ragazzo si avvicinò a lui che nel frattempo si era spostato e gli stava dando le spalle, lo prese per il braccio e lo fece lentamente voltare.
<< Che ci sarebbe di male se fosse? >>
<< Niente...solo che non è come dici tu, ti sbagli, io e Aziraphale siamo sempre stati solo amici e lui non ha mai provato più di questo. >>
<< Ma tu sì >> realizzò in quel momento Julian che vedeva gli occhi del suo fidanzato tristi come mai prima.
Il demone stirò un angolo della bocca, forse avrebbe dovuto negare ma non ne aveva la forza.
<< E' stato tanto tempo fa... >>
<< Quanto tempo? >> domandò il ragazzo incrociando le braccia.
<< Tanto. >>
<< E adesso non provi più niente? >>
Crowley sospirò nuovamente, si avvicinò di qualche passo a lui per guardarlo meglio.
<< Ho scelto te >>
<< Non sono un dannato pokémon Crowley! >>
<< Un che? >> domandò corrugando le sopracciglia ambrate.
<< Niente lascia perdere, penso che dovresti fare pace col cervello e con il cuore. >>
Di nuovo fu lui ad avvicinarsi, aveva un mattone nel petto, gli prese le spalle e lo guardò intensamente, per quanto il tema Aziraphale lo facesse ancora soffrire provava qualcosa per quel ragazzo e stava bene insieme a lui, non voleva che finisse e anche se una voce gli urlava che stava mentendo a se stesso non volle ascoltare ragioni, aveva già scoperto il suo cuore una volta per l'angelo che amava, non avrebbe più commesso lo stesso errore.
<< Sai quanto i sentimenti siano estranei per me, ma ti assicuro che se anche non riesco ad esprimerlo a parole io provo qualcosa per te Julian, non riesco...non riesco a dargli un nome perché...perché io...- >>
Julian si alzò in punta di piedi e lo zittì con un bacio.
Quella stessa notte sia la "luce" che il "buio" non riuscivano a prendere sonno, uno perché aveva il cuore troppo pieno d'amore e tristezza, l'altro perché aveva le stesse parole che gli giravano in testa da ore, era sdraiato con gli occhi puntati sul soffitto e una mano sulla fronte, e pensava, pensava senza riuscire a smettere.
"E' innamorato di te idiota"
"I suoi occhi brillavano"
"Stringere la persona che ti piace"
"Aziraphale. Innamorato. Di. Me?"
Si alzò dal letto con stizza ma stando attento a non far troppo rumore, gli sembrava ridicolo rimanersene lì sdraiato a fare nulla quando era evidente che non sarebbe riuscito a chiudere occhio, si rivestì e decise di uscire a fare una passeggiata, gli piaceva camminare di notte, sotto il cielo scuro e stellato, in fondo alcune di quelle piccole lucine erano una sua creazione e ammirarle gli faceva sempre bene al cuore, ovviamente se glielo avessero chiesto lui avrebbe detto che gli piaceva passeggiare durante la notte perché era un demone, non sia mai che qualcuno scoprisse la sua parte più sensibile. Quella notte però se ne vedevano poco perché il cielo si era coperto, si stava preparando una tempesta e probabilmente non era solo metereologica.
Anche qualcun altro stava vagando per le vie della città senza una meta precisa, qualcuno che la notte solitamente la passava a leggere e molto raramente a dormire, era Aziraphale che non riuscendo a compiere nessun'azione costruttiva aveva deciso di fare una bella passeggiata nella speranza che gli schiarisse un po' le idee, non amava molto andarsene in giro a quell'ora però era sicuro che il silenzio del centro abitato sarebbe stato un toccasana per il suo spirito in subbuglio.
Girarono entrambi l'angolo di una palazzina e si scontrarono indietreggiando simultaneamente, il demone si sistemò gli occhiali ringhiando, pronto a intimare a chiunque fosse di stare attento a dove metteva i piedi, mentre l'angelo aveva già le scuse pronte, parole che ad entrambi rimasero ferme sulla lingua, si fissarono in silenzio per qualche istante quasi dovessero essere certi di avere l'altro davanti e non una sua apparizione.
<< Crowley? >>
<< Aziraphale? >>
Lo dissero nello stesso istante ed entrambi erano ugualmente sorpresi di essersi trovati, come in una buffa casualità, in un posto che non erano soliti frequentare e proprio in un momento in cui -inconsciamente o meno- speravano di non incrociare nessuno, e con nessuno si intende l'altro.
<< Che cosa ci fai in giro a quest'ora? >> domandò il principato con un sorrisetto nervoso.
<< Dovrei chiederlo a te >> rispose Crowley.
L'angelo spostò le mani per poi riunirle in quella tipica posizione di insicurezza e timidezza.
<< Volevo godermi questa bella serata >> disse.
Il demone alzò il viso verso l'alto, sollevò un sopracciglio e poi tornò a guardare Aziraphale.
<< E' pieno di nuvole >> il tono di voce era proprio di uno che voleva sottolineare che non poteva essere preso per i fondelli facilmente.
<< Beh fanno parte del creato no? >> disse ridacchiando soddisfatto della sua risposta.
<< Sì, suppongo sia così >> gracchiò Crowley.
<< E tu allora? >> gli chiese l'angelo.
<< Io non avevo sonno >> rispose grattandosi la nuca << e a casa mi annoiavo, perciò eccomi qui. >>
Come si erano ridotti così? Avevano sempre avuto mille cose da dirsi, aneddoti da raccontare persino quando la loro collaborazione doveva rimanere segreta, e adesso invece provavano imbarazzo persino a guardarsi negli occhi, ognuno dei due con i suoi pensieri per la testa, le sofferenze e le domande che li attanagliavano, tutti argomenti che riguardavano l'altro che però non poteva essere reso partecipe e il motivo principale era l'insicurezza che entrambi sentivano.
Aziraphale addolcì lo sguardo, sentendo forte dentro di sé la consapevolezza che se si erano incontrati proprio lì, in quel momento, un motivo c'era e lui non voleva lasciarselo scappare, aveva già perso abbastanza, e fosse stato anche una semplice passeggiata beh avrebbe goduto fino in fondo di quell'istante con lui.
<< Stavo pensando...Visto che entrambi preferiamo rimanere fuori, potremmo fare una passeggiata, in due potrebbe essere più divertente. >>
<< Sai che ti dico? E' un'ottima idea >> rispose il demone.
Ripreso a camminare l'uno di fianco all'altro, Crowley con le mani in tasca mentre Aziraphale le teneva in grembo, non parlavano come se temessero che una singola parola potesse rompere la serenità di quel momento, avevano provato sulla loro pelle quanto una semplice frase detta nel momento sbagliato potesse ferire, soprattutto se veniva mal interpretata.
Si sedettero su una piccola panchina in un parchetto illuminato solo da qualche lampione, l'angelo si voltò di poco a guardare il viso di quel demone che si era ritrovato ad amare, era così bello da far male, talmente perfetto da chiedersi come una creatura così unica sia stata rilegata ai piani più oscuri, lui non era così, era luminoso e Aziraphale avrebbe voluto dirglielo un'infinità di volte, tante da averne perso il conto.
Sorrise leggermente, una fitta di malinconia attanagliò il suo povero cuore umano, ne aveva passate talmente tante che si chiedeva come un involucro di carne così fragile potesse ancora sopravvivere, era anche per questo che apprezzava così tanto gli umani, esseri tanto fragili che nascondevano una forza immensa.
<< E' stata una bella serata >> disse tornando a guadare il vuoto, la mente persa in chissà quale ricordo.
<< Mh? >> Crowley si voltò verso di lui.
<< Dicevo che la cena di stasera è stata piacevole, almeno per me lo è stata, Julian è un ragazzo d'oro e sono sicuro saprà prendersi cura di te. >>
Il demone non fece caso a quest'ultima frase, era troppo impegnato a perdersi nei riflessi argentati che i raggi della luna riflettevano su quei ricci serafici, i lineamenti di quel volto morbido e delicato che non aveva bisogno di qualcosa che lo facesse risplendere perché aveva già abbastanza luce di suo, quelle labbra per cui avrebbe volentieri peccato ogni singolo giorno della sua vita e per cui si disse peccherebbe ancora, deglutì a vuoto rendendosi conto in quel momento di quanto ancora fosse perdutamente innamorato di lui, consapevolizzò che non avrebbe mai smesso di amarlo nemmeno se gli avesse strappato il cuore dal petto con le sue stesse mani.
Quella consapevolezza faceva male perché aveva davvero creduto di essersi lasciato quei sentimenti alle spalle, evidentemente li aveva seppelliti così a fondo da riuscire a fingere che non ci fossero più, e probabilmente la lontananza dell'angelo aveva aiutato a mettere una bella maschera a quelle ferite che si rifiutava di ascoltare.
<< Che cosa si prova? >> la voce morbida di Aziraphale interruppe ogni suo pensiero, sollevò un sopracciglio disincantandosi.
<< Che? >>
<< Voglio dire cosa si prova ad avere qualcuno che ti ama così come lo ami tu? >> pose quella domanda guardandolo dritto nelle lenti scure, avrebbe tanto voluto che quegli schermi non ci fossero ma andava bene comunque, era sempre andato bene l'unica cosa che aveva sempre contato era la sua presenza vicino a lui.
Il demone rimase completamente spiazzato, non riusciva a credere alle proprie orecchie e la cosa che lo meravigliava era che nonostante fosse coinvolto in una relazione non sapeva proprio come rispondere, decise di prendere un po' di tempo così magari il suo cervello avrebbe connesso ed elaborato una frase coerente e non balbettii privi di senso.
<< Intendi stare insieme ad una persona? >>
Aziraphale annuì.
<< Bé è qualcosa a cui ti abitui con il tempo >>
<< Sì ma è piacevole? Ti rende felice? >> domandò l'angelo per niente soddisfatto di quella risposta.
<< Mh...I-Io credo che per ognuno sia diverso >>
<< A me interessa di te, tu sei felice? >> chiese nuovamente Aziraphale questa volta in modo più diretto.
Crowley aveva iniziato a sudare, le tempie erano umide e stava iniziando a comprendere come si sentiva l'altro quando lui guidava sparato in pieno centro abitato, lo chiese anche a se stesso mentalmente, lui era davvero felice?
<< Non posso lamentarmi >> rispose sperando di troncare l'argomento.
<< Crowley... >> si lamentò il principato, eppure gli sembrava di non aver chiesto qualcosa di tanto difficile.
<< E va bene se insisti tanto te lo dico! A te piace il cibo no? Vedila così, come se tutti i giorni mangiassi il tuo piatto preferito. >>
<< Oh. E' un paragone bizzarro ma ho capito il senso >> sorrise leggermente.
<< Perché ti interessa saperlo? >> domandò il demone.
L'angelo alzò le spalle.
<< Semplice curiosità...io non ho mai sperimentato una cosa come questa e mi chiedevo come fosse, tutto qui. >>
<< Non è facile da spiegare a parole >> disse Crowley sistemandosi gli occhiali.
Aziraphale annuì piano, tornò a guardare dritto davanti a sé mentre si stringeva le mani, doveva dirglielo, quello era il momento perfetto e inoltre aveva avuto la conferma che cercava, non avrebbe avuto rimpianti o almeno non per quel caso specifico.
<< In realtà c'è un motivo per cui te l'ho chiesto. >>
Quella frase ebbe il potere di rompere il silenzio in un modo che risuonò nel cuore dell'ex serpente dell'Eden come un'esplosione, sentì un brivido lungo la schiena e gli venne persino la pelle d'oca, paura, il contrario di ciò che proprio l'angelo aveva sentito a Tadfield e lui gli aveva risposto che non avrebbe mai detto una cosa del genere, e invece si era ritrovato a provarla più volte, durante l'incendio, l'apocalisse e anche quando si erano scambiati i corpi perché non poteva sapere con certezza se il piano avrebbe funzionato o meno.
Però c'era qualcosa di diverso in quel disagio che provava, come se il suo corpo gli stesse dando un avviso riguardo a qualcosa che sarebbe successo, per questo motivo si sentiva strano, perché di solito la paura l'aveva provata durante un avvenimento non prima, e questo lo faceva sentire in balia di una situazione che non poteva controllare perché non ne conosceva l'entità.
<< Io ho...deciso di lasciare la terra >> si fermò per riprendere fiato, non era una confessione facile da fare << tornerò in paradiso. >>
Un tuono tagliò in due il muro del suono mente un lampo squarciò il cielo, in quello spiazzo di firmamento di nuvole ce n'erano ben poche ma sembrava ugualmene che una tempesta fosse imminente, e infatti era arrivata nel petto di Crowley, ci mise qualche istante per comprendere il significato di quelle parole, il suo cervello fece molta fatica ad elaborarle e tradurle in una frase di senso compiuto.
L'angelo si era girato a guardarlo con sul viso un'espressione di pura ansia, aveva persino smesso di respirare, lui invece aveva solo serrato la mascella e rimase ammutolito per un istante che all'altro parve lunghissimo, dopo quelli che gli parvero interi minuti riuscì a balbettare qualcosa, sicuramente doveva aver capito male.
<< Che...che significa che te ne andrai? E' successo qualcosa? Sono forse tornati a minacciarti...- >>
Aziraphale fermò subito quel groviglio di ipotesi agitando le mani.
<< No niente di tutto questo, è semplicemente una mia decisione >> disse rimanendo esteriormente calmo.
Crowley arricciò le sopracciglia, faceva così fatica a comprendere e dare un senso a tutto quello che gli stava dicendo.
<< Per quanto starai via? >> per essere un demone era parecchio ingenuo a volte, credeva davvero che il suo angelo volesse prendersi una specie di vacanza dalla terra, stare via per un po' e poi tornare, gli faceva rabbia perché era stato via per dieci lunghi anni ed ora voleva andarsene ancora, o forse c'era qualcosa sotto che non voleva dirgli.
<< Il mio è un trasferimento definitivo >> disse addolcendo lo sguardo.
<< Che diamine significa definitivo Aziraphale? >> aveva alzato il tono, il suo petto si alzava e si abbassava insieme alla sua crescente ansia.
<< Per sempre Crowley, torno a casa >> deglutì leccandosi le labbra nervosamente.
Il demone si alzò di scatto mettendosi di fronte a lui.
<< QUESTA è casa tua l'hai dimenticato!? Lassù...lassù non sei più il benvenuto, non ti accetteranno mai! >>
Aziraphale sorrise con tenerezza serafica, comprendeva lo stato d'animo del suo amico ma da brava creatura eterea riuscì a non farsi mangiare da quel dolore che sentiva provenire dal corpo dell'altro, avrebbe provato a farlo ragionare, e se non avesse capito subito le sue ragioni sicuramente con il tempo lo avrebbe fatto.
<< Non possono cacciarmi dal paradiso, solo Lei può...- >>
<< Cazzate! >> sbottò il demone
<< Crowley... >>
<< Hai dimenticato quello che hanno cercato di farti!? >>
<< No, ma non sono tutti così >> rispose con voce più ferma ma sempre con dolcezza, una dolcezza che stava facendo imbestialire il povero Crowley.
<< Ti renderanno la vita impossibile, ci hai pensato a questo quando hai deciso di fare i bagagli? Immagino di no e non è da te per l'amor di... >> ringhiò sbattendo un piede per terra.
<< Ti assicuro che è stata una decisione ben ponderata, e se tenteranno di darmi fastidio di nuovo parlerò direttamente con Lei >> non c'era alcun dubbio nel suo tono di voce.
Crowley abbassò le spalle sconfitto, non riusciva più a controllare il respiro e nemmeno i battiti del suo cuore, era in piena tempesta emotiva.
<< Lo sai che impossibile! Come...come puoi essere così stupido, non ti ascolterà mai, nessuno lo farà! Il tuo posto è qui...con me! >> piegò le labbra in avanti in una smorfia di tristezza.
<< C'è sempre qualcuno che ti ascolta in paradiso, so che non sono così impeccabili ma non puoi pensare che tutti siano così, e Lei interverrebbe se ce ne fosse bisogno, io lo so. Mi sono state tolte tutte le certezze che avevo, lasciami almeno questa, devi lasciarmela Crowley, io ne ho bisogno >> disse con gli occhi umidi e supplichevoli.
Il demone cadde in ginocchio, il petto si alzava e si abbassava, il viso stravolto dal dolore, dall'incomprensione e dall'impotenza, si sentiva come quando era caduto se non peggio, gli stava venendo strappata via l'unica cosa che gli aveva sempre dato il coraggio di andare avanti, la forza di non crollare e arrendersi.
<< Aziraphale... >> la voce era sottile, spezzata, il nodo alla gola pulsava facendogli male, una lacrima scivolò già per la sua guancia << ti prego resta...non andartene. >>
Non aveva mai supplicato prima d'ora, nemmeno nel momento in cui le sue ali avevano cominciato ad annerirsi, aveva affrontato le conseguenze delle sue azioni ingoiando il dolore e subendo la punizione che gli spettava, ma quello era troppo, non poteva sopportare di perdere proprio l'altra metà del suo cuore, perché era così che lo aveva sempre definito, ritrovandosi ad arrossire quando si ritrovava a pensarci.
Aziraphale si alzò dalla panchina, si avvicinò a lui chinandosi con il busto, posò una mano su quella guancia sottile bagnata dalle lacrime, abbassò il viso e posò le labbra sulla fronte di Crowley lasciandoci un tenero e morbido bacio, il demone strinse gli occhi, un suono gutturale lasciò le sue labbra, un suono pregno di così tanta sofferenza che avrebbe spezzato i cuori di chiunque lo avesse sentito.
<< Perché, dimmi il perché! >> implorò sull'orlo delle lacrime.
<< Il mio compito sulla terra è finito >> rispose gentilmente Aziraphale.
<< E a me non ci pensi!? >> urlò alzandosi in piedi.
<< Io...noi siamo amici >> indicò entrambi con un ampio gesto delle mani << è perché non devi più ostacolare o fingere di ostacolare le mie gesta? >> stava iniziando a blaterare cose senza un filo logico, proprio perché il discorso di Aziraphale per lui non aveva né capo né coda.
<< Sei del tutto fuori strada >> provò a ribattere il principato, ma Crowley era fuori controllo.
<< Mi metterò a tentare la gente te lo...prometto >> si avvicinò a lui afferrandogli la giacca e tirandolo con disperazione verso di sé.
Aziraphale lo guardò con tenerezza e compassione, posò le mani sulle sue nel tentativo di placare quell'animo infuocato che non si voleva dare pace, ma questo servì soltanto a far imbestialire e disperare ancora di più il demone, che non poteva sopportare di essere abbandonato e compatito tutto nella stessa sera.
<< Non fare quello sguardo con me, io non sono un maledetto umano a cui donare la tua compassionevole, fottuta grazia angelica! >>
<< Crowley! >>
Gli lasciò il colletto, le braccia gli ricaddero lungo i fianchi magri, era distrutto, spezzato, si sentiva come se avesse giocato tutte le sue armi e nessuna di esse avesse funzionato, sentiva il cuore a pezzi e ironia della sorte lui non avrebbe nemmeno dovuto averlo un cuore, in qualunque modo uno voglia intenderlo.
<< Non sei tu il problema o le tue tentazioni...- >>
<< Sai una cosa? Vattene, sì va pure non me ne potrebbe importare di meno >> spuntò fuori in maniera velenosa, accompagnando la frase con un gesto della mano, voleva sembrare strafottente e invece si mostrava solo distrutto e ferito.
<< Il fatto che io torni di sopra non significa che mi dimenticherò di te o che non potremo più essere amici.
Una risata amara e colma di ironia lasciò le labbra dell'altro.
<< Certo tutto molto facile, sicuramente mi daranno il benvenuto con archetti e violini quando verrò a trovarti in paradiso. >>
<< E che cosa credi che ti permetteranno di fare su e giù dalla terra come ti pare, per andare a trovare un demone tra l'altro, ma sei stupido o cosa!? >>
L'angelo sospirò.
<< Rimarrai nel mio cuore per sempre Crowley, anche se sarai arrabbiato con me per l'eternità. >>
Il demone si avvicinò di qualche passo.
<< Cuore? Tu non avrai più un cuore, come non lo avrò più io per colpa tua, perché hai pensato bene di strapparmi via l'unica cosa buona che mi era rim...- >>
Quelle urla strazianti vennero fermate da qualcosa che non poteva essere previsto da nessuno dei due, le labbra dell'angelo, che in un impeto di coraggio, disperazione, voglia di far smettere tutto quel supplizio si era lanciato verso di lui, gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva baciato, lui aveva gli occhi chiusi mentre quelli gialli erano spalancati con le pupille che tremavano.
Si staccò lentamente facendo scivolare via le mani da quel viso magro e spigoloso, aprì gli occhi alla fine come se avesse paura che se avesse fatto troppo in fretta l'altro sarebbe svanito nel nulla, era il loro primo bacio ed era avvenuto nella maniera più brutale possibile, invece che sancire un inizio segnava la fine, e tutto quello che entrambi avevano sognato per tanto tempo svanì sotto quel tocco.
<< Ti chiedo scusa perché ho sperato in qualcosa che non sarebbe mai potuto accadere, e così facendo ci ho resi vittime entrambi. Un angelo e un demone forse possono amare ma non amarsi, ne scaturirebbe solo dolore ed io temo di averne già causato abbastanza. Perdonami se puoi, altrimenti passa la vita a dannarmi, ma non vorrei fossi tu a patire le conseguenze di un mio errore, qualsiasi decisione prenderai io... >> allungò un braccio e sfiorò con la mano le dita di Crowley << io l'accetterò perché non posso fare altro per rendere onore alla creature meravigliosa che sei >> chiuse gli occhi e le lacrime scesero veloci, il suo viso ora era contratto dal dispiacere e la voce gli tremava.
<< Addio amico mio... >> e in un fascio di luce sparì verso l'alto, lasciando il povero demone impietrito con ancora tra le dita la sensazione di quella mano candida, non si mosse da lì per chissà quante ore, il suo corpo si rifiutava di spostarsi, la sua voce era bloccata e la mente in tilt, era paralizzato e terrorizzato, sentiva freddo, ma un freddo che veniva da dentro e si espandeva in tutto il suo corpo, lo sentì arrivare al cuore e stringerlo in una morsa gelida che lo avrebbe fatto urlare se solo fosse stato in grado di emettere qualche suono.
L'oscurità lo avvolse per intero, e così l'inferno si era preso anche l'ultimo briciolo di luce che con tanta fatica aveva tenuto stretto a sé, come poteva essere stato così ingenuo da credere che una creatura demoniaca potesse conservare qualcosa di buono senza che gli fosse portato via, in un modo o nell'altro il padrone degli inferi si prendeva sempre ciò che gli spettava e la sua anima non l'aveva ancora presa per intero.
Tutti i demoni erano divenuti tali dopo essersi ribellati al paradiso, tutti tranne lui che non era caduto perché lo voleva, ma aveva solo frequentato le persone sbagliate, e così aveva commesso lo sbaglio di pensare di poter vivere per sempre con un piede in due scarpe, coltivando quella metà della sua anima che ancora era rimasta intatta, e tutto questo anche grazie ad Aziraphale che non aveva mai smesso di vederla quella luce.
In un modo o nell'altro avrebbe dovuto saperlo che laggiù non si facevano giochetti e tanto meno venivano accettati, gli avevano fatto credere di poter fare il mezzo demone senza conseguenze, per poi strappargli via quella parte buona e inaccettabile che macchiava l'oscurità di cui avrebbe dovuto essere composto.
Credeva di averla scampata quando avevano cercato di ucciderlo senza riuscirci per via dello scambio, e invece il suo "capo" non si era dimenticato di lui e lo aveva punito nel modo più atroce, facendo sì che questa volta non potesse sfuggire e che finalmente le tenebre lo prendessero del tutto, e quale modo migliore se non strappargli via l'unica creatura che avesse mai amato.
In realtà la responsabilità di tutto quello che era successo non era né del paradiso né dell'inferno, come spesso accade la realtà non è altro che una conseguenza di piccole o grandi azioni compiute o meno da creature umane o ultraterrene, ma Crowley nel pieno della sua tempesta emotiva doveva pur trovare qualcuno a cui dare la colpa, e se durante l'incendio se l'era presa con entrambe le fazioni, quella volta aveva deciso di prendersela con la causa della sua natura, perché stava incominciando a credere che se non fosse mai caduto non sarebbe successo niente di tutto quello che lo aveva portato a vivere quel terribile momento.
Era rimasto senza niente, con le mani vuote e il cuore a pezzi, solo in mezzo a quel parchetto buio che cominciava ad apparirgli claustrofobico, cadde in ginocchio di nuovo mentre alcune gocce di pioggia cominciavano a cadere bagnando la sua pelle e i suoi vestiti, si portò le mani sul viso e scoppiò a piangere, un pianto che gli usciva dall'anima, colmo di tutto il dolore subito e ingoiato, pianse anche se le sue lacrime non sarebbero servite a far tornare il suo angelo e lui lo sapeva, proprio per questo appoggiò le mani a terra, ritirò le dita sentendo il cemento sotto le unghie e urlò il nome di quel principato che si era portato via il suo cuore, in un ultimo disperato tentativo di riaverlo con sé.
Lo aveva perso, questa volta per sempre, se fosse stato un angelo sarebbe potuto andare con lui, ma era un demone e l'unica cosa che gli era concessa era guardare il cielo e immaginare lassù quei riccioli biondi, quelle ali candide e quel sorriso che lo aveva conquistato sin da subito, << ti amo >> sussurrò a denti stretti, il suono della sua stessa voce gli arrivò ai timpani come unghie sulla lavagna, lo disse di nuovo singhiozzando ad occhi chiusi con le lacrime che scivolavano mischiandosi alle gocce di pioggia, e in quel momento pensò che non era stato Aziraphale a commettere un errore ma lui.



...


Erano passati lunghi mesi da quella notte, in quell'arco di tempo Crowley non aveva fatto altro che dormire, bere alcol per poi addormentarsi stremato senza preoccuparsi di tornare sobrio, aveva lasciato Julian il mattino dopo che era tornato a casa zuppo di pioggia senza dargli troppe spiegazioni, si era reso conto che stava vivendo una farsa, che l'amore per il suo angelo non era mai passato e non poteva vivere una vita senza di lui con accanto qualcuno che non amava.
Avrebbe potuto fare finta di niente è vero, divertirsi con quel ragazzo e non pensare più ad Aziraphale ma sentiva che non ce l'avrebbe fatta, un conto era fingere continuando ad avere accanto il tuo migliore amico, diverso è se quell'amico se ne è andato e non puoi nemmeno vederlo, uscire insieme e fare le cose che facevate di solito.
Nei pochi momenti in cui era sveglio la sua mente aveva formulato un pensiero, forse per l'angelo non era stato nemmeno un amico, probabilmente l'amore per Dio e il paradiso erano sempre stati più forti e per questo non avrebbe mai potuto amarlo, e in quegli istanti si sentiva un idiota chiedendosi come aveva potuto pensare che una creatura eterea lasciasse tutto per l'affetto che lo legava a un demone.
Era più logico che fosse lui a rinunciare a tutto, voltare le spalle all'inferno e rinunciarvi era molto più semplice che farlo con il paradiso, alla fine anche se non puoi fidarti di tutte le ali bianche che lo abitano troverai sempre qualcuno pronto ad accoglierti, e poi c'è Dio e di Lei ci si può fidare ciecamente.
Crowley formulava tutti questi pensieri senza un senso logico, non li guardava con lucidità analizzandoli, era troppo annebbiato dall'alcol e dalla pena per farlo, si dannava per trovare un motivo che spiegasse le azioni del suo angelo, gli erano venute alla testa tante ipotesi che poi finiva per scartare con rabbia lanciando il calice di vetro contro il muro.
Le volte in cui arrivava alla conclusione che Aziraphale lo odiasse finiva per scolarsi un'intera bottiglia di vino in pochi secondi, per poi porsi domande esistenziali tipo "come può un angelo odiare qualcuno?" e allora tornava la confusione, la rabbia e i mobili già distrutti lo diventavano ancora di più, persino il muro era stato vittima dei suoi sfoghi.
Fortunatamente non era sempre così terribile, c'erano alcuni casi in particolari momenti della giornata in cui gli venivano in mente le espressioni di Aziraphale quando gli aveva detto addio, o quando lui stesso gli aveva parlato di Julian, quando si era stretto intorno al suo braccio sotto l'ombrello, il disco dei Queen che gli aveva regalato, e poi c'era il bacio, perché avrebbe dovuto baciarlo se non provava un briciolo di affetto nei suoi confronti?
In quelle rare volte la sua coscienza saltava fuori suggerendogli che forse c'era qualcosa che l'angelo gli aveva tenuto nascosto, probabilmente si trattava di una questione di cui non voleva parlare chissà per quale motivo, quelle volte Crowley sentiva una strana sensazione come se potesse fare qualcosa e non fosse ancora tutto perduto, peccato che duravano talmente poco da non permettergli di prendere lucidità e pensare a un'azione concreta da compiere, forse perché temeva di illudersi ed essere ferito di nuovo.
Aziraphale d'altro canto non se la stava passando meglio, gli arcangeli non lo degnavano di uno sguardo, alcuni angeli avevano paura di avvicinarsi a lui temendo ripercussioni, mentre altri gli stavano alla larga ritenendolo un traditore, qualcuno invece lo ammirava per ciò che aveva fatto ma lui preferiva starsene da solo, passava le giornate sulla collina più alta del paradiso dove poteva sfiorare le nuvole con le dita, e il suo pensiero correva sempre al demone che aveva abbandonato sulla terra.
Aveva passato ogni singolo giorno a sentirsi in colpa per ciò che aveva fatto e in più Crowley gli mancava terribilmente, se ne era andato perché aveva compreso che non poteva vivergli accanto sapendolo innamorato di un'altra persona, ci aveva provato fallendo miseramente.
Lui stesso si sentiva un fallimento perché da creatura eterea avrebbe dovuto essere felice per lui e accettare la sua amicizia, quella avrebbe dovuto bastargli, certo voleva solo il suo bene, proprio per questo motivo prima di andarsene gli aveva chiesto se era felice con Julian, e una parte di sé sperava che la risposta sarebbe stata no.
Era conscio che lo avrebbe ferito andandosene ma in cuor suo sapeva che ci sarebbe stato qualcuno a prendersi cura di lui, era tornato in paradiso con il cuore un po' più leggero solo per quel motivo, ma non stava bene, non era contento e aveva tanta voglia di tornare sulla terra e soprattutto da Crowley.
Molte volte si chiedeva se lo avrebbe perdonato, se avrebbe dovuto dirgli il vero motivo della sua fuga per avere il suo perdono e la sua comprensione, quella notte non gli aveva detto la verità perché pensava che non aveva senso dire a qualcuno che lo ami se sai che lui non ti ama a sua volta, o forse era stata solo codardia, sta di fatto che quella decisione la stava pagando ogni giorno.
Tante le volte in cui si appisolava sognando quegli occhi gialli, quei lineamenti sottili, il sorriso beffardo che gli faceva sempre sussultare il cuore, e poi le labbra a cui dopo secoli era finalmente riuscito a rubare un bacio, ne sentiva ancora la consistenza sulle sue, temeva di dimenticarne la voce ma tutte le volte che si concentrava poteva sentirla vibrare nel suo essere.
C'erano giorni in cui volava per le volte celesti in cerca di qualche colore che gli ricordasse di lui, e li trovava sempre, c'erano le pietre di un giallo brillante, alberi con la chioma rosso fuoco, rimaneva per ore ad ammirarli sospirando sognante, chiedendosi che cosa stesse facendo in quel momento il suo demone.
Si divertiva a immaginarlo in ogni situazione, sparato per le strade terrorizzando i cittadini, al parco rischiando di affogare ancora qualche anatra, al Ritz con una sola tazzina di caffè, e tutte le volte i suoi occhi finivano per bagnarsi, si stringeva le ginocchia al petto, accoccolandosi con la schiena al tronco dell'albero e piangeva tutte le lacrime che non riusciva a trattenere.
In una giornata particolarmente noiosa Aziraphale si stava aggirando in una delle stanze bianche del paradiso, era quella dove tenevano la sfera circolare che rappresentava la Terra, l'aveva usata lui stesso quando era stato scorporato e sapeva che con quella si poteva monitorare come procedevano le cose sul pianeta.
Istintivamente ci si fermò davanti ammirando la bellezza di quel pianeta che per tanto tempo era stato casa sua, che lo aveva accolto donandogli meravigliose parti di sé, provò un forte senso di nostalgia al ricordo di tutte quelle cose che gli avevano fatto amare il pianeta e suoi abitanti, c'erano molte cose che non andavano ma altrettante erano così belle da far illuminare il viso a chiunque avesse la fortuna di vederle o provarle, anche gli umani stessi non erano tutti cattivi, c'erano tantissime brave persone pronte ad aiutare il prossimo, ad essere amorevoli e anche loro gli mancavano.
Poi c'era lui e a quel pensiero le sue gote si arrossarono, si portò una mano al petto dove prima abitava il suo cuore e gli sembrò quasi di sentirlo battere, un'altra fitta di nostalgia lo colse e gli balenò per la mente un'idea, si guardò intorno constatando che non c'era nessuno nei paraggi, non sarebbe stato tanto sbagliato dare una sbirciatina, e se mentre controllava lo stato del pianeta il suo occhio fosse caduto casualmente proprio dove stava Crowley nessuno avrebbe potuto dirgli nulla, mica lo aveva fatto apposta.
Si guardò di nuovo alle spalle poi annuì a se stesso, voleva farlo e non poteva sopportare un giorno di più quell'angoscia che non lo lasciava nemmeno per un secondo, si sarebbe accertato che stesse bene e poi non lo avrebbe rifatto più, si mise a cercare sfiorando con le mani quella sfera, girava e allargava per vedere meglio, stranamente non lo trovò da nessuna parte, un sospiro sconfitto lasciò le sue labbra, forse era uscito dal paese, e in quel caso non sarebbe stato facile trovarlo.
Proprio quando stava per arrendersi si ricordò che non aveva guardato nelle vicinanze di casa sua, vide la Bentley parcheggiata fuori dall'edificio, arricciò le sopracciglia, si torturò le dita mentre combatteva contro la sua stessa coscienza, qualcosa nel suo profondo gli diceva di osservare anche l'interno di casa, dall'altra parte sapeva che era una violazione della privacy, qualcosa di profondamente sbagliato e ingiusto.
Rimase fermo qualche istante osservando quell'immagine, deglutì e prese un profondo respiro, doveva farlo e non importava se fosse una cosa che andava contro la sua stessa natura, si era ritrovato tante volte a fare piccole tentazioni al posto del demone, aveva ceduto ai peccati di gola, all'alcol e alla materialità, questo non poteva essere tanto peggiore.
Soffiò fuori l'aria dalla bocca e toccò di nuovo la sfera in corrispondenza della finestra dell'appartamento di Crowley, tenne premuto e vide le mura dissolversi mostrandogli l'interno della casa, rimase estremamente scioccato dall'immagine che gli si presentò davanti, quella che era stata una casa pulita, asettica, con l'essenziale al suo interno, era diventata un covo di sporcizia, vetri rotti, oggetti spaccati e persino i muri erano ridotti male, osservò la stanza delle piante per vedere se almeno fosse lì ma con suo profondo disappunto vide solamente una strage di povere creature vegetali con le foglie gialle o marroni, e lasciate a morire.
Che cosa poteva essere successo si chiese, un senso di panico si impadronì di lui, temeva che i demoni fossero tornati per vendicarsi e gli avessero fatto del male, già si incolpava dell'accaduto, sperava almeno di essere arrivato in tempo, sarebbe sceso fin giù all'inferno per salvarlo, provò l'ultima stanza rimasta con un lieve imbarazzo, era la camera da letto, se fosse stato umano i battiti del cuore gli sarebbero risuonati nei timpani talmente era agitato.
Quando comparve la stanza in questione fece istintivamente qualche passo indietro, quella visione era ancora più terribile della precedente, il demone buttato sul letto probabilmente addormentato, o forse anche peggio svenuto, qualche bottiglia di vino vuota sul pavimento, chiazze rosse che indicavano che il liquido era stato rovesciato.
Non poté fare a meno di chiedersi dove fosse Julian, perché non era lì con lui, e tante altre domande gli affollarono la testa in pochi secondi, domande a cui non avrebbe mai potuto avere risposta, e questo lo faceva uscire di senno, non era stupido e capiva che quella che aveva sotto gli occhi non era una semplice bravata o il risultato di un'esagerata bevuta, c'era qualcosa che non andava e lui voleva tanto sapere cosa fosse.
Dentro di sé sapeva di non aver alcun diritto di interferire con la sua vita, lui aveva preso la decisione di andarsene e avrebbe dovuto rispettarla, che senso aveva stare lontano da lui per poi tornare, fargli una ramanzina e andarsene? Sarebbe stato ingiusto e Crowley si sarebbe sicuramente arrabbiato, sentito spiato e controllato, avrebbe anche potuto pensare che non aveva fiducia in lui.
Ci meditò sopra qualche istante e decise che per il momento poteva lasciare perdere, sarebbe tornato dopo qualche giorno per controllare se la situazione era sempre la stessa o fosse migliorata, fu però un movimento che attirò il suo sguardo, un'immagine straziante a fargli cambiare idea, il demone si era mosso stringendo il cuscino teneva abbracciato tra braccia e gambe, iniziò a singhiozzare talmente forte che il suo corpo sussultava, e lui era lì a guardare quella scena con l'anima che gli si lacerava in mille pezzi.
Strinse le labbra e il suo sguardo divenne serio e determinato, doveva andare e non perse nemmeno un secondo, puntò il dito sul luogo da raggiungere e si teletrasportò comparendo nella stanza da letto, faceva ancora più male vederlo da vicino quel corpo scosso da fremiti, la voce rotta dal pianto che stentava a riconoscere, chissà da quanto andava avanti quella storia?
<< Crowley che diamine stai facendo? >> strillò, nel suo tono si poteva percepire la preoccupazione e anche la rabbia che provava vedendolo in quello stato.
Il demone si svegliò di colpo e si sentiva come se fosse uscito da un sogno, aveva le guance bagnate, il cuscino aveva una chiazza umida, e lui capì che stava di nuovo piangendo mentre dormiva, ormai faceva sempre lo stesso sogno, piangeva e si svegliava a volte urlando, a volte semplicemente aprendo gli occhi che bruciavano per poi richiuderli e tornare a dormire.
Non era una novità anche se quella volta percepiva qualcosa di diverso, aveva sentito una voce e probabilmente era stata proprio quella a svegliarlo, si stropicciò la faccia, passò una mano tra quei capelli scompigliati e sbadigliò, la sera prima doveva aver proprio esagerato più del solito se addirittura sentiva le voci.
<< Crowley >> lo chiamò di nuovo.
A quel punto capì che non era un'allucinazione, si alzò di scatto con il busto voltandosi nella direzione della voce, arretrò fino a toccare con la schiena la testiera del letto, aveva gli occhi sgranati e la bocca spalancata, il petto cominciò ad alzarsi e abbassarsi a ritmo del respiro affannato, non sapeva ancora se credere o meno a ciò che aveva davanti.
<< Az...Aziraphale? >>
L'angelo addolcì lo sguardo e gli regalò un timido sorriso.
<< Sì sono io >> rispose dolcemente, ma presto vide l'espressione dell'altro mutare da stupore a rabbia, un luccichio illuminò quegli occhi gialli, arricciò le labbra e sentì persino un ringhio basso provenire da esse, in un istante lo vide scendere dal letto e fiondarsi verso di lui con il solo intento di afferrarlo, vani furono i suoi tentativi prima che...BAM, finisse contro il muro.
<< Sono senza un corpo >> disse girandosi a guardarlo, era ancora con le braccia appoggiate contro la parete, la testa china e respirava a fatica.
<< Crowley? >> lo chiamò avvicinandosi, posò una mano sulla sua schiena e il demone probabilmente percepì qualcosa perché si girò di scatto come se si fosse scottato.
<< Non osare toccarmi! Perché sei qui? Perché sei tornato? >> aveva i pugni stretti, lo guardava con rabbia mista a dolore.
<< Voglio sapere che stai combinando, cos'è tutta questa confusione? Che cosa ti è successo? E Julian dov'è? >> domandò il principato con apprensione.
<< Non sono affari tuoi! >>
Anche Aziraphale strinse i pugni, seppur senza un vero corpo non aveva perso quelle abitudini totalmente umane.
<< Lo sono dal momento che sei mio amico. >>
Il demone gli lanciò lo sguardo più rancoroso che riuscisse a fare, si ritenne fortunato ad essere sobrio, almeno era certo che poteva sostenere la conversazione e non cedere a sciocchi sentimentalismi.
<< Tu non sei mio amico >> sputò fuori, sentiva in bocca l'amaro di quella frase, lo aggirò andandosi a sedere sul letto.
Aziraphale accusò il colpo senza ribattere, si voltò verso di lui ma venne interrotto ancor prima di riuscire a dire qualcosa.
<< Un momento, tu come facevi a sapere che io...mi hai spiato? >> domandò alzando un sopracciglio, il tono di voce di chi già sapeva la risposta.
<< Sì l'ho fatto, ma per una buona ragione! >> si difese l'angelo.
<< Tu...tu sei un ipocrita del cazzo >> si alzò in piedi, non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi tanto era il disgusto che provava..
<< E' così che vi comportate dalle vostre parti? Spiate la gente eh, complimenti, in fondo non sei tanto diverso dai tuoi capi. Non dovrei stupirmi se saltasse fuori la notizia che impedire l'apocalisse era una vostra idea e hai usato me per i vostri scopi. >>
<< Ma cosa dici! Lo sai che non è vero, questa è una sciocchezza bella e buona. E' vero ti ho spiato, ma perché sentivo che dovevo farlo, c'era qualcosa che non andava ed avevo paura ti fosse successo qualcosa >> la sua voce era colma di pena e vergogna, faceva male vedere il suo amico così furioso e deluso, probabilmente si meritava quel trattamento ma desiderava capisse che lo aveva fatto solo per lui.
<< Bene ora che hai visto puoi anche andartene, io non ho intenzione di dirti proprio un bel niente >> disse incrociando le braccia al petto.
Aziraphale combatté l'istinto di alzare gli occhi al cielo, doveva essere molto calmo e soprattutto non farlo arrabbiare ulteriormente, era lui dalla parte del torto e logico era che Crowley non volesse starlo a sentire, aveva immaginato una reazione simile ma quello che non aveva previsto era il tumulto interiore che gli stava causando.
<< Io te l'ho detta la verità quando ti ho visto nel parco, e tu mi hai seguito fino alla libreria dicendomi che non te ne saresti andato fino a che io non ti avessi risposto, ed io l'ho fatto! Quindi ora tu dovresti fare la stessa cosa, o non me ne andrò più. >>
<< Non puoi farlo, ti verrebbero a prendere >> sbottò il demone allungando il collo in avanti.
<< Può essere ma non me ne andrei comunque, voglio sapere che cosa ti succede, perché sei in questo stato? >> rispose fermo l'angelo.
<< E una volta che te l'ho detto cosa cambierà? Te ne andrai comunque, quindi faccio il favore a entrambi di non perdere del tempo. >>
<< Ti ho già spiegato il motivo della mia decisione. >>
<< NON E' AFFATTO VERO >> lo urlò talmente forte da far tremare le piante appassite, la sua voce graffiava, era roca e tagliata dalla sofferenza, gli occhi gli si riempirono di lacrime ed una scivolò lungo la guancia, successe quello che non avrebbe mai voluto succedesse, pianse davanti a lui mostrandogli la sua fragilità più profonda.
Tremava, cercò di calmarsi facendo dei profondi respiri, guardò il pavimento chiudendo poi gli occhi, qualche lacrima scese lungo le ciglia cadendo sul pavimento, una volta calmato alzò lo sguardo su di lui, la voce gli tremava ancora ma almeno era più controllata.
<< Mi hai detto che non avevi più niente da fare qui, ma eri appena tornato da una missione e hai ripreso le tue normali attività, quindi o sei stato bugiardo per tutto il tempo in cui sei stato sulla terra oppure.. non posso credere che io...che tu, pensavo fossimo davvero amici >> si zittì perché il magone era tornato a stringergli la gola.
<< Crowley santo cielo certo che siamo amici, altrimenti perché mi sarei assicurato di lasciarti in buone mani prima di andarmene? Tu avevi qualcuno che si sarebbe preso cura di te, mi hai detto che eri felice, non è stato facile nemmeno per me prendere quella decisione >> gli confessò il principato sfiorandosi le dita, in un vago ricordo del gesto che compiva sempre quando era nervoso.
<< E allora perché per l'amor di tutto il creato lo hai fatto, vuoi dirmelo una buona volta! >>
<< Aziraphale o parli o te ne vai, e non azzardarti a mentirmi o ti sbatto fuori io a calci in c..- >>
<< Crowley! >>
<< Va bene mi...dispiace >> disse pentendosi di avergli parlato così, malgrado tutto il dolore che gli aveva causato non riusciva a comportarsi male con lui, e la ragione era tutto l'amore, l'affetto che provava nei suoi confronti, nonostante tutto forse lo aveva già perdonato, il semplice fatto che si trovasse lì davanti a lui era abbastanza, e non sapeva se questa era una cosa negativa o positiva, l'unica certezza era il profondo legame che sentiva unirli e quello nessuno mai avrebbe potuto romperlo.
<< Non sei tu a doverti scusare >> disse il principato.
<< Lo so >> rispose l'altro.
L'angelo tirò verso l'alto un angolo della bocca in un debole sorriso.
<< Se non ti dico niente tu non la smetterai di fare questo >> indicò la stanza sporca, il silenzio del demone fu una chiara risposta affermativa.
<< D'accordo allora... >> prese un profondo respiro, anche se non ne aveva bisogno.
<< Me ne sono andato perché volevo lasciarti vivere la tua vita con la persona che avevi scelto, Crowley noi non siamo come gli umani, per quanto ci proviamo avvicinandoci alle loro abitudini non potremmo mai essere come loro, so bene che le persone hanno sia relazioni che amicizie ed è bello ma non faceva per me, non potevo esserti amico, o meglio non riuscivo a starti vicino sapendoti con qualcun altro. >>
Le pupille del demone si dilatarono, i muscoli oculari ebbero un piccolo tremito, le spalle si rilassarono involontariamente come se il venire a conoscenza di quella verità avesse tolto un macigno al suo corpo, però ancora non capiva, o meglio non era certo di aver capito il reale significato di quell'affermazione.
<< Che diamine dovrebbe significare questo? Ti dava fastidio che io conoscessi qualcuno, fammi pensare, sì direi che è un pensiero bello egoista per un angelo. >>
<< Lo so >> disse Azirapahle chinando la testa, Crowley non si aspettava questa reazione, credeva che avrebbe cercato di giustificarsi, e invece aveva accettato le sue accuse, forse si sentiva davvero in colpa, ma questa considerazione non servì a placare di molto il suo umore.
<< Credi che non me lo sia detto da solo? >> alzò la testa puntando le sue iridi turchesi in quelle gialle che brillavano.
<< Se fosse stato un semplice amico sarebbe stato diverso... >> confessò, se fosse stato umano sarebbe certamente arrossito.
<< Devo strapparti le parole di bocca? Spiegati per l'amor di Di... >> si zittì mordendosi il lebbro inferiore.
<< Non è una cosa facile da dire >> si giustificò il principato che aveva perso improvvisamente tutto il coraggio.
<< Pensa un po' non lo è stato nemmeno per me passare cinque mesi chiedendomi che cosa avessi fatto per allontanare il mio migliore amico >> strinse le labbra, arricciò appena il naso cercando di trattenere quelle goccioline che di nuovo pulsavano per scendere.
<< Come hai potuto pensare fosse colpa tua, credevo di essere stato chiaro >> la sua essenza brillò segnalando la sua agitazione.
<< Aziraphale io sono un demone, l'inferno è in parte colpa mia, le cose cattive che succedono nel mondo indovina un po' a chi le attribuiscono? E se un angelo se ne va dalla tua vita è sicuramente colpa tua perché non sei degno di lui! >> chiuse le palpebre, una lacrima scivolò nuovamente fuori, la sua voce uscì talmente spezzata da colpire profondamente Aziraphale, se avesse saputo che lo avrebbe fatto soffrire fino al punto di addossarsi le colpe probabilmente non lo avrebbe mai lasciato, ma ormai era tardi per quello.
<< I-io non avevo idea che tu... >> deglutì avvicinandosi di qualche passo a lui, Crowley non si spostò ma voltò la testa di lato, il suo corpo rifiutava ma al tempo stesso desiderava la sua vicinanza.
<< Avrei dovuto essere più chiaro quella sera, ti avrei risparmiato tanta sofferenza >> si scusò cercando il suo sguardo.
<< Non importa >> sussurrò il demone
<< Invece sì che importa >> disse stringendo i pugni.
<< Sarei stato...non è che la situazione sarebbe cambiata di molto, il semplice fatto che te ne saresti andato mi avrebbe lasciato, così >> allargò le braccia indicando la stanza.
L'angelo sorrise dolcemente.
<< Mi sei mancato anche tu >> disse, ma Crowley sospirò affranto.
<< Non dire bugie >> rispose con voce roca.
<< E' la verità, per questo ti ho cercato e non sarei mai entrato violando la tua privacy se non avessi avuto quella sensazione, mi sentivo così solo lassù e quando sono stato messo davanti alla possibilità di vederti, anche solo per un secondo, non ho saputo resistere. >>
Il demone sogghignò istintivamente.
<< Il solito disubbidiente eh. >>
<< Non avrebbero dovuto mettere un modellino della terra in bella vista se non volevano che qualcuno lo toccasse, era inevitabile >> si giustificò con un sorrisetto.
<< Inevitabile >> gli fece eco Crowley che era tornato a guardarlo negli occhi.
<< Assolutamente >> rispose come se non ci fossero state alternativa alle sue gesta.
<< Vorrei tanto poter restare >> disse Aziraphale con uno sguardo malinconico.
Crowley alzò la testa di scatto, la speranza di un suo ritorno e le battute di prima gli avevano fatto scivolare via tutta la rabbia che provava.
<< E allora fallo. >>
Il principato scosse la testa chiudendo gli occhi.
<< Non posso, ho dovuto accettare una condizione per poter tornare in paradiso. >>
Il demone sollevò un sopracciglio, già si sentiva furioso e non aveva ancora sentito niente.
<< Che cosa? >>
<< Se tornavo non avrei più potuto scendere sulla terra con un corpo umano, nel caso ne chiedessi uno non me lo darebbero e...- >>
<< Ma che assurdità! Come puoi aver accettato una cosa del genere, tu che sei così...ma non ti piaceva vivere qui? Hai preferito vendere te stesso a quegli idioti che rimanere sulla terra! >>
<< Ti hanno in pugno adesso, dopo tutto quello che abbiamo fatto per...- >>
<< Non sarei tornato comunque! Io non...Crowley il motivo per cui me ne sono andato non è per Julian, ma per quello che c'era tra voi, io ero...ero geloso di te >> la sua essenza brillò ancora, pur non avendo più un corpo le emozioni che provava erano visibili.
Il cuore infernale perse un battito, poi cominciò a martellare furioso, le orecchie gli fischiavano e improvvisamente la bocca gli era diventata secca, aveva davvero sentito bene, il suo preziosissimo angelo geloso di lui?
<< Ang...Az...tu... >> si diede dell'idiota perché non riusciva a mettere insieme due parole di senso compiuto, ma era troppo scioccato da quella improvvisa rivelazione.
<< Sì hai capito bene, mi faceva soffrire vedervi insieme perché pensavo che al posto suo avrei potuto esserci io se solo non avessi aspettato così tanto tempo. Non ho la presunzione di sostenere che anche tu provi qualcosa per me, ma non potevo fare a meno di chiedermi se fosse cambiato qualcosa. Quando sono venuto a casa tua, al ritorno del mio viaggio, volevo invitarti al Ritz e una volta lì ti avrei confessato quello che provavo. >>
Sentiva che stava per scoppiare, il sangue era salito fin sopra le guance colorandogliele e nel petto sembrava ci fosse una banda di soli tamburi, per un momento sentì le gambe molli e dovette far appello a tutta la sua forza di volontà per rimanere in piedi.
<< E cosa provavi? >> ebbe la forza di chiedere.
<< Ero... >> si fece forza stringendo i pugni e lo guardò dritto negli occhi.
<< Sono innamorato di te >> confessò e fu come sentire l'essenza di cui era fatto alleggerirsi di un pesante fardello, era strano ma piacevole.
Il demone invece era rimasto a bocca aperta, anni e anni a sognare qualcosa che pensi non arriverà mai, e poi quando arriva non sei mai davvero pronto, avrebbe voluto scoppiare per la felicità, sentiva come se avesse dentro di sé i fuochi di artificio, e avrebbe tanto voluto piangere per la gioia, ma non fece niente di tutto quello, rimase impalato come se non avesse ancora razionalizzato la notizia.
Aziraphale non sapeva che cosa aspettarsi, ma forse il nulla era meglio così avrebbe evitato a entrambi situazioni imbarazzanti, decise di cambiare discorso, ormai quello che voleva dire lo aveva detto e non poteva rimanere ancora a lungo sulla terra o se ne sarebbero accorti.
<< Voglio solo tu mi prometta che ti riprenderai, non devi stare così per me, magari potrei tornare di nascosto qualche volta e poi hai Julian che... - >>
<< Julian non c'è più >> buttò fuori senza nemmeno che il suo cervello desse il consenso di parlare, si odiò anche, era possibile che dopo quella confessione che aspettava da una vita non avesse niente di meglio da dire, ma la sua frase era un modo per far capire che non c'erano più ostacoli per loro due, o almeno quello in particolare non c'era.
<< Oh santo cielo mi dispiace, come è successo? >> si mise una mano sul petto iridescente.
Dalla sua espressione Crowley capì che doveva aver frainteso, scosse le mani agitato.
<< No, no non è come pensi. Io e lui non stiamo più insieme. >>
<< Oh. >> disse solo il principato, una consapevolezza che lo colpì come un gigantesco masso.
<< Non so cosa si dica in questi casi, mi spiace, io spero che non abbiate...- >>
<< Aziraphale non c'è bisogno tu dica niente. >>
Annuì abbassando quegli occhi celesti che si erano imbruniti, anche avesse avuto un'opportunità non poteva più tornare pensò, e anche il demone pensava più o meno la stessa cosa, adesso che sapeva che l'angelo provava i suoi stessi sentimenti non poteva dirglielo perché lui doveva comunque andarsene, ed era inutile ferirlo ulteriormente.
Se pensava al fatto che tutto quel casino si sarebbe potuto evitare se fossero stati chiari sin da subito, se non fossero stati entrambi troppo impauriti, ed ora che avevano un'opportunità non potevano sfruttarla, faceva male e per questo Crowley rimase in silenzio, non gli disse che lo amava a sua volta, chissà quanto dolore aveva passato pensando di non essere ricambiato, vedendolo con un altro ragazzo, aveva sofferto così tanto da preferire di andarsene in un posto in cui non stava bene.
Non poteva dargli questa ulteriore sofferenza, forse era vero che due creature di fazione opposte non possono amarsi, o stare insieme troppo a lungo, l'unica cosa che poteva fare per lui ora era farlo andare via più sereno.
<< Starò bene Aziraphale, adesso che so la verità va già meglio >> disse non riuscendo a guardarlo troppo a lungo.
<< Promettilo. >>
<< I demoni non fanno promesse. >>
<< Però posso non prometterti che darò una ripulita a questo posto se tu mi prometterai che, ogni tanto, ti prenderai gioco di quei damerini e verrai da me >> gli lanciò uno sguardo carico di malizia, con un sorrisetto che la diceva lunga.
<< E' la seconda volta che accetto un patto con un demone, sono proprio da redarguire >> rispose Aziraphale anche lui con un sorriso furbo e dolce, faceva male lasciarlo di nuovo ma almeno aveva la certezza che si sarebbe ripreso e che avrebbe potuto tornare per rivederlo ogni volta che poteva.
Si sorrisero scambiandosi un lungo sguardo pieno di tutto quello che stavano provando, era uno sguardo pieno d'amore e malinconia, e ancora di cose non dette, certo Aziraphale gli aveva rivelato i suoi sentimenti ma Crowley aveva dovuto trattenerli per il bene dell'altro, rimanendo per l'ennesima volta con l'amaro in bocca, allungò una mano vero di lui fino a sfiorarne l'essenza, avrebbe voluto fare ben altro, prendere quel bel viso e baciarlo e non farlo andare più via, ma non poteva così lo guardò per la seconda volta sparire sotto i suoi occhi.
Gli aveva promesso a modo suo che sarebbe stato bene, e in effetti lo sforzo di schioccare le dita e rimettere tutto a posto poteva anche farlo, non era molto ma sapeva che gli sarebbe costato perché non aveva voglia di fare niente, aveva il cuore lacerato e se prima non pensava di poter stare peggio di come stava, in quel momento aveva capito che non c'era mai limite al dramma.
Anche l'angelo non se la passava bene, la sua anima era lacerata non solo perché doveva rimanere in paradiso ma anche perché evidentemente il demone non lo ricambiava, era sicuro gli volesse bene ma...gli occhi gli si inumidirono, era appena tornato e già aveva voglia di fuggire via, si domandò perché l'Altissimo avesse voluto che si innamorasse di qualcuno con cui non avrebbe mai potuto condividere quel sentimento, la sua domanda era destinata a rimanere senza risposta, così si asciugò le lacrime e volò sulla collina più alta, deciso a passare lì il resto dei suoi giorni.
Le giornate di Crowley erano decisamente più movimentate, dopo che il suo angelo era sceso direttamente dal paradiso per curarsi di lui e non solo gli aveva rivelato i suoi sentimenti, gli era salito dentro un sentimento di vera e pura ribellione, come un fuoco che non poteva essere spento con niente, non aveva voglia di dormire, se la prendeva con gli oggetti, le piante di nuovo lussureggianti ma ancora più terrorizzate -e no, non le aveva comprate nuove-, i momenti d'ira erano intervallati da stati di apatia dove si buttava malamente sul letto imprecando contro tutto l'intero creato, infernale o meno che fosse.
Una volta se la prendeva con Lei, chiedendosi come potesse essere così sadica da unire due creature per poi separarle brutalmente, l'altra il diretto era Lucifero maledicendo il giorno in cui lo aveva conosciuto, poche volte se la prendeva anche con Aziraphale, perché aveva dovuto accettare quello stramaledettissimo accordo? E poi ovviamente fustigava se stesso, dandosi dell'incapace per non aver impedito che accadessero tutti questi eventi.
Un giorno stanco di starsene sdraiato a non fare nulla, piagnucolando e commiserandosi, decise che era giunto il momento di agire, era necessaria un'azione drastica lo sapeva, e un'idea luccicò nei suoi occhi d'ambra, avrebbe rischiato portando avanti quel piano lo sapeva, ma non gli importava perché senza l'angelo nella sua vita non aveva senso viverla, e lui era stufo che fossero sempre gli altri a decidere per loro.
Si era ribellato a Dio già una volta (che in realtà non contava perché era stato trascinato), lo aveva fatto una seconda volta (ipotetica perché non sapeva con certezza se il piano divino e il grande piano fossero la stessa cosa, forse Dio l'apocalisse non l'aveva mai voluta e quindi anche il quel caso non era andato contro di Lei), perciò non sarebbe stato tanto sbagliato farlo una terza volta (sempre che l'onnipotente li volesse divisi, Crowley spesso si era lasciato andare al pensiero che proprio La creatrice del mondo avesse un piano ben preciso per loro due.)
Quindi che fosse contro o meno la Sua volontà lui si sarebbe andato a riprendere Aziraphale, perché dentro se stesso nutriva la certezza che il loro destino era di stare uniti, chiunque gli avrebbe detto che era una follia andare in un luogo piano di angeli che ti odiano, e di acqua santa pronta ad essere usata, ma lui si era già bruciacchiato i talloni una volta per amore dell'angelo, e non aveva paura di bruciare il suo intero corpo pur di portarlo fuori da quel luogo che non meritava la presenza buona del suo migliore amico.
Si mise a pensare a un piano, quale poteva essere il modo miglio per arrivare lassù e non essere scoperto? Aziraphale gli aveva detto una volta che esisteva un'entrata che era poco sorvegliata, in quell'area del paradiso non passava quasi mai nessuno, ma non gli aveva detto dove fosse situata, non era una cosa troppo grave in fin dei conti, qualcuno prima o poi si sarebbe accorto della sua presenza e avrebbe dato l'allarme, sperava di trovare l'angelo in quel lasso di tempo oppure sarebbe dovuto fuggire molto in fretta.
Dopo una mezz'oretta di riflessione decise che avrebbe improvvisato, era bravo in quello, si alzò dal letto e si diresse in quell'edificio dove si trovavano i rispettivi ingressi delle loro fazioni, gli faceva strano usare la scala che saliva invece dell'altra, era una sensazione di formicolio sparso in tutto il corpo, quando arrivò all'ingresso deglutì rumorosamente, stava per entrare nel luogo da cui era stato bandito, dove non era visto di buon occhio da tutti e chiunque aveva a portata dell'acqua santa da lanciargli addosso.
Certo in quel luogo c'era già stato, ma non nelle vesti di se stesso, ed era al novantanove virgola nove per cento sicuro che il loro piano avrebbe funzionato, quindi non aveva nulla da temere, in quel momento invece era un demone nel covo degli angeli, il luogo perfetto per suicidarsi se sei una creatura infernale, una gocciolina di sudore scese lungo la tempia, deglutì di nuovo, strinse i pugni e si ricordò per chi lo stava facendo, quel viso paffuto, i riccioli biondi, gli occhi chiari, il sorriso che sapeva di buono, riacquisì forza ed armato di nuovo coraggio entrò in quella stanza luminosa e bianca.
All'inizio pensò di essere stato molto fortunato, non c'era nessuno in giro e forse aveva imboccato accidentalmente la strada giusta, ma la sua fortuna finì presto, cominciò a vedere piume bianche ovunque e dovette più volte nascondersi dietro qualche colonna.
<< Angelo dove sssei >> sibilò a denti stretti.
Riuscì ad uscire da quell'edificio claustrofobico e fin troppo bianco per i suoi gusti, si ritrovò immerso nel verde tinto di tanti altri magnifici colori, i suoi occhi brillarono e per un attimo tornò indietro a quando poteva volare in quei luoghi indisturbato, un senso di nostalgia lo avvolse, scosse la testa, non era tempo di lasciarsi andare a sciocchi sentimentalismi, doveva riprendersi quell'unica parte di paradiso che gli era stato concesso tenere al suo fianco.
Aziraphale che aveva passato la giornata a passeggiare tra gli alberi aveva deciso che era il momento di tornare a casa, stiracchiò le proprie ali sistemando qualche piuma e imboccò il cammino che lo avrebbe portato al suo personale giaciglio, non aveva fretta, per questo se la stava prendendo comoda ma più camminava più percepiva qualcosa di strano, gli uccellini sembravano agitati, cinguettavano svolazzando da un ramo all'altro, vedeva angeli volare in un'unica direzione, e tutti gli animali che incontrava stavano fuggendo chissà dove.
Aggrottò le sopracciglia decidendo di aumentare il passo, doveva assolutamente capire che cosa stesse succedendo, avvicinandosi al centro percepì del trambusto e vide una folla di creature eteree raggruppati insieme, non capiva che cosa stessero facendo, sentiva delle urla, e sembrava quasi stessero trattenendo qualcuno.
Una voce attirò presto la sua attenzione.
<< Lasciatemi andare branco di...AHI...ehi quelli mi servono! >>
Tutta l'essenza di Aziraphale si bloccò, se avesse avuto un cuore si sarebbe certamente fermato, quella voce sembrava proprio la sua, ma era davvero possibile che fosse così o stava avendo un'allucinazione, Crowley non sarebbe mai stato così folle da introdursi in paradiso, però era entrato in una chiesa...
Il panico si impadronì di lui, se avesse avuto ragione doveva intervenire subito altrimenti lo avrebbero fatto fuori, corse agitando le ali e con forza e fatica si introdusse in mezzo a quella cerchia di piume e grida, quando arrivò alla fine i suoi occhi si spalcarono, Crowley era a terra trattenuto per le braccia da due grossi angeli, si dibatteva per liberarsi ma quando i suoi occhi ne incontrarono un paio celesti cessò di divincolarsi, spalancò la bocca e lo sguardo si bagnò di felicità e commozione.
<< Angelo! Finalmente ti ho trovato, beh tu hai trovato me ma, digli di lasciarmi o non risponderò delle mie azioni! >> strillò.
Il principato si svegliò dallo stato di trance in cui sembrava caduto, si avvicinò al demone sdraiato per poi dargli le spalle e rivolgersi alla folla.
<< Lasciatelo in pace, mi occuperò io di lui. >>
<< Non possiamo, dobbiamo aspettare l'arrivo dei superiori >> disse uno di quelli più grossi.
Il demone si trattenne a fatica dalla voglia di imprecare.
<< Starò io con lui finché non arriveranno >> provò a dire Aziraphale.
<< Tu sei l'angelo traditore, non ci fidiamo di te! >> urlò qualcuno, e ora anche lui aveva molta voglia di dire una parolaccia.
Doveva trovare un piano in fretta, ma lì nessuno si fidava di lui, ed era abbastanza sicuro che gli arcangeli sarebbero arrivati già muniti di fresca acqua santa, strinse i pugni in un moto di rabbia, ma poi decise che avrebbe dovuto fare l'unica cosa che loro non si aspettavano, arrendersi.
<< Va bene, ma voglio esserci anche io al loro cospetto. >>
Crowley spalancò gli occhi e sbiancò di colpo, voleva forse condannarli entrambi?
<< E vorrei che voi da angeli vi comportasse come tali, fatelo alzare almeno! Anche se è una creatura dell'inferno ha diritto di essere trattato con dignità. >>
Ci mancò poco che il povero serpente non svanì per auto combustione, aveva ripreso tutto il colorito in un colpo solo, vedere il suo angelo così determinato, quella voce solitamente dolce ora ferma e autorevole gli aveva fatto venire brividi in tutto il corpo, avrebbe tanto voluto urlare a tutte quelle teste vuote quanto lo amava e che loro avrebbero dovuto prendere esempio da lui.
Qualcuno interruppe la sua adorazione tirandolo in piedi, lo lasciarono troppo bruscamente per cui barcollò un po' prima di recuperare l'equilibrio, si avvicinò di qualche passo ad Aziraphale e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.
<< Si può sapere che diav...angelo ti è preso? Vuoi farci ammazzare per caso? >>
<< Ringrazia di essere ancora vivo, avrebbero potuto usare l'acqua santa sin da subito >> lo rimproverò, ma si sentiva che era più preoccupato che arrabbiato.
Il demone non poté che trovarsi d'accordo con lui e infatti non disse una parola.
<< Comunque tranquillo ho un piano e... >> disse Aziraphale, non continuò la frase guardando i suoi simili che li accerchiavano ancora di più per evitare fuggissero, qualcuno si era persino alzato in volo per monitorare la situazione dall'alto.
<< E? >> chiese il demone agitato.
<< Spero che funzioni >> bisbigliò il principato.
<< Cosa!? Il tuo piano sarebbe sperare che funzioni! Angelo ma...- >>
<< Shh, fidati di me >> disse facendo un sorrisino a tutti quelli che ora erano diventati le loro guardie.
<< Io mi fido sempre di te >> rispose il demone arrossendo, e questa frase fece sfarfallare il corpo celeste dell'altro.
<< Sta zitto e lascia parlare me >> disse poi mentre la folla si apriva in due per lasciare passare le autorità superiori.
Gabriele, Michele, Uriel e Sandalphon si avvicinarono maestosi, Gabriele al centro come sempre, le mani unite dietro la schiena, Aziraphale si spostò mettendosi davanti a Crowley, il suo corpo e le ali lo avrebbero protetto nel caso quei quattro avessero voluto farla finita presto, l'arcangelo dagli occhi viola sogghignò.
<< Aziraphale perché non sono sorpreso di vedere anche te, dove ci sono guai ci sei tu, e dove c'è quel... >> fece una smorfia di disgusto e poi continuò << demone ci sei tu. >>
Il principato indurì l'espressione, non gli era piaciuto assolutamente il modo in cui aveva pronunciato quella parola, ma non poteva rischiare di mandare a monte tutto per una cosa del genere, l'importante era che si salvassero o almeno che Crowley riuscisse a fuggire.
<< Così non ti è bastato rovinare il piano di Dio, hai voluto portare il tuo demone preferito per organizzare una rivolta, volevi distruggere il paradiso forse? >> fu Michele a parlare.
<< Che idiozia! >> sbottò Crowley.
<< Fai silenzio >> lo rimproverò l'angelo, non c'era da scherzare con quei quattro.
<< Si demone da ascolto al tuo fidanzato e chiudi la bocca, non sei autorizzato a parlare con noi >> disse Uriel.
Crowley si trattenne a stento dal rispondere, poi vide le grandi e maestose ali bianche che lo riparavano e per lui, solo per lui tenne chiusa la bocca, vide che gli tremavano leggermente le mani e si immaginò che sforzo stesse facendo a tenere testa a quelli che prima erano stati i suoi capi, il suo angelo era proprio coraggioso, sorrise e si ripromise che una volta tornati a casa lo avrebbe stretto forte tra le braccia.
<< Non è così, lui è qui per me, solo per me >> tremava mentre faceva quella confessione.
<< Lasciateci tornare a casa, s-sulla terra voglio dire e non mi rivedrete mai più da queste parti. >>
<< Ma questa è casa tua Aziraphale >> Gabriele sorrise in modo falso e freddo unendo le mani davanti a sé.
<< No, non lo è più e voi lo sapete, forse sarò anche un angelo spezzato, mal funzionante ma Dio mi avrebbe già punito per quello che ho fatto >> la sua voce non era più tanto ferma, il demone si chiese se davvero si sentiva così e aveva tanta voglia di abbracciarlo e dirgli che lui era l'angelo più perfetto che esisteva.
<< Credi di essere ancora nella posizione di fare richieste dopo che ci hai rinnegati? >> domandò Sandalphon, ma la sua aveva tutta l'aria di non essere una domanda.
<< Io ho un'altra idea invece, l'ultima volta non ha funzionato ma perché non ritentare, forse con un po' più d'acqua >> il sogghigno che passò sul volto di Gabriele e degli altri non piacque a nessuno, Crowley rabbrividì e si avvicinò ad Aziraphale che aveva preso a emettere una strana frequenza luminosa.
<< Che...che vuol dire più acqua? >> bisbigliò all'orecchio del principato, non troppo sicuro di voler sapere la risposta.
Non rispose e questo mandò in panico il povero demone, stava per dire qualcosa quando si sentì afferrare una mano, improvvisamente Aziraphale si volto, lo strinse tra le braccia e si alzò in volo tenendolo a sé, il demone urlò meravigliato e leggermente colto di sorpresa, subito gli altri angeli e arcangeli gli furono dietro, ma Aziraphale sembrava avvolto da una determinazione, una luce nuova che lo faceva volare perfettamente.
Crowley lo osservava, magnifico e splendido, il viso concentrato, quelle ali che sembravano più grandi e luminose della prima volta che le aveva viste, era sempre stato la creatura più bella che avesse mai visto ma in quel momento incarnava proprio la perfezione angelica e lui si ritrovò a ringraziare Dio per aver potuto assistere a tale splendore.
Il demone non sapeva dove stavano volando, troppo preso a contemplarlo nella sua grazia, ad un trattò la velocità aumentò vertiginosamente e Crowley ebbe davvero paura, una mossa sbagliata e potevano finire a terra, perdere quota o schiantarsi.
<< Aziraphale così ci...- >>
<< Abbi fede >> disse solo, con una voce talmente potente e buona che non sembrava nemmeno la sua.
In un attimo si ritrovarono immersi nella luce, l'angelo racchiuse le ali in avanti per far scudo a Crowley, un momento di attesa e poi stavano precipitando verso il basso, in picchiata come un meteorite, avrebbero rischiato di prendere fuoco ma Aziraphale aveva fatto un miracolo proprio perché non accadesse, il portale di luce si chiuse dietro di loro impedendo a quelli che li stavano inseguendo di entrare.
Il principato riprese quota quando erano vicini alla terra, il demone si era strinto alle sue vesti chiudendo gli occhi, se fosse morto almeno lo avrebbe fatto tra le braccia della persona che amava e inalando il suo profumo, la velocità era ancora molta, l'angelo era stanco e perse qualche colpo, atterrarono malamente ma per fortuna erano entrambi salvi.
Il corpo di Crowley da un lato, quello dalle vesti bianche dall'altro, le ali afflosciate a terra, fu il demone il primo a riprendere i sensi, inizialmente si sentì confuso con la testa dolorante, se la massaggiò poi quando tutto gli tornò alla mente cercò con lo sguardo la creatura che lo aveva appena salvato.
Lo vide lì sdraiato e subito corse da lui, istintivamente posò una mano sul suo corpo meravigliandosi di sentirlo morbido e tiepido, poteva toccarlo, si chiese come fosse possibile e un pensiero gli balenò nella mente, possibile che Lei...Quell'idea venne distratta da un mugolio, Aziraphale si stava svegliando, lo aiutò a voltarsi facendo attenzione alle ali, lo tenne tra le braccia così che potesse avere il capo sollevato.
Le palpebre si sollevarono rivelando quei meravigliosi occhi turchini.
<< Angelo >> lo chiamò con un velo di commozione.
<< C-Crowley... >>
<< Shh, non agitarti adesso, hai fatto un bel volo >> cercò ti rompere la tensione, ma la risatina che gli venne fuori era piena di panico e nervosismo.
<< Come ti senti? >>
<< Mmm, piuttosto indolenzito, il che è strano >> disse il principato, ancora non si era reso conto del cambiamento.
Crowley sorrise dolcemente.
<< C'è una spiegazione per quello >> allungò il braccio e posò una mano sulla guancia morbida dell'altro.
<< La senti? >> chiese e si incantò nell'osservare l'espressione meravigliata del suo angelo.
<< S-sì, ma come è possibile io... >> un luccichio in cielo attirò il suo sguardo e capì tutto, stirò le labbra in un sorriso carico di gratitudine e commozione, Dio gli aveva restituito il suo corpo, e probabilmente aveva concesso loro di scappare, questo poteva significare solo una cosa, che Lei approvava il loro rapporto, avevano la Sua benedizione e nessuno gli avrebbe più fatto del male.
<< Grazie >> mormorò trattenendo a stento le lacrime, Crowley capì a chi erano rivolte quelle parole e rimase in silenzio rispettando quel momento, anche lui La ringraziò mentalmente chiudendo per un attimo gli occhi.
Il demone lo aiutò a mettersi seduto e Aziraphale si sforzò di far scomparire le ali, era ancora scombussolato per tutto ciò che era successo e si sentiva stanchissimo, voltò il viso per incontrare quegli occhi gialli che gli erano tanto mancati.
<< Te lo hanno mai detto che hai tutte le rotelle fuori posto? >>
Crowley rise.
<< Senti chi parla, quello che si lancia a capofitto nell'atmosfera terrestre. >>
<< Dovevo salvare un sederino demoniaco >> sorrise arrossendo, nonostante le battute i loro occhi, gli sguardi erano il ritratto dell'amore e della gratitudine, mai si erano amati e desiderati come in quel momento.
<< Suppongo lui ti debba ringraziare. >>
Aziraphale inizialmente non capì ma quando lo vide cercare di voltarsi lo fermò subito arrossendo fin sopra le orecchie.
<< Per l'amor del cielo Crowley! >>
Risero entrambi, poi si scrutarono per un istante, quel silenzio era pregno di significato.
<< Mentre eravamo lassù, ho fatto una specie di promessa... >>
<< Cioè >> domandò l'angelo arricciando le sopracciglia.
<< Preferirei mostrartela >> disse il demone arrossendo e spostando lo sguardo verso il basso, il cuore gli batteva così forte che dovette fare un respiro per evitare gli scoppiasse, guardò di nuovo verso di lui e con uno slancio gli avvolse le braccia intorno al corpo in un abbraccio mozzafiato.
Aziraphale sussultò colto alla sprovvista, il suo cuore iniziò a galoppare, il sangue affluì sulle guance e sentiva un familiare formicolio nello stomaco, era piacevole avere di nuovo un corpo, e ancor più bello era essere abbracciati dalla persona che ami, chiuse gli occhi abbracciandolo a sua volta, appoggiò la fronte alla spalla magra fasciata dalla giacca nera, ispirò il suo profumo...E' così che ci si sente quando stringi la persona che ami si disse e quel pensiero gli scatenò le lacrime, si strinse più forte a lui sperando non notasse che stava piangendo, non voleva lasciarlo, e chissà se da amico avrebbe potuto avere di nuovo qualcosa di simile si chiese, ma comunque era felice perché almeno avrebbero potuto passare il resto delle loro vite l'uno a fianco all'altro.
Crowley si staccò leggermente dall'abbraccio, posò entrambe le mani sul viso paffuto che amava tanto, asciugò le lacrime e lo chiamò, lui aprì gli occhi arrossendo mortificato, ma il demone aveva promesso che tutte quelle insicurezze le avrebbe accolte e amate, avrebbe fatto capire a quel meraviglioso angelo che era perfetto e che lui lo amava così com'era.
<< S-scusa sono ancora molto sc...- >>
Non gli lasciò il tempo di terminare la frase che avvicinò il viso al suo baciando quelle candide labbra che aveva avuto l'onore di sfiorare solo una volta, Aziraphale dopo un momento di sorpresa chiuse gli occhi lasciandosi andare, muovendo le labbra guidate da quelle impavide del demone.
Fu un bacio lento, studiato e gustato in ogni movimento, le loro labbra si cercavano ad ogni piccolo stacco, non ne avevano mai abbastanza, si desideravano da così tanto tempo che avrebbero potuto rimanere così per secoli senza mai desiderare altro, Aziraphale in un breve momento di lucidità posò una mano a malincuore sulla spalla dell'altro spingendolo piano all'indietro, Crowley aprì gli occhi guardandolo in modo interrogativo.
L'angelo deglutì rosso in volto, erano ancora molto vicini e i suoi occhi cadevano sempre sulle labbra rosse e gonfie del demone, ma c'era una cosa che doveva sapere prima di continuare.
<< I-io...vorrei sapere cosa significa? >> si sentì un po' stupido a porre quella domanda, ma i suoi dubbi erano leciti, poteva essere un segno di gratitudine oppure aveva solo ricambiato il bacio che lui per primo, quella notte, aveva dato.
Crowley che era solito rispondere con battutine o mezze frasi quella volta decise che era meglio non farlo, avevano già combinato troppi casini per aver taciuto così a lungo quello che provavano, meglio essere chiari oltre che coi gesti anche con le parole.
<< Significa che sono innamorato di te, sono stato un idiota a non dirtelo prima, avrei dovuto farlo ma credevo che tu non mi ricambiassi >> confessò guardandolo con un'espressione colpevole.
Il novello cuore del principato perse un battito, arrossì talmente tanto ed era così felice che si imbarazzò al pensiero che gli si leggesse in faccia.
<< Oh Crowley...quando io sono venuto da te e ti ho confessato quello che...insomma quello che provavo tu eri già...- >>
<< Oh sì! Ma ho deciso di non dirtelo perché dovevi ritornare in paradiso e rimanerci, perciò non volevo darti altro dolore. Ero completamente spiazzato da tutto quello che in un secondo era successo, il minuto prima me ne stavo ad odiare il mondo e l'attimo dopo il mio angelo mi dice che prova qualcosa per me ma non può tornare sulla terra, capisci che non avevo la capacità di fare un ragionamento logico >> disse mentre le gote gli si velarono per l'imbarazzo, non era mai stato così diretto con lui.
<< Tuo angelo...? Hai detto davvero... >> se gli occhi di Aziraphale avessero avuto poteri magici a quest'ora sarebbero piovute stelle da quanto brillavano.
<< Beh se sei d'accordo... >> rispose grattandosi la nuca vermiglia.
Aziraphale gli si tuffò tra le braccia stringendolo, cominciò a singhiozzare ancora incredulo per quello che era appena accaduto.
<< Suppongo sia un sì >> sogghignò Crowley accarezzandogli la schiena, l'altro annuì mugugnando qualcosa sulla sua spalla.
<< Lo è >> mugolò guardandolo con le lacrime agli occhi, ma fortunatamente quelle goccioline erano di gioia e non più di tristezza.
Il demone sorrise accarezzando di nuovo la guancia delicata dell'altro, il quale chiuse le palpebre e piegò il viso nella direzione di quel tocco.
<< Andiamo a casa? >> disse con la voce roca.
<< E' una buona idea mio caro, così mi cambio anche questi vestiti. >>
<< Per me puoi rimanere così quanto vuoi, sarà più facile toglierteli >> sghignazzò alzandosi e allungando una mano per aiutare l'angelo ad alzarsi, lui stava per afferrarla quando si rese conto di quello a cui aveva appena alluso quel serpente tentatore, il suo volto divenne viola per l'imbarazzo.
<< CROWLEY! >> strillò con la voce più acuta che riuscì ad ottenere.
<< Intendevo che è più facile per te >> rispose mentre lo tirava su.
<< Certo come se non ti conoscessi abbastanza >> disse mentre si spolverava la veste candida, il tono era divertito ma gli piaceva fingere di avercela con lui, quei teneri battibecchi gli erano mancati immensamente, e a dire il vero era curioso di sperimentare alcune cose, ma non lo avrebbe mai ammesso così sfacciatamente, avrebbe lasciato a Crowley il piacere di tentarlo e lui avrebbe finto di cadere ingenuamente nella trappola, oh si sarebbero divertiti da morire.
<< Cos'è quell'espressione soddisfatta? >> domandò di colpo il demone sollevando un sopracciglio.
Aziraphale cadde dalle nuvole, arrossì vistosamente e guardò ovunque tranne lui.
<< Oh niente niente, sono solo felice ecco...sì... >> deglutì sperando di essersela cavata, ma dal sorrisetto dell'altro comprese che non era così, ma ebbe la prontezza di fare finta di niente.
<< Allora andiamo? >>
<< Sssì angioletto andiamo >> lo prese per mano tirandolo verso di sé.
Una volta giunti a casa passarono prima dalla libreria di modo che Aziraphale potesse indossare i suoi vecchi abiti, li aveva riposti con molta cura nella speranza di poterli riutilizzare un giorno, Crowley lo stava aspettando stravaccato sulla poltrona, tutta la stanchezza di quei giorni gli era piombata addosso di colpo, quando però lo vide spuntare fuori con il suo tipico completo la stanchezza gli passò di colpo.
<< Ho mai detto che ti donano? >>
Il principato arrossì.
<< Veramente dicevi che erano antiquati. >>
<< Lo sssono, ma a te stanno divin...perfettamente >> si alzò avvicinandosi a lui e lo prese tra le braccia, Aziraphale posò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi lasciandosi cullare dai movimenti lenti dell'altro, avevano iniziato una specie di piccola danza involontaria e non avevano alcuna intenzione di interromperla.
<< Crowley? >>
<< Mh? >>
<< Posso chiederti un favore? >>
<< Tutto quello che vuoi. >>
<< Potresti chiamarmi angelo. >>
<< Io ti chiamo sempre così >> gli strinse la schiena facendolo aderire meglio al suo corpo in un moto di tenerezza e protezione.
<< Per favore. >>
<< Ma certo angelo >> acconsentì a quella strana richiesta che lui non poteva capire.
Aziraphale si rilassò totalmente tra le sue braccia, un sorriso soave nacque sul suo volto, ora tutto era al suo posto, tutto era perfetto perché avevano ottenuto la libertà che avevano da sempre cercato, avevano l'amore che quando erano nati non sapevano di desiderare ma che ora faceva felicemente parte delle loro vite, e soprattutto perché dopo secoli un angelo e un demone avevano potuto finalmente amarsi.




Fine.


























   
 
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