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Autore: Quella Della Pasta    20/03/2022    0 recensioni
[Miss Fisher\\\'s Murder Mysteries]
La situazione stava diventando davvero imbarazzante.
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Partecipa al COW-T #12 col prompt interruzione.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Occhi di ragazza

Io vi parlo

Coi silenzi dell'amore

("Occhi di ragazza" - Gianni Morandi; Baldazzi, Bardotti, Dalla, Franceschini)


Oh, andiamo: la situazione stava diventando davvero imbarazzante. Insostenibile a livelli di un moccioso dell’asilo. Che diavolo, non si trattava mica di affrontare un picchetto coi porci a capo dell’ennesima fabbrica di poveracci sfruttati e sottopagati. O di inseguire l’ennesimo spacciatore dagli affascinanti tratti orientali, o un assassino coi complessi della divinità e un gusto discutibile per i costumi di carnevale, o una matrona con una pistola nella scollatura e un coltellino a serramanico nella giarrettiera. Bert aveva affrontato di peggio in guerra, santissimo il cielo (per dirla con quella vecchia carampana della signora Stanley). Aveva visto i suoi compagni cadere come mosche, era sopravvissuto alle bombe, ai gas e persino ad un pazzoide che li andava cercando per ammazzarli uno ad uno come le baionette non erano riuscite a fare. Poteva farcela, dannazione. E senza andare a chiedere aiuto a miss Fisher, o a quell’altro suonato di Cec, che dall’alto del suo fidanzamento con la dolce Alice non avrebbe fatto altro che prenderlo per il naso fino al prossimo secolo. Imbarazzante, sul serio. E umiliante a dir poco.

Ma non era colpa sua, eh. No, proprio no. Bert non poteva farci niente, se ogni santissima volta che incrociava gli occhi morbidi di cerbiatta spaventata della gentile signorina Williams, ogni parola dolce, fosse stato un complimento o una gentilezza, anche solo di toglierle l’ennesimo vassoio dalle mani – ché va bene che milady Fisher era una datrice di lavoro più che generosa, ma non poteva portarsi quello stradannato tè da sola? – al contrario, come nelle più patetiche delle favolette per mocciosi che miss Williams leggeva sul giornale della domenica, Albert sentiva la voce venirgli meno, raggomitolata in fondo alle viscere, in un punto imprecisato tra la gola e il cuore, e non riusciva a far altro che gracchiare qualche rimbrotto a mezza voce. Ma la signorina Dorothy, la dolcissima miss Williams, era troppo buona per prendersela oltre misura: se era corrucciata per qualche motivo – molte volte, la vita in pericolo di quella spericolata di milady; sempre più spesso, le sciocchezze paternalistiche che le procurava quel rintronato dell’agente Collins – si limitava a mormorargli di essere più sereno, o un altro consiglio sicuramente più saggio e intelligente di quanti Bert era solito elaborare (molto pochi, sfortunatamente); ma quando la sua fronte era distesa e non un’ombra riusciva a scalfire la sua pazienza, gli sorrideva e per Bert il resto del mondo attorno spariva e, sinceramente, poteva andare tutto al diavolo. Restava il fatto che non riuscisse a spiccicarle parola comunque.

Per quello, era lì, da quel dannato fioraio, a comprare un mazzolino di fiori di campo avvolto in carta da panettiere. E sì che sulla strada facevano bella mostra di sé mazzi di rose molto più dignitosi, e gloriose corone di lillà e fiorellini bianchi con tanto di nastrini, roba per cui persino Bert, nella sua tutto sommato ignoranza dell’universo femminile, sapeva che ogni ragazza avrebbe ucciso pur di poter indossare una delicatezza del genere. Ma sapeva pure che non era lo stile di miss Williams. Una ragazza così semplice…

Contento del suo acquisto, Bert era ritornato a villa Fisher. Era rientrato dalla porta della cucina; si era perfino pettinato, sotto il cappello, e appiccicato in faccia un sorriso per il quale aveva fatto diverse prove allo specchio, pur di trovare un’espressione che risultasse poco minacciosa.

Dot era lì, al tavolo a impastare l’ennesima torta di noci. E Bert la trovò bellissima come quando miss Fisher era riuscita a convincerla a indossare quel vestito da festa, il suo primo ed unico. Ma per lui, Dottie era bellissima anche coi capelli in disordine e il volto splendente di una fatica che la ripagava.

Fece due passi in avanti, il mazzo di fiori nascosto dietro la schiena. Niente panico. Aveva persino buttato in giardino lo stuzzicadenti che si teneva sempre in bocca. Fece per schiarirsi la voce…

«Oh, Bert, sei qui!»

Dot alzò lo sguardo; Bert si voltò, colto alla sprovvista.

Miss Fisher era entrata baldanzosa da chissà dove, e con altrettanta baldanza gli porse un biglietto. «Ho un nuovo caso tra le mani, e mi serve che tu e Cec cerchiate l’uomo che vive a questo indirizzo.» Si sporse un poco, e sorrise, notando i fiori. «Sono per me, quelli?»

«…certo.» Imbronciato, Bert le porse quel mazzo. Afferrò il biglietto, e uscì dalla cucina.

«Vi aspettiamo per pranzo?», lo raggiunse la delicata vocina di miss Williams.

«No!»

Meglio andare a sbronzarsi, pensava Bert, salendo sul suo taxi come avrebbe fatto sul carro dell’impiccato.

   
 
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