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Autore: katyjolinar    20/03/2022    1 recensioni
[OMEGAVERSE] Storia di un giovane guerriero che si imbatte in una sua compagna d'infanzia.
Storia partecipante a "luoghi dell'orrore" indetto dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erya fissò il compagno, incredula

"Cosa?! Ma il piano…" obiettò.

"La Principessa deve stare al sicuro. È pericoloso per te venire con noi." spiegò il comandante della Resistenza.

"No! Io verrò con voi." si intestardì lei "Devo essere presente, lo dice la profezia, dobbiamo essere presenti entrambi!"

Danhum strinse i pugni, cercando le parole giuste per ribattere, quando la giovane donna si girò verso uno degli altri caposquadra.

"A quanto pare il tuo capo ha deciso di ragionare con le palle." borbottò "Ora… non accetto obiezioni! Preparate tutto anche per la mia partenza! Sapete già cosa fare, quindi siate veloci, il viaggio che dovremo affrontare non è breve!"

Il tono della bionda non ammetteva obiezioni, quindi tutti si misero al lavoro, mentre Danhum cercava ancora di trovare le parole giuste per convincerla a restare.

Il dottor Candal, sentita la confusione, si affacciò dall'ambulatorio, quindi si avvicinò alla coppia.

"Verrò anche io, per sicurezza." riferì "Erya va tenuta sotto controllo, e in caso di pericolo sono capace di combattere quanto gli altri."

"Ma… a Erya mancano poche settimane. È pericoloso per lei…" tentò ancora di obiettare Danhum, ormai rassegnato alla testardaggine della moglie.

"Per questo ci sarà il dottore, proprio perché non mi succeda nulla." concluse la giovane, prendendo la mano del marito e trascinandolo verso casa.

Una volta che si chiuse la porta alle spalle lo fece sedere e lo guardò seria, dall'alto in basso.

"Danhum, capisco che sei preoccupato per me e i bambini, ma non mi puoi escludere da questo piano, lo sai." lo rimproverò, ferma "Sai bene che devo essere presente per poter prendere il posto del re, quindi, ti prego… non fare cazzate."

"Non fare cazzate neanche tu, Erya." rispose lui, un po' più calmo, trascinandola a sé "Va bene, verrai, ma non ti esporre troppo, resta indietro finché sarà possibile… non voglio che ti fai del male, davvero… non sopporterei di perdere mia moglie…"

La bionda sorrise, intenerita, sfiorandogli il petto con le punte delle dita e sedendosi sulle sue gambe.

"Staremo bene." lo rassicurò ancora "Ora prepariamoci per partire, il viaggio sarà lungo."

Il giovane uomo annuì, stringendo la compagna e inspirando il suo profumo; dopo qualche minuto, finalmente, si alzarono e prepararono le loro cose.

"Erya, per sicurezza… vorrei che tenessi con te questo." le suggerì, porgendole un piccolo pugnale.

La ragazza lo afferrò, rigirandolo tra le mani.

"Ma… ne avevo uno identico quando mi hai fatto il marchio!" esclamò.

"È proprio quello." spiegò l'altro "Clandys me l'ha consegnato quando ha dovuto spogliarti per curarti, non avevo ancora avuto l'opportunità di restituirtelo." sorrise, posandole due dita sotto il mento "Comunque lo conosco anche io quel pugnale, l'avevo lasciato apposta all'orfanotrofio, sperando che lo prendessi tu, la mia piccola pulce fastidiosa, e a quanto pare è stato proprio così."

"Io… Danhum… quando ho trovato questo pugnale ho pianto, anche se non sapevo perché lo facevo… ero arrabbiata… tu eri sempre cattivo con me, però mi veniva da piangere perché non c'eri più…"

"Erya… se solo non fossi stato così idiota…" sussurrò in tono di scuse, poggiando la fronte contro quella di lei "Se solo mi fossi reso conto di quello che davvero provavo non ti avrei mai lasciata sola… avrei chiesto di diventare il tuo tutore, così avresti potuto uscire prima da lì, e ti avrei sposata quattro anni fa…"

"Va bene così. Ora siamo di nuovo insieme, no? Siamo una famiglia." lo rassicurò lei, sorridendo serena e carezzandosi il pancione.

Danhum le baciò la fronte, prese i pochi bagagli di entrambi, che comprendevano anche delle armi facilmente trasportabili e semplici da celare, e insieme si diressero verso l'ingresso del villaggio, dove si stavano lentamente radunando tutti coloro che avrebbero partecipato attivamente al golpe.

Il piano era di muoversi in gruppo finché non fossero usciti dal Granducato, disperdendosi per non destare sospetti una volta usciti.

Avevano analizzato diversi percorsi, scegliendo i migliori per poter arrivare alla Capitale Reale senza problemi e senza tardare troppo.

Erano circa un centinaio di persone, quasi tutti a cavallo, qualcuno a piedi, ed era presente anche un carro su cui avrebbero viaggiato la Principessa con il consorte e il medico; gli uomini scelti personalmente dal Falco avrebbero fatto loro da scorta in caso di pericolo.

Danhum aiutò la moglie a salire sul carro, quindi salì anche lui, aspettando che il dottor Candal avesse salutato a dovere il compagno, e quando finalmente furono tutti pronti diede l'ordine di partenza.

Le porte si aprirono, lasciando uscire la grande carovana, che attraversò i campi e imboccò il tunnel illuminato dalle Pietre di Luce, e poco per volta emersero nel territorio conosciuto del Granducato.

Erya si guardò intorno; erano passati mesi da quando era arrivata lì, ed era la prima volta che usciva dal covo della Resistenza. Si carezzò la pancia, sentendo i bambini muoversi, e scambiò uno sguardo fiducioso con il marito.

Danhum diede alcuni ordini e spronò i cavalli lungo la strada, imitato dal resto del gruppo.

Mentre erano ancora nei terreni del Granducato, alcune squadre si staccarono, prendendo percorsi alternativi, e quando, ore dopo, arrivarono al confine, accanto al Falco erano rimasti solo una decina di fidati, che però cavalcavano a debita distanza e in apparente disordine per sembrare semplici viandanti che stanno solo percorrendo lo stesso tratto di strada per caso.

La ragazza si spostò sul retro del mezzo di trasporto per scambiare due parole con il dottore; sapeva che ci avrebbero messo almeno un mese ad arrivare a destinazione, tanto valeva occupare il tempo in qualche modo.

I due uomini si sarebbero dati il cambio alla guida, fermandosi solo per far riposare i cavalli alla notte, mentre Erya avrebbe dovuto solo stare tranquilla ed evitare ulteriori stress per non rischiare un parto prematuro.

Il viaggio fu lungo ma senza particolari problemi.

Non trovarono posti di blocco, evidentemente i soldati erano tutti occupati a palazzo, viste le precarie condizioni di salute del sovrano.

Erya, quella mattina, si era appisolata sul suo giaciglio, cercando di riposare, visto che i gemelli da due giorni le davano il tormento, muovendosi in continuazione. Danhum, controvoglia, si avvicinò per svegliarla.

La principessa aprì lentamente gli occhi, strofinandoseli con la mano, e si alzò, con l'aiuto del marito, che le passò amorevolmente una mano tra i capelli, aggiustandoglieli un po'.

"Siamo in vista del castello." la informò "Tra poco devieremo, i miei contatti all'interno del palazzo ci aspettano."

La ragazza annuì, guardando nella direzione in cui si stavano dirigendo.

Un enorme castello si stagliava, imponente, nel paesaggio, e dopo un mese di viaggio, la bionda non riusciva a crederci che erano quasi arrivati a destinazione.

Si avvicinò alla panca del conducente, avvicinando a sé un piccolo cesto coperto, dal quale proveniva un debole pigolio: aveva deciso di portare con sé anche il pullo di allocco, anche se sapevano bene che avere un rapace con loro sarebbe stato rischioso.

Danhum la baciò, dopo aver preparato le armi, e quando il carro si fermò, non lontano dalle mura della fortezza, aiutò la consorte a scendere, tenendola per mano per tutto il tragitto verso un'entrata di servizio non sorvegliata.

Il dottore li seguì, tenendo tra le mani una piccola spada; non era un soldato, ma sapeva usare le armi, in caso di pericolo.

Dopo poco arrivarono a una porta, che il giovane aprì, con cautela.

E oltre quella porta si trovarono in un ambiente completamente diverso, un corridoio pieno di quadri dalle cornici d'oro, con costose suppellettili e lampade dalle forme elaborate.

"Vedo che anche qui non si sono sprecati in quanto a lusso…" commentò la bionda, a bassa voce, tenendosi una mano sulla pancia "Anche all'altro palazzo era pieno di questa roba."

Danhum le fece cenno di tacere; un rumore di passi in avvicinamento era arrivato alle sue orecchie, e infatti poco dopo una guardia girò l'angolo, a pochi metri da loro.

Era un uomo della loro stessa età, armato fino ai denti e con, ben visibili, i simboli del Regno cuciti sull'uniforme.

Fissò Danhum, sorpreso, poi spostò lo sguardo sulla ragazza; a quel punto la sua espressione si fece confusa.

"Cosa… quella donna… Comandante Danhum, datemi delle spiegazioni: perché quella donna somiglia alla principessa?" domandò, tenendo la mano ben salda sull'elsa della sua spada.

Il moro restò in silenzio, fissando il nuovo arrivato; fu un attimo e il suo corpo prese a tremare convulsamente. Nel tentativo di mantenere il controllo, strinse anche lui l'elsa della propria arma.

Questo non servì a nulla. Candal e Erya non riuscirono a fermarlo, talmente l'azione di fulminea, per cui non poterono far altro che osservare Danhum avventarsi contro il soldato, colpendolo più volte con tutta la sua forza, finché non fu coperto di sangue, con il corpo dell'uomo ai suoi piedi.

Erya si avvicinò cautamente, sfiorandogli il braccio; il ragazzo si voltò, così da farle notare le zanne alfa ancora ben visibili e gli ultimi sprazzi di follia che abbandonavano il suo sguardo: era evidente che, per qualche motivo, aveva ritenuto quel soldato un pericolo e l'istinto di protezione verso la sua omega era emerso, togliendogli del tutto la capacità di ragionare lucidamente per qualche secondo.

"Sto bene, Erya." la rassicurò, posandole una mano sul pancione "Tu devi stare al sicuro, Principessa."

"Chi sarebbe la Principessa?!" si intromise una voce femminile alle loro spalle.

 

   
 
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