VERITÀ O BUGIA?
Edward continua a imprecare camminando avanti e indietro per la stanza mentre Nic sta seduto sul letto del ragazzo.
Il corvino, alterato per la situazione avvenuta poco prima, agita le braccia quando parla e l'altro lo ascolta mangiando l'ultimo boccone del risotto.
Ed si siede sulle lenzuola sbuffando.
<< Chi è Adam? >> Chiede Nic approfittando di quell'attimo di silenzio, guardando l'altro.
<< Ehm... ecco lui... >> Edward si massaggia il braccio incerto se dirgli la sua storia.
Il ragazzo con gli occhi scuri si avvicina più a lui vedendolo che si sta agitando e poggia la mano sulla sua gamba accarezzandogli il ginocchio.
<< Se non vuoi dirmelo lo capirò, non ti voglio obbligare >>
<< Voglio dirtelo invece ma... è complicato. È una lunga storia, non so se poi ti possa annoiare >> Sospira il corvino guardando la mano del ragazzo.
<< Se ti riguarda non mi annoia >>
I due si scambiano uno sguardo, fissando gli occhi dell'altro mentre le guance di entrambi si arrossano.
Edward fa un sospiro prima di iniziare a raccontare: << Tre anni fa mia madre era incinta e io ero un ragazzo semplice, nulla di speciale, ero più o meno come tutti i miei compagni, o meglio cercavo in ogni modo di assomigliare quanto più a loro >>
Il corvino lo guarda poi però rivolge lo sguardo altrove.
<< Un giorno stavo andando a scuola ma era troppo tardi per entrare, così conobbi una ragazza e mi fece provare la sigaretta per la prima volta ed è uscito un discorso su di me. Questo discorso riguardava il fatto che io cercavo di somigliare a gli altri per non deludere i miei genitori anche se io non mi sentivo affatto come loro. Volevo provare ad essere libero e sentire un'adrenalina che non avevo mai provato prima >>
Il ragazzo sente un po' di agitazione tornargli sullo stomaco e decide di rollarsi una sigaretta per scaricare la tensione.
<< Così la seguii in un luogo un po' strano e lì ci siamo fatti di cocaina, quella è stata la mia prima volta e mi era piaciuta da matti >> Continua stendendo il tabacco nella cartina con il dito.
<< Mi disse che quella sera ci saremmo visti di nascosto, e così è stato. Mi ha portato in un garage dove c'erano coloro come lei e i miei non lo sapevano >>
Edward sente il pianto arrivargli agli occhi, tira su con il naso e si pulisce le lacrime con la manica della maglia.
Nicholas si rattrista a vederlo piangere, così cerca di rassicurarlo accarezzandogli la gamba e restandogli sempre vicino.
<< Mi... mi chiamò mio padre dicendomi che... >> Il corvino ha la voce strozzata dal pianto e alza lo sguardo verso il soffitto.
<< Che mamma è inciampata per colpa di una mia maglietta che avevo lanciato a terra, così ha sbattuto a terra e credo che proprio in quel momento lei... abbia perso il bambino, cioè Adam >>
Edward poggia la sigaretta sul letto e si porta le mani sugli occhi scoppiando più a piangere.
Nicholas poggia la mano sulla spalla del ragazzo e lo fa accoccolare su di sé mentre gli accarezza dolcemente i capelli con l'altra mano.
Edward non aveva mai raccontato a nessuno quella storia, Nicholas è il primo a saperlo da lui, a parte Ada che ha assistito di persona.
<< Nic, io l'ho ucciso. Sono stato io, è colpa mia e hanno sofferto tutti! >>
Spinge fortemente i palmi delle mani sugli occhi e singhiozza più frequentemente ricominciando a piangere.
Nicholas lo guarda incredulo, perché sta dicendo una cosa del genere?
<< Edward ma cosa stai dicendo? Non è stata colpa tua >>
<< Sì invece! È stata colpa mia! Ho lasciato io quella stupida maglia a terra! Sono stato io ad uscire di casa e farli preoccupare! Sono stato io a rendere una tristezza quasi infinita in questa casa! Li ho delusi tutti, avevo fatto così tanto per non deludere i miei genitori e appena ho trasgredito una delle regole ho combinato tutto questo! >>
Edward è molto agitato, sta sudando e vede completamente offuscato dalle lacrime.
Si dà uno schiaffo sul viso e sta per schiaffeggiarsi nuovamente ma Nicholas stavolta riesce a fermarlo e gli afferra fortemente i polsi.
<< Lasciami! >>
<< No! Non ti permetto di farti del male di nuovo! >> Ribatte il biondino continuando a tenere i polsi fini del ragazzo.
<< Sei tu che mi fai male così! >>
Nic non si stava accorgendo di starglieli stringendo davvero troppo forte, così lo guarda sorpreso e dispiaciuto allo stesso momento.
Allenta un po' la presa e nota che i polsi sono arrossati, Edward li guarda anche lui sorpreso e poi abbassa lo sguardo singhiozzando.
<< Dovevo morire io quel dannato giorno >>
<< Edward non dirlo nemmeno per scherzo! >>
<< Sì invece, a quest'ora avevano tutti meno problemi! Non ce la faccio più così! Non servo a niente e sono certo che non mancherò a nessuno! >>
<< A me importerebbe! >> Esclama Nic alzando più la voce e Edward si zittisce immediatamente.
Alza lo sguardo verso di lui, con gli occhi lucidi e spalancati, non si aspettava quella risposta.
<< Mi importa tantissimo >> Dice Nic nuovamente allentando ancora di più la presa ai polsi del ragazzo.
Edward si morde il labbro e sente le lacrime scendere sulle sue guance calde.
Nicholas lo abbraccia e lo stringe forte a sé, tanto da farlo calmare almeno un po'.
<< Non è stata colpa tua >> Gli sussurra mentre gli accarezza delicatamente i capelli.
<< È accaduto e basta, tu non dovevi nascondere la tua uscita e loro non dovevano impicciarsi delle cose che ti riguardano >>
Edward continua a calmarsi grazie al tocco delicato della mano di Nic e alla sua voce dal tono basso, confortante.
<< L'importante, ora, è crescere grazie a questa esperienza. Non devi dartene una colpa, tu non hai voluto che accadesse questo. Il destino è infame, Ed... >> Continua dandogli un bacio tra le ciocche dei capelli.
Il corvino continua a singhiozzare ma essere avvolto dalla stretta delle braccia di Nic lo fa sentire bene.
Lo abbraccia anche lui e poggia le mani sulla schiena del ragazzo stringendo a sé il tessuto della maglia.
<< Stai tranquillo Ed >>
<< Come faccio a stare tranquillo? Ora mio padre pensa che nemmeno più mi importi! >>
<< E invece no perché ora gli andiamo a parlare >>
<< No no >> Edward scuote la testa e si asciuga le lacrime con entrambe le maniche.
<< Si, deve sapere quanto sia importante per te >>
<< E se non dovesse credermi? >> Gli chiede il corvino alzando il viso verso di lui.
<< Ti crederà invece >> Gli dice Nic per poi dargli un bacio sulle labbra bagnate.
Edward si accoccola di più su di lui strusciando poi i capelli sul suo petto.
<< Io non... non l'ho mai raccontato in giro quindi ti prego di non dirlo a nessuno >> Dice sottovoce il più basso muovendo l'indice sulla gamba dell'altro con dei movimenti rotatori, come dei ghirigori.
<< Non lo farò, non preoccuparti >>
<< Davvero? >> Chiede alzando nuovamente il viso per incrociare gli occhi del ragazzo.
<< Sì, certo. Ancora non ti fidi di me? >>
<< Sì che mi fido >>
<< Allora cerca di stare tranquillo >>
Quel movimento delicato delle dita di Nic tra i suoi capelli riescono a rilassarlo ancora di più, quella sensazione di dolcezza riesce sempre a calmarlo.
Inizialmente aveva timore a raccontargli di Adam, credeva che Nicholas potesse arrabbiarsi, dicendogli che aveva ragione il padre ad avercela con lui, che aveva sbagliato e che era stato proprio Edward ad ucciderlo.
Invece no, Nic resta sempre dalla sua parte.
Il biondino si gira verso il comodino mentre è ancora impegnato a coccolare i capelli del ragazzo.
Strizza gli occhi notando una cosa che prima non aveva visto, c'è una lametta con una scritta sopra: "Nic".
Cerca di allungare il braccio per afferrare quella lametta e non appena la prende si rende conto che quel che c'è scritto sopra non è altro che il suo nome.
<< Ed, come me lo spieghi? >> Domanda Nicholas facendogli prendere l'oggetto e con l'altra mano accarezza i tagli sul polso del corvino.
A quel punto Edward spalanca gli occhi indeciso se digli una verità oppure una bugia che dovrà inventarsi sul momento.