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Autore: EleonoraParker    22/03/2022    0 recensioni
"Wei Ying… Torna indietro."
Trema: corpo, spalle, mente. Cuore, terribilmente. Un terremoto nell'anima, un uragano nel petto.
Terrore.
Wei Ying.
Un nome, una litania. Una supplica.
Ha capito quello che vuole fare. Non ha tempo per rifletterci, ma lo ha capito.
Ha scelto di arrendersi.
Ha scelto di uccidersi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Achilles, Achilles, Achilles come down, won't you get up, get up off the roof?
The self is not so weightless, nor whole and unbroken
Remember the pact of our youth.
Where you go I'm going
So jump and I'm jumping
Since there is no me without you.
 
Can you hear me, Achilles? I'm talking to you.
 
Today of all days see how
the most dangerous thing is to love.
 
(Achilles come down- Gang of youths)

 

 
"Wei Ying… Torna indietro."
Trema: corpo, spalle, mente. Cuore, terribilmente.
Un terremoto nell'anima, un uragano nel petto.
Wei Ying. Torna indietro.
Terrore.
Dopo tanta vita, dopo tanto dolore, dopo tanta preoccupazione, non può non riconoscerlo.
Terrore.
Wei Ying.
Un nome, una litania. Una supplica.
Ha capito quello che vuole fare. Non ha tempo per rifletterci, ma lo ha capito.
Ha scelto di arrendersi.
Ha scelto di uccidersi.
Wei Ying, ti prego. Non farlo. Non uccidermi.
No. Come può salvarlo? Come può salvarsi?
Lo vede, il tormento nei suoi occhi. Lo conosce. Lo riconosce.
Lo vede nella lacrima che gli riga il viso.
Wei Ying.
Poi, lui scompare alla sua vista, e con lui il suo intero mondo.
Wei Ying.
Cosa significa, quel nome? Cosa significa, lui? Cosa ha significato, per tutti questi anni? Lo sa. La sua mente lo sa. Il suo cuore lo grida.
Wei Ying.
Fionda l'aria con il suo corpo, ogni singola scintilla di forza rimasta in lui in quella spinta.
Per raggiungerlo, prima che sia troppo tardi.
Per afferrarlo, come ha sempre fatto, come non ha mai fatto, come ha sempre voluto fare.
Wei Ying.
Sembra un miracolo, ma ce l'ha fatta. Per una volta nella sua vita, ha evitato la tragedia.
Sì, sì, é convinto di avercela fatta.
Perché se lui lo ha afferrato, Wei Ying non cadrà.
Non potrebbe mai lasciarlo, neppure al costo di cadere con lui.
No, mai. Non lo farà.
Wei Ying.
Ne ha bisogno. Non sopporta il dolore in quegli occhi dalle venature rosse, nell'oscurità di quelle pupille il tormento, ma ne ha bisogno.
Non ha mai saputo cosa significhi soffrire cosí, di questa sofferenza primigenia che milioni di uomini hanno provato prima di lui, e ancora proveranno, fino alla fine dei tempi.
Non ha mai creduto di aver bisogno di immaginarlo.
Eppure adesso la sta vivendo, e nonostante siano passati anni da che ha intrapreso questo percorso senza via d'uscita, gli sembra di ritrovarsi lì, a quel punto cieco, all'improvviso.
Eccola, l'oscura fine del sentiero.
Eccolo, il vuoto dopo la trave.
La morte.
Wei Ying.
Rafforza la presa, più che può, per sostenere l'infinita disperazione che quello sguardo cerca di comunicargli.
Il senso di vuoto oltre il vuoto sotto di sé.
 
"Lan Zhan...lasciami andare."
 
No. No, per nessuna ragione.
Anche se è egoista, anche se uccide.
No, non lo lascerà andare.
Wei Ying.
Ecco, forse lo dovrebbe pronunciare.
Urlare, quel nome. Farlo risuonare ai quattro venti, in tutta la sua importanza.
Wei Ying.
Forse, servirebbe. Forse, farlo potrebbe salvarlo.
E dire tutto ciò che non ha mai detto.
E dirgli quanto da tempo vuole dirgli.
Wei Ying.
Non parla, non gli chiede perché, sa già il perché, é evidente.
C'è solo disperazione, in quegli occhi, profondo vuoto, profondo odio, come prima, ma molto più terribile. Non più per il mondo, ma per sé stesso.
Wei Ying.
Deve dire qualcosa. Deve.
Forse, che non  é stata colpa sua. Ma no, non servirebbe. Lo sa.
Non importa di chi sia stata la colpa, importa che ora lui non ha più niente, niente per cui restare.
E allora dovrebbe dargli qualcosa, un motivo valido abbastanza, anche se fa paura, anche se ci vuole coraggio.
Wei Ying.
Forza le parole, oltre il silenzio, il terrore, il dolore e la fatica.
 
"Ti prego. Io non...non posso lasciarti."
 
Nessuna luce, nessun segno. Solo silenzio, dall'altra parte della vita.
Non è abbastanza.
Un respiro.
 
"Wei Ying, io...ho bisogno di te."
 
La vista si offusca, non c'è più tempo.
Wei Ying. Ti prego.
Lui non risponde.
Perché?
Perché?
Non è abbastanza.
 
"Wei Ying, io ti…"
 
Lacrime si aggiungono al sangue che scorre sulle mani strette.
Le sue lacrime, non gli importa più di trattenerle.
Eppure silenzio.
Non ci riesce, le sue labbra non possono pronunciarlo.
Perché?
Forse non servirebbe a salvarlo. E allora, non potrebbe amare un uomo morto.
Non potrebbe perdere l'uomo che ama.
Eppure…
Wei Ying.
Perché è cosí difficile?
Perché fa così male?
 
"Lan Zhan, non posso...non posso più. Lasciami andare."
 
No. Tutto ma non quello.
Piuttosto la morte, della sua.
 
Il braccio fa male, tremendamente, insopportabilmente.
La sensibilità diminuisce ad ogni secondo che passa.
Presto, la sua presa cederà.
Oppure il suo corpo.
Si! Realizza: quello sarà il modo.
 
"Non ti lascio andare, Wei Ying. Non lo farò mai."
 
Il corpo cede, la spalla supera il bordo di roccia.
 
"Vuoi davvero uccidermi, Wei Ying?"
 
I suoi occhi si riempiono di lacrime.
Li distoglie, forse adesso odia anche te come tutti gli altri. Non è importante.
Nonostante sia dolore, amaro ed ingiusto, almeno quegli occhi si sono riempiti.
É un segno. É una speranza.
Wei Ying.
 
"Wei Ying, ti prego…"
 
É l'ultimo istante, sente che non ce la può fare. Tutto sta diventando nero, lui sempre più sfocato.
 
E poi, qualcosa cambia.
É miracolo, illusione, sogno.
Lui si fa forza, allunga il braccio, si aggrappa alla roccia.
Wei Ying!
Inizia a tirarsi su.
E allora tutta la forza, tutta la forza che Lan Wangji abbia mai posseduto, va lì, in quell'arto dolente, sul punto di rottura, sanguinante fino allo stremo.
In qualche modo, lo piega.
In qualche modo, si tira su.
In qualche modo, lo tira su.
Wei Ying! Wei Ying!
Il suo  Wei Ying.
Eccolo, eccolo che tocca terra, la salvezza.
Eccolo, che giunge tra le sue braccia.
Finalmente.
Lo stringe come se volesse spezzarlo, punirlo per quanto stava per fare, dandogli tutto quello che da anni gli vuole dare.
Eccolo, il suo Wei Ying.
Al sicuro. Al sicuro per sempre, non lo lascerà mai più andare, non importa cosa gli costerà.
Gli fa da scudo con il suo corpo, con il braccio ormai insensibile, lo tiene stretto al petto sul bordo del precipizio, della fine, del nulla, mentre la guerra imperversa alle loro spalle.
Un fiore di purezza, per metà nero e per metà bianco, macchiato di sangue, l'unica possibilità di sopravvivere a tutto quello.
Lo stringe, e sa che non farà nient'altro per tutto il resto della sua vita.
Perché Wei Ying sarà il resto della sua vita.
Ed essa terminerà con lui, quando lui deciderà di non esistere più.
Ma Lan Wangji non permetterà che accada ancora, né che chiunque provi a prendere quella decisione al posto suo.
Possono ucciderlo, piuttosto.
Strappino pure la sua pelle a colpi di frusta, e trancino la sua carne con il filo della loro spada, spacchino le sue ossa, e con le unghie estraggano il suo cuore, ma non tocchino lui.
Non Wei Ying.
Mai lui. Mai più.
 
Lo sente tremare, forse piangere, non sa se é lui o sé stesso, troppo scosso, troppo sconvolto, troppo sollevato per trattenere ancora le lacrime.
Scendono copiose, come fosse un bambino, come non hanno mai fatto, neanche quando era un bambino, perché non ha mai davvero avuto un motivo per piangere cosí.
Accarezza allora quei capelli neri che ricadono scompigliati sulle sue braccia, perché se sta piangendo deve consolarlo, e se sta rimpiangendo la sua decisione deve fargli cambiare idea.
"Va tutto bene."
Vorrebbe dirgli, ma non è così, non per lui.
"Andrà tutto bene."
Dovrebbe dirgli, è quello che spera.
Scosta le ciocche, vuole rivelare il suo viso, ha bisogno di vederlo, eppure non riesce.
Lo sente, aggrappato alle sue vesti, fragile come non  è mai stato, sentendosi lui  stesso forte e fragile, come non è mai stato.
Wei Ying.
Improvvisamente, un inspiegabile terrore si insinua nuovamente sotto la sua pelle.
Deve vederlo, ora.
Prova ad allontanarlo da sé ma non ci riesce.
Wei Ying.
E la sua presa non è più cosí salda. Perché no? Perché non lo è?
"Wei Ying, io…"
Cos'é quel freddo improvviso?
Ha bisogno di ritrovare il calore che sta perdendo. Ne ha bisogno ora.
Nel petto, nell'anima.
"Wei Ying, io ti…"
Sta per dirlo, ora, sta per dirlo davvero, è determinato, perché forse quelle semplici parole possono riportargli quel calore, tenere accesa quella fiamma.
Ma non può, non riesce, perché quel corpo, quello che tiene tra le braccia con tanto ardore, d'un tratto crolla, si volta, gli rivela quel volto che non riusciva a vedere, e che ora non vorrebbe vedere.
Ecco cosa era, quel freddo.
La pallida pietra in cui lui si è tramutato.
E come è successo? Come si è estinta la sua fiamma, mentre era tra le sue braccia?
Forse, semplicemente, lui non è abbastanza.
Può trattenere il suo corpo, ma non avrebbe potuto comunque trattenere la sua anima.
Non importa cosa avesse potuto fare. Cosa avesse potuto dire.
Sperare, pregare, supplicare.
Lui è morto.
Lui è morto comunque.
Sarebbe morto comunque.
Wei Ying.
Wei Ying.
Wei Ying!
"Wei Ying!"
Improvvisamente, è un urlo.
Improvvisamente non è più a terra, con il suo cadavere tra le braccia e l'orrore negli occhi. Ora è di nuovo in piedi, in piedi su quel bordo di pietra, una mano tesa verso il vuoto, sangue che non vale la sua vita, ed un intero mondo di cui non gli importa più nulla alle spalle.
Eccolo, Wei Ying.
Il suo Wei Ying.
Che non sarà mai suo.
Che però possiederà la sua anima per sempre.
Eccolo che cade, sempre più nel profondo, nella gola della roccia e della lava, che si chiudono su di lui come ad inghiottirlo.
Eccolo, perduto per sempre, davanti ai suoi occhi.
Avrebbe potuto fare di più. Avrebbe dovuto fare di più.
Per lui, sempre.
Per lui, adesso mai più.
 
E poi è buio, fitto e nero.
È nulla.
Il caldo asfissiante diventa freddo gelido.
Sotto la pelle, oltre la carne, a gelare le ossa.
Eppure, il freddo di quel corpo di pietra stretto al petto diventa calore rovente, alla schiena, insopportabile.
Pulsante, bruciante.
Trecento ferite, squarci sulla pelle, dritti nell'anima.
Una vita di disciplina, valori e principi, ridotta a tagli nella carne.
Ecco cosa è rimasto, di lui.
Ecco cosa ne hanno fatto, di lui.
Ma il problema é che non gli importa, non gli importa niente, non é quel dolore che lo tiene lì, paralizzato, solo sul pavimento, solo nella vita, solo per sempre.
Wei Ying.
Dov'è, il suo Wei Ying?
Come ha potuto lasciarlo solo? Come ha potuto…
Cosa credeva sarebbe rimasto, di lui?
Ancora vivo, ma come viva è la polvere, di vita fuori di sé.
Ancora prigioniero, tra l'oro delle sbarre e il profumo d'incenso.
Sopravvissuto, chissà come, chissà perché.
Quando nulla è rimasto. Nulla.
 
Ma non può essere cosí. Non può essere questa la fine. Sarebbe troppo terribile.
Hanno combattuto per cosí tanto tempo, a costo di così tanti sacrifici, e per cosa?
No, non può finire cosí.
Wei Ying.
Wei Ying, dove sei?
Tornerai?
Wei Ying.
Nonostante il dolore, ha provato a chiamarlo, a cercarlo, ponendo quell'inchiesta al cielo e alle stelle, al mare e ai monti, al sole e alla luna, senza ottenere risposta.
Dove sei, Wei Ying?
È quell'unica domanda a torturarlo senza tregua, più dei dubbi, del dolore, della certezza di non appartenere più a nulla di ciò in cui ha sempre creduto.
Il Patriarca di Yiling, il cultore demoniaco, non può esser scomparso cosí.
Semplicemente morto.
Non lui.
È quel suo saperlo fin troppo umano, a fare paura.
Ma deve esserci un senso, dopotutto, se continua a sognarlo, in mille modi diversi, la primavera sul suo viso coperta dal pallore dell'inverno nel suo cuore, un bellissimo inverno, ma pur sempre inverno, e quel legame tra loro, che credeva forte, per lui più dell'acciaio, fin troppo fragile, fin troppo spesso pronto a spezzarsi e resistente proprio per questo, a sgretolarsi lentamente ma inesorabilmente.
Deve esserci un senso, oltre il suo divorante senso di colpa.
 
In nome di quella fede che in lui ha sempre nutrito, quella fede che, quando stava per spegnersi, lui ha fatto tornare a brillare, non può crederlo.
Deve esserci un modo.
Deve esserci un ritorno.
L'ingiustizia non può essere eterna.
E, quando accadrà, lui giura che sarà lí ad accoglierlo.
A donargli la giustizia che non ha conosciuto.
Continuerà a cercarlo, per anni se necessario, per sempre.
Continuerà a suonare di lui al cielo e alle stelle, al mare e alle montagne, al sole ed alla luna.
Continuerà a chiamarlo, a chiedere di lui, finché non avrà una risposta.
É l'unico modo che ha per continuare a vivere.
Ed é assurdo, é assurdo ma é cosí.
Wei Ying gli ha strappato l'anima ed il cuore dal petto, e li ha portati con sé in quella tomba di roccia dove forse nessuno li potrà ritrovare.
Wei Ying lo ha fatto suo, in un modo in cui nessuno lo aveva mai fatto, e nessun'altro, dopotutto, avrebbe mai potuto fare.
Wei Ying.
Wei Ying, io ti troverò.
Ti aspetterò.
E ripeterà allora queste parole come fossero un giuramento, la sua unica preghiera, l'unica che lo terrà in vita e lo accompagnerà, infine, nella tomba.
Non importa quanti anni, secoli od eternità dovrà aspettare.
Lo farà.
Per Wei Ying, sempre.
   
 
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