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Autore: vielvisev    26/03/2022    4 recensioni
Tom Riddle sceglie di portare con sé nella camera dei segreti Hermione Granger, al posto che Ginny Weasley, perché sente una somiglianza con la ragazzina.
Un confronto di solo 2000 parole (+ codino di 200) velato di Dramione e con qualche ragionamento su come certe volte due persone intimamente simili possano diventare profondamente diverse.
*
Dal testo:
“Sono reale, quasi.” rispose “L'ho già detto, siamo nella Camera dei segreti, il mio nome è Tom Riddle, il diario che la tua amica stava distruggendo mi appartiene. Mi sono legato a lei attraverso lacrime e inchiostro, l'ho usata per tornare, ma poi ho scelto te. Cadendo ti sei ferita, una goccia del tuo sangue ha toccato le pagine, ho potuto prenderti con me.”
Hermione sbatté le ciglia, connettendo quel che il ragazzo diceva. La curiosità fece breccia nel suo petto, bruciante. Perché non era mai stata la prima scelta di nessuno, Hermione Granger.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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. Avidamente.


Hermione Granger era una persona avida: di conoscenza, di giustizia. 
 Era anche ostinata, coraggiosa e saggia. Una ragazzina ossuta tutta denti e capelli, capace di ragionare su ogni problema, sviscerare un dilemma fino alla fonte e poi prendere una decisione coerente, giusta. 
 E allora, come ci era finita in quella situazione?

 Sbatté gli occhi, confusa dalla penombra. Il brillio dell'acqua che giaceva a grandi chiazze sul pavimento nero la abbagliava e l'aria umida le si attaccava fastidiosamente addosso. Il ragazzo, lontano una manciata di passi, la stava ancora fissando. Hermione lo ignorò, facendo appello alla propria razionalità. 
Lo aveva visto quasi apparire davanti a lei, inizialmente rarefatto, quasi come un fantasma, ma ora sempre più simile a una persona reale. Ed era bello. Con un volto che pareva dipinto, gli occhi chiari attenti, i capelli corvini accuratamente pettinati. Ed era elegante, quasi sensuale nelle sue movenze, con quel sorriso accennato a macchiargli il viso pallido, ma questo Hermione non lo coglieva, perché era solo una bambina ostinata, piena di libri e ideali.
 “Non ti sei ancora arresa?” chiese pigro lui, con un tono che poteva sembrare divertito.
Hermione lo ignorò e avanzò a piccoli passi, il respiro tra i denti che nel silenzio sibilò greve. Fece scorrere lo sguardo sulle pareti compatte, le statue e i fregi di serpente che le mettevano i brividi, ma non riuscì a trovare una via d'uscita. Priva di bacchetta era esposta, Hermione Granger, ed era anche dolorosamente cosciente, nella sua maturità così spiccata, che se davvero si trovava nella Camera dei Segreti come sosteneva quel ragazzo pallido, allora lei non avrebbe avuto le capacità per sopravvivere nemmeno armata, ma era avida, appunto, di dimostrare il suo valore, di essere abbastanza. Come era finita lì?

 “Hermione” la chiamò il ragazzo, facendo un movimento verso di lei.
 “Non chiamarmi con il mio nome” lo fermò stridula “E stai indietro. Non mi fido”

 Era tesa, Hermione Granger, piena di fragile agitazione, sentendosi così priva di indizi. E si ripeteva mentalmente quello che era successo, cercando di capire come andarsene, come avvisare Harry e Ron, come trovare una soluzione.
Il ragazzo contrasse la fronte, ma l'angolo del suo labbro si inclinò, divertito. 
 “Sei un po' irruenta ragazzina. Ostinata.” 
 “So come difendermi” sibilò Hermione, gonfiando le guance. 
 “Lo so” rispose lui, muovendosi in circolo “Per questo ti ho scelta.”
Lei sbatté le ciglia a quel commento, si inumidì le labbra e raddrzzò la schiena, consapevole di quanto dovesse apparire piccola e indifesa. 
 “Mi hai scelto?” chiese con voce un po' troppo acuta.
 “Ah, ho finalmente la tua attenzione, miss Granger?” le disse e qualcosa di gelido, che sapeva di vittoria passò nel suo sguardo chiaro “Sì, ti ho scelta. Quando hai tolto il diario alla tua amichetta rossa...”

 “Ginny...” mormorò Hermione, sgranando gli occhi, ricordando la lotta avuta con l'amica.
 Aveva visto Ginny piangere isterica, le braccia a metà affogate nel lavello nel tentativo di distruggere quelle pagine, aveva tirato il diario verso di sé, erano cadute a terra e tutto era diventato nero. 
 “Sei un incubo?” chiese Hermione nervosa “Sono svenuta?”
Il ragazzo di fronte a lei scosse il capo, lentamente.
“Sono reale, quasi.” rispose “L'ho già detto, siamo nella Camera dei segreti, il mio nome è Tom Riddle, il diario che la tua amica stava distruggendo mi appartiene. Mi sono legato a lei attraverso lacrime e inchiostro, l'ho usata per tornare, ma poi ho scelto te. Cadendo ti sei ferita, una goccia del tuo sangue ha toccato le pagine, ho potuto prenderti con me.”
Hermione sbatté le ciglia, connettendo quel che il ragazzo diceva. La curiosità fece breccia nel suo petto, bruciante. Perché non era mai stata la prima scelta di nessuno, Hermione Granger. 
 “Non capisco. Perché non Ginny? Lei è abile, intelligente e Purosangue”
Lui si avvicinò tanto da stare a un solo passo di distanza, la osservava con curiosità malcelata e un vago disappunto, le sfiorò una guancia con la punta delle dita, quasi impalpabili, facendola irrigidire. 
“C'è così tanta rabbia in te, Hermione, c'è così tanta avidità di successo e riconoscimento. Mi ricordi me. Anche io sono stato una seconda scelta, anche il mio sangue non è puro, e anche io ho desiderato ferocemente il potere e la conoscenza. Siamo molto simili io e te, Hermione Granger”
Lei rimase immobile, gli occhi fissi sul volto del ragazzo più grande, una strana stretta allo stomaco. Sentiva che c'era del vero nelle parole che lui snocciolava con quella voce rauca e leggera. Sentiva che si trovava di fronte a qualcosa di essenziale e che eppure le sfuggiva dalle dita. Si sentiva così stanca. 
 “Il potere senza compassione è un mezzo pericoloso” si obbligò infine a dire, il tremore nelle ginocchia magre, le labbra serrate, a fermare la paura che la scuoteva silenziosa.
 “Una frase da Grifondoro” rispose bieco l'altro. 
“No” scosse il capo lei “Una frase di mia nonna Flo, una Babbana: Il potere senza compassione è un mezzo pericoloso, sii avida di conoscenza perché tu possa comprendere prima di affondare la tua lama, sia la luce che il buio hanno il diritto di esistere e tentare, sta a te cosa scegliere
 Il silenzio cadde denso tra loro. Hermione tirò su con il naso, avvertendo il freddo di quella sala inquietante entrarle nelle ossa, le parve che Tom Riddle stesse pensando, lo vide farsi più vicino e cercò di ignorarlo. C'era qualcosa di bello e disturbante in quegli occhi chiari. Così Malinconici e crudeli allo stesso tempo.

 “La compassione è per i deboli” disse infine, facendola sussultare di sorpresa.
“Il potere è per i folli allora” borbottò lei, tornando con uno sbuffo a ispezionare la sala in cerca di una via d'uscita, stanca di quelle parole. Voleva tornare da Harry e Ron. 

 “I tuoi amici conoscono il tuo valore?” 
La domanda la pungolò nel petto e la obbligò a tornare a guardarlo. Riddle era sempre più definito, più bello e pericoloso. Hermione respirò profondamente, assumendo un'espressione comicamente autoritaria. Era solo una bambina in fondo, una bambina avida e ostinata. 

 “Non è per gli altri che cerco di avere valore.” rispose secca.
 “E per cosa allora?” la schernì l'altro “Per la fare la cosa giusta?”
Hermione arrossì, inghiottendo il suo senso di giustizia e il suo fervente desiderio di battersi per essa. 
“Lo faccio per me. Per dimostrarmi che sono abbastanza. Anche se sono Nata Babbana. Per ricordarmi che sono degna di ogni battaglia, che sono potente, che sono in controllo.”
Aveva le guance chiazzate di rosso, il tremore nella sua voce sottile. C'era qualcosa che la destabilizzava in quello strano ragazzo, qualcosa che le faceva tirare fuori il peggio di sé, quel desiderio così radicato dentro di lei, che solitamente la obbligava a nascondere le sue cicatrici e incrinature, a mostrarsi sempre compatta e sicura. Quell'avida voglia di rivalsa
 Riddle la fissò ed Hermione giurò di vedere una scintilla di interesse in lui, inattesa, a inquinare i suoi lineamenti perfetti. E si sentì arrossire, Hermione Granger, come se tutto il suo controllo altezzoso, fosse scivolato via ad ogni respiro, lasciandola fragile ed esposta. 
 “Il destino ha voluto voluto che ci incontrassimo, Hermione” le disse il ragazzo “Se c'è una persona che capisce la tua rabbia, quello posso essere io, possiamo fare grandi cose insieme e...”
 “Draco Malfoy ha voluto che ci incontrassimo” lo interruppe lei, con una nota esasperata, facendo un passo indietro per allontanarsi un poco “E onestamente in questo momento non so se essere lui grata, o se detestarlo”


Il volto di Riddle si fece per la prima volta aggrottato e la Grifondoro alzò gli occhi al cielo, il pensiero rivolto al biondo Serpeverde. Perché era vero: era a causa di Draco Malfoy se si trovava in quella situazione. 
 Era stato lui a darle quel suggerimento. Era stato lui ad avvicinarsi a lei, teso come una corda di violino, lo sprezzo mischiato all'ansia sul suo bel viso affilato. 
 “Cosa stai cercando, Granger?” le aveva detto, innervosendola con la sua sola presenza, vicino al bordo del tavolo della biblioteca dove lei era seppellita sotto libri che parlavano di creature mitologiche e arcani. 
 “Cosa vuoi, Malfoy? Gira alla larga” aveva risposto con veleno, le labbra contratte, lo sguardo che era saettato in quello dell'altro ragazzo. Avida. Di riconoscenza, di rispetto. 
Draco era rimasto immobile, l'aveva osservata in silenzio, il volto rigido e assorto.
 “So come si muove nel castello” aveva mormorato infine, facendo tendere la Grifondoro. 
 “Cosa stai dicendo?”
 “So come si muove nel castello, la cosa che stai cercando”
 “Come...” aveva esalato la ragazzina, gli occhi sulla mano diafana di lui e su ciò che stringeva. 
E aveva rabbrividito da principio e le dita le si erano chiuse in automatico sulla sottile pagina di libro che Malfoy aveva strappato da qualche parte per lei. La gola stretta dalla rabbia verso quel ragazzo che aveva rovinato un libro, con la sua boria e insolenza, ma lo sguardo incastrato sulle parole “Basilisco”, “Gli occhi uccidono” e infine su quell'unica parola scritta a mano, in una calligrafia appuntita ed elegante: “Tubature”.
 E aveva alzato la testa di scatto, Hermione Granger, ma Draco Malfoy già si allontanava, le spalle rigide, le orecchie rosate, che tradivano l'imbarazzo. Ed era arrossita anche lei, rendendosi conto che il Serpeverde la stava aiutando e aveva trattenuto il respiro, correndo verso il bagno di Mirtilla, con l'idea di studiare ogni rivolo d'acqua e tubatura. Aveva trovato Ginny Weasley, però, a mollo fino ai gomiti nella disperazione. 


“Sei distratta, Granger?” chiese la voce affilata di Riddle, mentre ancora la scrutava e lei scosse il capo, in una nuvola di ricci disordinati.
 “No. Stavo pensando a come sono arrivata qui” 
 “Il destino, si diceva”
 “In un certo senso” borbottò accigliata, riprendendo a cercare una via d'uscita. 
 “Non hai paura che possa arrivare il Basilisco?” chiese il ragazzo “Non hai paura di morire?”

 “Non credo di poter evitare il suo arrivo, no?” rispose pragmatica lei, strizzando gli occhi per ispezionare la statua di Salazar Serpeverde. Si sentiva così stanca.
Sentì i piedi del ragazzo muoversi nell'acqua, strascicati quasi, avvertì il suo sguardo chiaro sulla sua nuca, ma lo ignorò, seppur con fatica, le ginocchia tremanti e il respiro breve. Ragiona, Hermione. Ragiona.
 “Non ci rimane troppo tempo” disse Riddle, ora più dolce.
 “No, immagino di no.” mormorò lei, con amarezza trattenuta, la mente che correva avida, in cerca di soluzioni.
È che voleva vivere, Hermione Granger, avidamente. Voleva tornare da Harry e Ron, voleva abbracciare Ginny, voleva persino rivedere Draco Malfoy. Voleva vivere, ma non vedeva via d'uscita.

 “Piangi, Hermione?” chiese Riddle con stupore “Un atteggiamento debole.”
 “Non è da deboli esprimere i propri sentimenti” rispose la ragazzina.
 “Ma è rischioso mostrare le proprie cicatrici” sussurrò il ragazzo, afferrandola prima che le ginocchia le cedessero “Perché non hai paura di me?”
Hermione sbatté le ciglia, osservando tra le lacrime confuse quel volto bello e affilato, le ricordò un po' Draco. 
 “Forse perché siamo simili, ma abbiamo già preso strade diverse, Riddle” rispose in un sussurro  “Hai scelto me. Eri così solo da dover ripiegare su un'eterna seconda scelta?”
L'altro la portò delicatamente fino a terra, la tenne contro il suo petto, mentre la vita scorreva via da lei ed entrava nelle vene di lui. Le scostò un ricciolo dal volto, sorrise pericoloso e gentile.
 “Non sono solo” rispose con uno strascico risentito.
 “Io credo di sì” mormorò Hermione, ormai gli occhi quasi chiusi, si aggrappò a lui e avvertì i suoi muscoli, ormai quasi reali, tendersi di disappunto. Lo sentì trattenere il respiro e gli parve di udire il suono del suo cuore spezzarsi, mentre lei lo stringeva. Perché odiava la solitudine Hermione Granger e non voleva morirci dentro, ma non aveva mai ricevuto un abbraccio, Tom Riddle, né un tocco che sapeva di necessità e forse affetto.
 “Non lasciarmi sola per favore” sussurrò la bambina.
 “Ok” rispose lui, forse per riflesso, forse perché stava già rischiando di sparire.
E lei pensò ad Harry, Ron, i suoi genitori e forse a Draco Malfoy.

E voleva vivere, Hermione Granger, avidamente.

*

Hermione sorrise a tutti quelli che vennero a congratularsi con lei alla presentazione de “Le Fiabe di Beda il bardo”, ma i suoi occhi non si staccarono mai da lui: Draco Malfoy. Se ne stava in un angolo in disparte, nascosto alla vista dei più e l'ex Grifondoro scivolò nella sua direzione, appena fu sola, osservandone il profilo sottile, quel volto sempre troppo serio, di chi si affanna per riscrivere la propria storia.
 “Malfoy” lo salutò e lui alzò lo sguardo.
 “Granger.”
 “Grazie”
 “Dovere. Ti avevo detto sarei ven...”
 “Non ti ringraziavo per essere qui” lo fermò e lui si fece confuso. 
 “E per...”
“Per quel Tubature. Grazie” 
Cadde il silenzio, si fissarono negli occhi, pieni di ricordi e non detto. Hermione giurò di vedere un'ombra di sorriso sul volto di lui e si ritrovò a pensare a Tom Riddle, alla sua vita spezzata dall'avidità sbagliata e condannata dalla solitudine. Draco aveva una possibilità invece, lei la voleva, avidamente.

 “Non c'è di che Granger” sorrise mesto e lei annuì, racimolando coraggio. 
 “Ti va di bere qualcosa?”
Lui la guardò, le guance rosate, nonostante l'espressione composta. 
 “Ok, Granger”
 “Ok” sorrise lei. 
Perché voleva vivere, Hermione Granger, avidamente.


.Angolo autrice.

Ciao lettori. 
Scrivo questa One Shot che vede Hermione e Tom Riddle come protagonisti perché partecipa alla challange “Escape room” indetto da Nirvana_04 sul forum Feriscelapenna.
La vera sfida per me è stata riuscire a stare nelle 2000 parole (+ 200 di titoli di coda), ma sono molto felice di esserci riuscita. 

L'idea della Fan Fiction è quella di mettere due personaggi: Hermione e Tom Riddle, in un contesto da cui non possano fuggire, ho scelto la Camera dei Segreti e l'ambientazione del secondo libro, immaginando che Riddle scelga di prendere Hermione al posto che Ginny, alimentandosi con la sua vita per tornare dalla morte, dato che si riconosce nell'avidità della ragazzina.

Ho scelto di inserire anche un po' di Dramione, da me molto amata, usando come spunto una scena del secondo film, quando Draco al Ghirigoro strappa una pagina di un libro e se la intasca (Perché??) e collegandolo al fatto che Harry e Ron nel film trovano Hermione pietrificata con una pagina di libro stretta in mano (Hermione non avrebbe mai strappato un libro).

Spero che questa piccola storia vi possa piacere. 
Vi aspetto nelle recensioni se vorrette.
Con affetto
vi

  
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