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Autore: Fiore di Giada    27/03/2022    1 recensioni
Mentre leggevo un testo storico di Mario Silvestri sulle battaglie dell'Isonzo, mi è venuta l'ispirazione per questo breve componimento.
Comunque, è la rappresentazione dei sentimenti di un soldato giovane, già disilluso e privo di fede, coinvolto nella tempesta della Prima Guerra Mondiale.
Almeno, ci ho provato a rappresentarlo bene.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Una pesante cappa di odore di sudore, escrementi e fango copriva la trincea, mentre nell'aria risuonavano le voci dei soldati e gli squittii dei topi.
Con un sospiro, Francesco fece cadere il suo corpo imponente sul letto da campo.
Prese il rosario, che teneva nella divisa lercia, e cominciò a sgranare i grani. Cosa si stava rivelando quell'immane conflitto?
Avevano creduto alle parole dei politici e dei generali, che parlavano di una guerra breve, che li avrebbe ricoperti di gloria.
Ma che gloria c'era nel freddo, nella fame e negli assalti inutili?
Con un gesto nervoso, schiacciò alcuni pidocchi, che si erano infiltrati nei suoi capelli bruni. Sua madre gli aveva detto di affidarsi alla protezione di Santa Barbara e della Madonna, ma lui, dopo mesi di vita in trincea, sentiva di avere perduto la fede.
Certo, non aveva mai abbandonato il rito della recitazione del Rosario, ma gli sembrava una pratica vuota e priva di senso.
Dove era Dio, mentre tanti giovani morivano?
Perché non fermava un simile conflitto?
Invidiava i compagni che si affidavano al sacro con tanta, innocente sicurezza.
Vedeva in loro la forza di sopportare le sofferenze della vita in trincea.
Lui, invece, voleva urlare a Dio, padrone indifferente e vendicativo, la sua rabbia.
Giacomo... Ruggero... Antonio...,pensò, amareggiato. Anche i suoi tre amici, provenienti da regioni differenti d'Italia, si erano arruolati volontari, i cuori ardenti d'entusiasmo e alte idealità eroiche.
Erano giovani come lui e desideravano contribuire alla nascita di qualcosa di nuovo.
Ma i loro sogni si erano impantanati nel fango e nella sporcizia.
Eppure, con grande coraggio, si abbandonavano alla fede e credevano nel potere delle immagini sante.
Ma quei pezzi di carta non li avevano salvati dal fuoco delle mitragliatrici tedesche.
E io non ho potuto darvi una sepoltura. Siete ancora lì, nella terra di nessuno., si disse. Anche la pietà verso i morti scompariva in quella tempesta di sangue.
La morte, sempre presente, impediva ai soldati di compiere i loro doveri verso i commilitoni.
E questo aveva condannato i suoi amici alla non sepoltura.
Per lui, era straziante una simile realtà, ma nulla poteva fare per cambiarla.
Del resto, altri loro compagni erano lì, esposti al gelo e agli animali.
Perché sono qui?, si domandò. Le mitragliatrici avevano dilaniato i corpi dei suoi amici, eppure lui era ancora lì.
E non si era neanche ammalato gravemente.
I suoi arti erano perfettamente funzionanti.
Ma la vita doveva ridursi a questo?
Ad un tratto, il lungo fischio dell'ufficiale di vedetta lacerò il silenzio.
Francesco, con uno scatto, si alzò dalla branda, prese il fucile e corse all'esterno, seguito dai suoi compagni. Non c'era più tempo per le domande.
Dovevano tornare a combattere e a morire.

   
 
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