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Autore: vale ronron    28/03/2022    1 recensioni
Questa one-shot è dedicata a George Weasley ed è ambientata dopo gli eventi della Seconda Guerra Magica.
Come hanno reagito i Weasley alla morte di Fred?...Come è riuscito George ad andare avanti dopo la morte del fratello? Qualcuno lo ha aiutato?...Se siete curiosi di saperlo non dovete fare altro che cliccare e leggere questa storia.
Buona lettura!!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tana, 02/07/1998

Da poco più di due mesi la Seconda Guerra Magica era terminata, i buoni avevano vinto, Lord Voldemort era morto e il male era stato sconfitto, ma non senza perdite, difatti molte famiglie del mondo magico avevano subito dei lutti e il dolore opprimeva ancora i cuori dei sopravvissuti, ma quest’ultimi sapevano che nonostante fosse giusto ricordare le vittime della guerra era comunque doveroso andare avanti, nonostante la sofferenza che aleggiava nei loro cuori. Tuttavia per alcuni dei sopravvissuti rispetto ad altri era più difficile continuare con la propria vita, infatti non tutti riuscivano a superare la perdita delle persone amate. Una delle famiglie maggiormente colpite dal lutto della Seconda Guerra Magica furono i Weasley.

In quel due luglio del millenovecento novantotto era da poco sorto il sole nella nota abitazione Weasley, la luce illuminava la stramba struttura dell’abitazione, il fiume che costeggiava la casa brillava e rifletteva i raggi del sole, mentre la natura si risvegliava un leggero venticello caldo faceva muovere le foglie degli alti alberi che ombreggiavano e proteggevano la Tana da sguardi indiscreti.

Il panorama esterno allegro e fiabesco era alquanto in contrasto con la tristezza e l’inquietudine che da due mesi a quella parte primeggiava dentro l’abitazione. La morte del giovane Fred Weasley aveva sconvolto tutti. Il primo mese era stato difficile, il dolore era insopportabile e i ricordi di quella notte erano troppo vividi nella mente di ogni singolo Weasley.

Alcuni componenti della famigerata famiglia avevano elaborato il proprio dolore in rigoroso silenzio ed in solitudine come ad esempio Percy Weasley, altri membri invece si erano appoggiati ad una fedele spalla su cui piangere facendosi inevitabilmente coraggio l’un l’altro, come ad esempio Ron Weasley che aveva tratto sollievo e supporto dalla vicinanza della dolce e premurosa Hermione Granger o Ginny Weasley che riavvicinandosi al suo da sempre amato Harry Potter aveva trovato il coraggio e la forza per rialzarsi anche se con un assiduo e costante peso nel cuore, la stessa cosa fecero Fleur Delacour e Bill Weasley che da poche settimane erano tornati ad abitare a Villa Conchiglia, Charlie Weasley invece dopo aver soggiornato alla Tana per un mesetto, per poter essere di man forte alla famiglia, si era ritrasferito in Romania affinché si potesse gettare a capofitto sul lavoro al fine di affocare il dolore della perdita del fratello minore.

Per giorni interi Molly Weasley era rimasta chiusa dentro la sua stanza tra le braccia del marito che pur soffrendo quanto lei cercava di dare forza e coraggio alla matriarca della famiglia che ben presto, anche se con il volto palesemente segnato dal dolore e dalla sofferenza per la perdita del suo adorato Freddy si rimise in piedi per amore della famiglia e per dare il buon esempio al suo piccolo George. Quest’ultimo era necessariamente quello che soffriva di più.

Nessuno poteva capire e nemmeno lontanamente immaginare il dolore che quel ragazzo pativa nell’anima. Senza il suo amato gemello si sentiva spezzato, vuoto. Per le prime settimane il ragazzo non si fece vedere da nessuno ma i suoi singhiozzi e le sue urla di dolore e di frustrazione riecheggiarono attraverso le pareti e le stanze della Tana a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Tutti gli abitanti della casa famigliari o meno erano terribilmente preoccupati per lo stato non solo mentale ma anche fisico di George in quanto quest’ultimo oltre ad isolarsi e chiudersi in sé stesso si rifiuto categoricamente di mangiare e bere per ben cinque giorni di fila. Durante il primo mese tutti gli occupanti di quell’abitazione avevano almeno una volta provato a bussare, seppur con timore, a quella porta ma nessuno era riuscito ad oltrepassarne l’uscio.

Dopo la prima settimana di completo isolamento e di ossessivo digiuno George Weasley, forse spinto dagli strazianti crampi allo stomaco e dalla terrificante arsura che provava o da un irrefrenabile e viscerale istinto di sopravvivenza iniziò a sporgere la mano, seppur per pochi istanti, oltre l’uscio della porta della sua stanza per poter afferrare il pasto e le vivande che ogni singolo giorno i componenti della sua famiglia gli lasciavano dietro la porta di camera sua. Dopo quell’evento il ragazzo continuò imperterrito a crogiolarsi nel proprio dolore in solitario per un altro mese.

Infatti, correva il due giugno del 1998, un mese esatto dopo la guerra, quando uno insolitamente determinato Ron seguito da una agguerrita Ginny sfondarono a suon di bacchetta la stanza del fratello. I due ragazzi comprendevano e condividevano appieno il dolore di George ma non accettavano l’idea di perdere un altro fratello, così spinti dall’irrefrenabile desiderio di salvare il loro amato fratello da se stesso e dalla bolla di dolore e sofferenza in cui si era rinchiuso, si intrufolarono senza troppi complimenti , seppur il resto della famiglia fosse in disaccordo, nella stanza del sofferente George, con il solo scopo di far uscire il fratello da quella bolla  di autocommiserazione e di sofferenza che si era creato.

Una volta entrati la piccola Weasley, degna erede di sua madre, sfoggiando la bacchetta si diede da fare affinché la stanza di George prendesse un po’ d’aria pulita e che facesse entrare un po’ di luce invece che oscurità, con il solo scopo di spezzare via quell’atmosfera nauseabonda e opprimente che sapeva di morte e di disperazione, intanto che Ron si occupava del povero George.

Il penultimo genito della famiglia Weasley si dovette armare di tutto il suo coraggio di Grifondoro per affrontare quella che lui, legittimamente, riteneva essere l’impresa più difficile della sua vita, ovvero, affrontare l’immenso e profondo dolore di George.

Il primo approccio con George non fu per niente facile, il ragazzo com’era prevedibile aveva un aspetto orribile, emanava un odore sgradevole e nauseabondo, ma Ron non badò affatto a questo perché l’unica cosa che aveva attirato la completa attenzione di Ron fu lo sguardo vuoto e perso del fratello, a quella vista per lui insostenibile lascio scorrere fiumi di lacrime silenziose ma non penso neppure per un secondo di fare dietrofront anzi lo sguardo assente di George e il suo volto smagrito e tormentato lo spinsero a sedersi sul bordo del letto e ad afferrare con delicatezza il fratello per le spalle per poi adagiarlo con quanta più cura possibile al suo petto, per poterlo stringere come mai aveva fatto prima.

Ben presto le lacrime e i singhiozzi di George echeggiarono nella stanza e le sue incessanti lacrime inumidirono la felpa blu di Ron a qui George stesso si era aggrappato con tutte le sue forze.

Ron insieme a Ginny che nel frattempo si era inginocchiata accanto ai due ragazzi per poter accarezzare con sensibilità e affetto la chioma fulva e spettinata di George e la sua schiena tremante, al fine di dargli quanto più conforto possibile.

I due figli più piccoli dei Weasley restarono affianco a George finché i suoi singulti si trasformarono in borbottii e frasi disconnesse ricche di disperazione e dolore. A queste seguirono le parole confortanti e consolanti di Ron e Ginny che nonostante stessero soffrendo come mai prima d’ora si fecero forza per amore del fratello. I due ragazzi dopo quelle che sembravano ore se non giorni issarono di peso George, che come era prevedile non si teneva neanche in piedi e così insieme lo accompagnarono al bagno.

Ron lo lavò e si occupo di lui, mentre Ginny dopo aver rimediato un pigiama pulito a George si recò nella stanza del fratello maggiore per cambiare le lenzuola sporche del letto e per terminare di riassettare e pulire la stanza.

Tuttavia, nonostante questo piccolo primo passo avanti, George continuò ad isolarsi e a mangiare poco e di rado, l’unico a cui permetteva di avvicinarglisi, nei suoi rari e brevi momenti sì, era Ron.

Quest’ultimo non si diede mai per vinto tanto che circa tre settimane dopo l’incursione dei due ultimi geniti Weasley nella sua stanza Ron si beccò una terribile e rabbiosa sfuriata da George, che stufo delle asfissianti attenzioni del fratello tramutò per la prima volta tutto il suo dolore e la sua sofferenza in rabbia repressa che fu sfocata sul viso e sul corpo del povero Ron, che pur di fare sfogare il fratello anche se a suo personale discapito, nel bene e nel male, restò a terra immobile e in silenzio a incassare i colpi dei pugni del fratello.

Tuttavia, le urla di rabbia e di frustrazione di George e il frastuono provocato dalla rissa, spinsero tutti gli altri abitanti della Tana ad accorrere rapidamente nella stanza, quest’ultimi in un primo momento restarono estremamente scioccati dalla scena che gli si parò davanti, tuttavia superato il primo momento di assoluto sconvolgimento, Harry, Percy e il signor Weasley si intrufolarono nella stanza e con non poca difficoltà riuscirono a separare George da Ron e a trattenerlo seppur con estrema fatica.  Tutto ciò avvenne fra le urla disperate e addolorate della signora Weasley che mai si sarebbe immaginata di vedere uno dei suoi figli picchiare con così tanta violenza il proprio fratello.

Nell’esatto momento in cui George fu issato dal corpo di un incomprensibile silenzioso Ron, Ginny e Hermione entrambe visibilmente preoccupate si precipitarono accanto a quest’ultimo, Hermione con le lacrime agli occhi e con il tono terribilmente preoccupato chiese al ragazzo come stesse mentre con mani tremanti gli scostò il ciuffo di capelli dalla fronte mentre con terrore gli osservava il viso tumefatto e grondante di sangue scuro e fresco, le poche parti visibili del viso di Ron erano arrossate e già visibilmente gonfie. Successivamente soccorrendo Ron ci accorsero che il suo volto non era stata l’unica parte del ragazzo ad essere stata colpita ma anche il petto e il torace erano stati vittima della collera del fratello.

Quella stessa sera la bolla di George fu fatta esplodere per la seconda volta, dopo la morte del suo gemello, ma questa volta a farlo non fu uno dei Weasley ma un infuriato Hermione Granger che, indossando ancora la maglietta sporca del sangue del suo fidanzato, era piombata nella stanza di George spalancando la porta con un colpo di bacchetta e con un dito accusatorio gli aveva urlato contro come non aveva mai fatto prima con nessun’altro.

La ragazza sfogò tutto d’un fiato tutta la paura e l’inquietudine che l’aveva annientava quando Ron le era svenuto tra le braccia mentre senza fiato  le sussurrava di non preoccuparsi, la ragazza inferocita si avvicinò al letto in cui George era sdraiato e strillandogli contro frustrata gli disse che lei non poteva neanche lontanamente immaginare ciò che lui stesse patendo in quel momento, in quanto figlia unica, ma che poteva comunque capire e comprendere il suo dolore e la sua rabbia per il terribile lutto che aveva subito, ma tuttavia questo non avrebbe mai potuto giustificare né tantomeno perdonare in alcun modo ciò che aveva fatto a Ron quella mattina, gli disse che non avrebbe dovuto farlo, che Ron non se lo meritava perché era quello che più di tutti si stava impegnando maggiormente per  farlo stare bene e per aiutarlo, gli urlo che era un ingrato e che non si meritava un fratello come Ron che lo amava con tutto se stesso e  che pur di farlo stare meglio era rimasto fermo immobile a farsi picchiare come se fosse stato un sacco da pugilato.

La ragazza non contenta della sua sfuriata prima di uscire fuori minacciò George difatti con sguardo furente e tono irremovibile gli disse che non gli avrebbe reso la vita affatto semplice fino a quando lei medesima non l’avesse visto con i suoi occhi uscire da quella maledetta stanza per andare da Ron a vedere come stava e a chiedergli scusa per il deplorevole e ingrato comportamento che aveva avuto nei confronti di suo fratello. Dopodiché uscì come una furia dalla stanza seguita da Harry e Ginny, quest’ultimi avevano assistito all’intera scena immobili e silenziosi sull’uscio della porta con un’espressione a metà tra lo sconvolto e l’ammirato.

Ginny si richiuse la porta del fratello alle spalle e stava giusto per raggiungere Hermione ed Harry sulla rampa di scale che portava giù in cucina quando dei passi annunciarono la presenza di qual altro nel pianerottolo della camera di George.

I tre si bloccarono paralizzati sul posto accorgendosi delle figure dei coniugi Weasley e di Percy che erano rimasti in silenzio nascosti nell’ombra accostati alla parete che costeggia le scale del piano sottostante.

Hermione vedendoli sbiancò visibilmente ma nonostante tutto si ricompose ed assumendo una posizione fiera puntò il suo sguardo determinato dritto su quello della signora Weasley, Harry pallido e visibilmente impacciato alternò timoroso lo sguardo tra le due donne con sguardo intimorito. Il ragazzo non sapeva chi delle due donne temere maggiormente in quel preciso istante.

Ginny osservò attentamente la madre e dopo un’ultima occhiata all’amica si appresto a parlare in favore di quest’ultima ma non ebbe il tempo di aprire bocca perché la stessa Hermione la anticipo interrompendola.

La riccia si scusò con tutta la famiglia Weasley per aver alzato la voce, confessò di essere sinceramente desolata di aver perso il controllo di sé stessa in quel modo non decisamente da lei, ma ammise di non essere affatto pentita di aver rimproverato George, in quanto era suo dovere difendere Ronald.

“Ronald è una delle persone più importanti della mia vita, non tollero che qualcuno gli faccia del male e non consento che gli si manchi di rispetto in questo modo, mi dispiace immensamente signori Weasley ma non intendo scusarmi con voi per questo!!” Dichiarò Hermione con tono sicuro ed espressione fiera seppur i suoi occhi fossero arrossati e velati di lacrime.

“Non devi farlo!!” sussurrò fievolmente la signora Weasley guardando la riccia con sguardo imperscrutabile, stupendo tutti i presenti ad esclusione del signor Weasley che con tono addolorato e sguardo tormentato aggiunse “Hai fatto bene Hermione, in questa casa non dovrà mai più accadere un episodio così increscioso, io e Molly ci accerteremo che George porga le giuste scuse a Ronald domani stesso!”.

I tre ragazzi erano visibilmente sorpresi dalla piega che aveva acquisito la situazione e rimasero ancora più sbalorditi quando prima di rientrare in camera il signor Weasley strinse con affetto una spalla di Hermione facendole un sorriso tirato dopodiché acquisendo un’espressione seria e un tono irremovibile si accostò alla porta chiusa del figlio e a gran voce urlò:

“Hai ventiquattro ore di tempo George, dopodiché se non porgerai di tua spontanea volontà delle scuse sincere a tuo fratello Ronald ti costringerò io stesso a farlo, spero di essere stato sufficientemente chiaro…Inoltre vorrei ricordarti che io e tua madre non abbiamo allevato delle bestie da macello, ma dei figli affettuosi, leali e virtuosi, tuo fratello Fred sarebbe molto deluso da te George, lui non avrebbe mai voluto che tu ti scagliassi come una belva inferocita e priva di buone intenzioni contro vostro fratello minore che tra l’altro stava solo cercando di aiutarti!!”.

La signora Weasley sussultò alle urla del marito ma rimase ferma sul posto fino a quando con passi malfermi si avvicinò ad Hermione e alzando lentamente un braccio con espressione addolcita le porse una gentile carezza.

“Mia cara sono felice che Ronald abbia una persona come te al suo fianco, sono fiera di entrambi!!” sussurrò con tono gentile Molly Weasley.

I tre ragazzi dopo aver visto i tre componenti della famiglia Weasley recarsi ognuno nelle proprie stanze diedero un ultimo sguardo alla porta chiusa di George, da cui adesso uscivano solo singhiozzi e singulti del ragazzo, e dopo essersi guardati negli occhi decisero di andare a dormire.

 
Harry quella notte decise di dormire in camera con Ginny mentre Hermione avrebbe dormito in camera di Ron per fare compagnia e dare maggior conforto al fidanzato, che aveva decisamente avuto una pessima giornata.
 
Nel bel mezzo della notte George, come tutte le altre sere, affaticato uscì di soppiatto dalla stanza percorse barcollando le scale e si fiondò nel casotto giù in giardino, aprì la vecchia scricchiolante porta di lento e afferrò una delle scope che vi erano poste dentro dopodiché uscendo fuori dai confini della Tana si smaterializzò nella piazza principale di Hogsmeade arrivato lì saltò a cavallo della scopa e sfrecciando rapido nel cielo buio volò dritto verso Hogwarts.

Come da un mese a questa parte il ragazzo si sedette davanti alla lapida del fratello e fisso lo sguardo sulla foto sorridente del gemello, che con la sua tipica espressione da farabutto e il sorriso furbo e beffardo sembrava quasi farsi gioco del suo dolore, ogni qual volta lui lo andasse a trovare.

“Stavolta l’ho fatta grossa Freddy!” sussurrò il ragazzo addolorato lasciandosi cadere in ginocchio davanti la tomba del gemello “Persino papà si è infuriato con me, ma ti giuro che io non volevo far del male a Ron…ho perso la testa…Ti prego Fred torna da me, io non mi riconosco più…”.

“Devi lasciarmi andare…!”

Al suono di quella voce George sobbalzò guardandosi in torno spaventato.

“Fred…sei tu?” balbettò con un filo di voce fissando scioccato la tomba del fratello tremando come una foglia.

“Devi lasciarmi andare George, altrimenti saremo infelici entrambi!!”si sentì rispondere il ragazzo dalla tasca dei suoi pantaloni che improvvisamente percepì essere calda e appesantita.

Sconvolto tiro fuori l’aggeggio che suo fratello Ron aveva perso sul pavimento durante la loro colluttazione e che lui aveva provvidenzialmente raccolto e infilato in tasca.

Titubante il ragazzo schiacciò il Deluminatore, questo dopo aver fatto uno scatto, che sembrò riecheggiare in tutto il silenzioso parco del castello, fece uscire una piccola palla di luce bianca che allargandosi sempre più acquisì le sembianze di un ragazzo alto e robusto con i capelli corti e terribilmente spettinati.

“Freddy…!!” sussurrò sconvolto George osservando il fratello che con tono triste ma con un sorriso tenero sul volto gli rispose “Ciao fratellino…è proprio vero quel che si dice in giro, chi non muore si rivede!!”.

“S…sei tornato da me?” balbettò George speranzoso con le lacrime che gli correvano sul viso mentre un sorriso sincero e ricco di aspettative iniziò a formarglisi sulle labbra screpolate e secche.

“Io non appartengo più a questo mondo George, il tuo dolore mi ha evocato e mi ha riportato qui perché è ombra del mio, ma entrambi sappiamo che non potrò restare qui!!”.

“Perché no, ti prego resta, avere te in versione fantasma è molto meglio di non averti affatto!!” gli urlo contro agitato e adirato cercando di avvicinarsi al gemello per afferrarlo ma ciò che riuscì a fare fu solo passare la sua mano attraverso il braccio dello spettro di Fred e ciò gli provoco un brivido freddo lungo la schiena oltre che un tuffo al cuore dovendo fare i conti con la reale e irrecuperabile distanza che ormai vi era fra loro due.

“Fratellino lo so io, come lo sai tu, che è più che giusto che io vada per la mia strada e tu per la tua…questo non è più il mio mondo, non sarei più felice qui e non lo saresti nemmeno tu con me al tuo fianco in queste condizioni…” gli spiego Fred addolorato inginocchiandosi di fronte al ragazzo, avvicinando per quanto gli fosse possibile la sua fronte e quella del gemello.

“Tu non capisci io non posso stare in un mondo dove tu non ci sei!!” gli rispose avvilito con tono tormentato mentre rabbrividiva nel percepire il tocco gelido di Fred nella sua fronte.

“Puoi farlo…tu devi farlo, perché ciò che io desidero di più e che tu vada avanti con la tua vita, che tu sia felice, tu George Weasley hai l’obbligo di vivere per entrambi, io sarò per sempre dentro il tuo cuore, la tua anima sarà anche la mia, se tu sarai felice io sarò felice se tu sarai soddisfatto io sarò soddisfatto se invece tu sarai arrabbiato e addolorato io ne soffrirò e ne resterò per sempre dannato, ti prego George non farmi stare in pena, non condannare entrambi ad un vita a metà…vivi la tua vita come se fosse anche la mia, realizza i nostri sogni porta avanti i nostri desideri, sii felici per entrambi, perché solo se tu troverai la pace io potrò riposare sereno, se tu vivrai George io vivrò con te, se tu ti lascerai morire io morirò una seconda volta ed entrambi saremo dannati per sempre è  questo che vuoi?!”.

Il ragazzo dissenti singhiozzando mentre con attenzione osservava il volto addolorato del fratello defunto.

“Ho sentito quello che hai detto a Ronnie…hai ragione nessuno potrà mai sostituirmi, e nessuno lo farà mai, ma credimi mi dispiace dirtelo e soprattutto mi costa tantissimo ammetterlo… ma Ron per la prima volta nella sua vita ha detto e fatto la cosa giusta, anche se ad essere sincero sono deluso dal fatto che non ti abbia dato un cazzottone in faccia, te lo saresti proprio meritato dopo quello che hai fatto, tuttavia spero tanto che te lo dia domani mattina…”.

“Non volevo fargli del male né tanto meno volevo dirgli che lo odio…” assentì George rattristito asciugandosi le lacrime sul volto con la manica della sua giacca.

“Lo so…George ascoltami, Ronnie è perfettamente consapevole di non essere me, non potrà mai esserlo, ne vuole esserlo, l’unica cosa che desidera è di avere un gemello Weasley che lo sfotta dalla mattina alla sera, vuole un fratello maggiore  che lo faccia vergognare di aver avuto un orsacchiotto di nome Teddy, qualcuno che lo faccia imbarazzare raccontando in giro ai quattro venti che dopo il nostro racconto sui lupi mannari che si aggiravano nel nostro giardino, il coraggiosissimo Ronald Bilius Weasley fino a sei anni, durante tutte le notti di luna piena si fece la pipì nel letto, qualcuno che gli tiri frecciatine facendolo diventare paonazzo, insomma porco Merlino adesso il nostro RonRon sta con niente poco meno che Hermione so tutto io Granger, ti rendi conto, e tu non l’hai fatto ancora imbarazzare con qualche geniale battutina a sfondo sessuale e non, sono veramente deluso da te fratellino, guarda che io conto su di te per farmi quattro risate dall’aldi là non avrai mica intenzione di deludermi vero?!”.

“Non ti deluderò!!” sogghigno George regalando suo malgrado un sorriso beffardo al gemello.

“La nostra famiglia è solida ed è inarrestabile, con il passare del tempo insieme ne uscirete più forti e uniti di prima, io conto su tutti voi George, quindi afferra la mano di Ronnie e fatti aiutare, in passato io non avrei mai scommesso neanche un Galeone su di lui ma al momento Ronald così come Ginevra sono gli unici sani di mente in quella casa, quindi conto su voi tre per risollevare la nostra famiglia e proprio qui davanti alla mia tomba affido a te e a quelle due pulci il compito di non rendere vana la mia morte!!”.

“Ti voglio bene Freddy!!”

“Ti voglio bene anch’io…sii felice fratellino mio e ricorda che io sarò sempre e per sempre nel tuo cuore, riderò e gioirò con te in ogni momento della tua lunga esistenza, e non vorrò più vederti di presenza almeno fino a quando non avrai una folta e lunga barba bianca e trenta denti in meno…ci siamo capiti vero!?” gli sussurrò minaccioso guardandolo dritto negli occhi con sguardo severo.

“Non ti prometto di arrivare all’età di Silente ma farò del mio meglio per accontentarti!!”.

“Restituisci il Deluminatore a Ronnie…tu non nei avrai più bisogno perché nei momenti di oscurità ci sarà Ron a guidarti e lo farà rendendo orgogliosi e fieri entrambi, il suo amore incondizionato e quello della nostra famiglia ci guiderà nella direzione giusta e permetterà ad entrambi di vivere sereni!!”.

“Ci rincontreremo fra non meno di 100 anni Freddy!!” assentì scherzosamente ma con tono lievemente minaccioso.

“Ci conto fratellino, adesso però dobbiamo andare, entrambi, abbiamo un mondo da conquistare!!”.

George ricambiò il sorriso ironico marchio Weasley del fratello mentre quest’ultimo si accinse ad abbracciarlo e dopo avergli lasciato un bacio freddo in fronte tornò sotto forma di pallina luminosa fluttuando con un movimento lento e delicato dritto nel suo cuore.

Il ragazzo sentì un calore immenso dentro di sé, chiuse gli occhi e si godette la sensazione di appagante completezza e serenità che Fred gli stava donando, dopo aver mantenendo gli occhi chiusi per quel che sembro un tempo infinito li riaprì e li rivolse con un sorriso dolce ma nostalgico alla foto del gemello, dopodiché alzando la bacchetta ormai alle prime luci dell’alba di un nuovo giorno incise sulla marmorea lapide del fratello un elegante scritta:

 

Ci rincontreremo fra non meno di 100 anni fratellino.

Dopodiché seguendo il suo istinto si mise la scopa sotto l’ascella e dopo aver dato un ultima occhiata al castello di Hogwarts ancora in fase di ricostruzione strinse con la mano destra la bacchetta mentre con la sinistra fece scattare il Deluminatore smaterializzandosi subito dopo.

Quando George aprì gli occhi si trovo dentro una soffitta semi buia, si guardò attorno e dopo tutto quello che Fred gli aveva raccontato non restò per nulla sorpreso di intravedere attraverso il fascio di luce lunare il volto di suo fratello Ron che abbracciato ad Hermione dormiva sereno e tranquillo nel suo letto nonostante il volto tumefatto e i lividi allo sterno.

Con un sorriso beffardo puntò gli occhi verso il letto libero, solitamente occupato da Harry e con un sonoro sbadiglio ci si infilo.

E fu lì nella camera del fratello più piccolo che preparandosi mentalmente qualche frecciatina da riservare l’indomani ai due piccioncini dormienti si addormentò per la prima volta dopo la morte di Fred con un lieve sorriso sulle labbra.

 

 

  
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