LA PRESENTE STORIA CONTIENE SPOILER RELATIVI
ALLA QUARTA STAGIONE, QUINDI FERMATEVI QUI SE NON VOLETE ROVINARVI LA SORPRESA.
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Promises
*
Capitolo 1
*
Marinette continuava a tenere
quella palla ovale ormai vuota stretta al suo petto, mentre calde lacrime le
scendevano dal volto fino a bagnare i tasselli aperti.
Aveva
perso tutto.
Aveva
fallito la sua missione.
‘La
peggiore guardiana di sempre’ Si era definita davanti a Chat Noir, il quale si era
subito prodigato nello spendere parole dolci e rincuoranti per la sua lady.
Non era
la peggiore guardiana, aveva solo commesso un errore. Avrebbero rimediato. Come
sempre del resto.
Loro due
erano una squadra fantastica, ed insieme avrebbero risolto quel problema che al
momento sembrava enorme e senza un’apparente via d’uscita.
Si era semplicemente
fidata della persona sbagliata, che non aveva perso tempo a prendersi gioco di
lei, ma gliela avrebbe fatta pagare, oh si se lo avrebbe fatto, perché la
prossima mossa di Adrien sarebbe stata quella di fare quattro chiacchere con il
suo ben amato cugino per chiedergli spiegazioni in merito.
E
soprattutto per chiedergli quale assurda alleanza c’era tra lui e Papillon.
Marinette cercava di soffocare le lacrime e i
singhiozzi nella penombra della sua stanza.
Un
silenzio quasi spettrale aleggiava al suo interno e le tende bianche delle
finestre si muovevano sinuose seguendo il ritmo cadenzato del vento.
Un
brivido le attraversò la schiena, fuori aveva appena finito di piovere e l’aria
fresca entrava prepotente nella sua camera dalle imposte lasciate di proposito
aperte.
Non le
importava di sentire freddo.
Non le
importava più niente ormai.
Aveva perso.
Per la prima volta.
Nella
mente di Marinette continuavano a susseguirsi le
immagini della mega proiezione di Papillon davanti alla Tour Eiffel e subito il
suo cuore iniziò a galoppare velocemente all’interno del suo sterno
infondendola un senso smisurato di angoscia ed inquietudine.
Annaspò
alla ricerca di aria, inspirava ed espirava profondamente, riuscendo a stento a
trattenere un pianto liberatorio per poi abbandonarsi per l’ennesima volta alla
tristezza.
“Non fare
così, Marinette!” Le continuava a dire la sua kwami toccandole le spalla.
“Non ce
la faccio, Tikki… tutti contavano su di me e li ho
delusi. Non mi merito la fiducia dei cittadini di Parigi e nemmeno quella di
Chat Noir” La miracle box le scivolò accidentalmente dalle
mani e Tikki fu subito pronta ad evitare una caduta
dal soppalco, non che questa l’avrebbe danneggiata, s’intende.
“Chat
Noir ti resterà accanto in ogni caso.”
“Farebbe
bene a starmi alla larga, invece. Io porto solo guai e sono sicura di aver
deluso anche lui infondo.” Singhiozzò asciugandosi le guance con il dorso della
mano.
Marinette affondò la testa all’interno delle ginocchia
nascondendola come una tartaruga.
Provava
vergogna per sé stessa e il grande guardiano celeste Su-Han avrebbe fatto bene
ad assolverla dal suo incarico all’istante.
Infondo
aveva ragione, la sua saggezza secolare ci aveva visto giusto: lei non era
adatta a custodire degli Dei.
“Non dire
così, Marinette. Hai sempre dimostrato di riuscire a
cavartela in ogni situazione, e questa non sarà da meno. Riuscirai a recuperare
tutti gli altri kwami e a sconfiggere Papillon.”
La testa
di Marinette sbucò lentamente dalle ginocchia.
La faccia
era scavata dal dolore e dalla delusione, gli occhi rossi e gonfi, la gola
secca e dolorante per lo sforzo.
“Dormi un
po', Marinette.” Le consigliò la kwami
riponendo la miracle box sul comodino accanto al
letto con estrema delicatezza.
“Non ci riuscirei.”
E come avrebbe potuto? Tutte quelle creaturine indifese erano in mano a quel
pazzo scatenato di Papillon, e la consapevolezza che non ci avrebbe messo molto
ad arrivare a lei, le attanagliò cuore e mente, costringendola a stare sveglia alla
ricerca di una soluzione e a non abbandonarsi alle braccia di Morfeo.
“Domani
tu e Chat Noir penserete ad una soluzione.”
Marinette si coricò solo per non sentire più la vocina
di Tikki, non perché non la gradisse, ma in quel
momento preferiva stare sola, e anche perché aveva sentito dei rumori provenire
dal piano di sotto, erano le cinque e un quarto di mattina e suo padre si era
alzato per andare in panetteria e preparare del pane caldo che avrebbe sfornato
più tardi, riempiendo il negozio e anche la casa della sua fragranza.
Sua madre
invece lo avrebbe raggiunto tra circa un’ora.
“Buonanotte,
Tikki” Sussurrò a mezze labbra alzando le coperte
fino a coprir metà del capo.
La kwami di tutta risposta le baciò la tempia, l’unica parte
scoperta e dove avrebbe potuto sentire il suo calore.
“Ti
voglio bene, Marinette. Riposa un po'.”
*
Gabriel
continuava a contemplare quegli oggetti magici sopra il tavolo dello studio, sottratti
alla sua acerrima nemica con l’inganno e tutto grazie a suo nipote Felix, quell’essere
che odiava così tanto, si era rivelato invece utilissimo.
D’un
tratto sentì il portone principale della villa, aprirsi. Era Nathalie di
ritorno da quell’assurdo viaggio.
“Ancora
in piedi?” Gli domandò sorreggendosi allo stipite della porta per un mancamento
improvviso.
Gabriel
le andò incontro apprensivo, prendendola in braccia per farla stendere sul
divano.
“Hai
bisogno di riposare.” Le disse scontrandosi con i suoi occhi.
Nathalie
vide un luccichio di vittoria nel suo riflesso e non poté non sorridere.
“Ci siamo
quasi, vero?” Domandò con una punta di amarezza e un filo di voce, perché per
quanto fomentasse quell’assurdo piano, un po' le sarebbe dispiaciuto non
stargli più vicino in quella maniera, ma sarebbe stato finalmente felice con
sua moglie accanto. E lei, per lui.
Gabriel
le prese entrambe le mani “Si, e non ci credo ancora. Lady Bug ha commesso un
errore e ha perso tutti i miraculous.”
“Ha
ancora gli orecchini della coccinella e l’anello del gatto nero, però… sono
quelli che servono a te.” Convenne lei tossendo poco dopo piegandosi dalla
fitta allo sterno.
“Il
viaggio è stato stressante, Nathalie, devi riposare. Domani chiamo il dottore e
ti faccio visitare.” L’aiutò ad alzarsi e l’accompagnò in camera sua, in quel
frangente, la donna gli restituì l’anello che le aveva donato prima di partire.
“Grazie.”
Biascicò la donna mettendosi sotto le coperte.
“Domani
starai meglio, vedrai… sono stato uno stupido a farti muovere…” Deglutì
sedendosi accanto a lei con aria preoccupata, doveva dirle che alla fine aveva
ceduto il miraculous del pavone in cambio dell’altro
anello.
“L’ho
voluto anch’io, tu non mi hai affatto costretta.”
“Nathalie…”
Un riflesso sinistro si palesò nelle lenti degli occhiali “… ho dovuto cedere
il miraculous del pavone.”
L’assistente
strabuzzò gli occhi dallo stupore e dall’incredulità.
“Come? Perché?”
E soprattutto a chi lo aveva ceduto? Un artefatto così importante per lui, non
solo perché lo potesse usare come arma contro Lady Bug e Chat Noir, ma quella
spilla era un oggetto che lo legava in qualche modo ad Emilie, era stata lei ad
usarla e purtroppo a provocarne la rottura.
Ma forse
era proprio per questo, quell’oggetto gli ricordava troppo la malattia della
moglie e prima o poi se ne sarebbe disfatto comunque perché altri non facessero
la sua fine.
“Felix”
Rispose abbassando la testa “… ha scoperto tutto… di me… Emilie…” Lo stilista
si schermò il volto provato dalla delusione con entrambe le mani.
Nathalie
gliele tolse subito infondendogli sicurezza “Ce lo riprenderemo… anche quelli
di Lady Bug e Chat Noir. Ha commesso un errore, ne commetterà altri.”
Gabriel
si massaggiò il ponte del naso dopo essersi tolto gli occhiali. Era stata una
giornata stancante e lui non chiudeva occhio da quasi ventiquattro ore.
“Ora
starà più attenta a quello che fa.”
“E’ vulnerabile, è il momento giusto per colpirla…” Nathalie
puntò il suo sguardo che non prometteva nulla di buono in quello dello stilista
“… dritta al cuore!”
*
Adrien
continuava a girarsi e rigirarsi nel letto facendo credere a Plagg che un terremoto di proporzioni bibliche si stesse
abbattendo sulla casa.
Il
piccolo dio della distruzione aprì prima un occhio e poi un altro.
Le pareti
si trovavano come sempre al loro posto e anche gli
oggetti presenti sopra le mensole non si muovevano affatto, allora perché gli
sembrò di ballare?
Plagg lo capì quando gli arrivo inavvertitamente un pugno in
piena faccia.
“Ma che
ti ho fatto?” Fu subito pronto a sentenziare.
Adrien
non rispose, si limitò a mettersi in posizione supina e a contemplare l’alto
soffitto.
“L’ho
delusa, Plagg.” Sussurrò amaramente mordendosi il
labbro inferiore.
Ad Adrien
veniva da piangere per la frustrazione, ma doveva essere forte per lei, per la
sua lady.
Non
sapeva che cosa gli avrebbe riservato il futuro nei prossimi giorni, settimane
e mesi, quello che era certo è che davanti a loro avevano una delle missioni
più grandi che fossero mai stati costretti ad affrontare.
Da adesso
in poi non si sarebbero trovati dinanzi un solo akumatizzato,
ma ora Papillon aveva a disposizione un esercito di kwami
pronto a servirlo per raggiungere i suoi vili scopi. Quello che era certo è che
quel pazzo andava fermato.
L’unica
nota positiva era dettata dal fatto che Lady Bug conoscesse ogni singolo segreto
di quei piccoli esseri, in particolare pregi e difetti, ma in che modo il loro
nemico ne avrebbe fatto uso, quello gli era ancora un mistero.
Quello
che però angosciava Adrien, era che i kwami sapessero
il vero volto e il nome di Lady Bug, nonché della Guardiana dei Miraculous, e Papillon non ci avrebbe messo molto a
torturare quelle creature per scoprirlo.
Adrien si
portò in posizione seduta ed iniziò a stringere un lembo del lenzuolo con
vigore immaginandosi che quella fosse la faccia di Papillon.
“Te la
farò pagare!” Grugnì digrignando i denti dalla rabbia, perché se da un lato Lady
Bug era quella affranta e infelice, lui al contrario suo era furioso.
“Calmati,
Adrien!” Gli sussurrò Plagg svolazzandogli davanti
alla faccia “… questa tua ira non ti porterà da nessuna parte, anzi, ti farà
commettere dei grossi sbagli. Devi pensare a mente lucida se vuoi aiutare milady…”
Sospirò poi “… chissà come starà zuccherino?”
“E’ tutta colpa di Felix” Disse a denti stretti alzandosi
del tutto dal letto.
Adrien
percorse al buio la sua stanza fino ad arrivare al bagno.
Aprì l’acqua
e si sciacquò la faccia in modo da levare via le goccioline di sudore dal viso
dovuto al brutto sogno che aveva appena fatto.
A dire il
vero non lo ricordava nemmeno che cos’era successo, ma addosso sentiva in ogni
caso ansia mista ad angoscia.
Tutto
quello che gli veniva in mente, erano gli occhi smarriti e la crisi di panico
che la sua lady aveva avuto in quella camera dopo aver scoperto l’inganno.
“Felix…”
Nominò di nuovo cercando un solo valido motivo che giustificasse quell’azione
ignobile.
Però più
ci pensava e più si sentiva confuso.
Molte
domande occuparono la sua mente provocandogli un forte mal di testa che lo
costrinse a sedersi per il capogiro improvviso, anche per lui quella era stata
una giornata stressante e per quanto fosse, risentiva ancora degli effetti di
Risk.
Il
contatto freddo con il pavimento del bagno lo fece rinsavire un attimino e a
pensare a mente lucida.
E se
fosse Felix in realtà Papillon? No, scartò subito quell’ipotesi, perché per
quanto il mascheramento dovuto alla trasformazione celasse la sua vera natura,
Papillon era a tutti gli effetti un adulto, e ne aveva avuto la prova perché mentre
combattevano fianco a fianco per sconfiggere Strike Back, il suo aspetto
giovane rimaneva sempre lo stesso.
Però era
chiaro che qualcosa nascondesse e soprattutto conoscesse, forse la chiave per recuperare
i kwami e sconfiggere Papillon era proprio lui.
“Non
vorrai andare a Londra e prenderlo a schiaffi finchè
sputerà il rospo?” Berciò acido Plagg.
“Hai
altre soluzioni?” Chiese con ovvietà.
“Non puoi…”
“Se non
ci vado io, ci andrà Lady Bug. Sa che Felix centra qualcosa con tutta questa
storia… e credimi, non ci andrà giù leggera… almeno è quello che farei io se
una persona si fosse approfittato di me.”
“E come
giustificherai la tua gita a Londra, con tuo padre? Sai che non ti fa mettere
il naso fuori dalla porta con facilità.”
“Forse ad
Adrien no, ma Chat Noir può fare quello che vuole, ed in più con il potenziamento
per il volo farò ritorno in poco tempo, non si accorgerà di niente.”
Plagg incrociò le zampe sul petto indispettito, quella non era
una soluzione e non era una decisone da prendere così su due piedi, ci voleva
un piano ben congeniato, uno che coinvolgesse anche Lady Bug.
“Devi
avvisarla.”
“Sarò
presto di ritorno!”
“E se
Papillon attaccasse? Si ritroverebbe sola a combattere. E se le succedesse
qualcosa? Se riuscisse a prendere il suo miraculous?”
Plagg per quanto fosse una creatura petulante e per certi
versi odiosa, sapeva sempre avere la parola giusta al momento giusto.
Il suo
ragionamento non faceva una piega e Adrien non aveva pensato al fatto che
Papillon ora fosse più potente di prima, poteva attingere agli altri kwami per alterare la realtà, per proteggersi, per
attaccare immobilizzando la preda, creare confusione attorno a lui in moda da
destabilizzare l’avversario, spazzarlo via in un batter d’occhio e avere anche
una seconda occasione.
Lady Bug
era in pericolo e l’unica persona in grado di proteggerla era lui.
*
Continua
*
Angolo dell’autrice: ok,
ok. Lo so che vi aspettavate S.O.S. dal futuro, ma ho deciso di
farvi una sorpresa pubblicando il primo capitolo di questa storia, che per la
cronaca non so ancora quanto lunga sarà e quando metterò on-line il secondo
capitolo.
In ogni caso, sapete che non posso eludere
una richiesta e finalmente ho iniziato a mettere nero su bianco le mie teorie relative
alla quinta stagione di Miraculous… magari ci azzecco
qualcosa, chi lo sa XD.
Comunque… grazie per essere arrivati fino a
qui, e vi metto il link della storia pubblicata solo su wattpad
che farebbe da prologo a questa storia.
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FORSE E’ TARDI, FORSE INVECE NO!
https://www.wattpad.com/story/304386029-forse-e%27-tardi-forse-invece-no