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Autore: MauraLCohen    31/03/2022    0 recensioni
Sandy prende parte al party celebrativo per la vendita del Grath. Lui, Seth e Kirsten si sono trasferiti a Newport da un anno, ma ambientarsi non è affatto facile.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come un pesce fuor d’acqua 

 
 La stanza in cui si teneva il ricevimento era immensa. Sandy non aveva mai visto niente di simile in vita sua: le volte altissime, decorate da preziosi rilievi scavati sul muro; le pietre alle pareri, lasciate a vista per la loro preziosa storia; i tavoli disposti seguendo geometrie che lui non coglieva, ma di cui percepiva l’ordine. Poi le tovaglie, i camerieri, le  portate abbondanti, la musica da sala… Sembrava una scena di un film, dove lui era capitato per caso. 

Quella sera Caleb Nichol aveva riunito attorno a sé tutto il personale del Newport Group, i collaboratori, i soci e i migliori finanziatori. La creme di Newport si trovata tutta lì, unita per ammirare il primo progetto realizzato da Kirsten - Il Grath. 
Un edificio antico, che si affacciava sul mare, che sarebbe dovuto essere demolito per lasciar spazio all’ennesimo centro commerciale di cui Newport non aveva bisogno. 
Kirsten era testarda e quando si metteva in testa una cosa non c’era niente in grado di impedirle di realizzarla, Sandy lo sapeva. Aveva perso un’infinità di battaglie con lei - e lui era un’avvocato, anche discretamente bravo. 
Così, quando una sera la vide tornare a casa armata di foto sviluppate, appunti presi a matita e qualche schizzo, Sandy comprese che Caleb aveva ceduto alle pressioni di Kirsten per convincere il Comune di Newport a ristrutturare il Grath. 

Kirsten aveva gestito i lavori, le ditte; si era occupata di piazzare il palazzo sul mercato e in meno di sei mesi dal completamento dell’opera di ristrutturazione, ogni appartamento era stato venduto al doppio del prezzo di mercato. 

Era stato un successo che Caleb aveva voluto celebrare con l’orgoglio di un padre e la soddisfazione di un uomo d’affari che aveva concluso una delle vendite migliori dell’anno. 
Il suo discorso su Kirsten e sul Newport Group aveva riscosso l’applauso di tutti i presenti e il tintinnio dei bicchieri che brindavano. 

Anche Sandy era orgoglioso di Kirsten. La vedeva brillare nella sala, con il suo abito da sera nero, che le fasciava il corpo alla perfezione. Parlava con un gruppo di azionisti e sembrava a suo agio. Lei era brava nelle contrattazioni e sapeva destreggiarsi bene quando si parlava di soldi. 
A Berkeley, era stata lei a trovare il compromesso con la banca per acquistare la loro casa. Lui era bravo in tante cose, ma quello era il campo di Kirsten. Lo aveva nel sangue. Proprio come quelle serate, quegli scenari, quegli abiti… Newport e le sue usanze erano parte di lei, mentre lui non sapeva che posto avrebbe potuto occupare in quella città. 
Tutti lo guardavano come se fosse un alieno, con modi e fattezze discutibili, e dopo un anno era proprio così che Sandy iniziava a sentirsi. 
Non era fatto per discutere di denaro, per inghiottire il boccone amaro dei discorsi conservatori che sentiva o dei giudizi mascherati da battute che gli venivano rivolti. 
A volte avrebbe preferito essere invisibile o almeno restare a casa. 
Lì stava bene: poteva passare la serata sul divano con Seth a guardare i cartoni. Potevano mangiare schifezze mentre Seth cercava di impossessarsi del telecomando per staccarne i tasti. Quelle serate gli piacevano, lo facevano sentire ancora padrone della sua vita, ancora un uomo. 
Invece lì era  come se fosse un ragazzino in mezzo agli adulti. Sentiva di dover dimostrare a chiunque lo guardasse che meritava di essere considerato un uomo, che sapeva prendersi cura della sua famiglia, che era degno di essere il marito di Kirsten. 

Sandy sospirò, distogliendo lo sguardo dalla moglie. Diede le spalle alla sala e tornò ad osservare l’acquario che troneggiava sulla parete davanti a lui. Guardava quel piccolo pesciolino azzurro che nuotava in un mare di piccole macchioline rosse più veloci di lui. 
Sandy batté l’indice due volte contro il vetro. 
“Forza piccoletto, fai vedere a tutti quanto vali” bisbigliò. 

Non si accorse che in quei brevi istanti in cui si era concentrato sul suo nuovo amico, Kirsten lo aveva raggiunto. 
Avvertì la sua presenza quando lei gli cinse la vita con entrambe le braccia e affondò il viso sulla sua spalla. 

« Ciao » gli disse all’orecchio. 

« Ciao » rispose lui, rigirandosi nel suo abbraccio, per cingerla a sua volta. « Ti sta piacendo la tua festa? »

Kirsten annuì. « Ma preferirei stare a casa con te e Seth. » 

Sandy le sorrise. « Anche io. Ma non capita tutti i giorni di essere promossa a vicepresidente  dopo un solo affare concluso. » 

« Questo è perché sono la figlia del Presidente. » La voce di Kirsten si incrinò in una nota di sconforto, abbassando lo sguardo sulla cravatta di Sandy, che quel pomeriggio lei aveva stretto al suo collo. 

Lui le accarezzò il mento per incontrare il suo sguardo. 
« Questo è perché sei la migliore, come sempre » la corresse. 

« Tu mi sopravvaluti. »

Sandy scosse il capo. « Io vedo quello che sei e ciò che vedo è una donna straordinaria. »

Kirsten lo prese per la cravatta e lo avvicinò a sé. 
« Ti amo, lo sai, vero? »

« Ti amo anch’io. » 

Entrambi tornarono a dare le spalle all grande sala gremita di nomi importanti e insieme si misero a guardare l’acquario. Quel piccolo pesciolino azzurro che nuotava a zig zag era proprio come loro, come i Cohen, che nuotavano a zig zag in quel grande mare che era Newport, cercando di preservare se stessi, la loro diversità, pur convivendo con quel branco distante, che non sapeva scendere a patti con chi era diverso. 
   
 
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