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Autore: Pandora13    01/04/2022    6 recensioni
Doveva essere solo una visita al padre e invece...
Si tratta in realtà di una raccolta nella raccolta, una triade di drabble su tre piani temporali che raccontano lo sviluppo di un rapporto fraterno.
Una What-if enorme che mixa il canon con un mio head-canon personale che prevede un OC.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Wakatoshi Ushijima
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Come cane e gatto, ma lo stesso modo di camminare.'
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NdA: queste tre drabble partecipano alla challenge "una drabble per Haikyuu: fratelli e sorelle" indetta sul gruppo privato Facebook "Haikyuu!! Italia".
Per questa mini serie nella serie è necessaria una nota iniziale, poiché ho sfruttato il canon a mio vantaggio per creare una what-if con personaggio originale, per poter affrontare una tematica a me molto cara che è quella dei fratelli acquisiti, o fratellastri che dir si voglia e della loro accettazione nei vari rami della famiglia allargata.
Come mi piace ripetere: a volte non basta il sangue per fare una famiglia, altre non è necessario.
Per me la figlia della compagna di mio padre è a tutti gli effetti mia sorella, con tutti i pro e i contro del caso e volevo includere anche questo rapporto tra le mie Drabble.
Dunque what-if: Cosa succederebbe se il padre di Ushiwaka in America ad un certo punto si facesse una nuova famiglia? Come la prenderebbe la nostra Aquila? E la sua austera famiglia?
Possibili spoiler poiché le vicende si svolgono dopo il timeskip.
 

 
 
«Ushijima Wakatoshi, che vorrebbe dire "non verrò a casa"? Vivere da solo non significa dimenticare la famiglia.».
«Infatti…» mormorò tra sé.
«Come hai detto?» dal telefono vibrò la voce austera, intransigente, come l'aveva sentita per tutta la vita.
«Sono a Narita, in aeroporto, mio fratello arriva tra poco.».
«Fratello? Tu non hai fratelli, quel bastardino non è neppure figlio della nullità di tuo padre, ma solo di quella donnaccia che si è messo in casa! "Fratello" dice… dove finirà questo mond-» un tasto la mette a tacere.
 
«C-iao Brandon! Gioioso di vedervi!».
«L'inglese è ancora tuo nemico eh? Per fortuna tuo fratello parla giapponese!».
«Ma sei tu mio… oh!».
 
 
 
 
 
«Devo presentarti qualcuno» aveva esordito suo padre.
A quel primo viaggio in America, ne erano seguiti altri, volti a migliorare come giocatore, ma soprattutto a cementare il rapporto con quell'uomo che aveva preservato il suo dono.
«Un nuovo preparatore atletico?».
«No grazie! Lo sport preferisco vederlo dal divano!» aveva risposto una voce scanzonata, un giapponese un po' stentato, ma corretto.
Da dietro suo padre era apparso un ragazzino di qualche anno meno di lui.
Quella era stata la prima volta in cui aveva incontrato Brandon Cox Utsui, figlio acquisito di Takashi Utsui e fan numero due (il numero uno era suo padre) del grande Ushiwaka: suo fratello.
 
 
 

 
 
 
 
«Onii-san veramente, devi ricordarti che ci sono sedici ore di fuso orario tra Tokyo e la California… -sbadiglia- Sono le fottutissime tre del mattino!» sbotta nella cornetta, mischiando inglese e giapponese.
«Tra poco saranno nove.» risponde il maggiore, come se niente fosse, poi aspetta la realizzazione.
«Parti?» grida, improvvisamente sveglio, il fratello.
Annuisce, poi risponde: «Polonia.».
«Papà che ha detto? E i tuoi amici? Ti avvicinerà a Satori, vero?».
«Non lo sanno ancora, sei il primo che ho chiamato.».
Il primo.
Gli si spezza il fiato in gola, come ogni volta che Waka-kun gli dimostra che non è il DNA per renderli una famiglia.
 
 
 
   
 
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