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Autore: Justice Gundam    05/04/2022    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: L'Ascesa della Follia

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

Capitolo 24 – Terrore sotto il lago

 

oooooooooo 

 

"YAAAAAH!" Con un penetrante grido di battaglia, Matilde abbattè la spada sul mutante che la minacciava, e la pesante lama penetrò con terrificante facilità nella pelle coriacea della creatura, quasi spezzandola in due. L'orrida creatura emise un rantolo agghiacciante e crollò al suolo, agitandosi ancora per qualche istante prima che la vita la abbandonasse... mentre poco più in là, Iaco evitò il morso di un'altra di quelle scimmie mutanti e lanciò rapidamente un incantesimo. Gli occhi del coboldo si illuminarono brevemente e sprigionarono una scarica elettrica azzurrina che poi si raccolse nel palmo della sua mano destra... e Iaco pronunciò una serie di parole magiche nell'antica lingua dei draghi per poi afferrare il volto del mutante prima che quest'ultimo potesse tornare alla carica.

Una frazione di secondo dopo, una potentissima scarica elettrica si sprigionò dalla mano di Iaco e percorse il corpo del mutante, che emise un disumano stridio di dolore mentre la potente scarica lo scuoteva dalla testa ai piedi - o meglio, alle punte dei tentacoli. Quando Iaco mollò la presa, la mostruosa bestia si accasciò al solo e continuò a contorcersi per qualche istante... e finalmente, cessò ogni resistenza.

Iaco e Matilde si allontanarono ansimando dagli avversari sconfitti, mentre il silenzio scendeva di nuovo sull'ingresso. La lotta non era stata facile, ma il gruppetto di Abolitori era riuscito a sconfiggere tutte le scimmie mutanti, che adesso giacevano qua e là senza vita, i corpi che sembravano ancora vibrare un pochino. Non era stata una battaglia facile ed indolore, ma erano riusciti a vincere, e senza subire danni eccessivi.

Dario estrasse il pugnale dalla gola di un mutante che aveva appena finito e riprese fiato, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci fossero altri pericoli in giro. Quando potè constatare che il gruppo era al sicuro, il giovane si sgranchì una spalla e richiamò il resto del gruppo. "Ragazzi, tutto okay? State tutti bene?" chiese.

"Tutto ok! Nulla che piccola magia non curi." rispose prontamente Iaco. Bastiano pronunciò qualche parola in quella lingua sconosciuta che lo avevano sentito usare già più di una volta, e passò la mano sulla schiena del coboldo, che si sentì di colpo rinvigorito. "Grazie, Bastiano, ora tutto a posto!"

"Già... ma guardate che razza di bestie che abbiamo incontrato!" esclamò Maria disgustata, tirando il fiato dopo il combattimento. Tirò un calcio al corpo di una delle bestie, e fece una smorfia di disgusto quando ebbe l'impressione che i tentacoli che aveva al posto delle gambe si agitassero ancora. "Sono queste le creature che i Malformatori... creano? Che diavolo gli salta in mente?"

"Inutile farsi queste domande adesso." rispose Dario con un sospiro. "Quello che dobbiamo fare adesso è cercare di penetrare nel covo dei Malformatori, e scoprire quanto più possibile dei loro piani. Magari scopriremo anche come fanno a creare queste bestiacce..."

Con attenzione, Matilde diede un'occhiata alla galleria che si era aperta davanti a loro. Era completamente immersa nell'oscurità, e si estendeva per una lunga distanza, al punto che la bambina aveva l'impressione che se l'avessero seguita fino in fondo, sarebbero finiti da chissà quale altra parte di quel posto.  "Da qui non vedo altra via d'ingresso... dobbiamo seguire questa galleria e vedere dove ci porta." affermò la bambina. "E sono pronta a scommettere che hanno già pronta qualche altra trappola."

"Allora lasciate che vada avanti io. Ho un po' di esperienza nel cercare trappole e disinnescarle." propose Dario. "Matilde, tu resta con me. Maria, tu nelle retrovie. Facciamo in modo che ci sia sempre qualche combattente a proteggere Iaco e Bastiano."

"Va bene." rispose la giovane dalla pelle scura, e afferrò saldamente la sua ascia. "Speriamo di non dover restare qui troppo a lungo... questa galleria mi mette i brividi, se devo essere sincera..."

"Avanziamo piano... attenzione sempre!" mormorò Iaco, i cui occhi cominciarono subito a passare in rassegna il corridoio. Lanciò un semplice incantesimo Luce, creando una piccola sfera luminosa sopra il palmo della sua mano, in modo che Dario avesse la possibilità di vedere con abbastanza chiarezza... e il gruppetto si incamminò lungo il corridoio, cercando di tenersi pronto a qualunque sfida li attendesse.

Il corridoio proseguì ancora per un lungo tratto, e Iaco per primo si accorse che stava cominciando a pendere in discesa, penetrando nel sottosuolo. Tuttavia, non si fece distrarre e continuò a tenere d'occhio il passaggio, sperando di riuscire a vedere eventuali trappole. Dario procedeva con lentezza e prudenza, usando un pezzo di legno trovato per terra per spazzare il terreno in modo da intercettare eventuali trappole.

Finalmente, dopo diversi minuti passati ad avanzare in silenzio, i sensi tesi per intercettare qualsiasi eventuale assalitore, Dario si fermò quando il suo sguardo acuto, aiutato dall'incantesimo Luce di Iaco, vide qualcosa di strano che attraversava trasversalmente il corridoio. Con attenzione, il ragazzo fece cenno al resto del gruppo di fermarsi... e si avvicinò al punto che aveva attirato la sua attenzione.

"Ah! Dario visto trappola?" chiese Iaco, guardando con attenzione il punto in cui Dario stava osservando a sua volta. In effetti, la vista acuta del coboldo riuscì a distinguere qualcosa di lungo e sottile, quasi invisibile, che attraversava trasversalmente il corridoio da un muro all'altro, circa all'altezza delle caviglie di un essere umano. Camminando senza prestare attenzione, sarebbe stato praticamente sicuro metterci un piede sopra... e non c'era bisogno di una grande immaginazione per comprendere che si trattava di un sistema di attivazione di una trappola.

"Sì... questo filo quasi trasparente. Non posso sapere che tipo di trappola sia, ma non è il caso di scoprirlo sulla nostra pelle. Bisogna disattivarla." spiegò il giovane biondo.

"Se c'è bisogno di tagliare il filo, non credo ci sia niente di più facile." disse Matilde. La piccola spadaccina si tenne a debita distanza, in modo che anche se la trappola si fosse attivata, lei avrebbe avuto il tempo che le serviva per allontanarsi dalla zona pericolosa. Poi, infilò la lama del suo spadone sotto il filo... e lo portò verso l'alto con un secco movimento delle braccia, tagliando l'innesco della trappola. Si sentì uno scatto di qualcosa di meccanico che si bloccava... e alcune sezioni di muro si aprirono di colpo, mostrando delle piccole balestre montate su dei meccanismi, pronti a scattare non appena l'innesco fosse scattato.

"Come immaginavo, una trappola. E magari quelle frecce sono pure avvelenate." disse Dario, contento che il suo carattere sospettoso gli avesse fatto dubitare ancora una volta della sicurezza di una situazione apparentemente tranquilla. Ancora una volta, questa parte del suo carattere gli aveva salvato la vita. E non solo a lui... forse a tutti i suoi compagni.

Con molta attenzione, non volendo innescare la trappola nel caso ci fosse stato qualche altro meccanismo nascosto, il gruppo cominciò a muoversi tra le balestre infisse nel muro. Dario continuò a scandagliare il terreno davanti a loro con il legno che aveva raccolto, in modo da non incappare in qualche altra trappola... e infatti, un attimo dopo, il ragazzo intercettò un altro filo quasi invisibile che attraversava trasversalmente il corridoio.

"Attenti. C'è un'altra trappola da queste parti." disse Bastiano, notando che il suo compagno di squadra si era allertato. Iaco si avvicinò a Dario e gli fece cenno di allontanarsi... poi congiunse le mani davanti a sè e pronunciò una formula nel linguaggio dei draghi.

"Nurocuirgarh... Katima!" esclamò il coboldo. Un istante dopo, l'aria davanti a lui sembrò vibrare per un momento, e una forza semi-invisibile fluttuò davanti a Iaco e si diresse verso il punto in cui Dario stava indicando la seconda trappola. Toccò il secondo filo... e immediatamente, dai muri ai lati del gruppo fuoriuscirono due lunghi spuntoni che fendettero l'aria nel punto in cui la forza arcana evocata da Iaco si trovava! Dario ebbe un sobbalzo nel vedere le larghe punte acuminate, arrugginite e insozzate di sangue rappreso, ad indicare che quella letale trappola aveva già mietuto delle vittime.

"Merda... se non fossimo stati attenti... adesso uno di noi sarebbe stato infilzato come un pollo allo spiedo!" commentò Dario. Deglutì un po' di saliva e fece un cenno di assenso a Iaco, che tirò un breve sospiro di sollievo e inviò la forza incorporea più avanti, sperando che non ci fossero altre trappole davanti a loro. "Grazie, Iaco... ragazzi, tenete gli occhi aperti. Qui siamo in pericolo ad ogni passo che muoviamo."

"Sì, ce ne siamo accorti..." disse Maria. Se doveva essere sincera, in quel momento sperava che prima o poi ci sarebbestato un altro combattimento. Almeno si sarebbe trattato di qualcosa in cui era più a suo agio e su cui aveva più controllo...

Il gruppo riprese la formazione iniziale, e Iaco mandò avanti il servitore invisibile in modo che potesse almeno far scattare qualche trappola senza che nessuno corresse rischi...

 

oooooooooo

 

"Non siamo soli, dottoressa. Ci sono degli intrusi." disse improvvisamente Vulnera, con un distacco che strideva con il messaggio che voleva comunicare.

Sofia voltò rapidamente lo sguardo verso il suo misterioso collaboratore, la fronte corrugata in un'espressione irritata ed ansiosa. Per quanto normalmente approvasse del comportamento calmo e controllato di quell'essere, in quel momento le dava l'impressione che non stesse dando al problema il giusto peso. "Come sarebbe a dire degli intrusi, Vulnera? Come hanno fatto ad arrivare fin qui?" esclamò. "Pensavo che aveste preso tutte le dovute precauzioni per evitare che venissimo individuati!"

"Per quanto riguarda interferenze da parte di abitanti del Piano Materiale, certamente." rispose Vulnera, senza mai mutare quella sua espressione monolitica. Alzò una mano e schioccò seccamente le dita... e un attimo dopo, i due mostro fluttuanti sferici che avevano assistito Sofia nel suo esperimento precedente entrarono fluttuando dall'ingresso del laboratorio, con un sinistro tintinnio metallico... e l'individuo vestito di catene chiodate alzò lo sguardo, come un soldato pronto ad eseguire gli ordini. "Ho ragione di credere che i nostri concorrenti stiano cercando di ostacolare la nostra ricerca. Gli indizi che ho raccolto portano indubbiamente a questa conclusione."

La dottoressa Molinari si calmò e tornò a concentrarsi sulla vittima davanti a sè. Ancora incatenato al muro, l'uomo cercava di implorare pietà nonostante la gola secca e le labbra riarse, ma Sofia sembrava interessata soltanto ad osservare le sue reazioni e a prendere note. In particolare, sembrava interessata al rigonfiamento alieno che deformava la gabbia toracica dell'individuo. "I vostri concorrenti, eh? Quindi non avevate preventivato che avrebbero cercato di interferire? Questa è una leggerezza sulla quale non posso sorvolare. L'importanza di questi esperimenti è enorme, e non possono essere interrotti."

"Non ritenevamo che il Panoptikon avrebbe avuto interesse in questo paese. Non avevamo rilevato alcuna loro attività recente nelle terre di Tilea." rispose Vulnera senza scomporsi. "Detto questo, provvederò personalmente ad arginare le loro attività. Per quanto riguarda gli intrusi... ci penseranno loro. Skavevi... e i due auguri."

"Come desiderate, padron Vulnera. Elimineremo gli intrusi." rispose l'uomo vestito di catene, facendo un inchino ed emettendo un lieve tintinnio metallico. Afferrò strettamente una delle catene chiodate che avvolgevano i suoi fianchi, e le punte penetrarono nelle carni della sua mano e del suo bracci, facendo uscire qualche goccia di sangue, ma Skavevi non cambiò nemmeno espressione, come se non fosse in grado di sentire dolore. Con un cenno, l'umanoide segnalò agli "auguri" - così si chiamavano quegli ammassi fluttuanti di carne torturata - di seguirlo mentre si dirigeva fuori dal laboratorio, e i tre mostri passarono con indifferenza in mezzo alle gabbie dove le cavie umane venivano tenute imprigionate, in attesa della loro spaventosa sorte.

"Dottoressa Molinari. Ora mi occuperò di individuare la sorgente del disturbo." disse Vulnera. I "tatuaggi" di pelle scorticata che decoravano il suo corpo in maniera macabra e al tempo stesso artistica emisero una lieve luce scarlatta, e i suoi occhi si accesero della stessa luce. Sofia si ritirò di un passo, ancora un po' inquietata da quello spettacolo, per quanto non fosse la prima vlta che vi assistesse. I kyton erano senza dubbio degli alleati molto utili, e si prestavano molto bene al tipo di esperimenti che venivano condotti in quel luogo, ma questo non voleva dire che non trovasse inquietanti certi loro modi di fare. Privi di compassione, stoici ed amorali, pragmatici ed implacabili in battaglia, totalmente dediti alla trasformazione degli esseri viventi in nuove forme, erano perfetti come assistenti alla nobile causa dei Malformatori, ma anche lei sapeva che non c'era mai da fidarsi al cento per cento di loro.

La misteriosa alchimista si ritirò, in modo da lasciare a Vulnera abbastanza spazio per fare quello che doveva. Gettò un'occhiata al suo collaboratore e alla vittima incatenata alla parete... poi, si diresse verso un'altra sezione del laboratorio, sperando che quello che aveva in serbo per gli intrusi potesse aiutare i kyton a neutralizzarli o - meglio ancora - a catturarli.

Non le andava di dover sopportare ulteriori ritardi. Aveva già atteso troppo a lungo per realizzare l'ideale dei Malformatori... e più lei tardava, più persone si ritrovavano ad essere private della gioia dell'eternità...

 

oooooooooo

 

"Ow, ow, ow! Merda, se faceva male..." esclamò Maria, agitando spasmodicamente il braccio sinistro, sul quale si vedevano diversi arrossamenti e bruciature. "Come diavolo hanno fatto a mettere una trappola simile su quella porta?"

"Probabilmente un glifo magico, Maria..." disse Bastiano con un sospiro, mentre lanciava un incantesimo curativo sul braccio della giovane guerriera. Le bruciature elettriche si riassorbirono rapidamente, fino quasi a scomparire del tutto. "Se avessi lasciato fare a Dario e Iaco, invece che buttare giù la porta con una spallata..."

"Beh, è servito a spaventare quegli adepti..." affermò la giovane donna, e ruotò il braccio ora risanato mentre guardava le due figure umanoidi che giacevano a terra prive di sensi. Vestiti di completi di cuoio nero borchiato e armati di spade corte, i due individui erano due umani dall'aspetto brutale, che tuttavia non si erano rivelati all'altezza della guerriera, anche con un braccio parzialmente fuori uso. "E adesso abbiamo due babbei che possiamo interrogare per farci dire qualcosa di più."

"Anche se, in effetti, non credo che ci piacerà molto quello che avranno da dire." affermò Matilde. "Che razza di posto è questo? Come hanno fatto a nascondersi così bene?"

La piccola guerriera represse un brivido alla vista dei soffitti fin troppo immacolati, e sentì un odore inquietante, penetrante e sgradevole, come quello di alcol puro. C'era qualcosa di fin troppo asettico in quella stanza - persino le pareti erano bianche e lisce, del tutto prive di impurità e sporcizia. Sembrava quasi di trovarsi in un ospedale.

"Quello che conta, adesso, è che abbiamo qualcuno da interrogare." disse Dario con un breve sospiro. Si avvicinò ad uno dei sue adepti, che si stava rialzando in quel momento, e lo afferrò per il colletto, sbattendogli la schiena contro il muro. L'adepto emise un mugolio di rabbia e dolore, e cercò di divincolarsi, ma il biondino lo trattenne con decisione e gli puntò un coltello alla gola. "Okay, amico. Adesso dicci tutto quello che sai di cosa fate in questo posto."

Nonostante la posizione in cui si trovava, lo scagnozzo cercò ugualmente di fare il duro. "Heh... e a cosa vi servirebbe, branco di ignoranti?" affermò. "Sappiate soltanto che state per diventare parte di qualcosa di grandioso, e che una volta che si sarà realizzato, rinnegherete la vostra blasfema ignoranza e abbraccerete il nuovo ordine! Nascerà una nuova era di beatitudine per ogni forma di vita, e anche voi ne farete parte, se saprete esserne degni!"

"Se non parli, non vivrai abbastanza da vedere questo tuo prezioso nuovo ordine!" lo minacciò Dario. Avvicinò ulteriormente la lama alla gola del cultista, al punto da aprirgli un graffio sulla pelle e fargli scorrere un minuscolo rivolo di sangue sul collo. L'adepto ebbe un moto di paura e sembrò ritirare la testa di qualche millimetro, ma l'espressione di sfida sul suo volto rimase immutata. "Allora, che mi dici? Guarda che non mi sei indispensabile. Posso sempre interrogare il tuo amico o qualcun altro."

Il cultista strinse i denti, gli occhi fissi sulla lama che si avvicinava. "Tu... tu... non puoi minacciarmi. Anche se mi uccidi... quando la nuova era verrà, io ritornerò... e sarò un tutt'uno con il nuovo ordine." balbettò, tutte parole che per Dario non volevano dire assolutamente niente... se non il fatto che quel fanatico avesse qualche rotella fuori posto e fosse disposto a morire pur di mantenere tali i segreti dei Malformatori. "Avanti... perchè non lo fai? O hai troppa paura? Tu non puoi comprendere... guh!"

Con un grugnito rabbioso, Dario colpì il cultista alla nuca con il manico del suo pugnale, e guardò freddamente l'uomo che si afflosciava per terra privo di sensi. "E va bene, visto che non posso comprendere, non mi degno neanche di ascoltare i tuoi deliri. E ringrazia che non mi va di uccidere senza motivo." affermò. "Maria, puoi legare come si deve questo individuo? Dobbiamo fare in modo che non possa dare l'allarme."

"Ci penso io." disse la giovane donna. Prese una robusta corda dallo zaino e lo usò per legare come si deve il malvivente. "Dopo lo porteremo con noi e lo consegneremo alle autorità del centro abitato più vicino."

"Magari per allora sarà un po' più disposto a parlare." commentò Matilde, la spada già pronta al suo fianco nel caso qualche altro nemico avesse fatto irruzione nella sala. Sentì il secondo individuo che cominciava a svegliarsi, e lo indicò con lo sguardo. "O magari potremmo sentire quell'altro. Chissà che quello non sia un po' più affabile." disse la bambina.

Maria si alzò e si sgranchì le nocche delle mani dopo aver legato ed imbavagliato il primo cultista. "Lasciate fare a me. Credo di saper essere abbastanza persuasiva, quando voglio." rispose. Lasciò da parte il primo scagnozzo, con i polsi e le caviglie ben legati tra loro, e si avvicinò al secondo, decisa a farsi dire tutto quello che sapeva. "Okay, signorino. I miei compagni ed io abbiamo bisogno di informazioni. E non credere che mi farò problemi a romperti qualche osso o a darti qualche calcione là dove non batte il sole per convincerti a sputare il fiato."

Il cultista emise un flebile lamento quando Maria lo prese per le spalle e lo rimise in piedi a forza. "Uuuugh... a-aspetta! Non... non farmi male, mi arrendo!" si lamentò. "A-ascoltate... il capo qui è la dottoressa Sofia Molinari! E'... è un'alchimista, e fa un sacco di esperimenti per creare nuove forme di vita e migliorare quelle già esistenti!"

"Creare nuove forme di vita? E come fa?" chiese Bastiano, un po' sorpreso dalla risposta. Anche se Dario restava calmo e controllato, anche lui era curioso di sapere come diavolo fosse possibile modificare creature già esistenti, o addirittura dare vita a nuove specie.

Il cultista gettò uno sguardo obliquo al piccolo oracolo, e per un attimo, Maria ebbe l'impressione che fosse rimasto scioccato dal fatto che due bambini così piccoli facessero parte di un gruppo di avventurieri. "Heh... magari lo sapessi... quella donna ha le idee chiare, e quei mostri pieni di catene che la aiutano sono davvero terrificanti! Non vi consiglierei davvero di farveli nemici!"

"Mostri pieni di catene?" ripetè Matilde. "Aspettate... ricordo qualcosa dl genere tra le lezioni che abbiamo fatto... non c'era un gruppo di esseri soprannaturali che erano tutti coperti di borchie, metallo e cose di questo genere?"

Dario sgranò gli occhi. "Ma certo! Me lo ricordo! I kyton, le creature del Piano delle Ombre che si nutrono del terrore e del dolore delle loro vittime... e cercano di modificare i corpi delle vittime catturate?" esclamò infine. "Se sono coinvolti anche loro... allora temo che le cose si siano appena fatte molto più complicate."

"Ma che diavolo fare qui kyton?" esclamò Iaco, con un'espressione rabbiosa ed allarmata che nessuno dei suoi compagni era abituato a vedere sul volto del vivace coboldo. "Dottoressa è pazza per fidarsi di loro!"

"Credimi, piccola canaglia. La dottoressa ha semplicemente aperto la sua mente all'illuminazione." disse una voce atona, appartenente alla creatura dalla pelle bluastra, vestita in un gonnellino fatto di catene, che era apparsa all'improvviso sulla soglia di uno dei due corridoi che si aprivano sul muro ad est della stanza. Immediatamente, i ragazzi rivolsero a quell'essere innaturale tutta la loro attenzione... e videro le catene chiodate strisciare ed attorcigliarsi sul corpo dell'imponente figura umanoide, graffiandogli la pelle e penetrandogli nelle carni. Ma ancora una volta, l'umanoide coperto di catena non cambiò nemmeno espressione. Sembrava quasi che venire ferito così crudelmente da quelle punte affilate fosse per lui una sorta di dovere religioso, o addirittura una fonte di piacere...

"Che... cosa?" esclamò Maria, tenendo pronta la sua ascia bipenne. Da quello che ricordava, quell'umanoide era un kyton Evangelista, quelli che facevano da soldati semplici per la loro mostruosa razza. "Di cosa stai parlando, mostro? Tu chiami illuminazione rifugiarsi in questo buco puzzolente dove l'unica luce l'abbiamo portata noi?"

"Voi siete troppo limitati per capire..." proseguì il kyton Evangelista, come una maestrina delle elementari che parla a dei bambini. "Non avete aperto la vostra mente ai segreti della carne e del dolore. Ma se voi voleste, padron Vulnera potrebbe cominciare ad illuminarvi, non appena avrà terminato quello che deve fare."

A quelle parole, i due kyton Auguri si mostrarono in tutto il loro orribile, alieno splendore, e Bastiano provò un conato di vomito nel vedere quelle orride creature librarsi in volo davanti a loro. Matilde rabbrividì disgustata... e quando uno degli auguri cercò di avvicinarsi a lei, rispose con un poderoso fendente che però venne intercettato dalle lame simili a spuntoni che fuoriuscivano dai corpi sferici di quelle mostruosità. 

"Vedo che agite ancora in base ai vostri pregiudizi." affermò il kyton. "Ma ce lo aspettavamo. Una volta che avrete tempo e modo di presenziare alle nostre lezioni, vi renderete conto che tutti i vostri preconcetti sono ingiustificati. I vostri nuovi corpi vi avvicineranno alla perfezione, e guarderete alla vita che fate adesso con imbarazzo e divertimento, come quando da adulti voi sorridete delle sciocchezze che facevate da bambini!"

"Hey! Per tua norma e regola, io sono una bambina!" esclamò Matilde. Tentò di sferrare un altro colpo all'augure che le fluttuava davanti, ma la strana creatura sferica,muovendosi con un'agilità incredibile per un essere così mostruoso, si voltò di scatto e due grosse lame uncinate uscirono di scatto dai suoi lati, facendo uscire degli schizzi di sangue dal corpo del kyton. La spada di Matilde si scontrò con una delle lame con un inquietante tintinnio metallico, e l'augure si lanciò in avanti, ferendo Matilde ad una gamba con una delle sue lame. Matilde emise un breve grido di dolore e si piegò su un ginocchio, e ancora una volta la sua lama sfrecciò verso l'augure. Questa volta, la spada di Matilde riuscì ad intrufolarsi tra le piastre e le borchie che coprivano il corpo innaturale di quell'essere, e aprì una larga ferita nelle carni martoriate. Ma il kyton augure si allontanò rapidamente, e non diede segno di sentire dolore.

"Matilde!" esclamò Iaco, muovendo per lanciare un incantesimo contro l'Augure... quando il secondo dei due kyton sferici intervenne e cercò di andare addosso al coboldo stregone con tutto il suo peso. Iaco sgranò gli occhi e si scansò rapidamente, facendo in modo che le lame della mostruosa creatura mordessero il terreno... e Maria intervenne, cercando di colpire l'Augure con la sua ascia. L'Augure puntò rapidamente il suo unico occhio contro la guerriera dalla pelle scura, che ne incrociò lo sguardo e sentì un improvviso brivido di terrore correrle lungo la spina dorsale! Ma non si fece prendere dal panico e calò un colpo micidiale dall'alto verso il basso, sperando di tagliare a metà l'orrenda creatura.

L'augure, rendendosi conto che il suo attacco era fallito, schivò lateralmente e cercò di cogliere Maria su un fianco prima che lei potesse raccogliere la sua ascia ed attaccare di nuovo. Per fortuna, la giovane donna si era aspettata la reazione del mostro e alzò rapidamente la guardia, respingendo il mostro.

Dario, nel frattempo, aveva deciso di occuparsi del kyton umanoide. Quest'ultimo si stava tenendo a distanza, usando le catene chiodate che gli avvolgevano le braccia come due fruste, fendendo l'aria in una serie di elaborate traiettorie che avevano lo scopo di confondere Dario ed impedirgli di avvicinarsi. Il ragazzo biondo si muoveva con circospezione, evitando di fare la prima mossa - c'era troppa differenza tra i suoi affondi e i volteggi delle catene del kyton Evangelista, e un attacco mal ponderato gli sarebbe costato una dolorosa raffica di catene chiodate.

"Temi il dolore, non è così?" chiese retoricamente l'Evangelista. Con un abile movimento delle braccia, fece volteggiare le sue catene come se fossero state dei nunchaku, descrivendo degli ampi cerchi in aria. Dario si ritirò e cercò di mettersi fuori dalla portata del nemico, ma un fendente gli graffiò ugualmente la guancia sinistra, aprendogli una larga ferita sotto lo zigomo e facendogli stringere i denti per il dolore. "Se ti convertissi, se ti unissi a noi, i segreti di cui potrai venire a conoscenza saranno incredibili! Potrai avere un nuovo corpo, un corpo che non conoscerà mai debolezze, malattie nè dolore."

"Non dire scemenze! Credi davvero che mi unirò alla tua razza?" ribattè il giovane. Con un abile movimento, fece una finta e incitò l'Evangelista ad attaccarlo... e proprio come sperava, la mostruosa figura vestita di catene alzò le braccia e sferrò un micidiale colpo con entrambe le catene, mirando alle ginocchia di Dario in modo da farlo cadere e poterlo catturare più facilmente. Ma il ragazzo aveva previsto l'attacco - e con uno scatto fulmineo riuscì a scansare le catene, che si abbatterono sul pavimento aprendovi dei piccoli solchi. Prima che l'Evangelista potesse recuperare le sue catene e provare di nuovo, Dario scattò in avanti e puntò i suoi pugnali alla gola del mostro, sperando di mettere a segno un colpo mortale il prima possibile. L'Evangelista alzò la testa e inquadrò Dario con espressione fredda e distaccata, ma in ogni caso sembrava che non avesse nessuna possibilità di fermare l'attacco.

Ma un attimo prima che Dario potesse mandare a segno l'attacco, accadde qualcosa che lo lasciò scioccato ed agghiacciato.

Improvvisamente, il volto privo di espressione del kyton sbiadì... e quando Dario lo vide di nuovo, era il viso di un ragazzo della sua stessa età, con capelli castani arruffati, gli zigomi sporgenti e la bocca dalle labbra sottili, contorte in un'espressione di orrore ed implorazione...

"D-Dario!" esclamò, singhiozzando disperatamente. "Dario... amico mio... non farmi del male..."     

Il ragazzo biondo si fermò di colpo, fissando come incantato quel volto familiare - il volto di uno dei suoi compagni nella banda di strada di Auridanio, rimasto ucciso in un furto andato male quando un cavallo imbizzarrito lo aveva travolto!

"Pietro... Pietro! Com'è possibile?" esclamò Dario, la voce rotta dall'emozione.

Il volto familiare scomparve un istante dopo... e Skavevi sferrò un poderoso fendente con una delle sue catene chiodate! La terrificante arma raggiunse Dario al fianco, e il ragazzo sentì il freddo acciaio della catena che gli penetrava nelle carni. Con un breve urlo di dolore, Dario cercò di ritirarsi e sollevò i pugnali davanti a sè, ma Skavevi sferrò un altro colpo, usando la catena sull'altro braccio, e colpì il braccio del ragazzo, facendogli cadere il pugnale di mano.

"Dario!" esclamò Matilde, mentre cercava in qualche modo di tenere a bada il kyton Augure che stava minacciando lei e Bastiano. Il piccolo oracolo teneva alzato uno scudo rotondo di legno rinforzato, cercando come poteva di difendersi dagli attacchi del mostro, e al tempo stesso cercando di pensare ad un incantesimo che potesse dare una mano...

"Ugh... accidenti... qui si mette male!" mormorò Bastiano. Una lama arrugginita scaturì dal corpo dell'Augure e cercò di colpire Matilde, ma la piccola spadaccina riuscì per un pelo a deviare l'attacco... e con la forza della rabbia e della disperazione riuscì a spingere indietro l'orribile creatura. La bambina lanciò un acuto grido di battaglia e sferrò un affondo, infilzando l'Augure sulla sua enorme lama... e il mostruoso ammasso di carne torturata si contorse spasmodicamente, cercando come poteva di raggiungere il suo bersaglio!

"Adesso, Basti!" esclamò la bambina, mentre cercava di inchiodare a terra il mostruoso Augure. Bastiano si riscosse rapidamente da quel momento di paura e alzò una mano davanti al viso, intonando una breve litania.

"G-grazie, Mati! Pelor, signore del sole, ascolta la mia preghiera. Concedici il tuo favore per affrontare questi blasfemi! Benedictio!" Bastiano descrisse un cerchio con un rapido movimento del braccio sinistro, e un'alone di luce dorata si diffuse attorno a lui e si posò su di lui e sui suoi compagni, che si sentirono di colpo più vigorosi e sicuri di sè. Matilde estrasse il suo spadone dal corpo dell'Augure... ma vibrò un altro colpo un attimo dopo, falciando la mostruosa creatura prima che questa potesse attaccare di nuovo! Si sentì uno stridio agghiacciante quando l'ammasso di carne fluttuante si schiantò a terra... e il suo corpo innaturale si squagliò immediatamente in una pozzanghera di denso e maleodorante liquido rossastro che macchiò il pavimento fino a quel momento immacolato.

Con un grugnito infastidito, il kyton Evangelista sferrò un altro colpo a Dario, aprendogli un'altra ferita al costato con la sua catena chiodata. Poi, con l'altro braccio, avvinghiò l'altra catena ad una trave del soffitto e la usò come una sorta di liana per sollevarsi da terra e balzare a distanza di sicurezza. Muovendosi con un'agilità innaturale, Skavevi afferrò una sedia con la sua catena e la scagliò contro il gruppo, centrando Maria mentre questa si apprestava ad attaccare l'Augure rimasto. La giovane donna barcollò ma non cadde, e riuscì appena in tempo ad alzare la sua arma per respingere le lame con cui l'Augure stava cercando di trafiggerla. Il mostro fluttuante si ritirò di un breve tratto e il suo unico occhio si illuminò di una strana luce nera che investì Maria... un attimo prima che un incantesimo Missile Magico da parte di Iaco colpisse il kyton Augure con una raffica di strali di energia argentata!

Maria strinse i denti per l'improvviso dolore mentre l'energia negativa penetrava nel suo corpo e le prosciugava le forze... ma anche con la vista annebbiata, la guerriera riuscì a vedere il suo minuto compagno d'avventura che bersagliava il mostro fluttuante con un altro incantesimo...

"Dario! Dario, stai bene?" chiese Bastiano, trascinandosi verso il giovane biondo come meglio poteva. Dario sembrava ancora un po' scosso per aver visto il volto del suo amico morto in quello di Skavevi, ma adesso stava riprendendo fiato e sembrava essersi riscosso dallo shock.

"Sto... sto bene! Andiamo a dare una mano a Maria! Facciamo fuori quella cosa!" esclamò Dario, notando che Maria e Iaco erano ancora impegnati ad affrontare l'Augure rimasto. Tuttavia, Iaco riuscì ad agire per primo e scagliò un altro incantesimo Missile Magico, che fece barcollare l'orribile kyton. La creatura maligna girò su sè stessa ed estese le catene che avvinghiavano il suo corpo, e una lama uncinata ferì Iaco alla spalla sinistra... ma Maria colse il momento giusto per intervenire, fece un salto e calò la sua ascia sul mostro, dividendolo in due!

Con orrore, Maria guardò le due metà dell'Augure che continuavano a pulsare e a contorcersi ancora per qualche secondo, prima che la mostruosità del Piano delle Ombre si immobilizzasse, e il suo corpo si sciogliesse come quello del suo "collega". Con un sospiro di sollievo, Maria abbassò l'ascia e riprese fiato... poi si voltò verso Iaco, che si stava tamponando la ferita con una smorfia di dolore. "Uff... uff... ecco sistemato quello schifoso... Iaco, tutto bene?"

"Sì... Sì, Iaco starà okay!" rispose prontamente il coboldo stregone, per poi assicurarsi che anche Bastiano e Matilde stessero bene. La piccola spadaccina si stava tamponando la ferita alla gamba, ma per fortuna non era un taglio profondo, e non sembrava che avrebbe influito più di tanto sulla sua abilità in combattimento. In effetti, del gruppo era proprio Dario quello che sembrava più malridotto. "Tu ferito, Dario! Bastiano ha ancora magia curativa?"

Il piccolo oracolo si avvicinò a Dario, che lo raggiunse tamponandosi una dolorosa ferita al fianco. "Sì, ho ancora abbastanza potere magico... Tractare Mediocria Vulnera!" rispose, per poi pronunciare il nome dell'incantesimo che stava lanciando su Dario, usando un'antica lingua che Dario aveva sentito solo poche volte prima di allora. Per quel poco che ne sapeva, si trattava della lingua che anticamente si usava su Tilea...

In ogni caso, gli effetti dell'incantesimo furono evidenti. Le ferite di Dario cominciarono immediatamente a rimarginarsi, e molte di esse sparirono senza lasciare neanche una cicatrice. Il ragazzo biondo tirò un sospiro, ma richiamò immediatamente l'attenzione del gruppo a quello che era successo. Il kyton Evangelista era riuscito ad infilarsi in un corridoio mentre il gruppo era impegnato a difendersi dai due Auguri, e sicuramente adesso il nemico si stava preparando un'imboscata o un contrattacco. E aveva il vantaggio di conoscere quel posto molto bene, mentre loro erano costretti a fare quello che potevano man mano che si addentravano in quel covo misterioso...

"Quel bastardo tutto coperto di catene si sta preparando a farci la festa, da qualche altra parte di questo buco puzzolente." disse Dario. "Che cosa dite? Secondo me, non è una buona idea inseguirlo. Sicuramente vuole portarci da qualche parte dove avrà il vantaggio su di noi."

"Iaco dice di sì. Noi cercare altra strada." disse Iaco. Gettò una rapida occhiata alla ferita che aveva subito, e controllò che non stesse sanguinando ancora.

"Va tutto bene, Iaco? Anche tu sei ferito..." disse Bastiano.

Il coboldo fece un piccolo sorriso e mosse una mano davanti a sè, mentre con l'altra prendeva una bottiglietta di liquido ambrato dalla cintura. "No problema! Tu tieni potere magico per dopo! Ancora nemici più avanti, Iaco teme..." affermò. Stappò la bottiglietta con i denti e sputò via il tappo, per poi trangugiare d'un fiato la pozione curativa contenuta al suo interno. La ferita guarì all'istante, lasciandosi dietro soltanto un punto in cui le squame si erano staccate.

Maria e Matilde controllarono le loro armi e le ripulirono rapidamente. "E a proposito di nemici, dov'è finito quell'altro cultista che stavamo per... interrogare?" disse la donna dalla pelle scura, notando che era rimasto soltanto un cultista, quello che Dario aveva spedito nel mondo dei sogni poco prima. "Sta a vedere che ha approfittato della confusione per battersela. Beh, non importa, ne abbiamo qualcun altro da interrogare..."

"Cerca di non strapazzarlo troppo, Maria..." suggerì Matilde. In quel momento, lo scagnozzo si stava risvegliando... e non appena aprì gli occhi, si trovò di fronte l'espressione dura della giovane donna, che si chinò su di lui e lo prese per il colletto.

"Tranquilla, Mati, ci andrò piano." rispose Maria con un sorrisetto accomodante, per poi voltarsi nuovamente verso l'adepto e avvicinare minacciosa la faccia alla sua. "Okay, amico... proviamo di nuovo. Saresti così gentile da rispondere a qualche domanda... prima che te le chieda con un po' più di veemenza?"

"Uuuugh..." il cultista grugnì mentre riprendeva conoscenza, e poi fece un sobbalzo quando si trovò davanti la guerriera che lo osservava con un sorriso apparentemente affabile. "Ah! Non... non crederai di... di potermi spaventare così, vero? Non... non dirò mai niente..."

Per tutta risposta, Maria alzò una gamba e abbattè il tallone in mezzo alle gambe del malcapitato, facendo rabbrividire Dario, Iaco e Bastiano! Nello stesso tempo, premette la mano sulla bocca e sul naso dell'adepto in modo da soffocare l'urlo di dolore che quest'ultimo cercava di lanciare.

"Ti avevo avvertito che avremmo potuto essere un po' più... veementi." disse la ragazza dalla pelle scura, tenendo il piede sul punto colpito ancora per qualche secondo. Spostò la gamba ma tenne la mano premuta sulla faccia del malcapitato, poi avvicinò il volto al suo in modo da riuscire ancora più minacciosa. "Adesso te lo chiedo di nuovo. Parli, o devo ricominciare?"

Mugolando per il dolore, il cultista annuì debolmente e Maria tolse la mano dalla bocca dell'uomo, che riprese fiato per un attimo e si massaggiò il punto colpito prima di dare la sua risposta. "Va bene... va bene... dico tutto... tutto quello che so... non so tutto di tutto, okay? So solo... un poco... e di poche cose..."

"Okay, okay! Basta che tu dica quel cavolo che sai!" ribattè infastidita Matilde.

Maria si allontanò giusto un po' dal cultista, che mugolò di dolore e cominciò a confessare. "Okay... allora... noi... noi siamo un gruppo che si occupa di... di creare nuove forme di vita... e di modificare quelle già esistenti... Ci servivano cavie... e così abbiamo pagato gente per farci consegnare animali rari, piante strane ed altre creature..."

"Ma perchè animali rari? No bastava topi e conigli?" chiese Iaco.

"E perchè servivamo anche noi ai Malformatori?" chiese Matilde.

"Io... io l'avevo chiesto alla dottoressa Molinari..." rispose l'uomo. "Ma lei... lei mi ha detto... che non bastavano... che c'era bisogno di tanti tipi diversi di creature... Io... non ho chiesto il perchè... io... mi limitavo a lavorare per loro e ad assistere con gli esperimenti! Non so perchè... volevano anche i due marmocchi..."

"Ma perchè lavori per i Malformatori?" chiese Dario. "Ti pagano, o hai qualche altro motivo?"

L'uomo fece una breve risata priva di gioia. "Heh... quando... quando vedi tanta gente schiattare sotto i tuoi occhi per i motivi più assurdi... quando ti rendi conto di quanto preziosa sia la vita e quanto nessuno se ne renda davvero conto... finisci per fare delle scelte un po'... particolari!" rispose. Vedendo l'espressione irritata e confusa del resto del gruppo, l'adepto riprese a dare spiegazioni. "Loro... ci hanno detto che... avremmo avuto dei nuovi corpi. Immortali. Eternamente belli. Perfetti. Così che nessuno di noi sarebbe più dovuto morire! Dopo aver vissuto circondato in quel quartiere di merda, dove ammazzano almeno una persona al giorno... puoi biasimarmi per il fatto che voglio tenermi stretta la mia vita? Ma... non so come avrebbero fatto..."

"Beh, il fatto che siano coinvolti i kyton del Piano delle Ombre... non mi dice niente di buono." commentò Bastiano. 

"Non... non è che quando vi avrò detto tutto mi ammazzerete, vero?" mormorò il cultista. Stava cercando di ritirarsi e di mettere quanta più distanza possibile tra sè e Maria, ma il fatto di avere le spalle al muro limitava le sue opzioni.

Maria storse il naso. "Stai tranquillo. Noi non siamo assassini. Non uccidiamo gente inerme. Ma questo non significa che non vi consegneremo alle autorità, e saranno loro a decidere cosa fare di voi." affermò. "Comunque, per adesso, la cosa più importante è scoprire esattamente cosa stanno facendo i Malformatori da queste parti, e come sono implicati i kyton. Intanto, mettiamo al sicuro questo tipo. Cerchiamo un posto dove non corra rischi, e poi andiamo a vedere cos'altro si nasconde in questo letamaio."

Gli altri membri del gruppo si dissero d'accordo, e Dario fece alzare il cultista catturato per poi mettersi a cercare un luogo in cui fosse più al sicuro...

 

ooooooooooo

 

Vulnera, il kyton Ostiario assegnato al laboratorio della dottoressa Molinari, sembrava assiso in meditazione. Le mani appoggiate su una tavola di marmo ricoperta di complesse rune, davanti alla vittima ancora incatenata al muro, l'emissario dei Piano delle Ombre teneva gli occhi chiusi, apparentemente inerte, il corpo circondato da una inquietante aura del colore del sangue mentre la sua mente vagava nelle vicinanze, alla ricerca dei disturbi che stavano rallentando i loro esperimenti.

Finalmente, dopo diversi minuti passati a scandagliare i dintorni, riuscì a percepire qualcosa di strano... e allo stesso tempo, di fastidiosamente familiare. La presenza di un'energia mentale non inferiore alla sua, che stava in qualche modo interferendo con le energie magiche raccolte nel laboratorio e impediva alle loro attività di proseguire. Vulnera aveva la netta sensazione che quella stessa presenza avesse fatto sì che gli intrusi scoprissero il loro nascondiglio, e raramente la sua intuizione sbagliava su queste cose.

La sua mente proiettò i suoi pensieri verso l'altra entità, cercando di intimorirla.

"Avete deciso di interferire nei nostri progetti? Ci sono gli estremi per considerare criminale l'attività del Panoptikon."

Un'immagine di un umanoide avvolto in un elegante abito nero apparve nella mente di Vulnera. "La vostra definizione di criminalità è alquanto originale. Siete stati voi velstrac ad interferire per primi con il Piano Materiale."

"Stiamo semplicemente rispondendo a delle evocazioni, il cui scopo era il consulto e la collaborazione con il collettivo velstrac." rispose mentalmente Vulnera. "Questo non riguarda il Panoptikon in alcun modo."

"L'equilibrio tra la vita e la morte potrebbe essere in discussione."

"Voi nerra non vi occupate di queste cose. Che se ne occupino la Corte d'Ombra e i suoi psicopompi."

"Già, a questo proposito... voi ne sapete qualcosa di psicopompi, visto che abbiamo indizi della vostra collaborazione con le entità di Xibalba."

Vulnera non riuscì a formulare un pensiero di rimando. Non si aspettava che i suoi avversari fossero questa parte del progetto dei Malformatori...

"Dal vostro silenzio, il Panoptikon giunge alla conclusione di essere nel giusto."

"Potete giungere alla conclusione che preferite. Non cambierà la realtà dei fatti."

"E la realtà dei fatti è che il Panoptikon si opporrà al vostro progetto."

"Nel qual caso, sapremo come regolarci."

Il contatto telepatico si interruppe, e Vulnera si ritrovò da solo nel laboratorio, attorniato dalle cavie umane dei Malformatori. I suoi occhi rossastri si spalancarono, e il kyton Ostiario corrugò la fronte. Per il momento, non c'era da temere interferenza da parte di quegli intriganti nerra... ma visto che adesso si erano permessi di interferire con il progetto dei Malformatori, il conflitto era inevitabile. Meglio fare rapporto quanto prima ai suoi superiori e fare in modo che inviassero dei rinforzi sul Piano Materiale...

"Ostiario Vulnera." la voce dell'Evangelista Skavevi attirò la sua attenzione, e Vulnera si girò in direzione dell'ingresso, da dove il suo subordinato era appena rientrato. "Il nemico sta penetrando nel nascondiglio. Suggerirei di mettere al sicuro i dati raccolti e poi cercare di rimuovere la minaccia."

"Ho già provveduto a trasmettere i dati ai nostri alleati. Per il resto, questo nascondiglio è sacrificabile." affermò freddamente Vulnera. "Tuttavia, ritengo che sia comunque meglio cercare di eliminare gli intrusi, o almeno farci un'idea delle loro capacità. Potrebbero rivelarsi utili per il progetto."

"Parteciperete anche voi, Ostiario Vulnera?" chiese Skavevi, senza mostrare alcuna emozione nè interesse.

L'inquietante umanoide disse di sì con la testa. "Ovviamente. Voglio rendermi conto di persona del tipo di avversari che ci troveremo ad affrontare." rispose. "Più informazioni otteniamo, meglio potremo affrontarli."

"Per quanto riguarda la dottoressa, come ci comportiamo?" chiese Skavevi.

"Può esserci ancora utile." rispose il suo superiore, gettando uno sguardo all'individuo incatenato al muro. Il rigonfiamento sul suo torace si era espando. Forse non mancava molto alla nascita di un nuovo Tersicore. "Tenete pronta una via di fuga per lei e per alcune cavie particolarmente utili. Dobbiamo minimizzare i danni."

Skavevi annuì freddamente. "Sarà fatto, Ostiario Vulnera." rispose, per poi prepararsi mentalmente allo scontro con gli Abolitori...   

 

 

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CONTINUA...       

 

 

  
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