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Autore: darkwolf24    05/04/2022    0 recensioni
Può un Pokemon amare un essere umano?
Può l'amore andare oltre l'aspetto, le differenze linguistiche e la specie.
Questa è la storia di una Braixen molto speciale nata con un dono unico e del suo amore proibito per un ragazzo.
(Questa storia fa parte della raccolta "Dream molder")
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: Furry, Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Mi svegliai di scatto saltando dalla sedia sulla quale mi ero addormentato. Cercai di mettere a fuoco la stanza mentre Mia ridacchiava per la scena coprendosi il viso con una zampa. >Che ore sono?< Chiesi a nessuno in particolare mentre prendevo il cellulare dalla mia tasca per controllare l'orario. >Due e mezza< Constatai spegnendo in seguito il dispositivo per poi stropicciarmi gli occhi. >Braixen?< Chiese Mia con voce interrogativa. >Sai, vorrei che questo mistero fosse semplice come comprenderti, ormai siamo una cosa sola vero?< Affermai poggiando una mano sulla sua testa mentre lei si limitò ad arrossire socchiudendo gli occhi e lasciandosi accarezzare dalla mia mano. Dopo un po' la ritirati riottenendo l'attenzione del Pokemon. >Vedi, sto provando a capire cosa sono quelle onde di cui parla mia madre, ma i dati sembrano non avere senso< Mi lamentai indicando i vari dati sconnessi che io e il gruppo di ricerca avevamo raccolto nei giorni passati. Mia si spostò dietro di me abbracciandomi delicatamente per poi chinarsi in avanti e girare i fogli posti sul tavolo in modo che io non potessi più vedere i dati che contenevano. Feci un profondo sospiro sentendo la mia testa che quasi scoppiava per via del sonno, ormai erano tre giorni che non dormivo come avrei dovuto. >Hai ragione, è meglio che vada a letto< Affermai alzandomi a stento dalla sedia e dirigendomi nella mia stanza per cambiarmi e infine lasciarmi cadere sul letto freddo come il ghiaccio. Socchiusi gli occhi e feci un'altro profondo sospiro per poi voltarmi a guardare Mia che timidamente guardava il posto vuoto sul letto accanto a me. >Vuoi dormire di nuovo qui vero?< Le chiesi ridendo tra me e me mentre lei faceva un piccolo cenno con la testa. >Sai, dovresti considerare l'idea di trasferirti direttamente qui< Scherzai per non pensare al fatto che ormai erano tre notti consegutive che, per un motivo o per un altro, Mia veniva a dormire affianco a me, ma a me non dava per niente fastidio. Avevo passato i dieci anni precedenti in completa solitudine sommergendomi di libri e allontanando qualunque contatto umano e non a favore di un luogo più silenzioso. Mi spostai più verso il bordo sinistro del letto in modo da dare più spazio a Mia per stendersi, spazio che lei eliminò velocemente avvicinandosi di più a me. Mi distesi di lato guardando i suoi occhi rosso scarlatto mentre lei cerca di evitare il contatto visivo. Quando i suoi occhi tuttavia si incontrarono con i miei sorrise timidamente solo per essere colta da un grande sbadiglio che provocò una risata da parte mia. >Non so se sono più stanco io o te< Invece di rispondere si limitò ad alzare una zampa poggiandola sopra alla mia mano sinistra permettendomi di stringerla mentre cadeva in un sonno profondo. Rimasi lì a guardarla, dolce e innocente, sembrava una bambina, una piccola e pura bambina. >Non ti abbandonerò mai più... Te lo prometto< Dissi sottovoce mentre le accarezzavo la testa e, forse per via del mio gesto e del fatto che le avevo lasciato la zampa, ma appena la mia mano toccò la sua testa lei si avvicinò del tutto a me poggiando il capo sopra al mio petto permettendomi così di avvolgerla interamente nel mio abbraccio. Non avrei mai creduto che mi sarei ritrovato lì, vicino a lei a dormire come quando facevamo di nascosto da piccoli. Ero stato uno stupido a lasciare che fosse mia madre a gestire la mia vita e le mie scelte, ma riflettendoci bene Mia era l'unica scelta che avevo fatto per conto mio ed ero immensamente felice per aver ritrovato nuovamente il coraggio di starle accanto. >Buona notte Mia< Sussurrai stringendola più forte mentre chiudevo gli occhi lasciandomi cadere in un sonno profondo cullato dal tepore emanato dal suo corpo.

Venni strappato via dal mio tanto agognato sonno dal suono della sveglia. Mossi il braccio destro cercando l'oggetto posto sopra al comodino riuscendo però solo a gettarlo a terra. >Beh, è un modo come un'altro per spegnerla< Pensai stropicciandomi gli occhi per la stanchezza. Un movimento improvviso contro il mio fianco tuttavia deviò la mia attenzione portandola sulla creatura stesa al mio fianco che, come me, lentamente si stava svegliando. Un po' per volta Mia iniziò ad aprire gli occhi mettendosi seduta e guardandosi attorno con uno sguardo perplesso, come se si stesse chiedendo dove diavolo si trovasse.
>Buon giorno< Sorrisi mentre lei scuoteva la testa per svegliarsi più rapidamente per poi rivolgermi un caldo sorriso. >Beh che ne dici di una bella colazione?< Appena proposi l'idea Mia saltò giù dal letto piena di gioia tirandomi con lei nel tramite per poi praticamente trascinarmi in cucina. >Va bene, va bene ho capito, ti preparo qualcosa da mangiare< Risi mentre Mia continuava a saltellare da una zampa all'altra in attesa del suo amato cibo.

Dopo poco tempo uscii dalla cucina con due piatti pieni di uova e pancetta porgendone uno a Mia che lo guardò con la bava alla bocca. >Beh non fare complimenti< E senza farselo ripetere due volte iniziò a divorare il piatto come un lupo con la propria preda. Rimasi a guardarla per la maggior parte del tempo toccando a malapena la mia colazione. Mi era mancato far colazione con qualcuno, o semplicemente mangiare con qualcuno. Ad un certo punto però venni tagliato fuori dai miei pensieri quando sentii la porta di casa aprirsi. Il mio cuore si fermò per un istante mentre il suono dei tacchi si avvicina sempre di più fino a rivelare l'unica persona che non avrei voluto vedere per nessun motivo al mondo. La donna lanciò prima uno sguardo a me per poi guardare Mia disgustata come se fosse una specie di mostro. >Cosa diavolo ci fa quella cosa qui!?< Mia saltò sul posto nel sentire quelle parole, per non parlare del tono disgustato con cui l'aveva detto. >Lei è Mia< Mia madre mi interruppe immediatamente iniziando a parlarmi sopra come al suo solito. >E perché sta mangiando sul mio tavolo!?< >Il tuo tavolo?< La donna mi lanciò un'occhiataccia che mi fece gelare il sangue nelle vene. >Anche se non ci abito questa casa è ancora di mia proprietà< Fece una pausa prima di continuare. >Senti, ho avuto una giornataccia per colpa di quegli incompetenti e non mi va di litigare con qualcun altro di poco conto, quindi andiamo al sodo. Ero passata per vedere se stavi lavorando e quello che ho visto mi basta come risposta. Muoviti a completare il tuo lavoro e non deludere il nome della nostra famiglia. Ah, quasi mi dimenticavo, ormai sei adulto quindi puoi tenere un animale se lo desideri, ma ricordati di trattarli come tali. Noi esseri umani siamo superiori a queste creature< Fece un'altra pausa guardandomi quasi disgustata. >Beh forse quasi tutti. Per non parlare poi del suo aspetto, disgustoso. Ad ogni modo fai il tuo lavoro o puoi definirti un essere morto e tieniti a debita distanza da quella cosa, non voglio che ti becchi qualcosa... Rovinerebbe l'immagine della famiglia< E detto questo se ne andò sbattendo la porta e lasciandoci nel silenzio più assoluto. Dopo qualche minuto Mia cercò di dire qualcosa ma io tagliai corto senza neanche guardarla negli occhi. >Scusa, ho del lavoro da fare< Le dissi e così me ne tornai nell'ex ufficio di mio padre pronto a riprendere il mio lavoro e lasciando la Braixen al tavolo da sola. Quando mi sedetti sulla sedia tuttavia  notai che c'era qualcosa che non andava, i miei appunti erano disordinati rispetto a come li avevo lasciati il giorno prima e alcuni valori sembravano errati e senza senso. Senza perderci troppo la testa pensai di averli scritti in modo sbagliato per colpa del sonno e così trappai i fogli e iniziai a lavorarci di nuovo.

Quando smisi di lavorare era ormai sera ed ero in ritardo con la cena, così corsi in cucina aprendo il frigo per cercare qualcosa da cucinare. Dopo qualche minuto di indecisione scelsi di fare dei filetti di carne, dopo tutto i Braixen sono onnivori e non dovrebbero avere problemi a mangiare della carne. Quando la cena fú quasi pronta salii al piano di sopra bussando alla porta della stanza di Mia dalla quale però non ricevetti nessuna risposta. Mi sentii distrutto per averla trattata così freddamente, dopotutto non era colpa sua se ero indietro con il lavoro, mi ero anche ripromesso che non l'avrei abbandonata mai più, eppure neanche dodici ore dopo l'avevo lasciata sola. Mi appoggiai al muro strusciando con la schiena su quest'ultimo. >Lo so, sono un completo idiota< Affermai ma nulla, nessuna risposta. L'ansia crebbe in me in una maniera incontrollabile, spingendomi ad aprire la porta con la preoccupazione che le fosse accaduto qualcosa. Quando entrai la trovai al buio, seduta sul letto con le spalle rivolte verso la porta. La chiamai ma nuovamente non ottenni nessuna risposta, l'unico rumore nella stanza erano dei deboli guaiti. Accesi la luce e mi avvicinai a lei solo per vedere un mucchio di peli probabilmente strappati da una spazzola vecchia ed arrugginita che la ragazza teneva fra le zampe. >E questa dove l'hai presa!?< Esclamai strappandogliela dalle zampe ma lei nuovamente non mi rivolse nessuno sguardo, invece iniziò debolmente a singhiozzare voltando la testa dall'altra parte. >Senti, mi dispiace. Lo so sono un idiota, non ragiono mai con la mia testa e faccio di continuo cose di cui mi pento< Finalmente ottenni una risposta. >Per te sono orribile?< Un po'per via della sua pronuncia, un po'per via dei singhiozzi e del suo parlare a bassa voce riuscii a malapena a comprendere la domanda, ma immediatamente le afferrai le spalle costringendola a guardarmi. Rimasi per un attimo bloccato a vedere i suoi occhi pieni di lacrime e ancora una volta mi si spezzò il cuore. >Hai fatto tutto questo solo perché credevi che per me fossi brutta?< Lei scosse la testa in segno di approvazione. >Mia, non devi farlo mai più intesi? Te non sei brutta, anzi sei bellissima, sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato e non mi interessa cosa crede mia madre. Ho passato dieci anni lontano da te e per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensarti, quindi ti prego non pensare ad altro che ad essere felice perché tu meriti solo la felicità< Finalmente smise di piangere rimanendo a fissarmi con quei grandi occhi lucidi. >Cosa ne dici se il prossimo fine settimana andiamo a divertirci solo noi due? Senza nessuna preoccupazione?< Lei mi rivolse degli occhi da cucciolo per poi avvolgermi nell'abbraccio più stretto che avevo mai provato. >Adesso avviati a tavola mentre io metto a posto questo< Affermai indicando il mucchio di peli strappati e la spazzola usurata dal tempo. Lei annuì uscendo dalla stanza mentre io mi diressi verso il mobile che c'era all'ingresso della stanza per riporre il pettine al suo interno, solo per poi notare un panno bianco avvolto intorno a qualcosa dalla forma strana. Cautamente afferrai l'oggetto che risultò abbastanza pesante e lentamente rimossi  il panno rimanendo paralizzato alla vista dell'oggetto al suo interno. Non avevo idea di come ci fosse finita lì, ma nel panno c'era un'arma da fuoco.

La impugnai delicatente stando attento che la sicura fosse inserita e la osservai in ogni sua parte. La pistola aveva la base di una Beretta, ma era stata completamente modificata supportando non solo un carrello diverso, ma anche un caricatore da otto colpi invece dei suoi classici dieci o quindici colpi. Mentre la osservavo riuscii a notare un'incisione sul lato dell'impugnatura che riportava "HK", le iniziali di mio padre. Da quello che sapevo di lui era un amante delle armi da fuoco, tant'è che nella villa non mancavano libri che narravano di guerre o che spiegassero in ogni minimo dettaglio il loro funzionamento, ma in ogni caso c'era qualcosa che non quadrava, perché mai quell'arma si trovava in quel cassetto? Da quello che ricordavo mia madre le aveva vendute tutte perché per lei non era sicuro averle intorno, quindi perché quella si trovava lì?
Sospirando riposi l'arma da fuoco all'interno del cassetto coprendola come meglio potevo, dovevo sbarazzarsene certo, ma non era di sicuro il caso di farmi vedere da Mia con un oggetto simile tra le mani. Così, facendo del mio meglio per sembrare tranquillo scesi al piano di sotto andando ad impattare la carne per poi servirla. Neanche a farlo apposta appena mi sedetti al tavolo Mia mi guardò con circospezione come se sapesse cosa fosse appena successo, come se in qualche modo potesse leggermi nella mente come un Pokémon di tipo psico, cosa del tutto improbabile da quando la linea evolutiva dei Fennekin ottiene dei limitati poteri psichici solo una volta diventati Delphox.
Ripensandoci in realtà c'erano molte cose che non quadravano con Mia, a partire dalla sua intelligenza per poi finire con il suo aspetto. Osservandola mangiare infatti notai che era leggermente più alta di qualunque altro Braixen e poi, se non ricordavo male, a volte mi era sembrato che i suoi occhi fossero di un azzurro acceso, mentre invece la sua specie li ha completamente rossi. Un altro avvenimento molto strano erano le continue nottate in cui mi svegliavo senza forze e senza alcun ricordo di quello che fosse successo la sera prima o di quello che avevo sognato, tranne che per qualche piccolo frammento disperso qua e là.

Venni richiamato alla realtà da Mia che, nel frattempo si era sentita osservata da me. >Brai?< Mi chiese inclinando la testa mentre io feci del mio meglio per sembrare il più naturale possibile. >No scusami mi ero solo perso nei miei pensieri< Ridacchiai mentre lei riportò l'attenzione al suo piatto. Una cosa era certa, Mia nascondeva qualcosa e c'era solo un modo per confermare o sfatare i miei dubbi, così una volta finito di mangiare andai senza farmi vedere nel cestino dove avevo buttato i peli che si erano strappati. Se c'era una risposta a tutti gli eventi strani che stavano accadendo quelli di sicuro erano un buon punto di inizio per le mie ricerche.

Note dell'autore: Che dire? Il capitolo nella mia testa era pronto, bastava solo scriverlo e dunque eccolo qui. Spero davvero che sia di vostro gradimento e vi chiedo come sempre di lasciare un voto e magari anche un commento per farmi sapere cosa ne pensate. In realtà trovo strano che nessuno abbia notato tutte le volte in cui descrivevo gli occhi di Mia in modo diverso.
Ad ogni modo grazie di cuore per avermi dedicato il vostro tempo. Alla prossima.

 

   
 
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