Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    06/04/2022    2 recensioni
Alice è una ragazza creativa e stravagante di vent'anni. Sogna di diventare una mangaka e si sta costruendo la sua vita e carriera in Giappone, quando il matrimonio di suo fratello la costringe a tornare a casa, nella piccola città scozzese in cui è nata. Tornare a casa le fa paura, perchè significa affrontare le aspettative deluse della sua famiglia, il fantasma della morte di sua madre, la solitudine e anche Lor, il ragazzo che si è lasciata indietro per cui però non ha mai smesso di provare sentimenti.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo : vestiti
 
Lor rimase a controllare Alice per tutto il tempo della prova e nessuno sospettò che ci fosse qualcosa di strano, anche se onestamente era piuttosto evidente. Quei due battibeccavano come una vecchia coppia di sposi e si sorridevano con tanta dolcezza da rendere la cosa piuttosto chiara. Tutti, però, davano per scontato che Lor non avrebbe mai visto Alice in modo romantico. Tutti, però, non avevano mai capito un accidente di quel biondino, con il cuore sottosopra e di quanto fosse successo tra loro due anni prima.
 Emily e gli altri erano certi che Dug avesse chiesto aiuto al suo migliore amico per gestire quella piccola selvaggia con il caratteraccio, quindi non ci vedevano nulla di strano in quel loro comportamento così amichevole. Lor, invece, flirtava palesemente con lei, che sorrideva come non pensava di poter fare, anche se esasperata provava abiti sempre più improbabili.
“Solo io posso gestire le due matte, ne ho gestite di peggio e lo sai. Quindi fidati e va’ a fare cose da uomo, mentre io scelgo gli abiti da brava damigella…”
Gli aveva detto, mettendo una mano sulla spalla e Dug aveva solo sospirato. Sapeva che Emily non amava particolarmente il suo testimone, ma effettivamente Lor aveva avuto una collezione di ex psicopatiche impressionante ed era sempre riuscito a gestirle limitando i danni. Solo una gli aveva rovinato la vita per un periodo, distruggendo quasi il Rochefort, ma una su tante è comunque una bella percentuale. Che fossero pazze loro di natura, o che le trasformasse lui in donne instabili, non ci è dato saperlo, ma sembrava che qualunque donna frequentasse il maledetto signor Dubois per più di un mese perdesse la lucidità. L’unica a non aver subito quel suo strano fascino era Alice, che però lo conosceva da fin troppo tempo.
Nel frattempo la cara sposa gongolava, perché era riuscita finalmente a mettere un guinzaglio a quella peste della ragazza di Tokyo. Emily lo diceva da settimane che Alice aveva bisogno di un mastino che la controllasse e finalmente Dug l'aveva ascoltata. Certo Lor non era tra i nomi che lei aveva indicato, e lo aveva sempre caldamente detestato, ma sembrava avere polso con quella ragazzina. Grazie a Lor era riuscita a farle provare ben tre abiti da damigella che lei considerava tremendamente imbarazzanti.
“Oh magnifico! Con questo sembro una meringa color vomito di cane seccato al sole!”
Commentò Alice sconsolata, dopo aver indossato il primo abito scelto dalla sposa, ma Lor sorridendo rispose “tecnicamente è color pistacchio, ma proporremo la tua definizione per il prossimo anno all’accademia che se ne occupa. E’ molto elegante, sobrio e ti fa un davanzale da paura...”
“Maniaco!” rispose Alice, ma con un sorriso molto bello. Era felice di quelle sue attenzioni per lei, e il fatto che Lor la punzecchiasse così tanto la faceva sentire sottosopra.
Certo, se fosse stato qualunque altro uomo al mondo a parlarle in quel modo, e non quello per cui aveva avuto una cotta da che aveva memoria, probabilmente lo avrebbero ritrovato a terra in una pozza di sangue, ma non era facile arrabbiarsi con Monsieur Dubois.
“Su questo, davvero, posso porre il veto?” ruggì uscendo con il secondo vestito, e Lor ridacchiando pensò solo “Ok, stavolta Emily si è solo vendicata”
“Insomma io davvero voglio essere collaborativa” aggiunse Alice con tono supplicante, guardando Lor che invece si stava divertendo da morire.
 “…ma questo vestito è un insulto a qualsiasi cosa abbia degli occhi. Insomma che cos’è questa roba? E perché ci sono i fiocchi? E che diavolo sono queste cose sui fianchi? Fiocchi? Farfalle? Lavoretti di bambini dell’asilo?”
 Ruggì, mostrando a Lor e Emily quell’orrore che aveva addosso. Lo chef pensò che davvero fosse una cosa inguardabile, ma la sposa aveva altri piani, e rispondendo al cellulare disse solo “pensavo ti piacesse distinguerti…”
Ai scattò in avanti come per picchiarla, ma Lor la prese per un braccio e con un occhiolino la fece rientrare in camerino. Non fu semplice separarla da Emily, perché voleva fortemente e profondamente prenderla a schiaffi, ma Lor le sussurrò piano “Ali…per Dug…” e lei sospirò, ripetendolo come un mantra.
“Va bene” aveva concluso Emily un po' seccata “indosserete questo allora, e non voglio storie.”Alice emerse dalle tende del camerino come una specie di gatto curioso, e fissò da lontano l'abito di seta blu che la commessa le stava porgendo.
“Questo è bello Ali. Il colore è stupendo…” le sussurrò Lor incoraggiante, sperando soltanto di sopravvivere a quel momento, e lei lo prese con qualche perplessità e chiese “posso averne uno più grande?”
Ma sia Emily che la sarta aggiunsero che non era necessario e così ingoiando la saliva Alice se lo infilò. “E' spettacolare!” Disse Emily battendo le mani come una foca felice.
Non che le importasse molto del look delle damigelle, ad essere onesti. Era stufa di perdere tempo, voleva andare a provare il suo abito da sposa, ma dato che le sue migliori amiche ancora non erano arrivate da Edimburgo doveva sceglierli con l'unica presente, ossia l’unica che le era stata imposta dal maritino.
 “Andiamo Lor sono nuda, cazzo! Mi si vede letteralmente tutto e non riuscirò mai a tenere dentro entrambe le tette!” gli disse imbarazzata, mostrandosi in quella meraviglia blu notte di seta pura dallo scollo un po’ troppo pronunciato.
 Lor rimase per un secondo senza fiato e con il cuore a mille. La trovava da mozzare il fiato: l'abito era attillato e scollato e le stava veramente bene.
“No pulce, stai bene. E poi tutti hanno il culo, e gran parte della popolazione mondiale ha le tette, quindi non agitarti, non c'è niente di nuovo in mostra...Boa…” rispose con fare serio e lei perplessa rispose “Che…cosa?” ma lui rise soltanto, scuotendo la testa.
Risolta la crisi dei vestiti c'era da occuparsi di una questione più fastidiosa: il pranzo con la famiglia Rosings.
 
Capitolo:
Lor, ovviamente, si sedette a tavola accanto ad Alice per controllarla, anche se la motivazione ufficiale era che “erano gli unici single” per citare il loro amico Roy che non perdeva occasione per punzecchiarlo. Il lauto pranzo era stato cucinato ovviamente dallo chef Dubois, e avevano deciso di servirlo nella sala conferenze del loro albergo.
Seduti accanto ad Alice c'erano tutti gli uomini della sua infanzia: Mike, Roy, Lor e suo fratello Dug insieme alle rispettive compagne. Sorridendo realizzò che non li vedeva insieme da molto tempo, perchè matrimoni e bambini li avevano tenuti separati e lei era stata via per anni, eppure sembravano sempre gli stessi. Le sembrava quasi di rivederli ragazzini Roy il ciccione, Mike la cavalletta, Dug la scheggia e Lor il francese.
Già amici miei, questa non è solo la storia della piccola Ai cresciuta tra Scozia e Giappone, con mille sogni per la testa, ma anche quella di quattro ragazzi amici per la pelle da tutta la vita. Tre di questi si incontrarono all'asilo in una tiepida mattina di settembre e divennero immediatamente amici per la pelle. Mike, Roy e Dug non si separavano un attimo da bambini.
Roy, da tutti detto il ciccione, Sherman era il figlio del postino del paese e di una cameriera. Era un ragazzo tozzo e moro, con le parvenze di un orso. Sembrava un ragazzino torvo, ma in realtà era solo molto insicuro e immediatamente aveva apprezzato la compagnia degli altri due perchè i suoi modi da orco lo avevano reso molto impopolare all'asilo.
Mike O'Brian era un ragazzo incredibilmente magro e pallido. Figlio della maestra e del dottore della scuola, era stato ben presto soprannominato “La cavalletta” per la sua testa enorme che poggiava su un corpo esile e fragile. Figlio di un medico germofobico, si ammalava costantemente e non poteva quasi mai uscire a giocare con i suoi amici, ma i ragazzi lo raggiungevano spesso in casa.
E poi per ultimo c'è Scheggia Mac Neil, ossia Dug. Il giovane erede dell'enorme fortuna dei Mac Neil era un dolcissimo ragazzino dai capelli color ambra, sempre ben vestito e compito. La sua era una delle famiglie più ricche di tutta la Scozia, eppure non si dava arie; suo padre era un industriale potente che possedeva tutta Inverness, ma sua madre era una donna semplicissima, che riempiva la casa di cani randagi e ragazzini in difficoltà a cui faceva ripetizioni. Dug era un bravo ragazzino, onesto e socievole, ed era stato lui a fare amicizia con gli altri due. Certo mi direte che le amicizie dell'asilo non durano, e invece questa durò molto a lungo. I 'tres amigos' divennero quattro in terza elementare, quando Laurent, allora presentato a tutti come Lawrence per non farlo prendere in giro, arrivò in Scozia.
 A dieci anni non palava neanche una parola d'inglese. Si trasferì ad Inverness con i suoi nonni e suo fratello minore per alcuni affari. Immediatamente fu spedito in una classe inferiore a quella che frequentava nella città francese di Nevers e fu classificato come stupido e un pochino tardo. Laurent non era affatto tardo, ma aveva problemi con la lingua, e stava vivendo un periodo molto difficile per la morte di entrambi i suoi genitori e quel trasferimento a cui aveva provato ad opporsi con tutte le sue forze. Così chiunque osasse insultarlo o contrariarlo doveva vedersela con la sua rabbia. Il solitario e irascibile bambino francese col nome imbarazzante picchiò quasi tutti i suoi compagni nella prima settimana di scuola, Roy incluso, ma poi successe una cosa inaspettata: durante la ricreazione i bambini volevano fare una partita di calcio, ma mancavano dei compagni e così Duglas Mac Neil, star della squadra si arrischiò a chiedere al giovane selvaggio francese se volesse giocare con loro. Sua madre lo aveva visto un giorno uscendo da scuola e aveva chiesto a Dug chi fosse. Laurent le era parso infinitamente triste e solo, così Hellen Mac Neil aveva chiesto a suo figlio di invitarlo a casa per giocare, ma Dug era molto intimidito da lui.
 Lor accettò ben volentieri quell’invito, e si dimostrò prima un degno giocatore e qualche ora dopo un buon amico, quando finita la ricreazione un bulletto iniziò ad infastidire i suoi nuovi amici. Senza pensarci due volte il giovane francese col viso pieno di cicatrici lo riempì di botte e difese i tre ragazzini, che divennero ufficialmente suoi amici.
Da adulti il ciccione, la cavalletta, la scheggia e il francese erano rimasti molto diversi tra loro, ma complementari: Roy aveva un carattere molto chiuso e aspro, sembrava quasi un orso scorbutico ed era sempre molto duro con i suoi amici; più di una volta era giunto alle mani con Lor che rispondeva sempre in modo sarcastico, ma non sapeva portare rancore.
 Mike, invece, era molto timido e accomodante, ma totalmente privo di personalità. Da bambini si divertivano un sacco a sfidarlo, e Lor gli aveva fatto mangiare migliaia di insetti semplicemente dicendo “vediamo se hai il coraggio di...” Era quello con la personalità più spiccata del gruppo e amava davvero tanto mettersi nei guai, perciò il giovane Mike aveva sempre cercato la sua approvazione. Mike desiderava disperatamente piacere ai suoi amici ancora adesso, e raramente nelle discussioni prendeva le parti di uno o dell'altro, ma si limitava a mostrare alle due parti le ragioni dell'altro. Lor diceva sempre che 'lui e sua moglie avevano un solo cervello, e apparteneva a Marianne'.
Dug, invece, era il più equilibrato del gruppo: dolce, simpatico, amichevole e gentile era il migliore amico di Lor in assoluto. In anni di amicizia non avevano mai litigato, neanche da bambini, e nessuno dei due avrebbe mai osato fare nulla per ferire l'altro. Era capitato qualche volta che qualche amico o qualche donna avesse provato a mettersi tra loro, ma non glielo avevano mai concesso. Al liceo c'era una sciocca ragazzina che per cercare di conquistare l'inconquistabile Lor aveva deciso di spezzare il cuore di Dug, ma era stata fregata da loro. E quando Lor, anni prima, si era trovato nella situazione di poter ferire Dug, aveva rinunciato ai suoi sentimenti ed era scappato via, ma questo Alice non poteva saperlo.
 Improvvisamente, infatti, la nippo-scozzese  si rese conto che la loro “cosa” era stata la prima azione scorretta che Lor aveva fatto a Dug, e per qualche istante si sentì in colpa.
Alice era cresciuta con quei quattro ragazzini strampalati, e fin da piccolissima amava gironzolare intorno a Lor, che la trattava come se fosse la sua sorellina. Suo fratello ovviamente non amava averla intorno, ma come tutte le sorelline pestifere lei amava dargli fastidio e interrompere le loro serate tra amici. Le scene erano sempre le stesse: Alice voleva stare con suo fratello e i suoi amici, ma Dug non voleva averla intorno, così lei cominciava a fargli dispetti e coinvolgeva i suoi genitori.
Era stato proprio Dug a presentare a sua sorella il grande amore della sua vita, ossia i fumetti. La piccola Ali, come la chiamava sua madre, amava ispezionare la stanza di suo fratello. Da giovani Lor e Dug erano appassionati dei supereroi della Marvel, e così Alice per la prima volta sentì parlare di quei personaggi che avrebbero accompagnato tutta la sua vita. Rubava costantemente a Dug i fumetti, e li leggeva con una rapidità e una foga incredibili. Aveva iniziato a disegnare su quei fumetti, ma una volta cresciuto Dug, la passione le era rimasta e continuò a comprarli di nascosto. Quella passione le aveva aperto le porte del mondo e le aveva cambiato la vita, ma presto le sarebbe toccato affrontare quel discorso.
La famiglia Mac Neil possedeva numerose aziende, e Mr Neil era un vero e proprio magnate, ma non aveva avuto molta fortuna con i suoi figli: Duglas aveva deciso di buttare la sua laurea aprendo un hotel ristorante insieme ai suoi migliori amici, e Alice gli aveva fatto spendere centinaia di migliaia di euro per una scuola che non le era valsa ad un bel niente. Solo Paul, suo figlio maggiore sembrava interessato al loro impero, ma non avrebbe mai potuto gestire tutto da solo.
“Quindi di cosa ti occupi in Giappone?”
Chiese l'ossuta signora Rosings ad Alice con fare altezzoso. Quella domanda così ingenua fece sussultare sia Dug che Mr Neil, che si vergognavano profondamente, ma non la diretta interessata, che considerava molto onorevole il suo lavoro.
Nota:
Ciao a tutti. Allora non ho toccato moltissimo di questi due capitoli, perchè la storia dei quattro amici è fondamentale. Allora siete curiosi di sapere cosa fa alice a Tokyo? E che ne pensate di Lor e dei suoi migliori amici? Vi aspetto!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess