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Autore: delfigen    08/04/2022    0 recensioni
E se l'agnello fosse il leone? Se Bella fosse una potente strega? Come reagirebbero i Cullen nel scoprire un mondo a loro ignoto? Le minacce che incombono a quale mondo appartengono?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Pov Edward

 

 

Faceva freddo e la neve sciolta si stava ghiacciando di nuovo ed io ero lì freddo ed immobile come la roccia sulla quale ero seduto. Di fronte a me un ruscello carico d’acqua scorreva calmo.

 Seppur i miei occhi stessero fissando l’acqua, che mutava lievemente il colore per via del sorgere del sole, vedevo solo due grandi occhi marroni. Il suo sguardo era lì impresso nella mia mente, profondo, pieno di pensieri e desideri a me ignoti. Esausto e frustrato dal mio malsano interesse per quella inutile e fragile umana, mi ripetevo ormai da tutta la notte, che esso era dovuto al fatto che io non riuscissi a leggerla e una volta “sbloccata” la sua mente, il mio interesse sarebbe scemato. Tutto sarebbe tornato alla normalità, io alla mia eterna solitudine, lei alla sua prevedibile e scontata vita mortale.

Il pensiero di separarmi da lei e non poter più vedere quei bei rotondi occhi cioccolatosi inspiegabilmente mi rattristava.

Ero partito per una settimana subito dopo il nostro primo incontro durante l’ora biologia, in solo 50 minuti quell’esserino era riuscita a risvegliare il mostro che tanto cercavo di tenere a bada da da più di 80 anni. Quel giorno ero scappato via come un codardo, per poi ritornare come un ipocrita attirato dai segreti dietro i suoi occhi scuri e dal richiamo del suo odore.

Mi sentivo fragile perchè avevo rischiato di ucciderla, di fare una strage solo per sentire sulle mie labbra il calore, il sapore e quel inebriante odore che solo il suo sangue riusciva ad emanare. Dovrei partire per la sua sicurezza ma continuavo come un vigliacco a rimandare la partenza soprattutto dopo che ieri pomeriggio avevamo parlato per la prima volta.

Avevo pensato tutta la notte a lei e rivisto più volte nei ricordi la nostra conversazione, cercando di capire se ci fosse una chiave per aprirmi la sua mente, ma niente era rimasta muta e io solo più frustrato e desideroso di lei, delle sue parole e dei suoi sguardi.

Sentii l’auto di Carlies allontanarsi alle mie spalle, capendo che era il momento di andare a scuola, mi alzai svogliatamente e corsi a casa per prepararmi.

In macchina durante il tragitto verso scuola nessuno fiatò, mi concentrai sulle visioni di Alice sulla giornata, niente massacri in vista, per il momento almeno.

Ovviamente la prima cosa che feci una volta arrivato a scuola fu cercare Bella. I miei fratelli già annoiati dal mio continuo interesse per l’umana si dirigevano verso le proprie lezioni, tranne Alice rimase al mio fianco intenta a guardare più lontano.

La ragazza parcheggiò non lontano da me e mentre scendeva incerta sui suoi passi da quel pick up malconcio, sembrava preoccupata per il terreno ghiacciato sotto di lei. Stretta al furgoncino osservava confusa i pneumatici posteriori del mezzo, corrugando la fronte creando così una lieve ruga al centro della fronte. Che cosa la preoccupava? La curiosità mi bruciava dentro tanto quanto la fame del suo sguardo, volevo che lei mi guardardasse.

 “NOO!!” il grido nella mente di Alice mi fulminò.

 Vedevo la scena: il furgoncino di Tayler che slittava sul ghiaccio diretto verso Bella, il tutto sarebbe accaduto tra una manciata di secondi. Uscito dalla visione, due occhi color cioccolato mi stavano fissando inorriditi, mentre sentivo lo stridolio del furgoncino di Tayler che sbandava.

 NON LEI!! urlavo a me stesso mentre mi fiondavo su di lei ad una velocita tale da rendere tutto sfocato. Lei non mi vide arrivare, ma nel centesimo di secondo che impiegai per spostarla dalla traiettoria del furgoncino e cadere sul’ asfalto con lei tra le braccia capì quanto il suo corpo fosse fragile. Sbatte la testa contro l’asfalto e per un decimo di second diventai immobile come una statua dall’ansia che lei potesse essersi ferita.

 Non ebbi nemmeno una frazione di secondo per potermi accertare delle sue condizioni che udii il furgoncino stridere e fischiare mentre tornava come una attratto da una calamita verso di noi. Con la mano destra lo spinsi via mentre facevo da scudo con il mio corpo alla ragazza.

 Sembrava che la morte stesse guidando il furgoncino e che stesse richiedendo avida la vita della fragile umana tra le mie braccia perchè il mezzo urtando con altri mezzi parcheggiati aveva ripreso la traiettoria mortale puntando nuovamente verso di noi. Mi preparai in modo da afferrarlo sotto la carrozzeria per poi bloccarlo, ma tutt’un tratto il tempo ralentò quasi impercettibilmente.

Quello che doveva essere un secondo diventarono 2 e il furgoncino, che nel frattempo aveva colpito il marciapiede sollevandosi leggermente in aria, sembrava rallentare puntando ancora verso di noi.

Con la coda dell’occhio vidi spuntare da sotto le mie braccia uno strano bagliore, mi voltai e vidi Bella che fissava il furgoncino mentre dalla manica sinistra del suo giubbotto usciva un bagliore, una strana luce color azzurro puntata in direzione del mezzo.

La ragazza, senza distogliere lo sguardo dal furgoncino, abbassava leggermente la mano che puntata verso il mezzo, mentre esso iniziava a scendere lentamente di quei 10 cm che si era sollevato per poi toccare terra, fermandosi definitivamente accanto a noi.

Il tempo tornò a scorrere normalmente e quando mi voltai nuovamente verso Bella lei era lì, a terra, sotto il mio corpo che mi fissa scioccata, la strana luce non cera più.

 “Bella, tutto a posto?” domandai preoccupato.

“Sto bene” lo disse in modo automatico, con tono stupito. Al suono della sua voce mi sentivo già più sollevato, tanto che non badai al bruciore che mi incendiò la gola.

 Il caos intorno a noi esplose, grida ovunque mentre noi restavamo lì a guardarci negli occhi, bloccati dai veicoli che ci circondavano. L’umana si divincolava per mettersi seduta , ma io non volevo lasciarla.

 Il calore del suo corpo stava lentamente scaldano il mio e il suo respiro caldo seppur mi inffiamasse la gola, mi provava una gioia mista a piacere.

Il suo respiro voleva dire che era viva, al sicuro tra le mie braccia.

“Attenta” l’avvertì, mentre scalciava per staccarsi dalla mia presa, “hai sbattuto la testa” dissi stringendola più forte a me.

 “Ahi” esclamò, quasi sorpresa che io avessi ragione. Ero talmente sollevato dal fatto che fosse ancora viva, che trovai la scena quasi comica. Bella continuava a muoversi nel tentativo di mettersi seduta, non volevo staccarmi da lei, non volevo che i nostri corpi si separassero, ma il mostro dentro di me la bramava. In quell’angusto spazio, il suo odore mi circondava, inebriandomi di piacere ma bruciandomi dalla sete.

Il mostro dentro me urlava, ringhiava e bruciava, avevo bisogno di respirare aria pulita, per placare seppur in minima parte la sete. Così lasciai la presa e lei si mise difronte a me, con le gambe che si sfioravano.

 Provavo uno strano desiderio come se desiderassi un contatto maggiore tra noi. Scossi la testa per mandare via quel pensiero. Mostro ecco cosa ero, mentre lei era solo una piccola e fragile umana.

Il caos ci circondava, ma noi eravamo li in silenzio a guardarci negli occhi, entrambi pieni di dubbi e domande. Era frustrante perchè volevo sapere cosa stesse pensando, se aveva visto qualcosa se mi aveva scoperto, ne dubitavo perchè ero troppo veloce per essere visibile ad occhio umano.

 Mi sentivo stordito nel ripensare ai fatti che erano appena accaduti, il tempo che rallentava, la luce nella sua manica, il furgone che si posava piano a terra da solo. Poteva un vampiro entrare in stato di shock? Era realmente successo o mi stavo solo immaginando tutto? Sentivo l’urgenza di parlare con Carlisle.

“Grazie!” sussurrò Bella, riportandomi con la mente al presente.

“Per cosa?”

“Per avermi salvato” disse mentre si massaggiava la testa indolenzita,” non eri obbligato, eri lontano potevi fare finta di niente, ma l’hai fatto e ti sei esposto, quindi grazie.” ero immobile.

“eri lontano.....ti sei esposto” mi galleggiavano in testa. Cosa aveva visto?

“Non capisco cosa intendi, ero qui accanto a te, se non ti avessi spostato adesso saremmo entrambi delle uova strapazzate” aggiunsi in fretta.

 “Si vabbè come dici tu” disse più a se stessa che a me.

 Arrivarono i pompieri che con una grossa pinza meccanica spostarono il furgoncino in modo che i soccorritori potessero passare con le barelle.

 “Ciao Edward, stai bene?” disse Brett Warner, un’infermiere che lavorava in ospedale e che conoscevo bene.

” Benissimo, per fortuna non sono stato colpito, ma la ragazza ha sbattuto forte la testa sono un po’ preoccupato per lei, non vorrei che avesse una commozione celebrale” risposi.

L’infermiere vista la mia calma si convinse che stavo bene concentrandosi sulla ragazza che mi fulminò con lo sguardo mentre le mettevano il collare e la caricavano in barella sull’ambulanza.

Mi fissava imbronciata, era così tenera mi ricordava un cucciolo di panda arrabbiato. Ridacchiai all’idea mente mi sedevo sui sedili anteriori dell’ambulanza.

 

Ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto. Se vi fa piacere commentate.

 

Vero

 

   
 
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