Anime & Manga > Bungou Stray Dogs
Ricorda la storia  |      
Autore: Eneri_Mess    11/04/2022    1 recensioni
Fu una notte indimenticabile per Parigi.
[Spoiler Stormbringer]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Arthur Rimbaud, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Warning: SPOILER da Stormbringer!
Plus: Omegaverse implied, ma non c’è mezza menzione di niente, solo che Dazai e Chuuya e Odasaku sono una bellissima OT3 con due bellissimi figli, Michiko e Makoto.
Note: Dedicata a Europa91 e al suo amore per Verlaine e Rimbaud. 




 

Arthur rimase accostato alla colonna con discrezione. In quel silenzio che la gente avrebbe definito sacrale, osservò la figura di Paul come fosse stata parte integrante dell’immensità che li accoglieva.

Notre-Dame era splendida come la ricordava e come sperava di rivederla un giorno, ma ciò per cui riusciva ad avere occhi era soltanto la malinconia indelebile che ormai caratterizzava lo sguardo del compagno. 

C’era una cosa che la morte, l’amnesia e il tradimento avevano insegnato ad Arthur in una partita tre a uno che aveva miseramente perso diversi anni prima: non c’era niente di equiparabile ai gesti, minuscoli o plateali che fossero.

Così, invece di chiamare il suo nome - per cui avrebbe riempito l’aria, o pagine di quaderni e ogni orecchio disposto ad accoglierne il suono - Rimbaud accorciò la distanza tra di loro. Senza nascondere il proprio passo, fece scivolare la mano in quella dell’ex spia, della Guivre che il mondo delle abilità tanto aveva temuto.

Ma se c’era qualcosa da venerare tra quelle mura trasudanti divino, era l’uomo che Arthur ora - e per sempre - aveva al fianco.

“Ci stai ripensando?” chiese piano, certo che qualsiasi risposta avrebbe ottenuto, non avrebbe lasciato andare - di nuovo, mai - la sua mano.

Lo sguardo perso di Verlaine riacquistò lucidità, come se la gravità stessa fosse tornata presente nella sua mente, riportandolo con i piedi per terra.

“Non riesco a ricordare” iniziò, sottovoce, un bisbiglio che avrebbe potuto accendere candele invece di spegnerle, curiose anche loro di sapere cosa gli si agitasse dentro. Non rispose alla domanda, non parve neanche averla ascoltata, ma ad Arthur non interessò, restando a guardarne il profilo fasciato nel completo elegante.

“Non riesco a ricordare dove eravamo, o quando” riprese il biondo, umettandosi le labbra. “E non ricordo neanche le parole precise, o chi le abbia pronunciate…” corrugò la fronte e alzò gli occhi sulle volte sopra di loro, sui ballatoi laterali, su quelle mura di quasi mille anni.

Si dice che le grandi cattedrali furono costruite in modo che anche il più scettico degli uomini, entrando, avrebbe potuto credere alla potenza di Dio.”

Per un istante, l’espressione trasognante tornò a velarne il viso e il bagliore delle candele a incorniciarne il profilo, rendendo oro i suoi capelli ordinatamente acconciati. Arthur aveva capito che ci fosse un’unica cosa al mondo in grado di sorprenderlo tanto da togliergli il fiato ed era lì, con lui.

Gli strinse le dita e, con un pensiero blasfemo, si disse che non avrebbe avuto altro Dio all’infuori di quello al proprio fianco - che ricambiò complice la stretta - e a cui avrebbe consacrato la vita in un giuramento da lì a breve.

“Forse lo disse una guida turistica e io lo sentii per caso, anni fa, quando venivamo qui insieme” celiò Verlaine con un sorrisetto senza tempo, dedicando il proprio sguardo all’uomo di fianco a sé e appoggiando la guancia sulla sua spalla. “Ho sognato quei momenti, alcune volte, nei miei sette anni di solitudine. Essere qui adesso con te ha reso quei sogni reali” aggiunse in un sussurro morbido, per confidare qualcosa che non faceva più male perché appartenente al passato, un passato che era letteralmente un’altra vita.

Entrambi erano morti, in un certo senso; entrambi erano rinati, in un altro. Le leggi della fisica, della biologia, della realtà erano state piegate e loro ci avevano camminato sopra per ritrovarsi. I dettagli erano trascurabili perché, superata una certa soglia, persino l’imponenza di una delle più grandi opere dell’uomo, come quella cattedrale, si inchinava e li accoglieva riconoscendone l’immortalità.

“Ehi, piccioncini.”

Una voce li richiamò, incurante di spezzare il silenzio denso che permeava la solitudine della chiesa. Un altro Dio che sfidava ciò che era umano e divino, la fede e la pazienza.

Verlaine e Rimabud si voltarono insieme, senza mai districare le dita intrecciate, fissando Chuuya come un disturbatore molesto. Lui ricambiò con una smorfia scocciata.

“Guardate che non abbiamo tutta la notte per ‘sta farsa. Iniziamo tra cinque minuti, avrete tempo dopo per le smancerie” e la sua bocca si deformò di nuovo al pensiero, dando a intendere che la sua mente avesse formulato pensieri che si sarebbe evitato volentieri. “Voglio andare a ubriacarmi, quindi facciamo una cosa veloce.”

E come era arrivato se ne andò, le mani piantate nelle tasche del completo di alta sartoria realizzato per l’occasione, qualche borbottio incomprensibile a cadenzarne il passo.

“Non ha minimamente la tua grazia” constatò Arthur in un pensiero serio che fece scoppiare a ridere Verlaine. “Ma immagino abbia ragione sul doverci sbrigare…”

“Prima che l’intera polizia di Parigi e l’interpol piombino qui perché un’organizzazione mafiosa straniera ha preso in ostaggio la cattedrale più famosa del mondo? Sì, credo che il mio fratellino abbia proprio ragione.”



 

“Non potevamo trovare un prete che parlasse anche giapponese?”

Chuuya zittì Dazai con uno Shh concentrato, ma non bastò a placarne le lamentele.

“È quasi l’una di notte, non ho voglia di tradurre cosa sta blaterando… e poi, sul serio, un matrimonio vecchio stile?”

Il rosso gli piantò gli occhi addosso come due carboni ardenti.

“Devi stare buono dieci minuti, Sgombro. Dieci cazzo di minuti, non morirai per questo.”

“E chi lo dice che io non sia già morto e sia il mio fantasma a parlare?”

La Lumaca lo avrebbe preso a schiaffi con il libro dei cantici abbandonato da qualcuno sulla panca dove erano seduti, ma riuscì a trattenersi. Non rinunciò però a conficcargli le dita nella coscia e a tappargli la bocca con un palmo prima che esclamasse un sonoro Ahia!

“Ora stai zitto e buono finché non hanno finito, chiaro?” lo minacciò tra i denti, sempre sottovoce. “Cristo, tua figlia sta più buona di te e ha quattro anni!”

Qualcuno, seduto dietro di loro, si schiarì la voce e Chuuya si irrigidì, tornando seduto dritto.

“La piccola Miko-chan è davvero encomiabile, a differenza di voi due” mormorò Mori composto, le gambe accavallate e le mani intrecciate su un ginocchio, mentre seguiva la funzione improvvisata con interesse.

Al suo fianco, Kouyou sospirò con esasperazione.

“Non pensavo che sarebbe stato necessario dividervi come i bambini, ma se fate ancora casino non ve lo perdonerò” minacciò languida, chinandosi e puntando alle schiene dei due quelli che entrambi percepirono come punte di pugnali. “Evitiamo sacrifici umani per questa unione, che dite? E per la miseria, una volta tanto state buoni e godetevi qualcosa di bello!” aggiunse snervata, tornando a sedere in maniera decorosa e distendendo alcune grinze dell’elegante abito occidentale che si era concessa.

Il Boss della Port Mafia ridacchiò, ma si interruppe a un’occhiataccia della donna, tornando a fissare l’altare.

“Ero convinto che l’amore fosse qualcosa di velenoso e condannabile per te, mia cara” aggiunse, non riuscendo a trattenersi. Una lama sottile lo pungolò al fianco, nonostante dalla posa della Dirigente non si intuisse davvero che lo stesse minacciando.

“Vale anche per te” sibilò, per poi sospirare e placarsi. “Anche io so riconoscere qualcosa di…” lasciò la frase in sospeso, fissando i due sposi che continuavano a tenersi per mano. Un sorriso le nacque al posto delle parole e a Mori bastò come risposta.

Nel mentre, chi era davvero totalmente rapita dalla cerimonia per pochissimi intimi che si stava svolgendo, era proprio Michiko, la figlia di Dazai e Chuuya, seduta in prima fila. Era sporta in avanti e fissava a occhi sgranati la scena, mentre al suo fianco giaceva un cuscinetto ricamato con sopra due anelli.

“Ehi, fragolina” bisbigliò il rosso, chinandosi verso di lei e ricevendo appena un’occhiata di striscio. Gli venne quasi da ridere a vederla così presa, neanche fosse stata messa davanti alla tv con i suoi cartoni animati preferiti. “Vuoi che ti traduca quello che sta dicendo il prete?”

Shhh” lo zittì lei, scuotendo poi la testa. “Papa tais-toi, j’écoute le discours!

Dazai non si trattenne dal ridacchiare e dallo scimmiottare sottovoce quel Papà sta zitto, sto seguendo! di fronte alla faccia sbigottita del partner, ma avvertì di nuovo una pressione spiacevole alla schiena, anche se la identificò come un tacco e non come uno stiletto.

“… Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione. L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce” continuò nel mentre il prete, sovrastando il teatrino e riportando l’ordine, nonostante fosse visibilmente teso e continuasse a occhieggiare in direzione di Mori, che gli sorrise amabile e gli fece un gesto per invitarlo a proseguire e stringere col cerimoniale.

Il prete si schiarì la gola.

D-Dunque, fratelli e sorelle stasera qui al cospetto del Divino… Il Signore benedica questi anelli che vi donate scambievolmente in segno di amore e di fedeltà.

Nel silenzio generale si sentì solo un Fragolina, tocca a te sommesso e Michiko, agghindata in un vestitino che la faceva somigliare a un pasticcino francese, saltò giù dalla panca, afferrò il cuscino con le fedi e si diresse spedita verso l’altare.

Arthur prese distrattamente uno degli anelli, avendo occhi soltanto per il compagno, mentre Paul regalò un sorriso alla nipote e una leggera carezza sulla testa boccolosa.

“… maledizione” imprecò a mezze labbra Kouyou, guardando in alto per ricacciare una lacrima di commozione di fronte alla scena.

Mori rise a bocca cucita.

“Sembra che Parigi faccia davvero miracoli.”

“Oh, non osare, Ougai.”

“Non aggiungerò altro, mia cara.”

Nel mentre, Chuuya era caduto nella trappola di immortalare il momento con almeno una decina di scatti del cellulare uno di seguito all’altro.

“Mandane una a Odasaku” borbottò Dazai, ormai semi sdraiato sulla panca per la noia. “Così impara a prendersi l’influenza prima di partire.”

“Potevi rimanere a casa con lui se ti faceva tanto schifo venire.”

“Scherzi? Perdermi un viaggio a Parigi tutto pagato dalla Port Mafia, introdurmi illegalmente a Notre-Dame in piena notte e rapire un prete per far sposare due ex spie pluriomicide? È solo la parte del rito che è davvero una barba colossale” sbuffò, massaggiandosi le palpebre. Tornò a fissare la scena, appoggiandosi alla spalla del compagno e concedendosi un breve sorriso.

“Però Miko-chan è davvero carina, anche se l’hai conciata come una bambolina.”

“Se avessi aspettato te ti saresti ridotto a ritagliare una federa e infilargliela spacciandola per un vestito all’avanguardia.”

Dazai aggrottò la fronte.

“… sai che però è un’idea? Ci sono un sacco di federe carine e l’altezza è ancora quella giusta per fargliele andare bene.”

“Appunto.”

“Volete davvero uscire da questa chiesa senza la possibilità di avere altri figli?” sibilò Kouyou dietro di loro. Neanche fossero tornati ad avere quindici anni, il Duo Neo incassò la testa nelle spalle e si zittì di nuovo.

“… con lo scambio delle promesse e con il potere conferitomi da Dio e dalla Chiesa, Paul-Marie Verlaine e Jean Nicolas Arthur Rimbaud io vi unisco come coniugi nel sacro vincolo del matrimonio. Potete ora scambiarvi un-”

Il prete non fece in tempo a finire che Arthur attirò a sé Paul in quel bacio puramente simbolico, ma che realizzava qualcosa che solo fino a quel momento avevano potuto sognare. Verlaine non fu da meno nel trasporto con cui lo ricambiò, stringendosi a lui.

“Ho come l’impressione che Miko-chan non parlerà di altro per i prossimi mesi” rise Dazai, unitosi ai pochi applausi che lui, Chuuya, Mori e Kouyou regalarono al lieto evento, mentre la bambina saltellava e non tratteneva più l’entusiasmo, correndo poi dai suoi genitori e avvalorando l’ipotesi dello Sgombro fin da subito.

Papà li hai visti quanto sono belli? Lo zio è bellissimo! È felicissimo! Si è commosso! Voglio sposarmi anche io!” trillò con l’iperattività di un criceto sulla ruota e in un francese che lasciò sbalordito Chuuya.

“Ne riparliamo quando avrai trent’anni, amore” disse Chuuya, scioccato solo all’idea.

“Hai un papà molto saggio” intervenne Kouyou, ridacchiando e dando una pacca sulla spalla al suo ex pupillo.

Questo non fermò Michiko dal continuare a parlare di quanto tutto fosse bellissimo, anche quando si udì sopraggiungere il distinto suono delle sirene della polizia.

“Bene, credo sia ora di andare” decretò Mori, alzandosi nel suo elegante completo, recuperando il cappotto e sistemandosi la sciarpa simbolo della sua posizione. “Per quando torneremo in albergo avremo pronto lo champagne per il brindisi e un rinfresco leggero, vista l’ora. Il banchetto vero e proprio è prenotato per domani.” 

Nel porgere il braccio a Kouyou, che rise di quelle maniere teatrali e di come, alla fine, stessero fuggendo dal luogo del reato con eleganza, si rivolse al rosso senza perdere il buon umore per quel matrimonio mordi e fuggi.

“Chuuya-kun, ti dispiace andare a pagare il prete per il disturbo e ribadirgli cortesemente di non scendere nei particolari con la polizia? È tanto che non mi concedo una vacanza in santa pace.” Poi i suoi occhi si soffermarono su Verlaine e Rimbaud, ancora fermi ai piedi dell’altare, apparentemente in un mondo tutto loro dove non sembravano udire per niente il tramestio delle auto della polizia.

“Ti occuperesti anche degli sposi?” aggiunse quindi, sospirando divertito.

“Sì, ci penso io, Boss” annuì, prendendo in braccio la figlia e passandola a Dazai, baciandoli entrambi. “Ci vediamo in albergo.”

“Nasconderò tutto il vino prima del tuo arrivo” ricambiò lo Sgombro, facendo ridere la loro bambina, ma non il partner.

“Vedi, io e te non potremmo mai sposarci. Il finché morte non vi separi durerebbe dall’altare all’uscita.”

Dazai si piazzò una mano sul petto, fintamente amareggiato.

“Come riusciresti a vivere senza di me?”

“Non vorresti conoscere la risposta” e gli stampò un secondo bacio sulle labbra, come se non fossero nel pieno dell’ennesimo bisticcio. “Andate, non voglio fare danni perché ci sparano addosso. E chiama Odasaku mentre tornate, senti come sta. E come sta Ango, se Makoto non l’ha già mandato al manicomio.”

“Che Lumaca premurosa che sei, proprio non ti merito” ironizzò Dazai, anche se i suoi occhi sembrarono affermare altro di più intimo. Si risistemò la figlia in braccio - ancora su di giri - e seguì Mori e Kouyou sul retro della cattedrale.

Da fuori, nel mentre, si iniziarono a sentire gli agenti della polizia usare i megafoni per lanciare avvertimenti e alcuni fari illuminarono i rosoni dall’esterno, spezzando la magia dell’atmosfera data dalle candele.

Padre, mi segua senza fare casino.” ordinò Chuuya secco, in francese, prendendo le redini della situazione. “Lo stesso vale per voi due, sposi rintronati. Come ho detto prima, a dopo le smancerie. Ora di sloggiare.”

Fu una notte indimenticabile per Parigi. 



 

------ 

Torno fresca fresca da Romics con la voglia di creare e scrivere, ma per ora lancio qualche storiella scritta per il COWT conclusosi settimana scorsa!

Però, proprio al Romics qualcuno di voi ci ha dato qualche gioia (a me, socia ed Europa91) confermandoci che c’è chi conosce Stormbringer e Verlaine! Non fate i timidi e venite fuori ** 

La citazione di Verlaine “Si dice che le grandi cattedrali furono costruite in modo che anche il più scettico degli uomini, entrando, avrebbe potuto credere alla potenza di Dio.” ricordo di averla letta anni fa da qualche parte, ma proprio non mi viene in mente dove! Se qualcuno ha la risposta toglietemi sto dubbio!! 

Nene

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bungou Stray Dogs / Vai alla pagina dell'autore: Eneri_Mess