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Autore: ElwingStarLight    13/04/2022    0 recensioni
È passato ormai un mese da quando la fiamma del Miracolo si è finalmente riaccesa in casa Madrigal, riportando con sé la magia, ma non tutti in famiglia hanno più il pieno controllo dei loro poteri.
E Bruno, più di tutti, sembra avere ancora un conto in sospeso con il Futuro.
ATTENZIONE! Sono presenti nel testo scene di autolesionismo, procedete la lettura a vostra discrezione.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruno Madrigal, Julieta Madrigal, Pepa Madrigal
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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𝙀𝙫𝙚𝙧𝙮𝙩𝙝𝙞𝙣𝙜 𝘾𝙝𝙖𝙣𝙜𝙚𝙨

‹AAAAH!›› Bruno si sveglia di soprassalto, puro verde che invade ancora la sua visuale, cacciando un urlo che rapidamente si disperde nell'oscurità sepolcrale della sua magica stanza.

I tragici scenari appena vissuti in sogno gli trapassano l'anima come schegge di vetro, il respiro gli si fa sempre più serrato mentre cerca disperatamente di sfuggirgli, dimenticare.

Ma la distruzione a cui ha appena assistito, c̶h̶e̶ h̶a̶ a̶p̶p̶e̶n̶a̶ d̶e̶c̶r̶e̶t̶a̶t̶o̶, sembra essersi impressa a verdi fiamme nella sua mente, chiamandolo mostro e assassino, non lasciandogli scampo.

Un dolore acuto lo riporta bruscamente alla realtà, mentre la vista gli si schiarisce, perdendo quella sfumatura verde: sangue bagna ora le lenzuola e Bruno non osa guardarsi il braccio.

Dolore, ecco che cosa lo ha ancorato a terra per così tanto tempo, quando panico e disperazione sembravano potessero annegarlo, trascinandolo nell'abisso.

Masticando un'arepa stantia, Bruno osserva assente e insensibile il taglio rimarginarsi, svanendo come un incubo alle prime luci del giorno: nessuno l'avrebbe mai saputo.

È passato appena un mese da quando la fiamma del Miracolo si è finalmente riaccesa, ma qualcosa nella magia stessa sembra essere cambiato e ora Bruno è costantemente in balia del suo talento, inerme di fronte all'andota del futuro.

Una terribile visione lo sta ossessionando da settimane, cercando a tutti i costi di mostrarsi, ma ha sigillato la mente: non avrebbe rischiato un nuovo disastro, non dopo quello che avevano passato.

Una fitta alle tempie lo colpisce all'improvviso, mentre il verde cerca di nuovo di imporsi, ma Bruno lo scaccia a fatica, tirando un profondo sospiro.

Sarebbe stata una lunga giornata.

‹‹Buongiorno mi hermanito, fa piacere vederti qui›› esclama Julieta, vedendo scendere il fratello per colazione, allontanandosi un attimo dai fornelli per stampargli un breve bacio sulla guancia.

Ha notato quanto ultimamente scenda poco ai pasti, evitando più del solito i parenti, e preoccupata spera che non si tratti di nulla di grave: per dieci anni lo aveva compianto, non lo avrebbe perso un'altra volta.

‹‹Bruno... se dovessi mai avere bisogno io...›› Julieta tenta un punto di contatto, ma le parole le muoiono in gola appena incontra lo sguardo del fratello: non sa niente di lui, non si è mai interessata prima, e ora è troppo tardi per aiutare.

‹‹Mi dispiace›› sussurra solo, talmente piano da non venire sentita da nessuno, ritirandosi tra le mille mansioni della cucina per nascondere le lacrime, piantando in asso il confuso fratello.

Non lontano da loro la famiglia si sta sistemando per la colazione in giardino, chiacchierando e sgranocchiando il cibo dalla tavola, in attesa che dona Alma dia i compiti della giornata.

Bruno non ha fame, ma l'allegro chiacchiericcio della sua famiglia riesce sempre a portargli il buon umore, godendosi la loro vicinanza dopo così tanto tempo, dimenticandosi per un istante dei suoi infiniti problemi.

Conosce così poco i suoi nipoti, soprattutto i più giovani, e ogni attimo passato con loro per lui è oro, prezioso tempo di qualità in cui ricucire rapporti rimasti strappati per più di un decennio.

Mentre osserva Camilo divertire il fratello con impossibili trasformazioni, un'improvvisa fitta alle tempie lo prende alla sprovvista, riuscendo a mala pena a trattenere un lamento soffocato.

"No. Non qui. Non ora." si ordina Bruno, affondandosi con forza le unghie nei palmi, ma tutto ha assunto quella sfumatura verde acido e subito distoglie lo sguardo, sperando che nessuno abbia notato i suoi magici occhi.

‹‹Tìo Bruno... va tutto bene?›› un sussurro lo ridesta da quella lotta interiore, sta tremando visibilmente e la salda mano di Mirabel, unica ed essersi accorta che qualcosa non vada, è la sua ancora sul presente.

‹‹C-certo, va tutto b-benissimo...›› balbetta pallido Bruno, cercando di nascondere il bagliore verde e lasciare il tavolo, ma una fitta più intensa gli strappa un lamento strozzato, abbattendo tutte le sue difese e trascinandolo finalmente nel futuro.

Volti sconosciuti, persone lontane centinaia di miglia dall'Encanto, si fanno la guerra con armi futuristiche, devastanti.

Lingue che non conosce urlano, supplicano aiuto, pregano, migliaia di persone soffrono senza conforto in mezzo a lande devastate.

Infiniti eventi si sovrappongono tra di loro a un ritmo velocissimo, eoni intere vengono superate in un istante e tutto intorno a lui viene spazzato via, riducendosi a cenere.

Bruno ha perso: ormai è naufrago del Tempo, destinato a rivedere all'infinito quagli scenari di morte, nulla che possa salvarlo da quel loop.

Ma in qualche modo accetta la sua pena.

‹‹Toglietevi tutti, fatelo respirare!›› esclama dona Alma, allontanando gli altri con un gesto secco e bagnando la fronte del figlio con un panno umido, facendolo rinvenire.

‹‹Mi pequeño, ¿estás bien...?›› esclama preoccupata Alma, allungando una mano confortante verso il viso del figlio, ma Bruno si ritrae veloce, lo sguardo folle di terrore, scappando disperato dai propri stessi parenti.

‹‹BRUNO, DOVE DIAMINE SEI!›› esclama esasperata Pepa, tuoni che rimbombano nella radura riflettendo la sua angoscia, dopo ore di ininterrotta ricerca nelle vaste foreste dell'Encanto.

‹‹BRUNO, TI PREGO, TORNA A CASA!›› le fa eco non troppo lontano Julieta, con cui da ormai tutta la giornata si è unita per ritrovare il fratello, scomparso nel nulla quella mattina.

Nelle mani stringe irrequieta un cesto stracolmo di cibo curativo, sperando che non ce ne sia bisogno, facendo del suo meglio per scandagliare la foresta nonostante il temporale della sorella.

‹‹BRUNO! Mi hermano, quanto ci hai fatte spaventare-›› esclama improvvisamente Pepa, indicando un punto vicino al fiume, ma subito si interrompe, puro orrore che si dipinge sul suo volto.

Seduto su un'umida roccia del fiume, il cappuccio calato sul volto inerme e vuoto, circondato dai frammenti irridescenti e insaguinati di una profezia, Bruno Madrigal è a un passo dalla morte.

Per un lungo e atroce attimo un unico pensiero attraversa entrambe le sorelle, spalancando una voragine atroce e senza fondo: è troppo tardi.

Ma poi Bruno respira, il mondo riacquista finalmente un senso e loro lottano per mantenerlo, per tenere unite le Terzine Madrigal nonostante tutto.

‹‹Pepa, aiutami a tenerlo su!›› esclama disperata Julieta, estraendo dalla cesta un termos con mani tremanti e cercando di far ingogliare al fratello del caffè curativo, sperando che sia sufficiente.

Per interminabili minuti si stringono a Bruno, sperando in lacrime che il talento di Julieta possa riportarlo indietro, e finalmente i tagli si rimarginano, il respiro torna regolare e Bruno rinviene, soffocando quasi nell'abbraccio delle sorelle.

‹‹Non o-osare mai più f-farti del m-male o g-giuro che ti f-fulmino!›› singhiozza Pepa, asciugandosi il trucco sciolto dalle lacrime con le mani e schiaffeggiando il fratello per lo spavento ricevuto.

‹‹Si può s-sapere che cosa ti è p-preso oggi e perché d-diamine ti sei t-tagliato?›› domanda incredula Julieta al fratello, semplicemente rifiutando anche solo di processare quanto appena avvenuto.

Ma lo sguardo assente e vacuo che trova in riposta le fa molta più paura di qualsiasi ferita: è la prova tangibile che lo sta perdendo, che quel divario colmatosi con il suo ritorno a casa ancora lì divide dopo tutti questi anni.

‹‹Bruno, ti prego... so che non ci siamo mai state prima, ma ora siamo qui... permettici di aiutarti, permetteci di essere la tua famiglia›› quasi sussurrano, quelle grevi parole troppo dense di promesse infrante e rinnovate.

Qualcosa balugina dal fondo di quel nero sguardo assente, dolore e commozione assieme, e in un istante Bruno si ritrova avvinghiato alle sorelle in uno sfogo necessario, incapace di trattenere il pianto quanto di separarsi da quel tocco.

Hanno molto di cui parlare, ma per la prima volta in cinquant'anni sembra davvero la possibilità di un nuovo inizio.

   
 
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