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Autore: _JP_    14/04/2022    0 recensioni
Ray sta aspettando che Emma si risvegli, dopo che la ragazza è stata aggredita da un demone selvaggio.
Questa piccola One Shot mi è venuta in mente vedendo un immagine su internet; spero possa piacervi :)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Emma, Ray
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L’attesa

Emma era stesa a letto ormai da diversi giorni; aveva nuovamente incontrato un demone selvaggio durante una delle sue retate al di fuori del piccolo rifugio, e nello scontro aveva avuto la peggio. Era fortunatamente stata raggiunta da Ray, che l’aveva riporta al sicuro. Il ragazzo non si era mai mosso dalla stanza in cui riposava la ragazza, tenendole per tutto il tempo la mano, aspettando che si svegliasse. Erano venuti a conoscenza da qualche tempo del piano di Norman, che consentiva nell’uccidere tutti i demoni presenti in quel mondo tramite l’utilizzo di un particolare veleno e, nonostante gli altri ragazzi scappati assieme a loro da Grace Field fossero d’accordo con quel piano, a Emma non andava giù. Aveva conosciuto Sonju e Mujika, due demoni molto particolari, che non si nutrivano di carne umana, e per quello era convinta che avrebbe trovato una soluzione alternativa. Voleva cercare di salvare tutti quanti, come era solita fare fin dall’infanzia, senza preoccuparsi che questi fossero umani o demoni. Ad un certo punto, in quella stanza entrò Anna, con dei vasetti di vetro in mano. “Come sta?” domandò la ragazza. Ray non si era nemmeno voltato verso l’ingresso, mantenendo sempre gli occhi fissi su Emma. “Non lo so. Per adesso, sembra solo che stia dormendo” mormorò. La bionda si avvicinò, affiancando Ray e continuando ad osservare la sua amica; in effetti, sembrava che Emma stesse dormendo beatamente. “Ti ho portato delle altre erbe mediche. Cerca di fargliele ingerire come puoi, è importante che la terapia continui”. Anna poi spostò lo sguardo verso Ray: era parecchio deperito, dal momento che in quel periodo mangiava davvero poco. Si alzò, mettendogli una mano sulla spalla. “Mi raccomando, cerca di non esagerare. Noi abbiamo bisogno anche di te, oltre che di Emma”. Il ragazzo non rispose, così Anna sospirò, uscendo dalla stanza. “Allora, come stanno?” chiese Gilda, speranzosa, appena fuori dalla stanza, mentre anche le altre ragazzine pendevano dalle labbra di Anna; Don e gli altri ragazzi erano all’esterno, di modo da tenere sotto controllo la situazione. La bionda scosse la testa. “Insomma. Emma non si è ancora svegliata, mentre Ray si ostina a non mangiare nulla” ammise candidamente. Gilda sospirò, poi si girò verso le altre ragazze. “Forza, non dobbiamo battere la fiacca. La squadra uno incominci a preparare la cena, mentre la squadra due si occupi della raccolta delle erbe; mi raccomando, dobbiamo fare il possibile per quei due”. Tutte le ragazze si mossero all’istante, sotto le istruzioni della ragazza con gli occhiali. Anna sorrise, avvicinandosi all’amica. “Wow, non ti avevo ancora mai vista in veste di gran capo. Sai, devo dire che ti dona molto come ruolo”. Gilda arrossì al complimento. “Beh, ho pensato che, dal momento che Emma per il momento non ne è in grado, devo assumermi io le sue responsabilità; anche Don sta facendo del suo meglio per gestire i turni di guardia. Tu invece devi occuparti di quei due a qualunque costo, intesi?”. La ragazza prese le mani di Anna, guardandola intensamente; la bionda le sorrise, annuendo. “Certo, lascia fare a me”.


La notte era scesa sul rifugio; quasi tutti i ragazzi erano andati a dormire, fatta eccezione per Thoma e Lannion, rimasti sulla cima della torretta, a fare da guardia. Anche Ray era rimasto sveglio, anche se faticava a mantenere gli occhi aperti. Ad un certo punto, sentì mormorare ad Emma qualcosa; le si avvicinò, per cercare di capire cosa la ragazza stesse dicendo. “Norman…”. A sentire quello, Ray strabuzzò gli occhi. Si alzò di scatto, per poi uscire dalla stanza, diretto verso una precisa meta. Si accucciò, iniziando a muovere la spalla di una ragazza bionda, che stava dormendo. “Anna. Svegliati Anna, devi andare da Emma. Penso che stia iniziando a riprendere conoscenza”. Il ragazzo aveva parlato a bassa voce, per cercare di non svegliare gli altri. Anna si alzò, stropicciandosi gli occhi; non era ancora del tutto sveglia, ma Ray non le lasciò un attimo di tregua. La prese per il braccio, trascinandola fino alla stanza di Emma; una volta dentro, si girò, per andarsene. “Tu non rimani?” domandò la bionda, che si era finalmente svegliata completamente. Ray non si voltò nemmeno per risponderle. “Vado a dare il cambio a Thoma e Lannion. Qui penso che tu basterai, anche perché se Emma si dovesse svegliare del tutto, sarebbe meglio che avesse accanto a se una persona esperta di medicinali, non credi?”. Anna annuì, per nulla convinta, ma decise di non domandare oltre. Così il ragazzo uscì dalla stanza, lasciandola da sola con l’amica, stesa a letto; Anna si avvicinò di più al letto, sentendo il nome che Emma stava continuando a nominare. Nel frattempo, sulla sommità della piccola torretta, due ragazzini erano rannicchiati contro un muro, con una coperta che gli avvolgeva entrambi. “Dici che Emma si riprenderà presto?” disse il ragazzino biondo, senza però togliere lo sguardo dal paesaggio che aveva davanti. Thoma annuì immediatamente “Ma certo che si, lo ha sempre fatto. Ricordati che la stanno aiutando anche Ray e Anna; non c’è da preoccuparsi”. Lannion si voltò, guardando l’amico con un espressione di sfida. “E chi si sta preoccupando? Sei tu che ti preoccupi”. I due stavano per iniziare a bisticciare, quando la botola che portava fino a lì in cima si aprì, facendo sbucare fuori Ray. “Ragazzi, sono venuto a darvi il cambio. Meglio se andate a riposarvi, domani si preannuncia una giornata faticosa”. I due si guardarono un istante, per poi voltarsi verso il nuovo arrivato. “Ma tu cosa ci fai qui? Non devi rimanere vicino a Emma?”. Ray si avvicinò ai due, rubandogli la coperta. “C’è Anna assieme a Emma” rispose, per poi appoggiarsi al muro, coprendosi con quel pezzo di stoffa. I due si guardarono ancora per un momento ma, prima di poter ribattere, furono fulminati da Ray. “Vi ho detto di andare a dormire. Sbrigatevi”. I due non se lo fecero ripetere un’ennesima volta, ma imboccarono subito le scale, che gli portarono al piano inferiore. Una volta da solo, Ray sospirò, tornando a guardare l’orizzonte.


La notte stava ormai per finire, e il sole iniziava a farsi vedere da dietro le montagne. Anna non aveva lasciato la stanza di Emma nemmeno per un secondo, ma aveva sfruttato quel tempo per preparare dei nuovi medicinali, con le erbe mediche che coltivavano in quel rifugio. Ad un tratto, Emma si tir su dal letto. “Norman” urlò, prima di rendersi conto di dove si trovasse. “Ben svegliata, Emma” disse Anna, sorridendole. Emma la guardò stupita, per poi prendersi la testa tra le mani. “Cosa è successo? Dove sono?” le domandò. La bionda la osservò con compassione, poggiando a terra la boccetta di vetro su cui stava lavorando. “Sei nel rifugio. Sei andata in perlustrazione fuori, ma sei stata attaccata da un demone. Per fortuna, Ray ti ha ritrovata, e ti ha riportato qui”. Emma annuì, iniziando a ricordare; poi si rivolse nuovamente all’amica. “E Norman? Ha già attuato il suo piano?”. Per sua fortuna, Anna negò con la testa. Emma tirò un sospiro di sollievo, per poi finalmente guardarsi attorno. “E invece Ray dov’è?”. La bionda sorrise alle continue domande che l’amica le stava ponendo. “E’ rimasto con te per tutto il tempo, poi quando hai iniziato a svegliarti se n’è andato”. Emma sembrò rimarci male nello scoprire ciò, e Anna ovviamente le lo lesse in faccia. “Beh, d’altronde anche io me la sarei presa se, dopo aver passato giorni interi ad aspettare che qualcuno si riprendesse, la prima parola che le sento dire è il nome di un altro”. La rossa sgranò gli occhi, preoccupata. “Perché, cosa ho detto?” chiese, con un filo di apprensione; Anna le sorrise nuovamente. “Nel sonno, continuavi a ripetere il nome di Norman”. Emma sospirò, abbassando la testa. “Capisco. E ora sai dirmi dove è andato quel testone? Vorrei parlargli”. Anna annuì, indicandogli la cima della torretta di vedetta, che Emma raggiunse in fretta. Non riusciva ancora a camminare bene, ma si decise comunque a raggiungere quel posto. Tentò di fare il meno rumore possibile, per non svegliare gli altri ragazzi, e pregò Anna affinché non lo facesse nemmeno lei. Una volta arrivata in cima, si guardò attorno; non ci mise molto a trovare il ragazzo, rannicchiato sotto ad una coperta, con le spalle appoggiate contro il muro. “Ciao Ray” disse la ragazza, raggiante. Il moro non si era ancora accorto della presenza di un’altra persona, quindi si spaventò nel sentire la voce squillante dell’amica. Si gira verso di lei, vedendola sorridere. “Ciao Emma, come stai?”. Emma si toccò la testa, dove Anna le aveva avvolto una fascia, per medicarla. “Piuttosto bene direi. Anna mi ha raccontato che mi sei stato vicino per tutto il tempo. Ti volevo ringraziare”. Ray sorrise, per poi voltare lo sguardo. “E per cosa? Te l’avevo detto che ti avrei aiutata in qualsiasi modo. Inoltre, ricorda che il mio obiettivo iniziale era quello di salvare sia te che Norman, quindi quello che ho fatto è assolutamente normale”. A quel punto, la ragazza si avvicinò a lui ancora di più, guardandolo male. “Uffa, per una volta prenditi la nostra gratitudine, senza sminuirti”. Emma era arrivata ad un palmo di naso dal viso di Ray, e questo metteva in soggezione il ragazzo. Poi però la ragazza si rilassò, sedendosi accanto all’amico. “Dici che riusciremo a far cambiare idea a Norman? Mi sembrava così deciso quando ci ha esposto il suo piano” mormorò, prendendosi le ginocchia ed avvicinandosele al petto, stringendole forte. Ray la osservò con compassione; delle lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi, così la ragazza tentò di nascondersi il viso tra le gambe. Vedendola in quello stato, al moro si strinse il cuore; Emma non aveva mai esternato le sue vere emozioni, dal momento che doveva dimostrarsi un capo forte e sicura di se per condurre quel gruppo di ragazzi verso la libertà. Così, senza pensarci due volte, Ray passò una mano tra i capelli di Emma, per poi avvicinarla verso di se. Emma rimase sorpresa da quel gesto, ma non si ribellò. Rimasero così per un pò di tempo, in silenzio, fino a quando il sole non sorse del tutto, illuminando il loro rifugio. “Dai, ora andiamo; devi riprendere in mano le redini del gruppo e tranquillizzare tutti quanti”. La ragazza annuì, per poi seguire Ray al piano inferiore.

   
 
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