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Autore: Ciribiricoccola    06/09/2009    1 recensioni
Cinque racconti e cinque hit nostrane del passato per quattro ragazzi britannici, quattro componenti di una band.Quali disavventure li attendono al di là di queste note? Ascoltate il jukebox e lo saprete...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Harry Judd, Nuovo personaggio, Tom Fletcher
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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mcfly

Salve a tutti i mcflyani e non :).
Avreste mai pensato che mi sarei data alle demential? :)
Se non ve lo aspettavate, tanto meglio :)-
Vi proporrò 5 racconti sui McFly, tutti con un titolo ispirato a delle famose canzoni italiane (e includerò anche i link). Giocheremo ad ascoltare un Jukebox sottoforma di FF, insomma :). Spero che l'idea della musica italiana associata ai McFly vi piaccia!

Per ora includo solo il primo, ma presto aggiornerò :). Buona lettura!

Con affetto

Ciry

TRACK N°1: “INNO NAZIONALE”- LUCA CARBONI

O… God save McFly

 

God Save the Queen
God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen;
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us,
God save the…

E lui è troppo di Manchester,
tu sei troppo di Corringham
sventoliamo troppe bandiere,
col bastone nella mano
e diventiamo troppo violenti,
e se non ci spacchiamo i denti
comunque ci promettiamo in coro
che ci romperemo il culo!


“Sì, io ti rompo il culo, hai capito, Jones, te lo rompo!!!”
“Sono io che lo romperò a te, Poynter di merda!!!”
“OMMIODDIO, MCFLY, CULO, ROMPERE, Sììììììììììììììììììììììììììììììììììì, RAGAZZE, LE NOSTRE PREGHIERE SONO STATE ASCOLTATE!!!”

Un’orda di fans ninfomani e dalla mentalità fin troppo aperta, spuntate da chissà dove in mezzo alla strada, distolse Dougie e Danny dai loro reciproci insulti, e li costrinse a correre a gambe levate verso St. James Park, dove sicuramente avrebbero avuto modo di rifugiarsi sugli alberi (cosa da farsi se scappate da un orso, NDR) o di tuffarsi nel lago (nel caso di una fuga da uno sciame di api, NDR), nel tentativo di sfuggire a tutte quelle mani vogliose (il cui unico ragionevole rimedio sarebbe svitarsi il pene e lanciarlo in mezzo alla folla, NDR).

Quella sera, i due non stavano cercando di accoppiarsi oscenamente e con veemenza, come pensavano le faine fameliche da cui stavano scappando.
Stavano litigando di brutto, prima che quelle li avessero interrotti!
E per che cosa litigavano, due “uomini” (legalmente parlando) fatti e finiti?
Per il calcio.

Danny aveva la brutta abitudine di diventare un vero pacchiano con poco self- control, se si parlava di calcio.
E Dougie non era certo il tipo da non rispondere alle provocazioni, nonostante se ne fregasse altamente del calcio, sport che detestava; ma era divertente guardare Danny che vociava come un pazzo davanti alla partita! Almeno finché non iniziava a seminare zizzania, preso dalla rabbia, ogni volta che la sua squadra mancava una rete…

Così si erano ritrovati in mezzo alla strada, all’uscita di un pub, dopo aver visto il primo tempo di “Bolton/ Essex”, e avevano iniziato una piccola discussione, degenerata in una cagnara degna di due italiani pronti alla rissa.

“Terrone!” gli aveva urlato Dougie.
“Zitto tu, che sei nato prematuro!” aveva subito ribattuto Danny, furioso.
"E questo cosa c’entra!!!” aveva strillato di rimando il bassista.
“C’entra perché… perché… perché sei nato con un mese in anticipo, sei nato piccolo e brutto e con il cervello di una gallina!!!” abbaiò il chitarrista.

Così, dopo che i nostri due litiganti avevano cercato di non fare caso alla parata stramba di galline e polli capitanata da un pulcino nero con un guscio d’uovo in testa che reclamava di chiamarsi Calimero in mezzo alla strada; dopodiché, erano giunte le fans, quindi la fuga era stata immediata.

 

Finalmente Buckingham Palace apparve davanti a loro, in lontananza.

Avrebbero potuto nascondersi e attendere che quelle indemoniate se ne andassero o si disperdessero, dopodiché avrebbero ripreso a dirsele di santa ragione, magari condendo il tutto con qualche sano pugno, da VERI uomini quali si credevano.

Appena arrivati in Saint James Park, le loro strade si divisero.

Danny si tuffò in un grande cespuglio vicino al lago, mimetizzandosi subito con l’ambiente, dal momento che il terreno fangoso lo insudiciò da capo a piedi.
Dougie ebbe la stessa idea, ma di certo non aveva notato che il suo collega si era rifugiato nello stesso luogo! Appena si ritrovò tra le frasche dell’ arbusto, inciampò sopra Danny, finendo gambe all’aria.

Il parco con la sua vegetazione fu la salvezza dei due componenti dei McFly, perché le fan, dopo una breve ricerca dei loro idoli (secondo loro, freschi freschi di cambio di sponda sessuale), se ne andarono, afflitte.
Cercarono nel giardino del palazzo, nella fontana sotto il Victoria Memorial, sotto i cappelli delle guardie reali, ma tutto fu inutile.

Entrambi i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, sentendo i passi dello squadrone allontanarsi, così uscirono dai loro nascondigli.

Dougie aveva solo le gambe piene di fango, mentre Danny ne era ricoperto ovunque, sembrava una grossa stecca di cioccolato fondente.
Senza badare ai reciproci aspetti disastrosi, si alzarono e ripresero a litigare, a offendersi, a tirarsi i capelli…
Sfuriata dopo sfuriata, giunsero precisamente davanti al grande palazzo reale.

E fu allora che entrambi persero qualcosa come vent’anni di vita in un secondo.

 

“ADESSO… BASTA!!!” tuonò una voce dall’oltretomba.
“Occazzo!!!” sussurrarono entrambi, guardandosi intorno confusi, ma soprattutto spaventati a morte.
I peli delle loro ginocchia se la diedero a gambe per il terrore, appena in lontananza si vide una sagoma nera camminare verso di loro, sicuramente minacciosa e assetata di sangue.

“Merda, merda, merda…” gridò Danny, cercando un altro nascondiglio insieme a Dougie per scappare a morte certa.
Ma ormai, la sagoma era a pochi passi da loro.
E quando se li ritrovò davanti, rannicchiati per terra, avvinghiati l’uno all’altro e tremanti per la paura, le sue parole furono terribili.

“Mi avete ufficialmente rotto le palle!” tuonò, puntando su se stessa la torcia elettrica che aveva in mano.
Dopo un iniziale momento di stordimento, Dougie chiese per primo: “Maestà, cosa fate sveglia a quest’ora?!”
“Di grazia, sto cercando di dormire e non ci riesco!” rispose irritatissima la Regina Elisabetta, facendo scuotere il pon pon del suo berretto da notte con i movimenti scattosi del capo.
“Maestà, ci perdoni, stavamo scappando!” intervenne Danny, piagnucolando.
“Giovanotto, si ricomponga e si dia una lavata!” lo rimproverò la Regina “Quella roba di cui è cosparso non è per niente sexy, neanche per una di bocca buona come me!”
Il chitarrista, seppur scosso da quelle parole, continuò imperterrito: “Vostra Maestà, scappavamo da una folla affamata di fans che volevano abusare di noi!”
“E stavate litigando, porca di quella vacca!” sbraitò la signora, agitandosi nella sua lunga camicia da notte color pesca “Vi ho sentiti da sopra mentre vi gridavate cose impronunciabili! Vergognatevi, razza di stronzi! Turbare le vostre coscienze e disturbare il mio sonno!!!”
“Maestà, ha cominciato lui!!!” latrò Dougie, indicando con cattiveria l’amico fangoso, che lo fulminò con lo sguardo.
“Non mi interessa chi ha cominciato!” urlò la donna “Non potete prima fare i vostri giochetti erotici nel MIO fango del MIO parco e poi litigare come due donnette scellerate perché non riuscite ad avere un orgasmo!!!”
“Salsiccina mia… che cosa sta succedendo?”

Il principe Filippo era apparso alle spalle della consorte, avvolto nella sua vestaglia reale rosso porpora con gli orsacchiotti stampati, un po’ timoroso.

“Filippo, torna a letto, sto sistemando una faccenda con questi due sudditi sodomiti e negligenti!” ordinò la Regina, voltandosi a malapena verso il marito, che provò a insistere dicendo: “Ma, mia cara, io credo che…”
“Filippo, se non vai a letto, ti ci legherò, come l’altra settimana, poi mi vestirò da guardia reale e allora vedremo se parlerai di nuovo a sproposito!” lo zittì la donna, fulminandolo con lo sguardo.

L’uomo anziano impallidì, terrorizzato, e s’incamminò in silenzio e con grande fretta verso l’entrata del palazzo.
Colpito e affondato.

 

“Maestà, noi veramente…” iniziò Dougie, con un filo di voce.
“Voi adesso vi alzerete da terra e mi ascolterete, e che cazzo!” ordinò la Regina.

I due ragazzi scattarono in piedi con la schiena dritta e il mento alto, come due soldatini.
Così, la Regina iniziò il suo terzo grado.

“Ditemi come stanno veramente le cose e per cosa stavate litigando, per cortesia…” domandò, fissandoli.
“Stavamo litigando per il calcio, poi siamo scappati da dalle fans che…” rispose Danny, vergognandosi come un ladro.
“Calcio!” lo sovrastò la sovrana, continuando “Ebbene, per quale motivo?”
Dougie, spaventato dai movimenti pericolosi del pon pon del berretto reale, rispose in fretta: “Perché ci siamo lasciati prendere dalla rabbia guardando una partita al pub, Maestà, sissignora!”
“Dove siete nati?” domandò la donna, sistemandosi i grandi occhiali da vista con fare sospettoso.
“A Bolton, mia Regina!” rispose Danny.
“A Corringham, Maestà!” lo imitò Dougie.
“Bè, non m’interessa!” sbottò la ReginaLa Gran Bretagna è un regno immenso, prospero e bello sotto tutti i suoi lati! Non vedo perché dovete essere rivali in modo così acerrimo! Porca puttana, ragazzi miei, non avete niente di meglio da fare nella vita?!”
“Ci perdoni, Maestà, ci perdoni, non lo faremo più!” la supplicò Dougie, praticamente in lacrime.
“Siamo stati degli emeriti stupidi!” aggiunse Danny, battendosi un colpo sul petto per fare mea culpa.
“Bene, bene, è sufficiente che vi siate pentiti!” li interruppe la loro sovrana, per poi farli alzare e dir loro gentilmente: “Dal momento che vi siete comportati in modo egregio e maturo, potete darvi una ripulita ed alloggiare nelle stanze del mio palazzo…”

Onorati da tale privilegio, i due ragazzi accettarono immediatamente l’invito e, una volta saliti fino alla stanza preparata per loro, si ritrovarono circondati dal lusso e da ogni comodità.

“Non vedo l’ora di farmi una doccia!” esclamò Danny, schifato dal fango che gli si stava asciugando addosso.
“E io di darmi una bella ripulita alle gambe! Guarda che schifo sono diventate le scarpe!” si lamentò Dougie, prima di aggiungere, serio: “Danny, scusa davvero per prima, tu per me non sei un terrone, ero solo arrabbiato come un idiota…”
“Figurati, Doug, anzi, sono io che mi scuso!” ribatté l’altro, dandogli una pazza amichevole sulla spalla “Tu non sei un minorato solo perché sei nato prematuro…”

I due amici si strinsero in un abbraccio fraterno, ma furono interrotti nella loro riconciliazione dall’arrivo della Regina assieme a Tom e Harry. Tutti quanti muniti di videocamere, riflettori e tutto l’occorrente per un set cinematografico.

“Bene, giovanotti, potete cominciare ad accoppiarvi come due checche alla riscossa!” annunciò la donna, facendo vibrare il pon pon del suo berretto da notte.
“COSA?!” strillarono all’unisono Danny e Dougie, scandalizzati.
“Ragazzi, avere un’etichetta discografica per conto proprio non è facile, bisogna far incrementare le entrate!” spiegò Harry, piazzando una videocamera su un treppiedi.
“Giusto, collega!” lo appoggiò Tom “Dunque, ragazzi, da bravi, datevi qualche bottarella e poi venderemo tutto a peso d’oro!”
“Ma siete diventati tutti scemi!!!” sbottò Danny, spalancando gli occhi per la rabbia e lo stupore.
“Oh, stai zitto, terroncello!!!” lo ammonì severamente la Regina “Piuttosto, prendilo in bocca al tuo amico londinese e fai la parte passiva, da inferiore, come tutti i terroni maledetti che abbiamo qui, muahahahahahah…..”

 

THE END- TRACK 1

To be continued... (Track 2)

***

CREDITS:

"Inno nazionale" di Luca Carboni e l'inno inglese "God save the Queen" sono state citate senza nessuno scopo di lucro.

   
 
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