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Autore: Sleepesleep    20/04/2022    0 recensioni
E così che Osamu aveva imparato a farlo vincere, se Atsumu voleva qualcosa perché combattere con lui per averla, a lui andavano bene gli scarti. Gli andava bene essere il meno conosciuto dei fratelli Miya, gli andava bene quando i professori tessevano le lodi del fratello incoraggiandolo di essere come lui, gli andava bene quando Kita o l’allenatore ripetevano quando Atsumu fosse fondamentale per quella o quest’azione, gli andava bene se nella parete di casa ci fossero più foto del fratello o se gli occhi fieri della sua famiglia erano tutti sulla schiena di Atsumu e non sulla sua, aveva imparato che accontentarsi era alla base della vita per quelli come lui.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Nuovo personaggio, Osamu Miya
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il fischio, il match è finito, le urla riecheggiano per la palestra. La vittoria e la sconfitta diventano reali in quel frangente, l’adrenalina smette di scorrere e la realtà appare sbiadita tra le lacrime. Osamu conosce quella sensazione, sa che il sapore della vittoria e della sconfitta è il medesimo, un mix di sudore e lacrime.

Atsumu è al suo fianco, si sporge dalla ringhiera urlando << SAKUSA >> mentre muove il pugno chiuso verso il vuoto. Il biondo sorride brillando in maniera fastidiosa, Osamu è costretto a distogliere lo sguardo e lo posa sul campo dove si trova l’oggetto delle attenzioni del fratello.

Il moro alza la testa richiamato dalla voce, un sorriso superbo sbilenco fa contrarre il viso mentre un pugno chiuso si alza diretto verso gli spalti. Osamu conosce il significato dietro quel gesto, è la loro promessa che un giorno sarà Atsumu ad alzare la palla per Sakusa, che un giorno potranno finalmente giocare indossando la stessa maglia.

Osamu ridacchia amaramente divertito, Atsumu e Sakusa sono davvero fatti l’uno per l’altro, loro sono fuoriclasse. E poi c’è quella leggenda che gira, a cui Osamu non hai mai dato peso che però ora gli appare più vera che mai.  Secondo essa, tra tutti gli schiacciatori che un alzatore avrà c’è sempre quello unico, quello che lo capirà solo con uno sguardo, quello con cui sincronizzerà il suo battito. E lo stesso vale per lo schiacciatore, esisterà un solo alzatore che lo guiderà verso il cielo, uno solo che sarà il suo faro contro il muro nemico, colui con cui sincronizzare il battito.

Atsumu e Sakusa, Hinata e Kageyama, Bokuto e Akashi, Oikawa e Iwazumi sono solo qualche esempio di quella stupida credenza. Osamu si limita a mettere le mani in tasca e a lasciare gli spalti diretto verso il distributore, ha bisogno di mangiare, ha un buco al petto che continua a chiedergli di essere placato. Cerca di essere il più silenzioso e veloce possibile, sa bene che però la pace durerà poco, Atsumu lo troverà come sempre.

Osamu inserisce la moneta proprio quando Atsumu gli viene incontro sbuffando << Ecco dov’eri finito, potevi almeno aspettarmi >>. Osamu fece spallucce e digito il numero per ottenere il suo spuntino. << Abbiamo appena mangiato, Samu idiota, dovresti darti una regolata >> lo rimproverò casuale Atsumu mentre faceva rigirare il telefono tra le mani nervoso.

<< Dagli il tempo di spogliarsi, poi ti chiamerà >> affermò Osamu abbassandosi per raccogliere il pacchetto di patatine. Atsumu fece una smorfia ribattendo << Lo so, solo vorrei.. >> ma non ebbe modo di finire la frase che una voce familiare li richiamo. << Scusate non ho fatto in tempo per il match >> asserì Aran sorridendo tristemente. << Non sai che ti sei perso >>  scherni Atsumu e aggiunse superbo << Il mio Omi-Omi ha fatto una verticale da paura e ovviamente ha vinto >>.

Aran rise divertito affermando << Chi l’avrebbe mai detto che il famoso Atsumu Miya sarebbe stato un fidanzato così presente, fai addirittura il tifo >>. Atsumu mise su un broncio imbarazzato balbettando una qualche scusa incomprensibile. Osamu lo fissava placido, Aran si sbagliava su Atsumu, lui era sempre stato così con le cose che voleva, le coltivava finché non riceveva i frutti tanto agognati.

Osamu lo sapeva meglio di chiunque altro, loro erano gemelli, Osamu conosceva le potenzialità di suo fratello e lo temeva, lui sapeva di cos’era capace quando la sua mente si focalizzava su un obbiettivo, prima era stata la pallavolo e poi Sakusa. Atsumu prendeva ciò che voleva, senza preoccuparsi di far del male a lui, che importava infondo se fosse stato Osamu il primo ad interessarsi, anzi quello era un incentivo per averla prima di lui.

E così che Osamu aveva imparato a farlo vincere, se Atsumu voleva qualcosa perché combattere con lui per averla, a lui andavano bene gli scarti. Gli andava bene essere il meno conosciuto dei fratelli Miya, gli andava bene quando i professori tessevano le lodi del fratello incoraggiandolo di essere come lui, gli andava bene quando Kita o l’allenatore ripetevano quando Atsumu fosse fondamentale per quella o quest’azione, gli andava bene se nella parete di casa ci fossero più foto del fratello o se gli occhi fieri della sua famiglia erano tutti sulla schiena di Atsumu e non sulla sua, aveva imparato che accontentarsi era alla base della vita per quelli come lui.

Solo che in quelle ultime settimane era davvero infastidito dal suo gemello, non importa quello che Atsumu facesse lui lo trovava disgustoso. Doveva accadere prima o poi, quel lento ribollire del suo sangue lo avrebbe fatto esplodere, la causa di tutto era appena apparsa richiamandoli.

<< Atsumu >> asserì una voce facendo voltare il trio all’unisono. Il biondo si precipitò verso Sakusa e lo strinse a sé in un abbraccio soffocante. Sakusa ridacchio con alta probabilità suo fratello doveva avergli sussurrato qualcosa di dolce, nessuno dei due sembro più fare caso a lui o ad Aran. Infatti, l’amico gli diede una leggera spallata affermando << Lasciamoli soli >>. Osamu si limitò ad annuire.
Aran annunciò calmo << Complimenti per la vittoria Sakusa >>. Il moro sobbalzo forse rendendosi appena conto che anche loro erano lì << Grazie >>. Aran sorrise gentile e aggiunse << Io e Osamu dobbiamo andare ma ti lasciamo in buone mani >>. Atsumu si stacco dal fidanzato e guardò l’amico grato.

Sakusa obbietto << Pensavo avremmo festeggiato il post-match insieme? >>. Aran titubante cerco una scusa ma Osamu fu più veloce spiegando << Mi dispiace, Sakusa, ma Aran ha bisogno di un paio di scarpe e il negozio chiude alle sette >>. Il moro sembrò credergli e asserì << Sarà per la prossima volta >>. Osamu si allontanò dai fidanzati seguito da Aran che affermò << In realtà volevo sul serio fare un giro in centro, mi accompagni? >>.

<< No >> rispose schietto Osamu e afferrò una manciata di patatine inghiottendole senza neppure masticare. << Dovresti smetterla di mangiare queste schifezze, un giorno ti faranno male >> affermò preoccupato Aran. << Come dici tu >> gli rispose piatto il grigio e riprese salutandolo << A domani >>.

Aran lo fissò andarsene senza dir nulla, ma Osamu percepiva la domanda non fatta, quella domanda a cui tutti intorno a lui si rifiutavano di dar voce ma che trapelava dai loro occhi. ‘Stai bene?’ La verità era che era solo stanco, così stanco di dover essere l’ombra di Atsumu, era così stanco.

Appallottolo il pacchetto vuoto di patatine e lo lanciò nel cestino poco distante. Non sapeva dove andare, non voleva andare a casa o in palestra, così iniziò a girovagare ripercorrendo gli eventi degli ultimi mesi, gli eventi che lo avevano portato al suo punto di rottura.
   
 
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