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Autore: Alex Ally    21/04/2022    1 recensioni
Il tempo passa e le persone crescono, ma certi momenti rimangono impressi nei loro cuori e non potranno mai essere dimenticati.
Scritto per festeggiare l'anniversario della serie.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai la giornata stava volgendo al termine eppure nel cortile di una scuola si potevano sentire ancora le urla dei bambini che giocavano a calcio.
«D'accordo direi che per oggi ci siamo allenati abbastanza!» disse un uomo ai ragazzi.
«Ma allenatore Hiyomi...» inzio uno di loro, ma venne subito fermato.
«Si sta facendo tardi perciò è meglio se andate a casa, ci alleneremo di nuovo domani.» disse Tommy al che tutti i bambini sorrissero e ringraziandolo pressero le loro cose per uscire e tornare a casa.
Una volta solo si tolse il berretto che portava e si passo una mano tra i capelli esausto, adorava la sua squadra di calcio ma ogni volta che si avvicinava una partita i bambini insistevano sempre per stare ad allenarsi fino a tardi però infondo non era poi cosi dispiaciutto.
Era diventato un'insengante e l'allenatore della squadra di calcio della sua vecchia scuola elementare e il suo lavoro gli piaceva perchè non si trattava solo di insegnare lo sport ai bambini, ma anche di aiutarli a lavorare in squadra e ad essere più sicuri di se stessi... gli stava aiutando come in passato Takuya e gli altri avevano aiutato lui.
A quel pensiero guardo l'orologio e vedendo l'ora capì che se non si fosse sbrigatto sarebbe arrivato tardi.

Il suono dei fornelli accessi e dei cibi che sfrigolavano in padella riempiva tutta la cucina, vedendo l'ora però una donna bionda si tolse il grambielle.
«Zoe ci lasci cosi presto?» chiese un collega.
«Yes, ho un'impegno e il capo mi ha datto il resto della giornata libera.» rispose lei andando a togliersi la divissa da chef.
«Allora a domani.» continuo il collegga salutandola mentre usciva.
Zoe ricambio il saluto e una volta nel parcheggio del ristorante in cui lavorava cerco la sua macchina.
Alcuni forse si domandavano perchè non avesse mai provatto ad aprire un ristorante tutto suo o perchè aveva smesso di lavorare per le riviste di moda, ma la verità era che lavorare lì in quel ristorante di dimensioni abbastanza modeste le bastava e che le piaceva. Tra gli altri cuochi, i propriettari e il resto dello staff si sentiva bene, fare parte di quella squadra le piaceva e non avrebbe scambiatto quella senzasione di appartenenza per niente al mondo sopratutto per un lavoro che avrebbe finito per farla nuovamente sentire isolata anche in compagnia di altri.
Sorrise pensando che forse però c'era un'altro gruppo con il qualle si sentiva cosi bene e che le aveva insegnato ad apprezzare la compagnia della altre persone.
Aprendo la portire dell'auto per entrarci sul suo dito brillo il riflesso di un'anello.

L'orologio segno l'ora e JP si alzo dalla sua scrivania pronto per andarsene dall'ufficcio contabille in cui lavorava.
Mentre si preparava l'occhio gli cade sulla foto che aveva sulla scrivania e sorrisse. La foto era di tre persone e anche se a volte difficile JP era veramente orgoglioso di essere un padre di famiglia, non avrebbe mai pensato che un giorno lo sarebbe stato eppure eccolo qui sposato con una donna che lo accoglieva a casa tutti i giorni dopo che entrambi avevano faticato tutto il giorno lui al lavoro e lei come casalinga e un figlio che era il suo orgoglio e la sua gioia.
Da piccolo credeva che un giorno avrebbe vissuto una vita piena di emozioni e avventure e invece eccolo lì con una vita ordinaria come tante, niente di eccezionale eppure non n'è era affatto dispiaciutto forse anche perchè l'avventura pieni di emozioni l'aveva vissuta da piccolo.
Amava la sua vita e la sua famiglia e sopratutto amava il fatto che poteva essere sincero con loro al cento per cento, lo amavano per com'era e non perchè volevano qualcosa da lui. Negli anni aveva imparato ad essere se stesso e sopratutto sincero nel costruire rapporti con gli altri e questo lo doveva a alle persone che assieme alla sua famiglia, erano le più importanti della sua vita.
Finì di prendere le sue cose e mandando un messaggio alla moglie dicendole che avrebbe fatto tardi per un'impegno usci dall'ufficcio.

Koji usci dal fiorario con un boquet in mano, quella sera sarebbe andato dai suoi e come da tradizione avrebbe regalato alla sua matrignia dei fiori per l'anniversario di nozze. Aveva viaggiato molto quando era più giovane, fatto tante esperienze e incontrato tante persone eppure manteneva viva ogni anno quella tradizione nemmeno Satomi poteva immaginare cosa ci fosse dietro per renderla tanto cara al figlio.
Nella sua vita aveva visto anche situazioni famigliari come quella che aveva vissuto lui altre erano anche peggiori e Koji per voler aiutare quelle famiglie era finito a lavorare nel sociale un campo in cui proprio non riusciva a immaginarsi eppure era bravo e gli piaceva il suo lavoro.
La vita a volte era proprio ironica e lui lo sapeva meglio di tutti. Mise il boquet sul sedile posteriore, l'avrebbe consegnato a Satomi quella sera quando avrebbe festeggiato i genitori assieme a loro e alla propria moglie adesso però aveva ben altro da festeggiare con altre persone e avviando il motore si diresse verso l'ospedale.

Controllo di nuovo le analissi per fortuna sembrava essere tutto a posto perciò la rimisse nella cartella del paziente con un sorisso. Senza la sua famiglia e i suoi amici non sarebbe stato qui, un medico addirittura a capo di un reparto in quello stesso ospedale che ironicamente tanti anni fa aveva ricoverato anche lui.
Non si ricordava di precisso quando aveva deciso di studiare medicina e a volte si chiedeva se l'avesse studiata lo stesso anche se la sua vita fosse andata in modo diverso. Se sua nonna non gli avesse detto il nome di Koji, se non fosse caduto dalle scale, se non... se lui non fosse diventato... scosse la testa quel giorno non era adatto per ricordi tristi o rimpianti, ma per festeggiare tutti i loro ricordi più felici assieme.
La strada che aveva scelto in ogni caso non era stata priva di difficoltà, ma era riuscito a superarle e per fortuna non aveva dovutto farlo da solo aveva trovato qualcuno a cui appoggiarsi quando le cose diventavano difficili e di questo n'è era grato.
Si sentiva inoltre fortunato ad aver trovato qualcuno che badasse a sua figlia quella sera facendolo stare più tranquillo. Fuori dall'ingresso c'era una macchina che l'aspettava e sorridendo Koichi andò verso il fratello venuto a prenderlo.

Vent'anni.
Erano passati ben vent'anni da quel giorno, ma per Takuya sembrava fosse passato molto meno però infondo era comprensibille l'avventura a Digiworld era qualcosa che nessuno di loro poteva dimenticare, erano cresciutti avevano le loro famiglie eppure ogni anno si ritrovavano sempre lì alla stazione dove tutto era cominciato.
Senza quel viaggio non sarebbe mai stato l'uomo che era oggi di questo n'è era certo proprio per questo era ogni giorno sempre più grato del fatto di aver risposto di si a quel messaggio inviatoli da Ophanimon. C'erano volte in cui sognava di tornare a Digiworld e di farlo conoscere alla sua famiglia però anche qui a casa si sentiva fiero di chi era diventato aveva partecipato ai campinati di calcio giovanili e poi aveva deciso di voler diventando un pompiere per continuare ad aiutare le persone, per essere ancora un eroe a modo suo.
I suoi amici lo prendevano in giro dicendo che la sua scelta di carriera forse era stata influenzata da Agunimon e tale idea in realtà non gli dispiaceva. Sapeva che tutti loro sentivano dentro ancora una parte del legame che avevano instrauratto con gli spiriti dei Leggendari Guerrieri.
«Takuya!» senti una voce chiamarlo e voltandois vide Tommy, Zoe, JP, Koji e Koichi andare verso di lui.
Sorrisse felice.
Il tempo passava, le vite cambiavano a volte andando in direzioni completamente diverse da ciò che si immaginava, ma in ogni caso loro sei non avrebbero mai smesso di essere amici.
  
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