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Autore: Lita_85    21/04/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Durante l'università e, il conseguente tirocinio in ospedale, avevo imparato tante tecniche di rilassamento e di postura benefica. Brillanti professori e fisioterapisti, avevano affiancato quel meraviglioso percorso di formazione suggerendomi tecniche innovative e i trucchi del mestiere. Su quei lettini da massaggio, avevo arricchito il mio bagaglio culturale oltre che a fare altri tipi di conoscenze approfondite con le altre tirocinanti. 

Ripensare alla mia vita precedente mi lasciava sempre il sorriso sulle labbra. Le scopate nei posti più disperati, le scorribande notturne con Saverio e le bevute di vodka e Martini come se non ci fosse un domani, erano le attrazioni principali di quella vita dissoluta. 

Non mi mancava quella vita, ma ripensaci aveva un effetto benefico e liberatorio, come gli esercizi che avevo appreso e che stavo mettendo in atto all'interno della mia auto tra un semaforo rosso e la coda infinita tra le strade affollate di Milano. 

Ne avevo preso atto e consapevolezza. Ne avevo tratto il meglio e, perché no, anche il peggio, lasciandomi in corpo solo il ricordo del divertimento e della spensieratezza senza vincoli e senza ripensamenti. Sicuramente, quello che vivevo adesso, era lontano anni luce da quelle situazioni a volte al limite, ma grazie ad esse avevo finalmente  trovato la mia rotta e il mio porto sicuro.

Alzavo e abbassavo le spalle ritmicamente per poi stirare le braccia sullo sterzo rilassando finalmente quei muscoli che sembravano essersi atrofizzati durante la notte passata tra divano e terrazzo, quando all'improvviso sentii il cellulare squillare.

« Buongiorno Dottore! »

« Avvocato… »

« Allora? Com'è andata la serata dalla dolce mammina? »

« Non è andata bene… »,

« Cioè? »,

« Ha preso Anita per una sciacquetta e ha chiamato me stimato e brillante dottore… »,

« Ma è impazzita?! Tu, brillante e stimato dottore?! », chiese con quella vena comica che lo contraddistingue.

« Eh, non so che dirti… »,

« Adesso, a parte gli scherzi, come sta Anita? »,

« Beh, essere presa per una poco di buono dalla suocera non era di certo la sua aspirazione… »,

« Cazzo… mi dispiace… »,

« Eh, ho passato la notte a maledirmi per averla portata in quel posto… io volevo solo darle una parvenza di famiglia… ho sbagliato tutto… »,

« Da, non è colpa tua… tu eri in buona fede… »,

« Lo so, ma Anita ha pensato che io non la amassi in base alle parole create ad hoc da mia madre… ho creduto di perderla… »,

« E adesso? »

« Adesso abbiamo chiarito… però non ti nascondo che tutta questa storia mi ha lasciato un'amarezza dentro che non ti immagini… »

« Immagino… »

« Non voglio più vederla Sa… neanche per sbaglio… »

« Non credo che sarà facile dato il matrimonio imminente… »

« Non sapeva niente prima, e non saprà nulla adesso… »

« Sì, ma adesso sa di voi, e sa quanto ami Anita… non credo che si fermerà… »

« Beh, troverà pane per i suoi denti! Non ho intenzione di lasciarla vincere… »

« Stai attento… »

« Tranquillo, lo farò… piuttosto dimmi com'è andato il tuo fine settimana? »

« È andato benissimo! Valeria era felicissima! Figurati che ha anche azzardato una proposta! »

« E sarebbe? »

« Vuole che ci sposiamo subito dopo la nascita del bambino! »

« E Ginevra?! »

« Si è strozzata con l'acqua minerale come da manuale! »

« Ma povera! »

« Le passerà! Ha delle strane convinzioni riguardanti il sesso e la vita matrimoniale che devo assolutamente sfatare! »

« Già, non ha capito che sei un pervertito sia da fidanzato che da sposato! », affermai tra le risate. 

« Esatto! Potresti metterci una buona parola? », chiese scherzando facendomi sorridere.

« Vedrò cosa posso fare! Anzi, potremmo anche organizzare una cena a casa mia per l'occasione! »

« Perfetto! Quando? »

« Possiamo fare venerdì sera alle venti? »

« Ok, lo scrivo in agenda! Dottò, adesso ti lascio! Ci sentiamo in questi giorni, e mi raccomando stai attento! »

« Lo farò! A presto Avvocato! »

«Ah, un'ultima cosa: Non dire nulla della gravidanza di Ginevra a Mirko! »

« Perché? »

« lo diremo noi al momento giusto… »

« Okay, terrò la bocca chiusa! »

« Benissimo! A venerdì! »

« A venerdì! »

Chiusi la chiamata con Saverio negando con il capo. Quanto era cambiato? Da anti- matrimonio a marito a tutti costi, era stato un soffio. Però lo capivo. Capivo la voglia di completezza, la voglia di famiglia e la voglia di averla al suo fianco per sempre come sua sposa. Sentivo le medesime cose per Anita, e poi lui aveva un figlio in arrivo, quel qualcosa in più che faceva la differenza.


Entrai dentro lo studio guardando frettolosamente l'orologio sul polso sistemandomi il borsone sulla spalla, quando fui chiamato da Vanda.

« Dottor Mancini, la signora Cassi è già in palestra! », fece per alzarsi dalla sua postazione come a voler fermare la mia corsa. 

« Lo so Vanda, vado subito! »

« Dottor Mancini, ha chiamato anche sua madre… »

Fermai un attimo la mia corsa abbassando il capo. Aveva ragione Saverio, lei non si sarebbe arresa.

« Ha chiamato sei volte… », continuò Vanda sussurrandolo capendo la gravità della situazione. 

« Può fare di meglio…», dissi con tono duro senza neanche voltarmi riprendendo la mia corsa verso la palestra. 

No, non avrebbe vinto, non questa volta. 


La mattinata proseguì in questo ordine: fisioterapia, chiamate di mia madre, ancora fisioterapia e ancora chiamate di mia madre. 
Era un osso duro, ma io ero più duro di lei.

« Deduco che non è andata bene ieri… », disse Mirko appoggiandosi allo stipite della porta.Tra il viavai dei pazienti e la mia non voglia di conversare, non ci eravamo visti molto.

« Deduci bene… », affermai asciugandomi le mani subito dopo aver trattato l'ultima paziente della mattina.

« Ti va di parlarne? »

« Non c'è molto da dire… mia madre ha preso Anita per una poco di buono facendole credere che io non la ami… » 

« Questa volta tua madre ha spiazzato anche me, devo essere sincero… », avanzò lui entrando finalmente in stanza. 

« Avessi visto la faccia di Anita… », 

« Posso immaginarla, Anita è una ragazza molto sensibile… »

« Fortunatamente stamattina abbiamo chiarito, ma non oso immaginare cosa poteva succedere se lei avesse voluto allontanarsi da me, se avesse voluto lasciarmi adesso che potrebbe essere incinta… », 

« Mi stai dicendo che… »

« Già, stiamo provando ad avere un bambino… » affermai sedendomi sul lettino sorridendo amaramente.

« Ma è meraviglioso! », esclamò Mirko avvicinandosi a me abbracciandomi forte.

« Dovrebbe essere il momento più bello della nostra vita… invece fra poco si trasforma in tragedia… »

« Gli inconvenienti succedono a tutti! Anche a me e a Claudia ce ne sono successe di cose durante i preparativi! Per non parlare di te e di Saverio e i vostri cuori in subbuglio! Non è stato per niente facile fare calmare Claudia in alcune occasioni! »

« Mi dispiace avervi fatto penare un po' tutti… »

« Non era un rimprovero! Era solo per farti capire che, anche se a volte cerchi di fare del tuo meglio le cose accadono ugualmente! »

« Spero solo di non combinare altri casini… »

« Non succederà futuro papà! »

« Ah, a proposito, potresti non dirlo a nessuno per il momento? Avevo detto ad Anita che sarebbe stato il nostro piccolo segreto… »

« Era un segreto?! Da, lo sai che non riesco a tenerli! »

« Per favore Mi! Puoi farcela! So che puoi! »

« Per la miseria… »

« Dai, mi farò perdonare venerdì sera a casa mia con una bella pizza familiare di melanzane e porcini! Ok? »

« Questa cosa non risolverà il problema della mia lingua lunga! », appurò Mirko sedendosi vicino a me. 

« Ma almeno avrai la pancia piena! », risi dandogli una spallata benevola provocando la medesima reazione.

Sapevo bene che Mirko non era capace a tenere i segreti, ma con lui era tutto automatico. Con lui mi sentivo come un fedele pronto per la confessione della domenica mattina. E lui, di buon grado riusciva sempre a calmare la mia anima da peccatore con le sue parole da santo martire.



Aprii la porta di casa con entrambe le mani occupate dalle buste della spesa appena fatta. Mi dilettavo spesso in questa pratica rilassante per poi continuare a casa mettendomi alla prova in cucina.
Accesi i fornelli, e con una maestria invidiabile a qualunque cuoco di professione, mi destreggiai tra pomodorini e olive, sorseggiando di tanto in tanto un bicchiere di vino bianco. Adoravo il suo sapore fresco e fruttato, riusciva sempre a schiarirmi le idee anche quando sembrava che ci fosse il delirio dentro la mia mente. All'improvviso, mentre ero avvolto dai miei pensieri, sentii finalmente la porta di casa aprirsi ricordandomi che abitavo con un angelo.

"Eccola, è tornata" pensai voltandomi verso l'entrata felice. Dalla mia postazione da cuoco provetto avevo la piena visuale di quella entrata ad effetto. 

« Mmmh che profumino… », disse lei contenta, appoggiando il cappotto sulla sedia insieme alle chiavi. 

« Non per vantarmi, ma stai per sposare il degno erede di Cannavacciuolo! », affermai sorseggiando il mio bicchiere di vino mentre lei si avvicinava verso di me.

« Non vedo l'ora di mangiare tutto… », disse lei alzando il coperchio che si trovava sulla padella. 

« Vuoi un assaggio? », chiesi cercando di mascherare quella voglia che avevo di baciarla. Presi il cucchiaio che avevo poggiato sul poggiamestolo, e intingendolo nella padella, lo avvicinai lentamente alla sua bocca.  

Lei la aprì senza dire nulla, ma guardandomi con i suoi meravigliosi occhi blu-verdi, assaporò quel cucchiaio come se fosse un gelato. Rimasi ad osservare estasiato il movimento delle sue labbra con la bocca aperta, sintomo che volevo prendere il suo posto molto presto. 

Lei, dopo aver gustato quel cucchiaio a fondo, strinse le labbra tra di loro assottigliandole osservando le mie. Poi, con nonchalance, sollevò dal mio naso gli occhiali che ormai erano diventati di troppo, appoggiandoli sul piano della cucina.
Sorrisi distogliendo un attimo lo sguardo cercando di recuperare un po' di terreno su di lei per poi catturarlo di nuovo nel mio. 

Poi, con la circospezione di una pantera prima di agguantare la propria preda, mi avvicinai a lei lentamente abbozzando un sorriso sornione. Lei ricambiò quel sorriso prima di lasciarsi andare al mio tocco. Mi appoggiai delicatamente sulle sue labbra ma prendendole con decisione. Le feci incastrare perfettamente alle mie prendendo l'ossigeno dal naso fragorosamente. Era come se mi fosse mancato l'ossigeno, come se per vivere avessi bisogno del suo contatto giornaliero, delle sue labbra e delle sua pelle.
Sentii il rumore del cucchiaio che sbatteva contro il pavimento, prima che le sue braccia mi avvolgessero il collo e il suo corpo aderisse perfettamente al mio

Da lì in poi, fu un susseguirsi di baci infuocati e carezze bollenti, che accompagnavano le mie mani sapienti per tutto il suo corpo coperto da quel vestito in jersey che indossava. Le alzai da entrambi i lati la gonna riuscendo finalmente ad agguantare il suo sedere morbido e sodo a mani piene. Quel contatto desiderato e bramato provocò in tutti e due dei gemiti incontrollati tra le nostre lingue che si ritrovavano, che si  accarezzavano, che si amavano. 

A tentoni cercammo di raggiungere la camera da letto, riuscendo solo ad arrivare sul divano del salotto cadendoci rovinosamente. 
Lei cadde su di me ridendo sulla mia giugulare provocando in me la stessa reazione.

Lei stese le braccia sul divano incrociando il mio sguardo divertito. Ero pazzo di lei.

« Sei bellissima, cazzo… », dissi deglutendo a fatica quel poco di saliva che mi era rimasta, spostando una ciocca di capelli che si era fermata sul suo viso durante l'impatto.

Il cuore iniziò la sua folle corsa, mentre le sue mani scendevano verso i miei pantaloni liberando la mia erezione che scalpitava all'interno dei miei boxer avvolgendola con il suo corpo. Mi fece scivolare dentro di lei facendomi morire all'istante. 
Avevo bisogno di lei, avevo bisogno della sua pelle sulla mia, avevo bisogno del suo profumo sulle mie mani. Avanzai senza timore afferrando la sua zip che si trovava sulla sua schiena, mentre lei si muoveva ritmicamente su di me. La feci scendere fino alla fine trovando la sua pelle nuda ad attendermi. Era calda, vellutata, sensibile sotto il mio passaggio.
Tornai sulle sue spalle, riuscendo così, a fare cadere quella barriera blu corredata di reggiseno dello stesso colore mostrandomi il suo meraviglioso seno.

La guardai devoto senza smettere di accarezzarla e baciarla, mentre lei continuava quella dolce tortura su di me. 
affondando le sue mani tra i miei capelli. Il mondo intorno a noi sparì lentamente, lasciandoci trasportare solo dal nostro amore e dalla voglia di appartenerci. 

Lei era il mio mondo.

Mi soffermai a guardare il soffitto, dopo essere esplosi quasi insieme, cercando di capire che miserabile vita conducevo prima di lei, e quanta beatitudine mi infondesse fare l'amore con lei. 

« Io credo di non avere più tutta quella fame…», farfugliai rimanendo appoggiato con la testa allo schienale del divano. 

« Davvero? A me invece è aumentata… », rispose lei tra le risate. Quanto amavo sentirla ridere.

« A me è aumentato altro, ma dettagli…», replicai alzando il capo verso di lei sorridendole.

« Lo sai che sei uno sfacciato? », lei cercò il mio sguardo alzandosi dalla posizione rilassata che aveva assunto sul mio torace.

« Veramente se c'è una sfacciata qui, sei tu! »

« Io?! », chiese con finta innocenza.

« Esattamente! Mi hai preso alla sprovvista con quel cucchiaio… io non avevo secondi fini… »

« Ah, quindi vorrebbe farmi capire che io l'ho indotto a fare l'amore con me? Dico bene dottor Mancini? »

« Già, si è approfittata di me signorina Velletri… » 

« Bene, allora non c'è motivo che io rimanga ancora qui con lei! », fece per alzarsi, quando la bloccai per i polsi riportandola su di me.

« Dove credi di andare? Ti ho appena detto che non ho fame… », sussurrai immergendo la mia mano destra tra i suoi capelli riportandola sulla mia erezione inchiodando i suoi occhi nei miei.

« Sei proprio uno sfacciato… », sibilò sulle mie labbra prima di affondarci dentro nuovamente la mia lingua al suo interno. 

Non ne avevo mai abbastanza di lei. 
Ero innamorato perso. 

Lei era il fulcro, l'elemento d'appoggio della mia vita, la leva che permetteva al mio corpo di fare qualsiasi movimento. 

Lei era il mio tutto, la serenità dentro la tempesta.


Note: Capitolo Quindici. Buongiorno a tutti miei cari ❤️ e bentrovati ❤️ Il capitolo di oggi gira, aimé, sulle "cose non dette". Saverio non ha detto nulla della gravidanza di Ginevra a Mirko, e quest'ultimo non deve dire nulla sulle prove di concepimento di Dario e Anita. Ma la cosa che forse avete notato tutti e, che può essere altamente pericolosa, è proprio il fatto che Anita non abbia detto niente a Dario su Edoardo. Come Dario non ha detto che la madre l'ha chiamato per tutto il giorno! Adesso voi direte, vabbè ma hanno fatto altro ❤️🤣 Ok, avete ragione! Vi lascerò con il beneficio del dubbio fino al prossimo capitolo 🤣♥️ E chissà cosa succederà 🤐♥️ Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ♥️
   
 
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