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Autore: channy_the_loner    22/04/2022    1 recensioni
Si dice che la Costellazione Lira abbia ispirato la leggenda giapponese di Hikoboshi e Orihime, gli amanti costretti a vivere in eterno sulle sponde opposte del Fiume Celeste. È anche un riferimento allo strumento musicale di Orfeo, figlio della musa Calliope, il cui suono ha incantato ogni elemento della Natura.
Ma non è tutto: Lira contiene dei sistemi planetari – e questa storia s’incentra proprio qui. Racconta di un gruppo di ragazzi le cui vicende, a prima vista singole o di poca importanza, riescono a intersecarsi perfettamente tra loro, creando un arcipelago astrale visibile sotto il cielo estivo e facendoli assomigliare alle stelle. La causa scatenante di tutto è una festa che va contro le regole dell’istituto: sembra una scena di ribellione firmata dai soliti studenti conosciuti per finire sempre nei guai, e invece si rivela una galeotta occasione per dare una svolta alle vite di ognuno di loro.
Una paura infondata e un sorriso leggero; un segreto asfissiante e un’indifferenza rissosa; una lontananza imprevedibile e un silenzio incoerente; una bugia bianca e un’ombra nera; una malinconia bruciata e un cuore metallico.
E tanto, tanto altro.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Marco, Portuguese D. Ace, Roronoa Zoro, Sabo, Tashiji, Z | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Nami
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Angoletto dell’Autrice!! (per la prima volta a inizio storia)
One Piece’ da sempre accompagna la mia vita e se ne prende cura, lenisce le ferite, mi abbraccia nei momenti di sconforto e mi fa tornare il sorriso, perciò come avrei potuto non scrivere una long come ringraziamento? In realtà sono anni che conservo lo schema dei capitoli nella mia cartellina verde scarabocchiata, ma solo ora sento di aver raggiunto la maturità per scrivere qualcosa di un po’ più complesso – come quello che state per leggere. Ho apportato molte modifiche alle idee originali, quindi far congiungere tutto sarà più complicato… Ma io amo le sfide!
Queste sono le avvertenze che vi propongo; ci tengo, è importante!

    1. L’originalità: non è assolutamente mia intenzione copiare le fanfiction altrui! Su questo fandom ci sono tante storie, perciò è impossibile che io le abbia lette tutte; se nel corso dei capitoli vi sembra di trovare evidenti similitudini con altre ff, vi prego di segnalarmelo con cortesia (con una recensione o in privato, come più vi è comodo).
    2. I riferimenti: mi sono divertita (e mi divertirò) a inserire qua e là degli Easter Egg della serie originale e anche di altre opere. Provate a coglierli e, per vedere se avete indovinato, controllate gli Angoletti ;)  Ho inserito anche delle perline strappate rigorosamente dalla vita reale, per esempio nomi (rivisitati) di locali o avvenimenti degni di nota (anche questi verranno segnati alla fine di ogni capitolo!)
    3. Le età e le parentele: le ho leggermente modificate, ovviamente ai fini della storia.
    4. Il linguaggio: alcune sezioni dei capitoli contengono dialoghi piuttosto… speziati, ecco. Capisco che non tutti gradiscono le parolacce, quindi ho cercato di arginare quanto più possibile il problema. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) alcuni personaggi hanno la tendenza a esprimersi in maniera volgare, quindi li ho “assecondati” per mantenere intatto il carattere originale di ognuno di loro (il raiting arancione è dovuto in gran parte proprio a questo motivo).
    5. Gli spoiler: vi prego di non farli. La sottoscritta è in pari con il capolavoro di Oda, ma non per tutti è così. Non creiamo disagi a nessuno!

Grazie mille per l’attenzione!
Gli aggiornamenti avverranno ogni dieci giorni, salvo imprevisti.
Vi auguro una buona lettura e un buon chill!
–Channy




Prologo: He was so bored



Racchiuse nei propri polmoni tutto l’ossigeno che era in grado di accogliere, per poi liberarlo con l’aiuto della bocca, nella quale si fece largo una piccola nota prodotta dalle corde vocali, precisamente da quella più grave.

Seduto in modo scomposto sulla poltrona rossa del piccolo salotto, l’uomo si stava silenziosamente chiedendo cosa avrebbe potuto fare per ingannare il tempo, il quale scorreva con una lentezza inaudita, dal suo punto di vista. Gettò la testa all’indietro, prendendo ad osservare il soffitto bianco; le parole gli scivolarono via senza che lui le potesse controllare: «Ma quanto ci metti?!» Tese le orecchie, in ascolto, ma vi fu solamente il silenzio ad afferrare le sue speranze; il destinatario di quella lamentela infantile semplicemente e probabilmente non aveva sentito nulla, troppo impegnato a combinare chissà cosa.

Sospirò ancora, l’uomo, e i suoi occhi iniziarono a trascinarsi in giro per la stanza alla ricerca di qualcosa di minimamente interessante da osservare; dalla finestra intrappolata da una lunga tenda color panna, il suo sguardo scivolò al caminetto in mattoni, per poi raggiungere il divano bianco e il televisore adagiato su un mobiletto subito di fronte all’annoiato. Accanto a quello, si stagliava una parete attrezzata colma di libri ordinati con un certo criterio, quello alfabetico, poiché la persona che li aveva piazzati lì era un’accanita lettrice. Non era un vero e proprio amante della lettura – o sarebbe meglio dire che non lo era per niente –, ma improvvisamente si alzò dal proprio trono e si avvicinò ai romanzi, con l’intento di capire perché certa gente si ostinasse a sprecare le proprie giornate leggendo piuttosto che fare qualcosa di divertente all’aria aperta, magari un bel picnic in compagnia di tanti amici nel bel mezzo di un vasto prato sovrastato da un cielo perfettamente azzurro, con il sole splendente nel suo centro in tutta la sua bellezza.

Fu lì, in mezzo a quella miriade di pagine rilegate e interrotte da segnalibri colorati, che l’adulto scovò qualcosa che attirò completamente la sua attenzione: adornato da una copertina di uno sgargiante giallo – il colore preferito della persona che gliel’aveva donato con tanto affetto –, ciò che aveva per le mani non era altro che un vecchio album di fotografie risalenti alla sua adolescenza, quello che aveva coronato come il periodo più bello della sua vita. Ancora incredulo di averlo trovato – erano anni che non sapeva dove fosse finito, eppure eccolo lì, sotto il suo naso! Altro che disperso –, si accomodò nuovamente sulla propria poltrona e iniziò a sfogliarlo. Si rivide, all’età di diciassette anni, circondato dalle persone che aveva amato di più nella sua intera vita, nonostante gli rimanesse ancora mezzo secolo da vivere; rivide la casa in cui aveva trascorso la propria giovinezza, la sua vecchia scuola, alcuni professori e le strade che aveva percorso così tante volte da aver imparato a conoscerle a memoria. Tutti i volti sorridevano di fronte all’obiettivo della fotocamera, tranne quelli catturati di sfuggita, forse perché impegnati a fare altro. Foto sfocate a metà si alternavano a scatti perfetti, quelli di gruppo, nei quali emergevano alla perfezione le personalità e i sentimenti dei soggetti in posa; concentrandosi a dovere, riusciva ancora a percepire le urla della giovane dalla vivace chioma color carota che intimava a lui e a un ragazzone in bermuda di stare fermi, mentre lei stessa tentava di non muoversi troppo dalla propria posizione. Squadrò le altre persone presenti nell’istantanea e si lasciò scappare un risolino; un giovane dai capelli color grano era fermo in una posa impeccabile, seppur in viso avesse un’espressione ebete causata dalla sua mano posata sulla vita della ragazza che aveva accanto, mentre a essere stati ritratti perfettamente erano unicamente due fanciulli e una biondina, i quali, inginocchiati e abbracciati, sorridevano allegramente, rispettando i loro caratteri bambineschi e gioiosi.

Non rimpiangeva nessuna delle decisioni che aveva preso e aveva fatto ben attenzione a non sprecare neanche un briciolo di tempo, sfruttando la giovane età al massimo, tuttavia avrebbe tanto voluto tornare a quell’epoca e riviverne i momenti trascorsi a ridere insieme a un amico, a ballare durante una festa, a cantare – stonare – in occasione di un compleanno; sorrise mestamente, pensando che sarebbe stato bello persino tornare a studiare dietro un banco di scuola, ancora di più piangere per alleggerire i cocci di un cuore infranto più volte. Perché numerosi erano stati i dolori che l’avevano fatto crollare in ginocchio, ma sempre aveva trovato un motivo per alzarsi e continuare a lottare. Quella forza e quella determinazione lo avevano caratterizzato per anni, ma con la maturazione fisica e mentale dell’uomo, queste s’erano indebolite gradualmente, fino a raggiungere la grandezza di uno spiraglio. Tornare indietro, nonostante tutti i traguardi che con i decenni aveva tagliato, era appena diventato il suo nuovo sogno nel cassetto.

Chiuse gli occhi e, sorridendo, ricordò.
  
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