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Autore: dragun95    25/04/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 7
 
 
 
Il povero Alfveikt attendeva con il cuore che gli batteva a mille. Se davvero quei pazzi stavano cercando di attirare un Drago delle sabbie, allora doveva fuggire alla svelta. Provò a richiamare la sua essenza magica, ma si sentiva stordito. Evidentemente era stato drogato o lievemente sedato, con qualche sostanza, ma comunque non c’era niente su cui potesse esercitarla la sua magia.
Niente piante e animali e non credeva proprio di poter entrare in comunicazione con una creatura come un drago.
 
-Lo senti? Il giudizio che si avvicina?- lo richiamò il sacerdote dei figli delle sabbie, mentre gli altri si inginocchiavano per pregare quell’evento.
 
-Voi siete malati!- l’elfo cercò di agitarsi per far cedere le corde che lo tenevano legato, ma erano troppo strette e lo sfregamento non faceva altro che segargli la pelle di polsi e caviglie.
Le sue orecchie ossee avvertirono qualcosa che si avvicinava da dietro e una forte essenza magica che aumentava di pari passo. Certo che la sua fine fosse giunta, quando sentì un urlo. Volse la testa in tempo per vedere uno di quei fanatici, essere lanciato violentemente di peso contro la sabbia.
 
-Sono arrivato prima del previsto- sospirò il Brashak, sperando di beccare anche una di quelle dannate lucertole. Scosse la testa incurante dei figli delle sabbie che estraevano le armi e subito dopo un colpo alla schiena.
 
Girò il collo vedendo uno di loro tenere in mano un’ascia con cui lo aveva colpito, ma senza procurargli alcuna ferita. In risposta lui alzò leggermente il piede per poi batterlo violentemente sulla sabbia.
Quest’ultima si mosse formando delle punte che trafissero sia chi lo aveva colpito che gli altri che erano intorno a lui.
 
“Deboli come al solito” sospirò, voleva fare in fretta così da non avere fastidi in caso fosse arrivato il drago. Si concentrò sul loro leader, vedendo una palla di fuoco che gli volava contro. Subito una barriera di sabbia si alzò proteggendolo dalle fiamme.
 
-Ti pentirai di questo affronto!- il sacerdote puntò il bastone d’osso verso di lui e da esso si sprigionò una fiammata. Giran si gettò di lato rotolando sulla sabbia per evitarla per poi saltare indietro per evitare l’ennesimo incantesimo.
L’uomo allora gli sparò contro una scheggia di ghiaccio con la stessa forza di un proiettile, colpendo il moro in testa. Ma il sorriso sul volto del figlio delle sabbie si spense subito quando notò che aveva fermato la scheggia con i denti.
 
-Se questo è tutto quello che sai fare? Allora ti consiglio di andartene- gli disse togliendosi la scheggia dalla bocca.
 
-Continua a fare lo smargiasso. Tanto conosco il tuo punto debole!- l’altro sembrò sorpreso di quelle parole. Anche se forti sapeva che i Brashak non erano invincibili, ma era curioso di vedere che cosa si sarebbe inventato quel tipo.
Il sacerdote mosse il bastone creando una frusta di fuoco che si generò dalla punta. Giran si abbassò per evitare di essere catturato. Da quella mossa capì che voleva usare il fuoco per combatterlo, sebbene gli costasse ammetterlo la sua trovata era buona.
 
Alla prossima sferzata di frusta alzò il braccio lasciando che si avvolgesse intorno al suo arto gemendo appena nel sentire le fiamme bruciargli la pelle.
 
-Ti ho preso Blasfemo, preparati ad incontrare la tua punizio…- prima che il Sacerdote potesse alzare il bastone contro il moro, sentì una forte fitta al petto. Abbassando lo sguardo vide la scheggia che aveva scagliato, Giran dopo aver fermato la frusta ne aveva approfittato per rilanciagliela indietro.
A quel punto strinse la frusta e con una torsione del busto alzare di peso l’uomo a schiantarlo violentemente contro il suolo.
 
-E con questo abbiamo finito!- sputò, guardando il Figlio delle sabbie agonizzante a terra, per poi il suo braccio che presentava delle ustioni dovute alle fiamme. Alla fine il fuoco era molto efficace contro di loro.
 
“Questo è un mostro!” l’Alfveikt aveva gli occhi sgranati mentre formulava quel pensiero. Sapeva che i Brashak erano dei mostri, ma vederne in azione uno, superava di gran lunga le voci che aveva sentito sul loro conto.
 
Si colpo la sabbia tremò un paio di volte e due grandi mandibole uscirono da essa chiudendosi sul Sacerdote, mentre la testa del Drago delle sabbie veniva fuori.
 
 
 
L’elfo arcano sgranò gli occhi dal terrore, l’ultima cosa che mancava era proprio un drago delle sabbia. Ritornò lucido, quando sentì qualcosa appoggiarsi sulla croce improvvisata a cui era legato e le corde che lo tenevano venire tagliate.
 
-Fossi in te mi metterei al riparo- gli disse Filian afferrandolo di colpo e con un battito d’ali alzarsi in volo. Mentre il suo passeggero si stringeva istintivamente a lei per non cadere.
 
-Lo lasciamo da solo?- chiese guardando il moro che osservava il drago.
Anche se aveva visto la sua forza, non credeva che potesse farcela contro una creatura di quelle dimensioni. Il membro del popolo del cielo si soffiò un ciuffò di piume finitegli davanti ad un occhio, prima di rispondere.
 
-Quei due sono nemici naturali, provare a fermarli sarebbe inutile. E poi non mi va di trovarmi in mezzo ad una zuffa che non mi riguarda!-.
 
Giran tenne lo sguardo fisso sul grande rettile. Dalle dimensioni sarà stato lungo almeno dieci o dodici metri, un adolescente della sua specie.
 
Il solo averlo vicino gli stava facendo ribollire il sangue nelle vene. La sua razza provava un odio viscerale per quelle grosse lucertole e tutti i draghi in generale, da dopo gli eventi della “Decadenza”. Almeno stando a quanto si era tramandato dai suoi antenati, l’unica cosa certa era che il solo guardarlo gli stava facendo andare il sangue al cervello.
Strinse i denti così forti da produrre una scintilla e allungò appena gli artigli. Anche il drago sembrò provare la stessa sua emozione, visto che i suoi occhi si tinsero di sangue. Con un ruggito aprì la grande bocca munita di denti e con un salto incredibile per la sua mole si gettò verso il Brashak.
 
Fece forza sulla gamba destra spingendo il piede contro la sabbia per comandarla e farla muovere. Questa si innalzò formando un pilastro che colpì il drago sotto la mascella arrestando il suo slancio. Senza dargli il tempo di riprendere poggiò la mano dentro alla sabbia per farle assumere la forma di spuntoni proprio sotto al suo avversario.
Il drago della sabbia restò ruggì mostrando i denti infuriato. Ma nessuna delle spunte era riuscito a perforare l’addome del rettile.
 
-Cosa? Credevo lo avesse impalato!- l’elfo arcano non riusciva a capire come facesse ad essere illeso. Fu la Avien a rispondergli.
 
-Malgrado dal suo aspetto si possa intuire che l’addome sia il suo punto debole, non è così. Anzi è una delle parti più resistenti- il drago ruggì sputando una sfera di sabbia. Giran scartò di lato per evitarla scivolando sulla sabbia e lanciandosi in avanti.
Il drago fece altrettanto lanciandosi a mandibole spianate. Appena gli fu troppo vicino poggiò il piede a terra per deviare la sua traiettoria, evitando di poco le mandibole che si chiusero serrando l’aria. A quel punto alzò il braccio usando gli artigli per squarciare la zampa anteriore del drago provocando un fiotto di sangue.
 
Il drago ruggì muovendo di scatto la coda, colpendo in pieno petto il moro che venne lanciato contro la sabbia. Sputò a terra strinse i denti cercando di riprendersi velocemente dall’impatto con la sabbia, ringhiando di doloro.
Portò la mano a tastarsi il petto notando che stava sanguinando da dei tagli dovuti alle punte presenti sulla cosa del drago.
 
Non ebbe il tempo per lamentarsi in quel momento. Si rimise subito in piedi vedendo nuovamente le mandibole del drago che si stavano chiudendo su di lui. Alzò le mani in un gesto istintivo, afferrando una delle punte dei denti inferiori e superiori così da tenere aperta la mandibola con le mani nude.
 
-Stiamo scherzando? È impossibile!- vedere una persona tenere aperte le mandibole di una creatura grande cinque volte essa. Era qualcosa a cui l’Alfveikt non riusciva a credere, al contrario di Filian.
 
“Per quanto potrà resistere?” si chiese.
 
Le loro razze si erano scontrate in passato per cui conosceva bene la forza, del popolo della terra. Ma anche loro avevano dei limiti. Grazie alla sua vista acuta, poteva vedere i muscoli del moro in tensione e le vene visibili per lo sforzo immane.
Strinse i denti così forte che si sarebbero potuti spezzare. Giran sapeva che non avrebbe resistito troppo allungo alla forza di quelle mandibole. Mentre pensava ad un modo per togliersi da quella situazione, un vecchio ricordo riaffiorò nella sua testa.
 
 
Giran venne sbattuto contro la sabbia tenendosi dolorante l’addome. Davanti a lui Hireza aveva il braccio alzato in avanti per aver appena colpito il ragazzo.
 
-Avanti alzati!- lo riprese la Matriarca. Lui si tolse la saliva con in braccio e si rimise velocemente in piedi. Fece forza sulle gambe lanciandosi in avanti tentando un artigliata al ventre. Alla quale la donna rispose indietreggiò per evitarlo con facilità. Lui allora eseguì un calcio circolare.
 
Ma ad Hireza bastò alzare il braccio per bloccarlo. Subito gli fece lo sgambetto e prima che il suo corpo toccasse terra assestandogli un calcio, sbattendolo nuovamente contro la sabbia.
 
-Così non ci siamo Giran!- gli disse seria guardandolo vomitare a terra.
Il giovane ringhiò battendo il pugno contro la sabbia per fargli assumere la forma che voleva. Ma prima che riuscisse a modellarla, questa si mosse colpendolo sotto al mento facendolo finire a gambe all’aria.
 
-Niente manipolazione della terra! Devi imparare lo stile di combattimento. È questa la lezione!- la castana si stava innervosendo, anche i suoi marchi stavano iniziando ad illuminarsi accesi dalle sue emozioni.
 
-Non lo sto già facendo?- gli chiese rimettendosi in piedi. Lei scosse la testa facendo ondeggiare la folta massa di capelli.
 
-Quello che stai facendo è più istintivo- iniziò avvicinandosi a lui, -Come tu ben sai. Da generazioni, coloro che hanno guidato il clan si sono tramandati uno stile di combattimento esclusivo-
 
-Lo stile della “Matriarca”- Hireza annuì. Si trattava di uno stile di combattimento corpo a corpo che le Matriarche che guidavano i Brashak si tramandavano da generazioni.
In quel momento mentre lei gli stava dando le spalle il giovane pensò di cogliere l’occasione. Allungò gli artigli verso la sua schiena, ma la mano di lei si chiuse intono al suo polso.
 
-Ottimo utilizzo dei punti ciechi. Ma inutile!- venne sollevato di peso mentre la rossa gli poggiava la mano sul petto ed esercitando una forte pressione lo lanciò verso l’alto. Dopo qualche istante il giovane ricadendo rovinosamente a terra.
 
-Lo stile della Matriarca non sfrutta solo la forza muscolare e l’indurimento del corpo. Ma coinvolge tutta l’energia naturale che sprigiona la terra stessa- si abbassò per prendere della sabbia nel palmo della sua mano guardandola trascinata via dal vento.
 
-Devi imparare ad assorbire tale energia e usarla- Giran dolorante, si mise seduto, sentendo qualche osso scrocchiare mentre lo faceva.
 
-E’ difficile- si lamentò lui. Hireza si sedette davanti a lui guardandolo negli occhi.
 
-Lo so! Ma questo ti aiuterà a creare il tuo personale stile. Così come ho fatto io e tutte le Matriarche che mi hanno preceduto- gli sorrise dolcemente per poi dargli un colpetto sulla fronte facendolo cadere all’indietro.
 
-Ciò che devi fare ora è creare il tuo personale stile Giran- rise divertita.
 

 
Il Brashak espulse l’aria dai polmoni, prendendo un nuovo respiro. Sentiva l’energia del deserto confluire dai suoi piedi fin dentro il suo corpo, come un fiume che imboccava un canale scavato artificialmente.
 
“Stile del Patriarca” facendo forza sulle gambe per darsi stabilità ruotò il busto lanciando il drago della sabbia dietro di lui. L’elfo arcano aprì la mascella per lo stupore tanto che sembrò arrivare a toccare terra.
 
Lasciò andare l’aria trattenuta mentre si girava guardando il drago che si stava rimettendo in piedi, ruggendo infuriato. Sputò nuovamente una sfera di sabbia contro la sua nemesi. Ma innalzò nuovamente una barriere da sabbia davanti a lui per difendersi.
Il drago allora infilò la testa sotto la sabbia per poi inabissarsi.
 
 
Vedendolo nascondersi, si guardò in tutte le direzioni e a sentire le vibrazioni del suolo per cercare di individuarlo. Quando capì dove si trovava saltò verso l’alto, mentre le mandibole del drago uscivano dalla sabbia per prenderlo.
 Giran eseguì una torsione per spostarsi a mezz’aria e aggrapparsi alla mandibola afferrando uno dei denti, restando attaccato ad esso. Strinse le mani sul dente mettendoci tutta la sua forza tanto che tutte le vene delle braccia furono in evidenza sotto la pelle.
Alla fine riuscì a rompere il dente, per poi lanciarlo in uno dei occhi.
 
Il rettile si contorse per il dolore all’occhio, iniziando a muovere a casaccio la testa. Cogliendo l’occasione saltò giù dal drago immergendo le mani nella sabbia per farla rialzare sotto le zampe del rettile per fallo finire a pancia all’aria. Prima ancora che potesse rialzarsi una lunga punta di sabbia lo trafisse proprio nella parte del collo collegata alla testa, il suo punto debole, uccidendolo all’istante.
 
 
 
-Ora è finita!- ansimò rimettendosi dritto e togliendosi il sudore dalla fronte, era da tanto che non uccideva un drago della sabbia. E sentiva i muscoli gridargli per la tensione, dopo lungo tempo.
Ma se non altro aveva guadagnato anche un bel po’ di carne. Avrebbe solo dovuto chiedere aiuto alla Cittadella per macellarlo, da solo sarebbe stato un lavoraccio per lui.
 
-Il vostro stile è grezzo come sempre- gli disse la Avien atterrando e lasciando andare l’Alfveikt che fu sollevato di riavere nuovamente la terra sotto i piedi.
 
-Grezzo, ma utile. Al contrario delle piume!- Filian gli lanciò contro una delle sue piume, che vennero prese al volo. I due membri degli antichi popoli, si guardarono con tono di sfida.
Il Brashak scosse la testa dopo qualche istante, non gli andava di combattere ancora. La superò avvicinandosi all’elfo arcano, il quale sobbalzò quando venne oscurato dalla sua ombra.
 
-Tu stai bene?- annuì intimidito dalla sua presenza. Solo allora il Brashak notò che il suo abbigliamento non era la veste con la croce rossa degli Esiliati e ciò era strano.
 
-Come sei arrivato qui?- gli domandò incrociando le braccia al petto.
 
-I…io…mi chiamo Amleth. Mi sono perso e…sono finito qui- a tale risposta alzò un sopracciglio scrutandolo con i suoi occhi d’argento ed infine fare spallucce.
 
-Sapete dirmi come andarmene?- chiese a quel punto Amleth.
 
-A meno che tu non sappia volare, non puoi andartene dalle Terre Dimenticate- gli rispose la donna.
 
-Restare qui non è sicuro. Filian renditi utile, vola alla Cittadella e portali qui così che possano macellare il drago-
 
-Solo se mi dai il filetto della coda- il Brashak serrò la mascella, aveva chiesto proprio la parte più pregiata. Ma alla fine dovette accettare, lasciare la carne sotto il sole non era l’ideale se voleva conservarla. Inoltre avrebbe avuto modo di parlare meglio con Amleth una volta dietro le mura.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Alla fine c’è l’ho fatta, dopo che non ho avuto molto tempo ed ispirazione ma ho completato il capitolo.
 
Qui vediamo Giran fare fuori facilmente i Figli delle sabbie incluso il loro Sacerdote. Inoltre scopriamo che i Brashak non sono proprio amanti del fuoco e che odiano tutti i draghi in generale, anche se fosse avevo già dato questo indizio.
E dopo di che c’è lo scontro con un drago della sabbia nel quale vediamo in azione uno scorcio del passato del protagonista e lo stile di combattimento tramandatogli dalla sua Matriarca.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ora che misteri potrebbe nascondere Amleth e che cos’è la “Decadenza”? Tutti questi misteri troveranno domande in seguito. Per ora ringrazio anche solo chi legge la storia.
A presto.
  
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